"Dove va la mano, vanno gli occhi,
dove sono gli occhi è l'attenzione,
dov'è l'attenzione è l'emozione e,
con essa, l'estasi vibrante."
Nàtya Shastra
Oggi ho imparato che posso farcela.
Durante la lezione di yoga ho imparato a sviluppare l'energia e il potere delle mie mani.
Erano anni che mi ero accorta che le mie mani erano in grado di dirmi delle cose.
Ed io non le ascoltavo.
Eppure, la sentivo quell'energia.
A volte, di nascosto di Fab, mentre lui dorme, avvicino le mani al suo viso, senza toccarlo.
Lo osservo, in silenzio e tengo le mani su di lui.
Lui si sveglia, e ad occhi chiusi mi dice di smetterla, perchè le sente.
Oggi ho imparato, durante un esercizio, a catalizzare questa energia.
Poi, la mia insegnante mi ha detto di mettere le mie mani su una parte del mio corpo di cui desideravo la guarigione.
Ho messo le mie mani sulla mia pancia.
Così.
Li ho sentiti.
Ho visualizzato il mio utero vuoto e poi tutta la sofferenza passata di lì.
Poi ho sentito tutto il dolore.
E poi l'immensa potenzialità che la maternità mi ha donato.
E sono rimasta così, in ascolto, finchè quell'energia non si è esaurita.
Ho aperto gli occhi e piangevo.
Non riuscivo a smettere.
E allora la mia insegnante mi ha detto di non smettere, di buttare fuori tutto.
E per fortuna che a lezione ero sola, che all'ora di pranzo non c'è nessuno, e lei, che è una ragazza dolcissima che ho amato come un'amica, da subito, dalla prima lezione, mi ha abbracciato alla fine e ha sorriso.
Ed io ero felice.
Sono felice.
Di aver pianto davanti ad una sconosciuta in un momento di un'intensità estrema.
Di aver imparato che posso farcela con degli strumenti che ho sempre avuto a disposizione.
Di aver visualizzato il mio utero, finalmente, dopo tutto questo tempo.
Il luogo che ha accolto e che accoglierà.
Di essere pronta ancora una volta, ad affrontare una me stessa completamente sconosciuta.
Una me stessa che i miei figli mi hanno restituito, prima appannata, e ora limpida. Nitida.
Poi stasera ho incontrato il mio dott.
E ho rivisto il mio utero, in 3d stavolta. E ho sorriso stavolta.
Avevo dimenticato che avrei dovuto controllare una ciste disfunzionale, regalino dell'ultimo aborto, e che è andata via, insieme a questo ciclo.
Un ciclo che avrebbe dovuto darmi delle risposte, che avrebbe dovuto restituirmi una Anna pronta a ricominciare.
Non è stato così.
Ho passato giorni divisa a metà.Ho scelto me stessa.
Tra l'accogliere di nuovo e il raccogliere me stessa.
E mi sono sentita in colpa per questo.
Sono stata a trovare i miei piccoli a natale, siamo stati lì fuori, ed era solo un bisogno egoistico, mascherato di una maternità che credevo fosse l'unica cosa, la più importante della mia vita.
Se io, sono la prima a non crederci, la prima a mollare, come possono farcela i miei bambini?
Ma non è andata così.
Così sarebbe andata con una vecchia me.
Questa me stessa invece, pensa che il tempo in più le serve per preparare un terreno di accoglienza, dove il mio cuore è guarito, dove la paura ha un posto, ma è contenuto, dove il dolore ha un angolo ma non è acuto, dove il respiro non è mozzato, è profondo e lento.
Inspirazione. Espirazione.
E di questo ringrazio i miei figli.
Tutti i miei figli passati per questa pancia.
Tutte le vite iniziate e poi finite e poi ricominciate altrove.
Perchè voi, figli, iniziate da quando quelle due cellule si uniscono e si riproducono.
Perchè mi insegnate, ogni giorno, a vivere una vita che io non conoscevo.
E come si fa a non considerarle vite queste?
Intanto ho ripreso a fare il pane con la pasta madre a quasi un anno dalla prima volta.
Con il pane con i denti.
L'ultima volta invece, che l'ho fatto era il 14 maggio, il giorno della geu. Ho smesso di impastare e poi mi sono messa a letto perchè il dolore era insopportabile.
Ho lasciato morire quella pasta madre.
Così, nel frigo.
Stasera ho impastato il nuovo pane.
Con le mie nuove mani e la mia nuova pasta madre, e visto che me l'ha regalata Valeria che è una donna incinta, magari è ancor più piena di vita che si riproduce.
Intanto ho comprato un rosa viola da piantare.
E' il tempo giusto.
L'ho comprata per la mia bambina che crescerà insieme a questa rosa.
Domani pioverà.
Domani pianterò la rosa.
Che bello questo post! Ti sento bene. Le mani, la pasta madre, rivedere l'utero con una bella notizia. Sei in cammino. Non forzarlo.
RispondiEliminaBrava Anna. Ti mando un grande abbraccio.
Quante emozioni in questo post, mi sono sentita lì con te. Che piangi, che impasti, che respiri... Per me è stata una rivelazione accorgermi di respirare, saranno stati almeno 9 anni fa ma ricordo benissimo: ero lì sdraiata sul mio tappetino e mi sono accorta che nonostante tutto continuavo a respirare. Mi sono accorta che nonostante tutto ero viva. E incominciavo a intuire perché ogni volta durante il rilassamento al termine della lezione di yoga lacrime copiose uscissero dai miei occhi, senza saperle trattenere. Poi sono andata avanti e un giorno , puff, non avevo più lacrime.
RispondiEliminaGrazie che mi hai fatto ricordare. Ti mando un abbraccio lieve
Ricordo come fosse oggi la prima seduta di Reiki con Patrizio. Mi disse che il mio bambino era da qualche parte, nell'universo, che stava cercando la strada per raggiungermi e che l'avrebbe trovata. Lui ne era sicuro. Sdraiata sotto la coperta, piena di dolore, con l'ennesimo ciclo che mi svuotava di vita e di speranza ho pianto tutte le lacrime che avevo.
RispondiEliminaNon ci credevo. Ma sentivo che c'era qualcosa di terribilmente giusto in quello che mi stava dicendo. Io che vedevo la New Age come un insieme di stronzate e da sempre mi affidavo solo alla scienza per qualsiasi cosa mi stavo aprendo a un mondo diverso. Capivo e sentivo che il mio corpo non era pronto. Nel mio percorso per arrivare a mio figlio sono passata per la scienza e per la medicina alternativa. Per il beamish e l'agopuntura. Poi per l'isterosalpingografia. Potrei semplificare tutto e ridurre allo sturaggio delle mie tube vecchie (come me) il mio miracolo, ma non lo farò...Perché non sapevo respirare (e il beamish con il rolfing me lo hanno insegnato di nuovo) e perché avevo troppo da smaltire in termini di traumi infantili e vissuti per occuparmi di mio figlio.
HO guarito me stessa per lui. Sono stata benedetta e ora sono incredula e grata all'universo perché ha deposto nel mio grembo Andrea.
Respira, Anna....respira.
p.s. A Patrizio ho portato una pianta quando ho scoperto di aspettare mio figlio. L'ho abbracciato e ringraziato. Abbiamo pianto. E' stato bellissimo.
Ti abbraccio forte, scusa se mi sono fermata a raccontare di me...
La pioggia, anche se brutta, porta vita. Questo è il mio augurio. A presto.
RispondiEliminaLa pioggia, soprattutto in questo periodo, É vita. Che nutre la vita che sta spuntando. Anche io sono una positivista, e come potrei non esserlo con il lavoro he faccio. Scienza, razionalità, risposte. Però le tecniche di meditazione riescono a tirare fuori delle forze nascoste dentro di noi, ed è bellissimo. Mi è capitato raramente, ma quelle poche volte è stata un'esperienza davvero intensa.
RispondiEliminaClara V
Tu Anna riesci a sentire con i sensi come poche persone al mondo. Ascolti te stessa,la voce del silenzio e le grida e del dolore e della rinascita. E' meravigliosa l'immagine delle tue mani sulla tua pancia attraversata dalla vita. La pasta madre, ha un suo perchè.
RispondiEliminaAnche questo periodo di incertezza ha un senso nuovo. E' così che doveva essere. Per sentire di nuovo, te, i tuoi figli, quello che si ricongiungerà a te.
E' il cerchio che si chiude.
Raffaella
brava. Brava per tutto quello che stai facendo... perché con te mi rialzo.
RispondiEliminaDici bene quando dici che bisogna "curarci"... mi sono accorta che il mio animo `´ancora ferito, il corpo chiede tempo... respiro anche io e mi bagno di pioggia invernale aspettando il sole per asciugarmi!
Ma solo al corso di Yoga che faccio io non si fanno queste figate?? sarà un corso per vecchiette da alluce valgo.-.-"
Questo post è pieno di luce positiva, energia che riesci a trasmettere anche con le poarole. Un abbraccione
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RispondiEliminaviva
RispondiEliminacome la pasta madre
come la rosa viola
come i nostri figli
sei già pane
sei già rosa viola
sei già madre.
diverrai. ancora e ancora.
sarai pane
sarai fiore
sarai madre
Un post stupendo. Sei energia e amore puri e la tua bambina arriverà e troverà il suo posto pronto ad attenderla. Ti abbraccio
RispondiEliminaUna carezza lieve lieve. Mi sembra di vedere quella rosa, di vedere il suo bocciolo.
RispondiEliminaAnnina... che meraviglioso post!! Anch'io oggi ho messo le mie mani sulla pancia cercando di creare un contatto con lei... che da troppo tempo sentivo nemica. è sempre bello leggerti e sentirti così intensamente!! Sono felice che tu abbia pensato a te ora, è importante ascoltarsi. Ti abbraccio forte forte <3
RispondiEliminaAnna, guardo le mie rose piene di gemme e aspetto i primi boccioli, e la tua bellissima rosa... Brava.
RispondiEliminaQuesto post trasmette tanta energia e consapevolezza Anna. Sono veramente felice di questo tuo percorso. La meditazione e la respirazione sono degli strumenti molto utili per riconnettersi con il nostro corpo e con la parte più profonda di noi stesse. Da troppo tempo non sto più praticando..perchè qualcosa mi blocca. Tu invece ti stai aprendo a te stessa e io aspetto con te di vedere sbocciare quella rosa meravigliosa.
RispondiEliminache belle parole..............anch'io ho due piccoli angeli in cielo. ti abbraccio e grazie per essere diventata un mia follower, io non manchero' di seguire i tuoi post.
RispondiElimina"Questa me stessa invece, pensa che il tempo in più le serve per preparare un terreno di accoglienza, dove il mio cuore è guarito, dove la paura ha un posto, ma è contenuto, dove il dolore ha un angolo ma non è acuto, dove il respiro non è mozzato, è profondo e lento." Ho preferito citare le tue parole perchè spiegano meglio di quelle che riuscirei a trovare io come sto iniziando a sentirmi in questi giorni...sto raccogliendo me stessa per prepararmi ad accogliere il nuovo. Tu Anna sei un passo (o anche di più) avanti a me e ti ringrazio, perchè attraverso di te vedo un sentiero che sto cercando anch'io. Un abbraccio forte
RispondiEliminaFra
"Questa me stessa invece, pensa che il tempo in più le serve per preparare un terreno di accoglienza, dove il mio cuore è guarito, dove la paura ha un posto, ma è contenuto, dove il dolore ha un angolo ma non è acuto, dove il respiro non è mozzato, è profondo e lento." Uso direttamente le tue parole perchè esprimono meglio di quelle che saprei trovare io come sto iniziando a sentirmi in questi giorni. Sto raccogliendo me stessa per prepararmi ad accogliere di nuovo/il nuovo. Tu sei un passo (o anche di più)avanti a me, Anna, e ti rigrazio per questo perchè attraverso di te vedo un sentiero che sto cercando anch'io. Un abbraccio stretto stretto
RispondiEliminaFra
Accogliersi è la cosa più difficile. Partorire i nuovi se stessi. Forse era proprio quello il senso del sogno (e lo applico anche a me). Ecco perché si partorisce due volte, no? Un abbraccio indiano
RispondiEliminaAccogliersi, curarsi, rinascere. Lo stiamo facendo ed è la cosa di cui abbiamo bisogno adesso. Per vivere e sopravvivere, comunque. Sono felice che anche per te sia un momento in cui amare te stessa.
RispondiEliminaNe abbiamo così bisogno...
Un forte abbraccio. Chiara