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mercoledì 24 dicembre 2014

Buon natale

E buon natale ai miei bambini, Eugenio, Beatrice, Diego, Carla, Alberto, Lorenzo, e buon natale a quelli che abiteranno ancora la mia pancia.
E buon natale ai vostri cuori smarriti, soli e vuoti, che si possano riempire ancora di speranza.
E buon natale alle mie amiche con la pancia e la paura che le ha costrette al silenzio, pur di non respirare.
E buon natale alle già mamme, che i loro figli le prendano per mano e non le lascino mai sole.
E buon natale a chi non c'è qui, su questa terra, ma è altrove, dove noi li immaginiamo.
E buon natale a chi si sente solo.
Perché nessuno di noi dovrebbe provare la solitudine.

Io prometto di essere più buona e più bella (certo, è difficile ancor di più !) e di essere meno critica e meno polemica. Più stronza, però più neutra nei giudizi, più serena, meno agitata, più silenziosa, più abitata.

Buon natale a Filippo, che mi segue. Questa notte è per lui.



mercoledì 22 ottobre 2014

Una meditazione per rinascere

"Quando diamo la responsabilità della nostra vita a cause esterne e scegliamo di lasciarci trasportare dagli eventi viviamo la nostra vita  ripetendo gli schemi del passato.


Siamo il risultato delle nostre credenze, e quello che crediamo di noi nel profondo non è sempre luminoso. Questi pensieri depotenzianti nutrono un circolo vizioso di reazioni e risultati sempre identici. Giriamo come criceti nella ruota senza sapere come prendere il comando…"
Fonte




Mi siedo nella posizione  del riposo, gambe incrociate, schiena diritta, mento in dentro.
Le braccia sono piegate e parallele al terreno, all'altezza del cuore. Le mani sono incrociate, i pollici si toccano e non sono incrociati.

La prima respirazione è a bocca aperta, occhi chiusi, labbra arricciate. L'inspirazione è forte e potente, come un risucchio. 
Questa modalità dura due minuti.
Poi torno a respirare normalmente, lentamente e profondamente.

In questa modalità visualizzo me stessa come la fiamma di una candela.
Il fuoco della candela brucia tutto il passato e il dolore. Intorno a me c'è solo positività.
Intorno a me solo luce.
Io sono luce.

Questa modalità dura tre minuti.



Rinascere.

"Io non sono contro le emozioni e i sentimenti.
Io non vi sto dicendo di lasciare i vostri attaccamenti e le vostre abitudini sessuali
O tutto quello che volete.
Io non vi sto chiedendo di migliorare niente.
Ma vi sto chiedendo una cosa :
Potete avere pietà di voi stessi e,
Per questa pietà,
Smettere di maltrattare voi stessi! "
Yogi Bhajan (11/08/1999)



mercoledì 15 ottobre 2014

Ciao bimbi!!!


Eugenio*  Febbraio 2010
Beatrice  Maggio 2010
Alberto* Marzo 2011
Diego-nevischietto Ottobre 2011
Carla (geu)  Maggio 2012
Lorenzo-cavaliere  Dicembre 2012

Eugenio e Alberto sono le due stelline, appena apparse, giusto il tempo di un test positivo, i loro nomi sono i nomi di due persone care alla nostra famiglia, Alberto Manzi e il suo migliore amico Eugenio.
Non avremmo mai scelto questi nomi nella realtà, ma le due stelle accese rappresentano l'importanza che queste due persone hanno avuto per noi.
Beatrice è la mia primogenita, era una femmina e a lei ho sempre pensato come Bea. Pensavo a questo nome quando non sapevo di essere una mamma speciale, e a me piaceva tanto questo nome.
Così come sarebbe tanto piaciuto Diego, che é il nostro albero forzuto, il nostro nevischietto che vive nel salice in giardino.
E poi c'è Carla.
Lei era la piccola che si è annidata nella mia tuba sinistra.
Era una femmina perchè era forte e testarda. La mia vera gravidanza. Quella che cresceva bene ma in un altro posto, quella che mi ha fatto sentire Madre per davvero.
Carla, la mamma di mio marito, che ora tiene per mano tutti i suoi nipoti.

E infine lui.
Il mio cavaliere.
Il prode cavaliere che ha combattuto con il coltello tra i denti e poi ha messo le ali.
Lorenzo era il suo nome.
Una certezza.
Tutta la speranza.
Ancora penso a lui come il mio primo bambino in carne e ossa.
Colui che mi ha portato lontano, che mi ha preso la mano, che mi ha fatto crescere la pancia.


Stasera, siete qui.
Oggi riusciamo a riconoscervi, dandovi un nome.
Oggi siete identità.
E quindi potete andare via.
Stasera, insieme ad altri genitori, in un momento intenso e pieno d'amore, vi abbiamo salutato.
Siamo in attesa ogni giorno, che l'arcobaleno inizi anche per noi, e non smetteremo mai di cercare, in fondo all'orizzonte l'inizio di quei colori, non smetteremo mai. Ma ringraziamo ogni giorno il vostro arrivo, e non smetteremo mai di parlare di voi, anche se siete durati un istante, perchè ci avete regalato vita che non potrà mai essere migliore di quella che abbiamo vissuto scoprendovi.
Tornare indietro nel tempo è impossibile, ma non possiamo arrenderci ad un'esistenza triste perchè voi non ci siete.
Non ho mai vissuto il dolore dei genitori che ho incontrato stasera, non vi ho mai partorito, vi ho visti andare via dal mio corpo, ma non vi ho mai conosciuto davvero. Non conosco quel dolore eppure mi inchino a tutta la forza e il coraggio e imparo da chi ha vissuto quel vuoto fisico.
Io che ho conosciuto un vuoto del cuore, che è ancora incolmabile.
Da qui abbiamo imparato a raccontare ancora, a voce alta, la nostra condizione, A darvi identità.
A riconoscervi.

E a lasciarvi andare via.
Attaccati ad un palloncino che è volato via con su scritto i vostri nomi.


Ciao Bimbi!
Abbiamo gridato.

e poi siete volati via.

Per sempre.
Finalmente liberi di essere ciò che siete.
Luce.

Buon viaggio Eugenio, Beatrice, Alberto, Diego, Carla, Lorenzo.
Siate liberi.
Per sempre.


domenica 24 agosto 2014

Sequel.

Ti racconterò di quell’estate in cui ti sei affacciato, ci hai guardato e lentamente hai preso a stare qui su questa terra. Un’esistenza lenta la tua, antica. Esistevi da prima che io nascessi, tra le pieghe dei miei pensieri, raccolto tra i capelli intrecciati della tua bisnonna, tra le mani provate di tua nonna, tra le lacrime di tuo padre e i sorrisi di tuo nonno materno. Esistevi negli occhi di tua nonna paterna, lei ti vedeva già quando anche io non ti sentivo. Vivevi nella sapienza di tuo nonno paterno, che scriveva per te favole per bambini.
Ti racconterò di come io sia riuscita a sedimentare il dolore di un passato difficile nell’attesa di incontrarti, riconciliandomi con una terra che ormai mi appartiene e che era diventata solo teatri di addii in questi ultimi anni.
Era stata un’estate fredda, e pur essendo io un’amante delle temperature basse, in quell’estate sentivo il bisogno di riscaldare il mio fisico, che durante tutto l’anno trascorso aveva dato segnali di impazienza, di incoerenza. Si era acceso e poi spento molte volte in quegli anni, si era preparato alla vita e poi alla morte, continuando a produrre ormoni e poi segnali incostanti di inquietudine.
Mi sentivo inquieta, è vero. Avevo appena compiuto quarant’anni. Consideravo da sempre quell’età una méta da raggiungere per guardare indietro ciò che si era costruito fino a quel momento. Io mi guardavo indietro e consideravo di non aver costruito poi granchè. Non c’era nulla, a mio avviso, che valesse quanto la tua esistenza su questa terra. Ti chiamavo a gran voce, ogni sera, guardandoti con il naso all’insù. Ti chiamavo e ti imploravo come non amavo fare. Ti avevo implorato di raggiungerci, raccontandoti sottovoce quanto bella era la vita da queste parti. Guardavo preoccupata l’accenno di piccole pieghe agli angoli dei miei occhi, non accettavo la nascita di un primo capello bianco ordinando in maniera repentina la sua immediata estirpazione alla mia parrucchiera. Cercavo calore, ma soprattutto che il mio corpo si calmasse. Cercavo di fare il possibile per rimanere in silenzio, serena, in ascolto. Imparavo, ogni giorno imparavo una cosa diversa, ringraziando chi mi era intorno e chi mi amava senza condizioni e senza giudizio. Non ero più arrabbiata con nessuno, lo ero stata a lungo, ma non volevo più nemmeno questo. Non volevo provare nulla che ricordasse i miei sbagli, ciò che avevo fatto per lasciare che il mio corpo e il mio cuore soffrissero così tanto nell’attesa di incontrarti.
Sapevo cosa era giusto per me e dicevo in giro che non ti aspettavo più.
Era un’estate fredda, senza futuro. Aspettavo l’inizio dell’autunno senza progetti. Non avevo più armi di riserva. Procedevo a passi lenti, in punta di piedi, più che altro respirando. E proprio respirando riuscii a fare pace con questa terra attaccata al lago, teatro di amore, gioia e poi di tutti i vostri addii. Il lago, mirabile rappresentazione della mia vita, raccolta, finita, delineata fino a quel momento. Una vita programmata, lineare. Un lago che ospitava un emissario da cui usciva la sua acqua. Da quell’emissario eri uscito tu, tante, troppe volte. Te ne eri andato via così, scivolando via da me in silenzio, tranne quell’ultima volta in cui quei dottori dovettero strapparti via dal mio corpo per dividerci.
Odiavo il lago allora.
Cercavo te in ogni riflesso dell’acqua, in ogni granello di sabbia nera, gridando il tuo nome.
Ti racconterò di questa estate fredda in cui ad occhi chiusi riuscii ad accettare il tuo addio e di come imparai a prendere da questa terra l'energia per riscaldare il mio corpo provato. Ti racconterò di come al tramonto, al canto di un mantra, ascoltai nell'aria la storia della tua antica esistenza, di quando finalmente decidesti che quella era l'ora, il momento.
E solo quello era il momento, non un altro. Nonostante tutto.
Una frazione di un milionesimo di secondo appeso a due esistenze in attesa, unite in un canto lento, tra le foglie degli ulivi, tra i fili d'erba e le formiche, quel momento lì.
Solo quel momento lì, prezioso e infinito.
Quello che tu avevi scelto, finalmente.



domenica 10 marzo 2013

Rinnovo, ancora, rinnovo.

...e stavolta è toccato alla camera da letto.
Un we dedicato nuovamente a pulire e dipingere.
Tenevo particolarmente alla pulizia di questo luogo, perchè è stato teatro di dolore e lacrime.
Perchè su quel letto ho sofferto, fisicamente ed emotivamente, perchè negli anni la sofferenza si era sedimentata, accumulata negli angoli, pesava sul mio cuore.
Ed io non dormivo.
Perchè sentivo quell'energia negativa prevalere sul mio cuore.
Se chiudo gli occhi, mi passano davanti tutti quei momenti. Tanti.
Avevo bisogno di rinascere, da dentro, da lontano.
Per rinascere davvero son partita da qui, dalla mia casa, teatro di tutte le situazioni più importanti della mia vita. Il cuore della mia famiglia, di una me stessa attaccata alle radici.
Il mio palcoscenico.
Sono quasi pronta.
La mia vita scorre e non è più ferma.
Non ho più la sensazione di immobilità che ha caratterizzato tutti gli anni di ricerca della gravidanza.
Chissà se questo significherà la resa incondizionata, la bandiera bianca, le scarpette al chiodo.
Chissà.
Chissà se invece mi darà quella forza che mi serve ora.
Più di tutte le altre volte.

Lavori iniziati

Il direttore dei lavori





 PURIFICAZIONE DELL'AMBIENTE CON LE ACQUE BIANCHE
 (per chi vuol saperne di più cliccare qui )



a lavoro finito ho acceso gli incensi

stanotte abbiamo (non) dormito qui, tra il divano e la tv, con un improbabile materasso gonfiabile!!!!!!!!

Risultato ottenuto, stamattina il sole entrava

Questa è Tea, la rosa viola piantata per il nuovo bimbo che arriverà e che oggi ha iniziato a germogliare!!



E lui è Nevischietto, il nostro quarto angioletto!
Anche lui ha iniziato a germogliare da pochi giorni
...diventerà un grande salice!




lunedì 26 settembre 2011

luce...


Parlami come il vento fra gli alberi
Parlami come il cielo con la sua terra
Non ho difese ma
Ho scelto di essere libera
Adesso è la verità
L'unica cosa che conta
Dimmi se farai qualcosa
Se mi stai sentendo
Avrai cura di tutto quello che ti ho dato
Dimmi
Siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi, sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni
Ascoltami
Ora so piangere
So che ho bisogno di te
Non ho mai saputo fingere
Ti sento vicino
Il respiro non mente
In tanto dolore
Niente di sbagliato
Niente, niente...
Siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi, sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni in una lacrima
Come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra su nuovi giorni
Il sole mi parla di te... mi stai ascoltando?
Ora la luna mi parla di te... avrò cura di tutto quello che mi hai dato...
Anche se dentro una lacrima, come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni in una lacrima come un sole e una stella
Siamo luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni
Ascoltami
Ascoltami
Ascoltami
Ascoltami
Ascoltami
Ascoltami
Ascoltati
(Elisa)