Pensavo.
Che se faccio finta di niente e quindi faccio finta che non ci sei,
se poi te ne vai
soffro di meno.
Credo.
Se non ti penso come individuo potenziale che si sta formando
e poi te ne vai
soffro di meno.
Credo.
Che se fischietto, mentre ti immagino spanderti dentro di me,
e poi ci ripensi
ti contrai e torni indietro.
soffro di meno.
Penso troppo.
Credo.
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giovedì 9 maggio 2013
martedì 7 maggio 2013
Il settimo
Indossiamo l'armatura:
il 7° angelo è arrivato.
Beta positive.
bassine e silenziose.
come il mio cuore ora.
Cambiamo terapia, aumentiamo il progesterone
Facciamo eparina due volte al dì
Fasciamo le mani
le gambe
il cuore.
Indossiamo una maschera di protezione.
Non riesco ad esultare.
Mi sento in colpa.
Non riesco a parlarci.
A considerarlo un individuo che si sta formando.
Prevalgo.
Continuo a proteggermi.
Siamo in anticipo.
Il valore è basso ma conta la crescita.
Lo sappiamo.
Ripartiamo da qui.
Da una foto che non ho avuto il coraggio di mettere qui.
Perchè ho paura.
E questa è la mia settima gravidanza.
Comunque andrà.
La settima.
E per la prima volta non salto di gioia.
Non urlo. Non sogno. Non penso. Non piango. Non guardo al futuro.
Scusami amore.
Che tu possa godere delle meraviglie di Dio su questa terra,
come ne hai goduto fino ad oggi
nel posto dove mamma e papà ti sono venuti a prendere.
mercoledì 20 marzo 2013
di suddetti passeggini
Questa è la storia di un passeggino.
Uno di quelli completi, con tutti gli accessori, con tutte le cosine al posto giusto, un tipo superaccessoriato.
Pezzo per l'automobile, pezzo per la culletta, pezzo per il passeggio, ruote con gli ammortizzatori, freni e frizione.
Perfetto.
Nuovo.
Bello e firmato.
Che ci fa un passeggino strafico a casa di allafinearrivamamma?
Infatti non ci fa niente.
All'inizio di questa storia, il suddetto ci viene proposto in regalo.
Noi due ingenui, reduci dal primo aborto, accettiamo. I nostri amici ci dicono che a loro lo hanno regalato nuovo ma che loro ne hanno già uno e che è troppo fico e che insomma se lo vogliamo è nostro. Ci guardiamo e diciamo di sì subito.
Stra-fico davvero.
Il suddetto viene avvolto in plastica e tutto profumato viene parcheggiato in soffitta, certi che di lì a poco sarebbe stato riesumato.
Il resto della storia la conoscete.
Il suddetto prende polvere per tre anni, quasi quattro.
Con la partenza del mio ultimo cavaliere, mi ricordo dell'attrezzo firmato e lo voglio riesumare, per sbarazzarmene.
Mi rendo conto che questo oggetto è un peso sulla mia speranza e che quindi va eliminato insieme ad un sacco di altra roba.
Un peso sulle nostre teste, perchè, oltre al fatto che è in soffitta, rappresenta una me che non c'è più. Una mamma meno mamma di quello che sono ora, una donna meno consapevole e più disillusa e più ingenua.
Non lo volevo più con me il suddetto, ho sentito il bisogno di disfarmene perchè non centrava più nulla con quello che siamo diventati e perchè se sarà, quando sarà, i miei cavalieri avranno un passeggino meno fico ma preso per loro.
Solo per loro, quando saranno qua.
E così, oggi, sotto la pioggia, dopo una giornata di lavoro e una decisione presa a cuore aperto, abbiamo incontrato delle persone che si sono presi il suddetto e lo hanno portato via. Andrà ad un altro bambino, forse già nato, forse no, non lo sappiamo. Uno scambio tra sconosciuti. Una stretta di mano, la pioggia che cadeva battente, il mio cuore in tumulto che salutava un passato che non voglio rivivere più.
E così, oggi, salutiamo il passato e accogliamo il futuro.
E così, tra poco, pochissimo, davvero pochissimo, i miei bambini torneranno a casa.
Nella mia pancia.
Verranno risvegliati dal gelo e conosceranno la culla che non ha visto il loro concepimento.
Mi conosceranno e spero mi riconosceranno.
Tra poco.
Uno di quelli completi, con tutti gli accessori, con tutte le cosine al posto giusto, un tipo superaccessoriato.
Pezzo per l'automobile, pezzo per la culletta, pezzo per il passeggio, ruote con gli ammortizzatori, freni e frizione.
Perfetto.
Nuovo.
Bello e firmato.
Che ci fa un passeggino strafico a casa di allafinearrivamamma?
Infatti non ci fa niente.
All'inizio di questa storia, il suddetto ci viene proposto in regalo.
Noi due ingenui, reduci dal primo aborto, accettiamo. I nostri amici ci dicono che a loro lo hanno regalato nuovo ma che loro ne hanno già uno e che è troppo fico e che insomma se lo vogliamo è nostro. Ci guardiamo e diciamo di sì subito.
Stra-fico davvero.
Il suddetto viene avvolto in plastica e tutto profumato viene parcheggiato in soffitta, certi che di lì a poco sarebbe stato riesumato.
Il resto della storia la conoscete.
Il suddetto prende polvere per tre anni, quasi quattro.
Con la partenza del mio ultimo cavaliere, mi ricordo dell'attrezzo firmato e lo voglio riesumare, per sbarazzarmene.
Mi rendo conto che questo oggetto è un peso sulla mia speranza e che quindi va eliminato insieme ad un sacco di altra roba.
Un peso sulle nostre teste, perchè, oltre al fatto che è in soffitta, rappresenta una me che non c'è più. Una mamma meno mamma di quello che sono ora, una donna meno consapevole e più disillusa e più ingenua.
Non lo volevo più con me il suddetto, ho sentito il bisogno di disfarmene perchè non centrava più nulla con quello che siamo diventati e perchè se sarà, quando sarà, i miei cavalieri avranno un passeggino meno fico ma preso per loro.
Solo per loro, quando saranno qua.
E così, oggi, sotto la pioggia, dopo una giornata di lavoro e una decisione presa a cuore aperto, abbiamo incontrato delle persone che si sono presi il suddetto e lo hanno portato via. Andrà ad un altro bambino, forse già nato, forse no, non lo sappiamo. Uno scambio tra sconosciuti. Una stretta di mano, la pioggia che cadeva battente, il mio cuore in tumulto che salutava un passato che non voglio rivivere più.
E così, oggi, salutiamo il passato e accogliamo il futuro.
E così, tra poco, pochissimo, davvero pochissimo, i miei bambini torneranno a casa.
Nella mia pancia.
Verranno risvegliati dal gelo e conosceranno la culla che non ha visto il loro concepimento.
Mi conosceranno e spero mi riconosceranno.
Tra poco.
E lo scrivo quasi sussurrandolo dando spazio ad un'emozione che mi fa tremare il cuore e quasi me lo fa scoppiare.
venerdì 22 febbraio 2013
le mie mani
"Dove va la mano, vanno gli occhi,
dove sono gli occhi è l'attenzione,
dov'è l'attenzione è l'emozione e,
con essa, l'estasi vibrante."
Nàtya Shastra
Oggi ho imparato che posso farcela.
Durante la lezione di yoga ho imparato a sviluppare l'energia e il potere delle mie mani.
Erano anni che mi ero accorta che le mie mani erano in grado di dirmi delle cose.
Ed io non le ascoltavo.
Eppure, la sentivo quell'energia.
A volte, di nascosto di Fab, mentre lui dorme, avvicino le mani al suo viso, senza toccarlo.
Lo osservo, in silenzio e tengo le mani su di lui.
Lui si sveglia, e ad occhi chiusi mi dice di smetterla, perchè le sente.
Oggi ho imparato, durante un esercizio, a catalizzare questa energia.
Poi, la mia insegnante mi ha detto di mettere le mie mani su una parte del mio corpo di cui desideravo la guarigione.
Ho messo le mie mani sulla mia pancia.
Così.
Li ho sentiti.
Ho visualizzato il mio utero vuoto e poi tutta la sofferenza passata di lì.
Poi ho sentito tutto il dolore.
E poi l'immensa potenzialità che la maternità mi ha donato.
E sono rimasta così, in ascolto, finchè quell'energia non si è esaurita.
Ho aperto gli occhi e piangevo.
Non riuscivo a smettere.
E allora la mia insegnante mi ha detto di non smettere, di buttare fuori tutto.
E per fortuna che a lezione ero sola, che all'ora di pranzo non c'è nessuno, e lei, che è una ragazza dolcissima che ho amato come un'amica, da subito, dalla prima lezione, mi ha abbracciato alla fine e ha sorriso.
Ed io ero felice.
Sono felice.
Di aver pianto davanti ad una sconosciuta in un momento di un'intensità estrema.
Di aver imparato che posso farcela con degli strumenti che ho sempre avuto a disposizione.
Di aver visualizzato il mio utero, finalmente, dopo tutto questo tempo.
Il luogo che ha accolto e che accoglierà.
Di essere pronta ancora una volta, ad affrontare una me stessa completamente sconosciuta.
Una me stessa che i miei figli mi hanno restituito, prima appannata, e ora limpida. Nitida.
Poi stasera ho incontrato il mio dott.
E ho rivisto il mio utero, in 3d stavolta. E ho sorriso stavolta.
Avevo dimenticato che avrei dovuto controllare una ciste disfunzionale, regalino dell'ultimo aborto, e che è andata via, insieme a questo ciclo.
Un ciclo che avrebbe dovuto darmi delle risposte, che avrebbe dovuto restituirmi una Anna pronta a ricominciare.
Non è stato così.
Ho passato giorni divisa a metà.Ho scelto me stessa.
Tra l'accogliere di nuovo e il raccogliere me stessa.
E mi sono sentita in colpa per questo.
Sono stata a trovare i miei piccoli a natale, siamo stati lì fuori, ed era solo un bisogno egoistico, mascherato di una maternità che credevo fosse l'unica cosa, la più importante della mia vita.
Se io, sono la prima a non crederci, la prima a mollare, come possono farcela i miei bambini?
Ma non è andata così.
Così sarebbe andata con una vecchia me.
Questa me stessa invece, pensa che il tempo in più le serve per preparare un terreno di accoglienza, dove il mio cuore è guarito, dove la paura ha un posto, ma è contenuto, dove il dolore ha un angolo ma non è acuto, dove il respiro non è mozzato, è profondo e lento.
Inspirazione. Espirazione.
E di questo ringrazio i miei figli.
Tutti i miei figli passati per questa pancia.
Tutte le vite iniziate e poi finite e poi ricominciate altrove.
Perchè voi, figli, iniziate da quando quelle due cellule si uniscono e si riproducono.
Perchè mi insegnate, ogni giorno, a vivere una vita che io non conoscevo.
E come si fa a non considerarle vite queste?
Intanto ho ripreso a fare il pane con la pasta madre a quasi un anno dalla prima volta.
Con il pane con i denti.
L'ultima volta invece, che l'ho fatto era il 14 maggio, il giorno della geu. Ho smesso di impastare e poi mi sono messa a letto perchè il dolore era insopportabile.
Ho lasciato morire quella pasta madre.
Così, nel frigo.
Stasera ho impastato il nuovo pane.
Con le mie nuove mani e la mia nuova pasta madre, e visto che me l'ha regalata Valeria che è una donna incinta, magari è ancor più piena di vita che si riproduce.
Intanto ho comprato un rosa viola da piantare.
E' il tempo giusto.
L'ho comprata per la mia bambina che crescerà insieme a questa rosa.
Domani pioverà.
Domani pianterò la rosa.
mercoledì 23 gennaio 2013
Questa è la nostra storia
Dunque.
Sono giorni, anzi forse settimane che cerco di iniziare questo post per fare il punto.
La verità è che non ne ho molta voglia.
Perchè, mentre inizialmente ho lasciato spazio alla razionalità, per non soccombere al dolore, oggi, non ho voglia di razionalità. Accolgo quello che mi arriva e lo prendo per quello che è.
E così, oggi sono a letto perchè il capoparto vero è arrivato.
Ed è stato un fiume in piena, un fiume che ieri sera mi ha fatto talmente preoccupare che siam dovuti ricorrere ad un antiemorragico preso in una farmacia notturna di turno.
E va bene, ci sta.
Me lo aveva detto il carodott da tempo che sarebbe arrivato così. Poi dopo il raschiamento non ho avuto niente. Poi il ciclo è tornato dopo 23 giorni, il primo dell'anno, ma è durato pocooo, pocoo, poco.
Poi è tornato di nuovo, ventidue giorni dopo, ed è stato inarrestabile.
Che a conti fatti, da dicembre agli eventuali cassaintegrati della Lines ci sto pensando io.
Ma non ci lamentiamo mica.
Sono così contenta che il mio corpo abbia finalmente reagito non come una mammoletta, che quel primo ciclo durato così poco, mi pareva una roba così triste e inconsistente.
Forza! Reazione!
Noi qui avevamo un piccolo cavaliere, piccolo ok, ma con un cuore grande così, come è possibile che tu, corpo corpo delle mie brame, te ne stavi tranquillo come se nulla fosse stato?
E mi pareva infatti.
E allora mi fermo.
Mi ascolto.
Come sto?
Sto bene.
Non mi sento male.
Diciamolo. Che mica me ne devo vergognare, giusto?
Giusto.
Molte persone mi chiedono come faccio.
E come faccio?
Lascio fluire il dolore.
Gli dò un nome e un cognome.
Lascio che quello sia il momento del dolore. Non faccio altro. E' quello. Lo accetto e lascio che mi attraversi.
Ed è terribile quel momento, perchè non mi faccio sconti. Metto in discussione tutto. Non lascio indietro niente.
Parto dagli esordi. Metto sulla bilancia, cani, gatti, criceti, uccelli, fratelli, genitori, amici.
Non ci metto mai mio marito, che poverocristo, ci manco solo io.
Esamino, tiro le somme, e rinasco.
Parlo, parlo tanto con il piccolo che se ne è andato, e gli dò un posto nuovo nel mio cuore.
Dove sono anche gli altri.
E così, sono passati per questa pancia:
- Stellina I e Stellina II, a distanza esatta di un anno l'una dall'altra, fanno solo numero poverine loro, non le considera nessuno. Solo un test con due lineette rosa e delle beta positive, ma basse basse. Sono l'evidenza che si somma al resto. Sono durate il tempo di emozionarsi un pò.
- poi è arrivato lui. Il primo, due mesi dopo Stellina I, il mio piccolo primo tesoro, la mia prima volta da mamma, la prima volta che l'ho sentito in pancia. Il mio cucciolino amato. Lo chiamavo Angelo. E così sarà per sempre.
- Dopo 5 mesi da Stellina II arriva Nevischietto. Chi mi legge da anni sa perchè si chiamava così. Lui era un maschio, lo so, ed è stato il dolore più grande. Quello inaspettato, forse perchè avevo finalmente fatto luce sulle analisi e iniziata la terapia. Il suo arrivo fu inaspettato, senza conteggi, senza speranze, senza fare progetti. E' arrivato con un numero alto: 1200 di bhcg con 15 giorni di anticipo sul ciclo, in una città che non era Roma, lontana da casa, in una Torino magnifica e piena d'amore. Uno gagliardo, mica no. Il mio vero sogno. Il piccolo che mi ha reso definitivamente madre. Il piccolo con cui più di tutti ho parlato e sperato, che mi ha distrutto quando è partito, che ha un albero piantato in giardino. Che è con noi tutti i giorni. E' una cosa bella regalare loro una cosa che li rappresenta: così spesso ci capita di dire "hai dato l'acqua a Nevischietto?" "hai visto le foglie di Nevischietto?" "hai notato quanto è cresciuto Nevischietto?" Ed è bello, perchè la crescita di quell'albero ci dà la misura esatta di quanto è cresciuto davvero il nostro bambino.
- E siamo alla quinta. Una femmina.
(il sesso dei miei piccoli, io non l'ho mai visto. Lo so e basta)
La GEU.
Che mi ha portato via un pezzo di me insieme a quella parte di Anna che non tornerà più.
Che poi alla fine "geu" per me è un nomignolo da esorcizzare, è un nomignolo che a me piace tuttosommato. E così lei nella mia mente, è Geu! che è da deficienti, lo so. Ma mica possiamo tenere i mostri chiusi in un armadio, no? Bisogna che escano. E Geu era una forte, che se non si metteva a curiosare come era la storia in una parte fuori dall'utero, magari oggi ne stavamo parlando a quattro occhi. Invece no, è andata cosi, fortunella. La mia piccolina.
- e poi c'è PiccoloCavaliere, colui che ha lottato tanto , il figlio della consapevolezza.
Il figlio che ho potuto vedere e tenere con me.
Il figlio che ancora oggi tiene la candela accesa e con cui parlo ogni sera.
Il figlio della pma, quello che mi ha spalancato le porte della genetica, dell'eterologa, dei compromessi, delle scelte, dei tagli, dell'insicurezza che è diventata sicurezza.
Colui che mi ha dato la verità di questa storia e che un giorno racconterò.
Il fratello più grande di tutti i piccoli cuccioli precedenti passati per questa pancia.
Quello più sapiente.
Colui che mi aiuterà a prendere per mano il settimo.
Che avrà un nome, di tre lettere.
E che sarà qui, con noi, presto su questi schermi.
Come al cinema.
Sorrido.
Perchè questa non è una brutta storia.
Io sono una donna più ricca di prima.
E ho avuto tanti doni finora.
Non me lo dico per consolarmi. Lo dico perchè ci credo. Altrimenti non mi sentirei così bene a così breve distanza.
Sono giorni, anzi forse settimane che cerco di iniziare questo post per fare il punto.
La verità è che non ne ho molta voglia.
Perchè, mentre inizialmente ho lasciato spazio alla razionalità, per non soccombere al dolore, oggi, non ho voglia di razionalità. Accolgo quello che mi arriva e lo prendo per quello che è.
E così, oggi sono a letto perchè il capoparto vero è arrivato.
Ed è stato un fiume in piena, un fiume che ieri sera mi ha fatto talmente preoccupare che siam dovuti ricorrere ad un antiemorragico preso in una farmacia notturna di turno.
E va bene, ci sta.
Me lo aveva detto il carodott da tempo che sarebbe arrivato così. Poi dopo il raschiamento non ho avuto niente. Poi il ciclo è tornato dopo 23 giorni, il primo dell'anno, ma è durato pocooo, pocoo, poco.
Poi è tornato di nuovo, ventidue giorni dopo, ed è stato inarrestabile.
Che a conti fatti, da dicembre agli eventuali cassaintegrati della Lines ci sto pensando io.
Ma non ci lamentiamo mica.
Sono così contenta che il mio corpo abbia finalmente reagito non come una mammoletta, che quel primo ciclo durato così poco, mi pareva una roba così triste e inconsistente.
Forza! Reazione!
Noi qui avevamo un piccolo cavaliere, piccolo ok, ma con un cuore grande così, come è possibile che tu, corpo corpo delle mie brame, te ne stavi tranquillo come se nulla fosse stato?
E mi pareva infatti.
E allora mi fermo.
Mi ascolto.
Come sto?
Sto bene.
Non mi sento male.
Diciamolo. Che mica me ne devo vergognare, giusto?
Giusto.
Molte persone mi chiedono come faccio.
E come faccio?
Lascio fluire il dolore.
Gli dò un nome e un cognome.
Lascio che quello sia il momento del dolore. Non faccio altro. E' quello. Lo accetto e lascio che mi attraversi.
Ed è terribile quel momento, perchè non mi faccio sconti. Metto in discussione tutto. Non lascio indietro niente.
Parto dagli esordi. Metto sulla bilancia, cani, gatti, criceti, uccelli, fratelli, genitori, amici.
Non ci metto mai mio marito, che poverocristo, ci manco solo io.
Esamino, tiro le somme, e rinasco.
Parlo, parlo tanto con il piccolo che se ne è andato, e gli dò un posto nuovo nel mio cuore.
Dove sono anche gli altri.
E così, sono passati per questa pancia:
- Stellina I e Stellina II, a distanza esatta di un anno l'una dall'altra, fanno solo numero poverine loro, non le considera nessuno. Solo un test con due lineette rosa e delle beta positive, ma basse basse. Sono l'evidenza che si somma al resto. Sono durate il tempo di emozionarsi un pò.
- poi è arrivato lui. Il primo, due mesi dopo Stellina I, il mio piccolo primo tesoro, la mia prima volta da mamma, la prima volta che l'ho sentito in pancia. Il mio cucciolino amato. Lo chiamavo Angelo. E così sarà per sempre.
- Dopo 5 mesi da Stellina II arriva Nevischietto. Chi mi legge da anni sa perchè si chiamava così. Lui era un maschio, lo so, ed è stato il dolore più grande. Quello inaspettato, forse perchè avevo finalmente fatto luce sulle analisi e iniziata la terapia. Il suo arrivo fu inaspettato, senza conteggi, senza speranze, senza fare progetti. E' arrivato con un numero alto: 1200 di bhcg con 15 giorni di anticipo sul ciclo, in una città che non era Roma, lontana da casa, in una Torino magnifica e piena d'amore. Uno gagliardo, mica no. Il mio vero sogno. Il piccolo che mi ha reso definitivamente madre. Il piccolo con cui più di tutti ho parlato e sperato, che mi ha distrutto quando è partito, che ha un albero piantato in giardino. Che è con noi tutti i giorni. E' una cosa bella regalare loro una cosa che li rappresenta: così spesso ci capita di dire "hai dato l'acqua a Nevischietto?" "hai visto le foglie di Nevischietto?" "hai notato quanto è cresciuto Nevischietto?" Ed è bello, perchè la crescita di quell'albero ci dà la misura esatta di quanto è cresciuto davvero il nostro bambino.
- E siamo alla quinta. Una femmina.
(il sesso dei miei piccoli, io non l'ho mai visto. Lo so e basta)
La GEU.
Che mi ha portato via un pezzo di me insieme a quella parte di Anna che non tornerà più.
Che poi alla fine "geu" per me è un nomignolo da esorcizzare, è un nomignolo che a me piace tuttosommato. E così lei nella mia mente, è Geu! che è da deficienti, lo so. Ma mica possiamo tenere i mostri chiusi in un armadio, no? Bisogna che escano. E Geu era una forte, che se non si metteva a curiosare come era la storia in una parte fuori dall'utero, magari oggi ne stavamo parlando a quattro occhi. Invece no, è andata cosi, fortunella. La mia piccolina.
- e poi c'è PiccoloCavaliere, colui che ha lottato tanto , il figlio della consapevolezza.
Il figlio che ho potuto vedere e tenere con me.
Il figlio che ancora oggi tiene la candela accesa e con cui parlo ogni sera.
Il figlio della pma, quello che mi ha spalancato le porte della genetica, dell'eterologa, dei compromessi, delle scelte, dei tagli, dell'insicurezza che è diventata sicurezza.
Colui che mi ha dato la verità di questa storia e che un giorno racconterò.
Il fratello più grande di tutti i piccoli cuccioli precedenti passati per questa pancia.
Quello più sapiente.
Colui che mi aiuterà a prendere per mano il settimo.
Che avrà un nome, di tre lettere.
E che sarà qui, con noi, presto su questi schermi.
Come al cinema.
Sorrido.
Perchè questa non è una brutta storia.
Io sono una donna più ricca di prima.
E ho avuto tanti doni finora.
Non me lo dico per consolarmi. Lo dico perchè ci credo. Altrimenti non mi sentirei così bene a così breve distanza.
mercoledì 16 gennaio 2013
ciao amore mio
Che ci sembrava di stare a Grey's Anatomy lo sai?
Lunghi corridoi vetrati, uomini e donne in camice, gente di corsa, file lunghissime, attesa.
Chissà che storie dietro quei volti, quei sorrisi, quelle lacrime.
Che per una che di ospedali ne ha visti tanti negli ultimi anni, perchè mai questo era così diverso?
Forse perchè non posso essere insensibile ad un pensiero architettonico contemporaneo, ad uno sforzo progettuale che mette insieme funzione ed estetica, comunque io ero rapita, dal sole che entrava attraverso il vetro e da niente più.
Non pensavo più a tutto il dolore che mi aveva portato a questa mattina.
Pensavo solo che questo è l'ultimo posto in cui sei stato, un mese fa.
Che anche tu hai percorso questi corridoi insieme al tuo papà, vicino vicino al suo cuore galoppante, così impaurito da quella mattina di dolore, mentre io, lontano da te, ti cercavo ancora tra le fredde pareti di un vecchio ospedale annerito, avvolta in coperte marroni.
Non dimenticherò mai quel freddo umido e quella lontananza da te.
E poi sei arrivato qui.
Questa foto l'ho conservata gelosamente.
Tu sei in quel minuscolo barattolino bianco e rosso sul bancone.
Lì ti ha lasciato papà, per sempre, affidandoti a chi avrebbe potuto capire.
Ed eravamo lì, ieri, di nuovo, mamma e papà, per leggere nero su bianco, risposte che forse non cerchiamo più.
Quelle risposte che non abbiamo avuto.
"a causa di una forte contaminazione di dna di origine materna, non è stato possibile effettuare l'analisi"
e, come ieri sera il mio carodott mi ha scritto via sms: "era un rischio e ovviamente si è appalesato, che palle" (cito testualmente), le risposte la Scienza, non ce le ha date.
Evito di riportare il lunghissimo colloquio con un signor genetista, accompagnato da due signore genetiste che sorridevano ad ogni sua frase. Questi signori avevano la mia età, dunque proprio signori non erano, comunque, a me veniva da ridere per come si atteggiavano, soprattutto lui, il genio, con l'aria di chi sa. Sbagliato.
Io so.
Noi due sappiamo.
La difficoltà di incontrare tanti specialisti che pensano di avere la soluzione in mano, è mediare le informazioni che mi arrivano, fare di sì con la testa, sorridere e poi agire secondo il proprio istinto e raziocinio.
E che cosa ci ha detto il nostro istinto, dopo aver parlato per un'ora e mezzo di diagnosi preimpianto, aneuploidie, metodi per discernere una triploidia dal cariotipo materno, trisomie, ovuli vecchi, sfiga, pma, percentuali di successo, percentuali di insuccesso, fuffa.
Fuffa.
Nei nostri cervelli, nei cervelli di mamma e papà si è appalesata (quanto mi piace questo termine, grazie carodott per averla usata) la parola FUFFA.
Aria.
Chiusa la porta alle nostre spalle, un profondo sospiro.
E' finita qui.
Questa gravidanza è finita con questa non risposta.
E noi ne siamo felici.
Potremmo sembrare dei pazzi, forse lo siamo.
Non sapremo più perchè piccolo cavaliere te ne sei andato.
La Scienza ci vuole raccontare di anomalie cromosomiche.
A noi ora non interessa più.
Nulla cambia sapere ora.
Ho capito che non potrò cambiare gli eventi di quello che già è scritto per noi.
Il mio bisogno di conoscere è stata una reazione immediata per non soccombere completamente al dolore. Allora ho studiato, cercato, chiesto.
E lo farò ancora.
Ma io ora so che qualsiasi cosa capirò, vedrò, vivrò, la mia strada e la tua piccolo mio, è una strada che per sempre ci vedrà insieme, mano nella mano.
Ora non sono più incinta di te.
ciao amore mio.
Lunghi corridoi vetrati, uomini e donne in camice, gente di corsa, file lunghissime, attesa.
Chissà che storie dietro quei volti, quei sorrisi, quelle lacrime.
Che per una che di ospedali ne ha visti tanti negli ultimi anni, perchè mai questo era così diverso?
Forse perchè non posso essere insensibile ad un pensiero architettonico contemporaneo, ad uno sforzo progettuale che mette insieme funzione ed estetica, comunque io ero rapita, dal sole che entrava attraverso il vetro e da niente più.
Non pensavo più a tutto il dolore che mi aveva portato a questa mattina.
Pensavo solo che questo è l'ultimo posto in cui sei stato, un mese fa.
Che anche tu hai percorso questi corridoi insieme al tuo papà, vicino vicino al suo cuore galoppante, così impaurito da quella mattina di dolore, mentre io, lontano da te, ti cercavo ancora tra le fredde pareti di un vecchio ospedale annerito, avvolta in coperte marroni.
Non dimenticherò mai quel freddo umido e quella lontananza da te.
Questa foto l'ho conservata gelosamente.
Tu sei in quel minuscolo barattolino bianco e rosso sul bancone.
Lì ti ha lasciato papà, per sempre, affidandoti a chi avrebbe potuto capire.
Ed eravamo lì, ieri, di nuovo, mamma e papà, per leggere nero su bianco, risposte che forse non cerchiamo più.
Quelle risposte che non abbiamo avuto.
"a causa di una forte contaminazione di dna di origine materna, non è stato possibile effettuare l'analisi"
e, come ieri sera il mio carodott mi ha scritto via sms: "era un rischio e ovviamente si è appalesato, che palle" (cito testualmente), le risposte la Scienza, non ce le ha date.
Evito di riportare il lunghissimo colloquio con un signor genetista, accompagnato da due signore genetiste che sorridevano ad ogni sua frase. Questi signori avevano la mia età, dunque proprio signori non erano, comunque, a me veniva da ridere per come si atteggiavano, soprattutto lui, il genio, con l'aria di chi sa. Sbagliato.
Io so.
Noi due sappiamo.
La difficoltà di incontrare tanti specialisti che pensano di avere la soluzione in mano, è mediare le informazioni che mi arrivano, fare di sì con la testa, sorridere e poi agire secondo il proprio istinto e raziocinio.
E che cosa ci ha detto il nostro istinto, dopo aver parlato per un'ora e mezzo di diagnosi preimpianto, aneuploidie, metodi per discernere una triploidia dal cariotipo materno, trisomie, ovuli vecchi, sfiga, pma, percentuali di successo, percentuali di insuccesso, fuffa.
Fuffa.
Nei nostri cervelli, nei cervelli di mamma e papà si è appalesata (quanto mi piace questo termine, grazie carodott per averla usata) la parola FUFFA.
Aria.
Chiusa la porta alle nostre spalle, un profondo sospiro.
E' finita qui.
Questa gravidanza è finita con questa non risposta.
E noi ne siamo felici.
Potremmo sembrare dei pazzi, forse lo siamo.
Non sapremo più perchè piccolo cavaliere te ne sei andato.
La Scienza ci vuole raccontare di anomalie cromosomiche.
A noi ora non interessa più.
Nulla cambia sapere ora.
Ho capito che non potrò cambiare gli eventi di quello che già è scritto per noi.
Il mio bisogno di conoscere è stata una reazione immediata per non soccombere completamente al dolore. Allora ho studiato, cercato, chiesto.
E lo farò ancora.
Ma io ora so che qualsiasi cosa capirò, vedrò, vivrò, la mia strada e la tua piccolo mio, è una strada che per sempre ci vedrà insieme, mano nella mano.
Ora non sono più incinta di te.
ciao amore mio.
venerdì 11 gennaio 2013
benvenuta
benvenuta piccola mia.
Lei è il nostro prossimo angelo.
E ha un nome, che ora non rivelerò.
Non so perchè ma una sera, ci siamo guardati e ci siamo detti contemporaneamente quel nome.
Io non so chi è.
Non so da dove arriverà.
Sarà.
Questo sì.
Da dove mi esce questa convinzione non lo so, sembro una pazza, questo sì.
Oggi è uno di quei giorni in cui le lacrime sono sempre lì per scendere. Non riesco a formulare una frase di senso compiuto e sento che non riesco a farmi capire.
Mi sento in colpa per molte cose che accadono.
Sento che non è quello che vorrei dire quello che esce dalla mia bocca. Ma sono parole che si mettono insieme e insieme fanno male.
Ho coinvolto troppe persone in questa storia.
Mia mamma è la vittima principale.
Ora tutto questo dolore non riesce a gestirlo e tra noi si è alzato un muro.
E' tutto troppo pesante per me.
Non so come fare, non so che dire.
Vorrei comportarmi diversamente da quella che sono.
Vorrei non essere pesante per gli altri, fare finta che nulla è accaduto, così da non dar fastidio, da non pesare sui cuori altrui.
Ma sono così, sbaglio, mi rialzo, cado, mi rialzo.
Non riesco a fare diversamente.
Vorrei tante cose.
Come tutti.
Cerco risposte perchè la paura non è di non diventare mai madre.
Io lo sono già e se questo è l'unica condizione per me, prima o poi una ragione me la farò.
Ma non posso non dare un volto alle morti dei miei figli.
Una volta mi fidavo incondizionatamente di chi mi curava. Oggi elaboro cosa mi si dice e cerco di capire. Sono il medico di me stessa e dei miei figli. Questo sì. E non è supponenza.
E' senso critico.
Io non ho risposte.
Dunque, ho diritto di interpretare, di mettere alla prova.
Se così non avessi fatto, non avrei un citogenetico da discutere.
Non saprei che in Italia la diagnosi preimpianto è consentita (al di là dell'informazione che passa, ma per questo farò un post a parte), che tutte, e dico tutte, le mie analisi sono da approfondire.
Non porterà da nessuna parte il mio atteggiamento?
E' possibile.
Chi può dire però che io ho torto?
Nessun medico lo può fare.
Perchè una risposta non c'è e la medicina non è una scienza esatta.
Vorrei urlare oggi.
Vorrei disperarmi.
Ma non si può.
no.
non si può.
mercoledì 9 gennaio 2013
se così sarà.
Piccolo mio, mancano pochi giorni e poi sapremo.
Sapremo se eri un maschio o una femmina, anche se io già lo so, e sapremo perchè.
Forse.
Mancano pochi giorni, pochissimi.
E poi cominceremo a capire.
Capiremo perchè, nonostante la tua estenuante lotta (io lo sentivo), la natura ha vinto su di te.
Capiremo se i tuoi fratellini in attesa, saranno malati come te.
Capiremo.
Forse.
Forse no.
Quello che è vero, è che abbiamo imparato la lezione.
Nessuna speranza vana ci attende.
Se uno di voi si fermerà qui con noi, è molto probabile che lo farà perchè questo è il destino scritto per lui. Non un'altra realtà. Solo quella. Quella di vita.
E a poco, forse, servirà ciò che potremo fare per far sì che questo processo avvenga.
Non siamo noi a scegliere.
Possiamo confondere l'esigenza di capire, dietro la necessità di trovare la ragione per portarvi qui.
La verità è che, la mia ricerca, è per me stessa.
Io, per non soccombere al dolore, cerco una ragione a tutto questo.
Questa è la sola verità.
Se tu vorrai,
se tu potrai,
ti fermerai qui.
E vivrai.
Vivrai amore mio.
Solo allora, se così sarà, io arriverò.
Alla fine.
giovedì 6 dicembre 2012
il nostro futuro presente
Ha senso che io continui a contare le settimane?
Ha senso, perchè a 8+3 tu sei ancora qui, fisicamente ma non più con il cuore.
Un paradosso difficile da comprendere.
Facile per me, quando ieri sera sei apparso su quel monitor, la tua cameretta, che tanto hai faticato a costruirti, era lì, intatta.
E tutto intorno il trofoblasto.
Troppo.
"è anomalo per un aborto Anna. E' un trofoblasto diffuso che sembra convalidare le anomalie che sospettiamo".
Domani mattina ci divideranno.
Stavolta non faremo da soli. Siamo diventati una cosa sola e mi sa che non ce l'abbiamo la forza per andare ognuno per la sua strada, come è successo le altre volte.
Alle 8.00 di mattina mi addormenteranno e poi eseguiranno un raschiamento.
Poi ti metteranno in un barattolino e ti consegneranno a papà.
Papà ti porterà a fare un giro in moto, una corsa contro il tempo, fino al Policlinico Tor Vergata, e lì, vi saluterete per l'ultima volta.
Strano che dovremo essere noi a portarti via. Eppure ormai siamo diventati una cosa sola con i medici, collaboriamo come meglio possiamo fare, ci adoperiamo per capire.
E così mi sveglierò e sarò sola, senza l'abbraccio di papà, senza di te.
Tenteranno di fare il possibile per esaminarti.
Tenteranno un citogenetico che speriamo ci dia la risposta della tua dipartita e ci aiuterà a mettere a posto un'altra tessera del puzzle futuro che stiamo costruendo.
Ora parlo con te come fossi uno.
Abbiamo faticato a rivolgerci a te al singolare. Eravate in due. Siete in due. Siete tutte e due ancora qui.
Da domani non più.
In questi giorni abbiamo discusso, ragionato, cercato la lucidità per fare i prossimi passi.
Ne stiamo facendo molti, nonostante sia passata solo una settimana.
Molti mi hanno chiesto perchè.
Come faccio a mantenere la lucidità e la forza.
Tutto quello che ho fatto fino ad oggi, è stato facile.
Perchè voi eravate con me.
Tutta la mia vita eravate voi.
Ogni mia azione, ogni ostacolo, è stato semplice.
Perchè aveva uno scopo.
Voi.
Io ora non lo so se ce l'ho questa forza.
Ho paura.
Domani sarò di nuovo sola.
Ho paura.
Di soffrire.
Del dolore fisico.
Ora non è il momento di pensare al futuro, devo affrontare questo presente.
Poche ore mancano.
Questo ora è il nostro presente.
Da domani saremo di nuovo soli, uniti nel cuore.
Da domani rinascerò di nuovo come una nuova donna, non una donna peggiore, una donna diversa.
Ha senso, perchè a 8+3 tu sei ancora qui, fisicamente ma non più con il cuore.
Un paradosso difficile da comprendere.
Facile per me, quando ieri sera sei apparso su quel monitor, la tua cameretta, che tanto hai faticato a costruirti, era lì, intatta.
E tutto intorno il trofoblasto.
Troppo.
"è anomalo per un aborto Anna. E' un trofoblasto diffuso che sembra convalidare le anomalie che sospettiamo".
Domani mattina ci divideranno.
Stavolta non faremo da soli. Siamo diventati una cosa sola e mi sa che non ce l'abbiamo la forza per andare ognuno per la sua strada, come è successo le altre volte.
Alle 8.00 di mattina mi addormenteranno e poi eseguiranno un raschiamento.
Poi ti metteranno in un barattolino e ti consegneranno a papà.
Papà ti porterà a fare un giro in moto, una corsa contro il tempo, fino al Policlinico Tor Vergata, e lì, vi saluterete per l'ultima volta.
Strano che dovremo essere noi a portarti via. Eppure ormai siamo diventati una cosa sola con i medici, collaboriamo come meglio possiamo fare, ci adoperiamo per capire.
E così mi sveglierò e sarò sola, senza l'abbraccio di papà, senza di te.
Tenteranno di fare il possibile per esaminarti.
Tenteranno un citogenetico che speriamo ci dia la risposta della tua dipartita e ci aiuterà a mettere a posto un'altra tessera del puzzle futuro che stiamo costruendo.
Ora parlo con te come fossi uno.
Abbiamo faticato a rivolgerci a te al singolare. Eravate in due. Siete in due. Siete tutte e due ancora qui.
Da domani non più.
In questi giorni abbiamo discusso, ragionato, cercato la lucidità per fare i prossimi passi.
Ne stiamo facendo molti, nonostante sia passata solo una settimana.
Molti mi hanno chiesto perchè.
Come faccio a mantenere la lucidità e la forza.
Tutto quello che ho fatto fino ad oggi, è stato facile.
Perchè voi eravate con me.
Tutta la mia vita eravate voi.
Ogni mia azione, ogni ostacolo, è stato semplice.
Perchè aveva uno scopo.
Voi.
Io ora non lo so se ce l'ho questa forza.
Ho paura.
Domani sarò di nuovo sola.
Ho paura.
Di soffrire.
Del dolore fisico.
Ora non è il momento di pensare al futuro, devo affrontare questo presente.
Poche ore mancano.
Questo ora è il nostro presente.
Da domani saremo di nuovo soli, uniti nel cuore.
Da domani rinascerò di nuovo come una nuova donna, non una donna peggiore, una donna diversa.
martedì 4 dicembre 2012
avvisaglie
...che ti ritrovi davanti ad un bancone ad aspettare che i tuoi kebab siano pronti, perchè non ti va di cucinare, e fondamentalmente non te ne frega più niente di mangiare sano, senza grassi e bio.
E senti che arriva quel dolore lontano.
Vai al bagno del centro commerciale, con la bianca luce a neon e l'accecante bagliore delle maioliche fredde. Entri e senti un piccolo vagito e con la coda dell'occhio scorgi un confettino rosa sul fasciatoio e una giovane mamma che parla da sola.
E tu devi andare in bagno a controllare.
E non hai nemmeno i fazzoletti.
E tuo figlio rischia di andarsene nel cesso di un bagno pubblico, mentre il vagito aumenta di volume e la voce della mamma che parla da sola pure.
Quanto è stronza la vita.
Avvisaglie.
Forza figlio mio.
Questa è la parte più difficile per te.
Per me.
Vai.
La mamma è qui, non ti lascia mai.
Il passaggio è difficile.
Dopo sarà bello.
Mamma ti ha preparato un posto nel cuore.
Lì,
saremo per sempre insieme.
E senti che arriva quel dolore lontano.
Vai al bagno del centro commerciale, con la bianca luce a neon e l'accecante bagliore delle maioliche fredde. Entri e senti un piccolo vagito e con la coda dell'occhio scorgi un confettino rosa sul fasciatoio e una giovane mamma che parla da sola.
E tu devi andare in bagno a controllare.
E non hai nemmeno i fazzoletti.
E tuo figlio rischia di andarsene nel cesso di un bagno pubblico, mentre il vagito aumenta di volume e la voce della mamma che parla da sola pure.
Quanto è stronza la vita.
Avvisaglie.
Forza figlio mio.
Questa è la parte più difficile per te.
Per me.
Vai.
La mamma è qui, non ti lascia mai.
Il passaggio è difficile.
Dopo sarà bello.
Mamma ti ha preparato un posto nel cuore.
Lì,
saremo per sempre insieme.
giovedì 29 novembre 2012
sai cosa mi piacerebbe fare?
sai cosa mi piacerebbe fare?
mi piacerebbe imparare a lavorare la maglia, o l'uncinetto, pur essendo un'imbranata con i lavori fatti a mano.
mi piacerebbe accoccolarmi sul divano con te, sapendo che ci sei, con la coperta sulle ginocchia, il caldo della casa, il freddo fuori, il Natale che si avvicina, e raccontarti da dove vieni, perchè sei qui.
mi piacerebbe accarezzarti, sapendo che vai avanti nella tua battaglia, e che io sono qua che ti cullo, finalmente, dopo tanto tempo e assaporo tutta la tenerezza della tua piccola grande realtà.
E' il periodo più bello dell'anno questo.
Quello che amo e che ho atteso tanto.
Quando sento il naso gelato e ho bisogno di infilare le scarpe di lana di nonna, e posso rannicchiarmi sui miei pensieri senza avere paura, osando pensare al futuro, che è un futuro dolce, ovattato.
Ho sperato piovesse tutte le volte che sono andata a fare le beta e le ecografie.
La pioggia è sincera. Non mi mette a disagio. Lava via tutte le lacrime.
Questo è il momento migliore per rimanere.
Sarà il momento migliore per nascere, prima dell'estate, prima di quel caldo asfissiante e il sole accecante che io e te non amiamo.
Non voglio affrontare la giornata di domani.
Vorrei non sentire questo vuoto ora.
Ennesimo esame davanti alla commissione .
Ennesimo confronto con il nulla e il dolore.
Ho voglia di cose belle, di cose semplici, di coraggio, di serenità.
Ho bisogno di calore dentro e di freddo fuori.
Di sentirti che combatti e che non ti sei arreso.
Di credere che oggi non ho fatto le ultime punture della stagione, che ho le richieste in mano e non ho avuto nemmeno il coraggio di ricomprare le scorte. Vigliacca.
Mi piacerebbe credere che sarà diverso, eppure ....
mi piacerebbe imparare a lavorare la maglia, o l'uncinetto, pur essendo un'imbranata con i lavori fatti a mano.
mi piacerebbe accoccolarmi sul divano con te, sapendo che ci sei, con la coperta sulle ginocchia, il caldo della casa, il freddo fuori, il Natale che si avvicina, e raccontarti da dove vieni, perchè sei qui.
mi piacerebbe accarezzarti, sapendo che vai avanti nella tua battaglia, e che io sono qua che ti cullo, finalmente, dopo tanto tempo e assaporo tutta la tenerezza della tua piccola grande realtà.
E' il periodo più bello dell'anno questo.
Quello che amo e che ho atteso tanto.
Quando sento il naso gelato e ho bisogno di infilare le scarpe di lana di nonna, e posso rannicchiarmi sui miei pensieri senza avere paura, osando pensare al futuro, che è un futuro dolce, ovattato.
Ho sperato piovesse tutte le volte che sono andata a fare le beta e le ecografie.
La pioggia è sincera. Non mi mette a disagio. Lava via tutte le lacrime.
Questo è il momento migliore per rimanere.
Sarà il momento migliore per nascere, prima dell'estate, prima di quel caldo asfissiante e il sole accecante che io e te non amiamo.
Non voglio affrontare la giornata di domani.
Vorrei non sentire questo vuoto ora.
Ennesimo esame davanti alla commissione .
Ennesimo confronto con il nulla e il dolore.
Ho voglia di cose belle, di cose semplici, di coraggio, di serenità.
Ho bisogno di calore dentro e di freddo fuori.
Di sentirti che combatti e che non ti sei arreso.
Di credere che oggi non ho fatto le ultime punture della stagione, che ho le richieste in mano e non ho avuto nemmeno il coraggio di ricomprare le scorte. Vigliacca.
Mi piacerebbe credere che sarà diverso, eppure ....
mercoledì 28 novembre 2012
EmaLaGatta & ilCavaliere
...e poi stamattina, mentre accarezzavo la pancia, cercando un contatto, un segnale del mio piccolo, con cui non riesco a dialogare da due giorni (deve essere arrabbiato), EmaLagatta, notoriamente scontrosa e poco incline a coccole e smancerie, che lascia fare a Hope che è il giullare di casa, si è avvicinata quatta quatta. Sono rimasta in silenzio, immobile. Si è piazzata sulla pancia ed è rimasta lì per un pò. Non osavo respirare. Ha fatto i grattini alla pancia e ha coccolato il piccolo Cavaliere.
Mi veniva da piangere.
Ma non ho pianto perchè in questi ultimi due giorni non ho fatto altro che quello.
Come mi sento lo sapete.
Alterno momenti di disperazione totale a momenti di flebile speranza.
Ieri è stata la giornata più brutta. La mia mente è partita per la tangente e ho rivissuto ogni volta che mi hanno dato la cattiva notizia. Quella cattiva notizia.
Non riuscivo a smettere.
Un loop che non si bloccava.
Maledetti forum-blog-siti-minkia con domande minkia, ragazzini minkia, mentecatti della scienza!!
Perchè il Signore non mi stacca la linea internet o mi fa cadere le dita delle mani così che io non possa digitare dubbi-minkia sulla tastiera?
Alla sera ero sfinita.
poi è arrivato il papà del Cavaliere, che mi ha riavvitato la testa, che nel frattempo tra lacrime e singhiozzi era rotolata sul tappeto, e mi ha fatto ragionare.
è stato come lasciarsi avvolgere da una coperta calda calda,
è stato come ritornare ad essere bambina, quando i miei genitori mi abbracciavano per rassicurarmi da paure irrazionali .
Lui è così.
Senza potrei morire.
Eppure ogni volta, mi sento morire per quello che vorrei dargli, mentre non mi entra in testa che l'unica cosa più importante per lui è che io sia serena.
Oggi io e il Cavaliere un pò abbiamo fatto pace.
Lo sento un pò di più di ieri, cerco di non far partire il cervello per viaggi disastrosi, e EmaLaGatta stamattina è stata provvidenziale, perchè appena aperti gli occhi, mi si stava per ristaccare la testa, come ieri.
andiamo avanti.
parlando sottovoce.
grazie per i vostri racconti sulle esperienze che avete avuto.
mi aiutano tantissimo a sperare.
martedì 27 novembre 2012
qualche informazione in più
...un pò di informazioni tecniche.
venerdi saremo a 7+4, l'ecografo ieri datava l'embrioncino 5+6, per via delle dimensioni non consone con l'età gestazionale.
In ogni caso, in base a questo, l'ecografia precedente era congrua, ovvero, l'aumento del volume della cameretta e la comparsa dell'embrione è proporzionale rispetto alla precedente immagine.
Il distacco è molto migliorato, e questo io l'ho sentito, perchè non ho più perdite e dolori lancinanti.
Stiamo pregando che il piccoletto abbia fatto fatica ad attaccarsi inizialmente e che il suo sia un attecchimento tardivo. Solo questo spiegherebbe i dati che abbiamo. Ma io non so cosa significa attecchimento tardivo in pma, visto che il concepimento è certo e le beta all'8° pt erano alte. Non riesco a spiegarmelo.
Diversamente, cosa molto probabile e a me sembra la spiegazione più semplice, la crescita è rallentata e prima o poi si fermerà.
Questo spiegherebbe tutte le anomalie sin dall'inizio.
Si lo so che i miei ragionamenti lasciano il tempo che trovano.
Si lo so che molti non avvertono il battito prima di una certà età.
Si lo so che devo crederci perchè dobbiamo credere in questo piccoletto che sta combattendo come un vero cavaliere da quando è stato concepito.
Si lo so che io sono l'unica che non ci crede.
Si, so un sacco di cose.
Oppure non so niente, vorrei davvero non sapere niente. Vorrei sul serio svegliarmi una mattina e non sapere che cosa dovermi aspettare, una nullipara inconsciente.
Invece sono una nullipara presente a se stessa con tanti bambini sulle spalle.
I vorrei e i ma, fanno scopa con il mio passato.
E invece io lo so che tutte le cose più belle che mi sono accadute nella vita sono sempre state le più semplici, le più tranquille. Senza i se e i ma.
Ieri abbiamo fatto dapprima un'eco esterna. Il piccolino era lì ma io non guardavo lo schermo. I miei occhi giocavano a tennis tra il dottore e mio marito. Cercavo segnali sulle espressioni dei loro visi e i loro silenzi erano macigni nel cuore. Poi il dottore mi ha detto che voleva fare un'eco interna, perchè non riusciva a vedere il battito, che invece si aspettava di vedere.
Allora mi sono spogliata, ormai senza nessun imbarazzo, completamente a disposizione nella speranza di vedere, cercare la vita, annullandomi come donna, ormai solo mamma.
E con un'eco interna non abbiamo visto nemmeno l'embrioncino.
Era troppo in fondo all'utero e la sonda non ci arrivava.
Con l'eco esterna è ricomparso. Abbiamo ingrandito. Riguardato con un replay il movimento per cercare di percepire quello sfarfallìo che poteva confondersi con il mio respiro.
Mio marito ad un certo punto mi ha detto: "non respirare per qualche secondo".
Ma non è così che funziona.
Povero amore mio. Quanto dolore questo padre mancato.
A lui non toccherà mai di fare il maschio inconsapevole che non sa nemmeno come ha messo incinta la moglie. Per lui non sarà mai possibile fare la parte di quello che non sa nemmeno cosa significano certe terminologie, perchè è roba da femmine.
Nessuno di noi sarà mai più inconsapevole e irresponsabile.
Poi il dottore ha cambiato la sonda, ha messo una sonda più potente, per ingrandire.
Poi mi ha guardato e mi ha detto che questa gravidanza è come se fosse quella di suo figlio, e deve essersene poi sicuramente pentito, perchè si è imbarazzato mentre lo diceva, ma gli è uscito dal cuore.
E io queste scene già me le ero immaginate, le ho già vissute, e sono solo un replay.
E mi ha chiesto di fargli sapere se ho nausee e dolore al seno, e che brinderà anche lui con il mio vomito, come ho scritto giorni fa. Che qualsiasi cosa accada, vuole essere informato, che il tempo di attesa si ammazza meglio se non si è soli.
E che possiamo solo aspettare.
Ed io ho risposto che sto facendo solo quello.
E che sto pregando.
sperando.
Ma che lo so che ogni volta è sempre più difficile.
Non so cosa farò se il mio cavaliere se ne andrà.
Stavolta non lo so.
Se rimarrà, ormai ho capito, sarà così in salita sempre.
Imparerò a convivere con l'incertezza.
In qualche modo farò, perchè lui ci sarà.
venerdi saremo a 7+4, l'ecografo ieri datava l'embrioncino 5+6, per via delle dimensioni non consone con l'età gestazionale.
In ogni caso, in base a questo, l'ecografia precedente era congrua, ovvero, l'aumento del volume della cameretta e la comparsa dell'embrione è proporzionale rispetto alla precedente immagine.
Il distacco è molto migliorato, e questo io l'ho sentito, perchè non ho più perdite e dolori lancinanti.
Stiamo pregando che il piccoletto abbia fatto fatica ad attaccarsi inizialmente e che il suo sia un attecchimento tardivo. Solo questo spiegherebbe i dati che abbiamo. Ma io non so cosa significa attecchimento tardivo in pma, visto che il concepimento è certo e le beta all'8° pt erano alte. Non riesco a spiegarmelo.
Diversamente, cosa molto probabile e a me sembra la spiegazione più semplice, la crescita è rallentata e prima o poi si fermerà.
Questo spiegherebbe tutte le anomalie sin dall'inizio.
Si lo so che i miei ragionamenti lasciano il tempo che trovano.
Si lo so che molti non avvertono il battito prima di una certà età.
Si lo so che devo crederci perchè dobbiamo credere in questo piccoletto che sta combattendo come un vero cavaliere da quando è stato concepito.
Si lo so che io sono l'unica che non ci crede.
Si, so un sacco di cose.
Oppure non so niente, vorrei davvero non sapere niente. Vorrei sul serio svegliarmi una mattina e non sapere che cosa dovermi aspettare, una nullipara inconsciente.
Invece sono una nullipara presente a se stessa con tanti bambini sulle spalle.
I vorrei e i ma, fanno scopa con il mio passato.
E invece io lo so che tutte le cose più belle che mi sono accadute nella vita sono sempre state le più semplici, le più tranquille. Senza i se e i ma.
Ieri abbiamo fatto dapprima un'eco esterna. Il piccolino era lì ma io non guardavo lo schermo. I miei occhi giocavano a tennis tra il dottore e mio marito. Cercavo segnali sulle espressioni dei loro visi e i loro silenzi erano macigni nel cuore. Poi il dottore mi ha detto che voleva fare un'eco interna, perchè non riusciva a vedere il battito, che invece si aspettava di vedere.
Allora mi sono spogliata, ormai senza nessun imbarazzo, completamente a disposizione nella speranza di vedere, cercare la vita, annullandomi come donna, ormai solo mamma.
E con un'eco interna non abbiamo visto nemmeno l'embrioncino.
Era troppo in fondo all'utero e la sonda non ci arrivava.
Con l'eco esterna è ricomparso. Abbiamo ingrandito. Riguardato con un replay il movimento per cercare di percepire quello sfarfallìo che poteva confondersi con il mio respiro.
Mio marito ad un certo punto mi ha detto: "non respirare per qualche secondo".
Ma non è così che funziona.
Povero amore mio. Quanto dolore questo padre mancato.
A lui non toccherà mai di fare il maschio inconsapevole che non sa nemmeno come ha messo incinta la moglie. Per lui non sarà mai possibile fare la parte di quello che non sa nemmeno cosa significano certe terminologie, perchè è roba da femmine.
Nessuno di noi sarà mai più inconsapevole e irresponsabile.
Poi il dottore ha cambiato la sonda, ha messo una sonda più potente, per ingrandire.
Poi mi ha guardato e mi ha detto che questa gravidanza è come se fosse quella di suo figlio, e deve essersene poi sicuramente pentito, perchè si è imbarazzato mentre lo diceva, ma gli è uscito dal cuore.
E io queste scene già me le ero immaginate, le ho già vissute, e sono solo un replay.
E mi ha chiesto di fargli sapere se ho nausee e dolore al seno, e che brinderà anche lui con il mio vomito, come ho scritto giorni fa. Che qualsiasi cosa accada, vuole essere informato, che il tempo di attesa si ammazza meglio se non si è soli.
E che possiamo solo aspettare.
Ed io ho risposto che sto facendo solo quello.
E che sto pregando.
sperando.
Ma che lo so che ogni volta è sempre più difficile.
Non so cosa farò se il mio cavaliere se ne andrà.
Stavolta non lo so.
Se rimarrà, ormai ho capito, sarà così in salita sempre.
Imparerò a convivere con l'incertezza.
In qualche modo farò, perchè lui ci sarà.
lunedì 26 novembre 2012
2° ecografia 7+0
2° ecografia 7+0
la cameretta gestazionale è di 12mm ora.
C'è un embrioncino di 2.6 mm ma non vediamo il suo cuore.
E' così che si concretizzano tutte le mie paure,
di nuovo.
A questo punto il battito si sarebbe dovuto vedere.
L'unica speranza è che ci sia stato un impianto tardivo, ma di questa parola, ultimamente, mi sembra di farne abuso, mi sembra che tutto si stia tenendo con dei fili così sottili,come quelli di una ragnatela che al primo soffio possono spezzarsi.
C'è sempre un ma, un forse, un potrebbe essere, ma le cose quando vanno bene, non funzionano così.
Io non ho nemmeno più la forza di piangere.
Sono provata da questa situazione che da un mese esatto non è mai stata lineare è sempre stata solo in salita.
Come sempre.
Stiamo facendo i salti mortali, ma non basta.
Ho come la sensazione netta che intorno a me non si voglia accettare che per me le cose non cambieranno mai, mentre io so che è così.
Sono davvero molto stanca.
Venerdì nuova eco, se non si vedrà il battito, staccheremo i fili.
ore 21.27 aggiornamento
Perchè noi ti amiamo, comunque e qualunque cosa accadrà.
Perchè non sappiamo se il tuo cuore ora batte, ma (questo ma...lo odio...) abbiamo rispetto del tuo essere vita ora, in questo momento, anche se domani non dovesse più essere vita, anche se domani sentirò di nuovo quel vuoto.
Perchè fino qui non ci siamo mai arrivati, perchè questa è la nostra normalità, questa è la nostra realtà, di una vita in salita.
Perchè noi siamo tre in questo momento, tu, papà e mamma.
In questo momento, ora, in questo istante siamo noi tre.
E questo è comunque bellissimo.
Perchè ti amiamo più della nostra vita.
Comunque andrà, ora sei qui.
vi presento il piccolo cavaliere temerario (e chissenefrega della privacy, questo posto è tuo...) :
la cameretta gestazionale è di 12mm ora.
C'è un embrioncino di 2.6 mm ma non vediamo il suo cuore.
E' così che si concretizzano tutte le mie paure,
di nuovo.
A questo punto il battito si sarebbe dovuto vedere.
L'unica speranza è che ci sia stato un impianto tardivo, ma di questa parola, ultimamente, mi sembra di farne abuso, mi sembra che tutto si stia tenendo con dei fili così sottili,come quelli di una ragnatela che al primo soffio possono spezzarsi.
C'è sempre un ma, un forse, un potrebbe essere, ma le cose quando vanno bene, non funzionano così.
Io non ho nemmeno più la forza di piangere.
Sono provata da questa situazione che da un mese esatto non è mai stata lineare è sempre stata solo in salita.
Come sempre.
Stiamo facendo i salti mortali, ma non basta.
Ho come la sensazione netta che intorno a me non si voglia accettare che per me le cose non cambieranno mai, mentre io so che è così.
Sono davvero molto stanca.
Venerdì nuova eco, se non si vedrà il battito, staccheremo i fili.
ore 21.27 aggiornamento
Perchè noi ti amiamo, comunque e qualunque cosa accadrà.
Perchè non sappiamo se il tuo cuore ora batte, ma (questo ma...lo odio...) abbiamo rispetto del tuo essere vita ora, in questo momento, anche se domani non dovesse più essere vita, anche se domani sentirò di nuovo quel vuoto.
Perchè fino qui non ci siamo mai arrivati, perchè questa è la nostra normalità, questa è la nostra realtà, di una vita in salita.
Perchè noi siamo tre in questo momento, tu, papà e mamma.
In questo momento, ora, in questo istante siamo noi tre.
E questo è comunque bellissimo.
Perchè ti amiamo più della nostra vita.
Comunque andrà, ora sei qui.
vi presento il piccolo cavaliere temerario (e chissenefrega della privacy, questo posto è tuo...) :
Scegli
Si dice sempre che i genitori non si scelgono.
La mia esperienza di vita mi ha portato a credere che questo non sia vero.
Mio figlio può scegliermi come madre e può decidere di rimanere dentro di me per venire alla vita.
Oppure no.
Non sempre le scelte sono dettate da eventi esterni come razionalmente saremmo portati a pensare in questi casi.
Voglio credere che sia così, per non credere che eventi indipendenti da me e da lui possano dividerci.
Preferisco dargli capacità di discernimento pur non potendo averne fisicamente, perchè così lo sento più vero.
Scegli amore mio.
La mia esperienza di vita mi ha portato a credere che questo non sia vero.
Mio figlio può scegliermi come madre e può decidere di rimanere dentro di me per venire alla vita.
Oppure no.
Non sempre le scelte sono dettate da eventi esterni come razionalmente saremmo portati a pensare in questi casi.
Voglio credere che sia così, per non credere che eventi indipendenti da me e da lui possano dividerci.
Preferisco dargli capacità di discernimento pur non potendo averne fisicamente, perchè così lo sento più vero.
Scegli amore mio.
giovedì 22 novembre 2012
di notte
bizzarra questa cantante
bizzarra è la notte
Ora,
è cosa risaputa, o meglio lo è per me da un mese, che io la notte, tra le 3.30 e le 4.30, spalanchi gli occhi come due fari e, in attesa di riprendere una specie di sonno, decida per due opzioni.
La prima è leggere la peggio letteratura rosa del momento. Dopo l'ultima ecografia, su un autogrill del Grande Raccordo Anulare, ho acquistato un libro che ne contiene tre. Ho detto tutto. Solitamente la strategia è quella di distrarre la mente per qualcosa di insulso e leggero, confondendola con le avventure improbabili di singles newyorkesi travestite da Carrie Bradshaw di Sex&thecity, ma ultimamente nemmeno questo funziona. La questione è che ho sete, una sete terribile, ma non bevo, perchè il meccanismo che si innesca è pipì-risveglio-bagno-letto-occhi sbarrati-pipì-bagno-letto e così via fino al mattino.lunedì 19 novembre 2012
va bene sto zitta
...che non faccio in tempo a fare la spiritosa che subito vengo redarguita dal piccoletto.
Che noi mica possiamo tanto riderci su.
Non sia mai.
Oggi inizia la sesta settimana, almeno da come è stata datata dall'eco.
E volevo i sintomi?
Niente sintomi.
Sono tornati i dolori.
Quelli che ti spezzano reni e pancia.
E le perdite marroni.
Sei contenta ora?
Starà dicendo.
No, ovviamente.
Mi sono rilassata qualche giorno e niente, la paura mi ha ripreso alla gola.
Non staccarti piccolino di mamma, stai qui, per favore.
Che noi mica possiamo tanto riderci su.
Non sia mai.
Oggi inizia la sesta settimana, almeno da come è stata datata dall'eco.
E volevo i sintomi?
Niente sintomi.
Sono tornati i dolori.
Quelli che ti spezzano reni e pancia.
E le perdite marroni.
Sei contenta ora?
Starà dicendo.
No, ovviamente.
Mi sono rilassata qualche giorno e niente, la paura mi ha ripreso alla gola.
Non staccarti piccolino di mamma, stai qui, per favore.
domenica 18 novembre 2012
Brinderò...
....con il mio vomito!
Se un giorno vomiterò per nausee da donna gravida.
Per ora di effetti collaterali tanto decantati io non ne vedo nemmeno l'ombra.
Cosa sono le nausee e i vomitini qua e là che, con bavetta alla bocca, leggo nei forum, tra le mie amiche incinta, e come primi sintomi della gravidanza, io non lo so!
L'altro giorno, pure il mio carodott mi ha fatto questa domanda, prima dell'eco: "hai nausee, vomito? dolori al seno?" - e volevo morì quando me lo ha chiesto -
E lì mentre mi accingevo a dire che non cosa significa, il marito mi ha preceduto quasi urlando:"no, non ha mai vomitato!!!ma le nausee si, eh! le nausee ce l'ha!" -tutto orgoglioso - e mentre lo guardavo con la faccia appesa, ho spiegato che il massimo che ho è un olfatto da donna bionica. Quello sì, vabbè, ma in generale ce l'ho sempre. Che l'altro giorno ho dovuto chiudere i vetri della finestra perchè dall'altra parte di casa c'era lo stendino dei panni stesi ed io non sopportavo l'odore del detersivo, ok. Va bene. Che mi sono accorta che il carodott fuma, ok, me lo aveva detto la segretaria, ma non lo avevo capito prima. Ora sì, c'ho fatto caso, e so' soddisfazioni.
Ma da qui a dire che ho le nausee, insomma dai. Mi veniva da vomitare l'altro giorno perchè stavo leggendo in macchina e un paio di curve hanno avuto la meglio sul mio stomaco vuoto.
Ma state bboni.
Questi non sono sintomi da donna gravida, su!
E non ho più dolori.
Da quando all'amazzone abbiamo fatto tanaliberatutti! con l'ecografia, si è ritirata in un silenzio preoccupante. Che prima erano dolori forti alla pancia, ai reni e perdite brutte marroni.
Ora no. Scomparso tutto dal giorno dell'ecografia.
Va bene, ho fatto la prima puntura di lentogest, da quel momento, in aggiunta alle punture di prontogest, è scomparso tutto.
Po' esse' quello?
Ammazza, 'na bomba a effetto immediato 'sto lentogest! Ma datemelo prima no?
mmm.
Ah si.
Qualche sintomo a volerlo cercare con la lente di ingrandimento, lo troviamo pure.
Mi addormento volentieri come una pera cotta la sera, ovunque io sia. Che poi ovunque io sia, vista la vita mondana che faccio ultimamente, vuol dire o sul divano o sul letto.
Ieri sera mi sono addormentata alla grande, mentre intorno a me tutti i miei familiari festeggiavano il compleanno della mia mamma, con ospite nuovo, mai entrato a casa mia, annesso. Figura di merda.
Ah si, e poi il seno! Che era la seconda domanda del carodott.
Su quello non esiste marito che mi anticipi, lo so io e basta.
No, non mi fa male.
Tiè.
Però ho due capezzoli che assomigliano a quelli di wonderwoman in versione attacco nemico.
Un dolore certe volte, che sembra che c'hanno infilato due coltelli dentro e poi li hanno fatti uscire dalla schiena.
Si, vabbè, ma che vor dì??! Me sto a fa' dieci litri di progesterone al giorno, tra punture e ovuli. Ho la schiena piena di bozzi, mi pare il minimo questo.
Ok, l'abbiamo capito.
Se ho i dolori sto meglio psicologicamente, perchè so che qualcosa c'è, lavora, si muove, fa qualcosa per crescere.
Così no. Così è terribile amore mio.
E non ditemi che le gravidanze normali non hanno sintomi nè dolori solitamente, perchè io vi rispondo che io di normale non ho mai avuto niente, in fatto di gravidanza intendo ovviamente (anche al cervello dite?).
E quando dico alla mia collega, e al mio amico agopuntore dott, che ho dolori e quindi non mi alzo dal letto, loro alzano il sopracciglio con la faccia a punto interrogativo, e dicono: "e come mai?"
E no! Come mai lo dico io ora! Io ho dolori di solito. Quindi i dolori se se ne vanno io sbrocco!!!!
Questo per me è normale.
Niente più.
E lo so, sono una deficiente, non c'è bisogno di sottolinearlo.
Così niente, mi invento le cose. Me le faccio venire, perchè io non posso stare bene, qualcosa mi deve succedere, così mi tranquillizzo (vi prego ditemi che leggete l'ironia, se no mi butto di sotto).
E insomma niente, ieri mattina mi sveglio, faccio la doccia, e guardandomi allo specchio, mi trovo metà pancia completamente nera.
Non esagero.
Un versamento gigante, diffuso dal lato sinistro, dove il giorno prima avevo fatto una puntura di eparina, fino all'ombellico!!! Un'ematoma nero, dolorante ed enorme!
Mi prende un colpo.
Eppure avevo imparato un metodo infallibile per non farmi più venire i lividi da eparina. Mi stavo pavoneggiando come un'esperta!
Consulto tutto il consultabile.
Trovo una crema che si può usare in gravidanza e faccio impacco.
Intanto non soddisfatta mando sms al carodott. che si conclude così:
"senti, non voglio esagerare, ma non è che è troppa roba?"
e lui, serafico, risponde:
"senza dubbio, ma è l'aspirina che sta facendo casino, sospendila".
Ecco, e per fortuna che ogni tanto mi vengono dubbi seri.
E così, la giornata è passata con questo escamotage tragi-comico,
E oggi?
Che mi invento?
Se un giorno vomiterò per nausee da donna gravida.
Per ora di effetti collaterali tanto decantati io non ne vedo nemmeno l'ombra.
Cosa sono le nausee e i vomitini qua e là che, con bavetta alla bocca, leggo nei forum, tra le mie amiche incinta, e come primi sintomi della gravidanza, io non lo so!
L'altro giorno, pure il mio carodott mi ha fatto questa domanda, prima dell'eco: "hai nausee, vomito? dolori al seno?" - e volevo morì quando me lo ha chiesto -
E lì mentre mi accingevo a dire che non cosa significa, il marito mi ha preceduto quasi urlando:"no, non ha mai vomitato!!!ma le nausee si, eh! le nausee ce l'ha!" -tutto orgoglioso - e mentre lo guardavo con la faccia appesa, ho spiegato che il massimo che ho è un olfatto da donna bionica. Quello sì, vabbè, ma in generale ce l'ho sempre. Che l'altro giorno ho dovuto chiudere i vetri della finestra perchè dall'altra parte di casa c'era lo stendino dei panni stesi ed io non sopportavo l'odore del detersivo, ok. Va bene. Che mi sono accorta che il carodott fuma, ok, me lo aveva detto la segretaria, ma non lo avevo capito prima. Ora sì, c'ho fatto caso, e so' soddisfazioni.
Ma da qui a dire che ho le nausee, insomma dai. Mi veniva da vomitare l'altro giorno perchè stavo leggendo in macchina e un paio di curve hanno avuto la meglio sul mio stomaco vuoto.
Ma state bboni.
Questi non sono sintomi da donna gravida, su!
E non ho più dolori.
Da quando all'amazzone abbiamo fatto tanaliberatutti! con l'ecografia, si è ritirata in un silenzio preoccupante. Che prima erano dolori forti alla pancia, ai reni e perdite brutte marroni.
Ora no. Scomparso tutto dal giorno dell'ecografia.
Va bene, ho fatto la prima puntura di lentogest, da quel momento, in aggiunta alle punture di prontogest, è scomparso tutto.
Po' esse' quello?
Ammazza, 'na bomba a effetto immediato 'sto lentogest! Ma datemelo prima no?
mmm.
Ah si.
Qualche sintomo a volerlo cercare con la lente di ingrandimento, lo troviamo pure.
Mi addormento volentieri come una pera cotta la sera, ovunque io sia. Che poi ovunque io sia, vista la vita mondana che faccio ultimamente, vuol dire o sul divano o sul letto.
Ieri sera mi sono addormentata alla grande, mentre intorno a me tutti i miei familiari festeggiavano il compleanno della mia mamma, con ospite nuovo, mai entrato a casa mia, annesso. Figura di merda.
Ah si, e poi il seno! Che era la seconda domanda del carodott.
Su quello non esiste marito che mi anticipi, lo so io e basta.
No, non mi fa male.
Tiè.
Però ho due capezzoli che assomigliano a quelli di wonderwoman in versione attacco nemico.
Un dolore certe volte, che sembra che c'hanno infilato due coltelli dentro e poi li hanno fatti uscire dalla schiena.
Si, vabbè, ma che vor dì??! Me sto a fa' dieci litri di progesterone al giorno, tra punture e ovuli. Ho la schiena piena di bozzi, mi pare il minimo questo.
Ok, l'abbiamo capito.
Se ho i dolori sto meglio psicologicamente, perchè so che qualcosa c'è, lavora, si muove, fa qualcosa per crescere.
Così no. Così è terribile amore mio.
E non ditemi che le gravidanze normali non hanno sintomi nè dolori solitamente, perchè io vi rispondo che io di normale non ho mai avuto niente, in fatto di gravidanza intendo ovviamente (anche al cervello dite?).
E quando dico alla mia collega, e al mio amico agopuntore dott, che ho dolori e quindi non mi alzo dal letto, loro alzano il sopracciglio con la faccia a punto interrogativo, e dicono: "e come mai?"
E no! Come mai lo dico io ora! Io ho dolori di solito. Quindi i dolori se se ne vanno io sbrocco!!!!
Questo per me è normale.
Niente più.
E lo so, sono una deficiente, non c'è bisogno di sottolinearlo.
Così niente, mi invento le cose. Me le faccio venire, perchè io non posso stare bene, qualcosa mi deve succedere, così mi tranquillizzo (vi prego ditemi che leggete l'ironia, se no mi butto di sotto).
E insomma niente, ieri mattina mi sveglio, faccio la doccia, e guardandomi allo specchio, mi trovo metà pancia completamente nera.
Non esagero.
Un versamento gigante, diffuso dal lato sinistro, dove il giorno prima avevo fatto una puntura di eparina, fino all'ombellico!!! Un'ematoma nero, dolorante ed enorme!
Mi prende un colpo.
Eppure avevo imparato un metodo infallibile per non farmi più venire i lividi da eparina. Mi stavo pavoneggiando come un'esperta!
Consulto tutto il consultabile.
Trovo una crema che si può usare in gravidanza e faccio impacco.
Intanto non soddisfatta mando sms al carodott. che si conclude così:
"senti, non voglio esagerare, ma non è che è troppa roba?"
e lui, serafico, risponde:
"senza dubbio, ma è l'aspirina che sta facendo casino, sospendila".
Ecco, e per fortuna che ogni tanto mi vengono dubbi seri.
E così, la giornata è passata con questo escamotage tragi-comico,
E oggi?
Che mi invento?
giovedì 15 novembre 2012
Mamma è qui.
aggiorno brevemente perchè so che siete in pensiero...domani mi fermo e vi racconto meglio, ora sono, siamo stanchi...
con un'eco esterna abbiamo visto una bellissima cameretta gestazionale, arredata di tutto punto, proprio come le ultime tendenze di architettura vogliono...
La piccola guerriera è con noi, tenace e attaccata alla vita.
La gravidanza è stata datata di 5 settimane +3, quindi dimensioni e cameretta nei parametri perfetti.
Purtroppo, c'è un distacco, una zona nera che abbiamo visto chiaramente.
L'ipotesi più plausibile è che sia il fratellino che non è andato avanti e che ci nascondeva anche il valore esatto delle beta e che mi provoca le perdite marroni che ho.
Ma non possiamo saperlo.
Potrebbe essere anche lei.
Ancora è presto.
Quindi, aumento di progesterone, le parole esatte sono state: "ora ti seppellisco di progesterone!"
e io mi faccio pure seppellire, tanto ormai sono mummificata, che me ne importa se mi seppelliscono?
C'è solo il mio sedere che grida vendetta, perchè queste punture fanno davvero male, ma non fa niente, magari mi diminuisce la cellulite.
Aumento del cortisone.
Aumento dell'eutirox.
Aggiunta di integratore per l'omocisteina.
Stiamo tenendo in piedi questo miracolo con tutte le nostre forze.
Ma la nostra piccola guerriera combatte ancora di più e tiene accesa la speranza.
Ho fatto presente al mio dottore che c'è una schiera di fans per questa piccolina, che prega e spera: mi ha risposto che lui però vuole essere il presidente del fan club.
Ed io credo ne abbia tutti i diritti.
Sono qui amore mio, sdraiata, sfinita, dolorante, ma sono qui.
Mamma è qui.
Andrà tutto bene amore mio.
Mamma è qui.
con un'eco esterna abbiamo visto una bellissima cameretta gestazionale, arredata di tutto punto, proprio come le ultime tendenze di architettura vogliono...
La piccola guerriera è con noi, tenace e attaccata alla vita.
La gravidanza è stata datata di 5 settimane +3, quindi dimensioni e cameretta nei parametri perfetti.
Purtroppo, c'è un distacco, una zona nera che abbiamo visto chiaramente.
L'ipotesi più plausibile è che sia il fratellino che non è andato avanti e che ci nascondeva anche il valore esatto delle beta e che mi provoca le perdite marroni che ho.
Ma non possiamo saperlo.
Potrebbe essere anche lei.
Ancora è presto.
Quindi, aumento di progesterone, le parole esatte sono state: "ora ti seppellisco di progesterone!"
e io mi faccio pure seppellire, tanto ormai sono mummificata, che me ne importa se mi seppelliscono?
C'è solo il mio sedere che grida vendetta, perchè queste punture fanno davvero male, ma non fa niente, magari mi diminuisce la cellulite.
Aumento del cortisone.
Aumento dell'eutirox.
Aggiunta di integratore per l'omocisteina.
Stiamo tenendo in piedi questo miracolo con tutte le nostre forze.
Ma la nostra piccola guerriera combatte ancora di più e tiene accesa la speranza.
Ho fatto presente al mio dottore che c'è una schiera di fans per questa piccolina, che prega e spera: mi ha risposto che lui però vuole essere il presidente del fan club.
Ed io credo ne abbia tutti i diritti.
Sono qui amore mio, sdraiata, sfinita, dolorante, ma sono qui.
Mamma è qui.
Andrà tutto bene amore mio.
Mamma è qui.
lunedì 12 novembre 2012
Mica sarai femmina?
Mica sarai una femmina, ve'?
Così tenace e caparbia.
Eh? che sei una femmina?
Così forzuta e piena di iniziative.
Sei una femmina amore mio?
Io non ti ho mai pensato al femminile,
ma ti ho immaginata con le treccine
e i capelli ricci che scappano dagli elastici,
e lo sguardo incantato sul mondo.
Sei un cavaliere rosa con il cavallo bianco amore?
(momento scacciapensieritragici, scusate, sembro una disperata che si attacca a tutto)
Così tenace e caparbia.
Eh? che sei una femmina?
Così forzuta e piena di iniziative.
Sei una femmina amore mio?
Io non ti ho mai pensato al femminile,
ma ti ho immaginata con le treccine
e i capelli ricci che scappano dagli elastici,
e lo sguardo incantato sul mondo.
Sei un cavaliere rosa con il cavallo bianco amore?
(momento scacciapensieritragici, scusate, sembro una disperata che si attacca a tutto)
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