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giovedì 18 dicembre 2014

Silenzi e risposte

mi piacerebbe che per questo Natale, le persone si ricordassero come ci si sente a mandar giù aria e vuoti per l'ennesimo anno.
si sorride comunque.
si festeggia comunque.
si vive comunque.
si fa l'albero e il Presepe.
si fanno i dolci, i regali, i buoni propositi.
si regalano libri di favole.
Poi si incartano regali che non verranno mai spediti, preparati per quelle donne che come me, hanno fatto un cammino insieme, hanno pianto, mi hanno stretto la mano, si sono sentite amate e comprese, e poi hanno proseguito il loro cammino lasciandomi indietro.
Io non ho capito.
Ma è un mio limite.
Non ho altre spiegazioni.
Mi farei piegare affinchè altre donne non provino ancora questo senso di vuoto e di smarrimento e di paura. Aprirei ancora le porte della mia casa, come sempre, e vivrei per ridere insieme e condividere ancora.
Ma il silenzio, quello non lo so gestire.
Il silenzio dà spazio a interpretazioni, spesso sbagliate.
Il silenzio mi destabilizza, mi fa sentire sola.
Il silenzio, quello da rispettare, è incoerente se si scontra con pezzi di vita quotidiana che fingono normalità.
Il silenzio allontana.
E la sensazione più forte che ho in questo Natale, è questo silenzio intorno a me, nonostante io non abbia mai smesso di condividere.
Non ci saranno spiegazioni, nè interpretazioni.
E i miei regali rimarranno sotto l'albero. Impacchettati e mai portati.

Ho in mano una verità che fa male, una risposta. Quella risposta che cercavo tempo fa e che poi ho smesso di cercare. Una verità che mi è venuta incontro e che ora fa i conti con le tante morti nella mia pancia.
Oggi fa i conti con la responsabilità. Non la colpa.
Ma non venite a dirmi che è tutto normale e che non è colpa di nessuno se le cose sono andate così.
Fateci voi i conti con un corpo che uccide i propri figli.
Poi ne riparliamo.

Questo Natale è per Filippo, la mia lente nuova, che mi ha insegnato a vedere la vita da un altro punto di vista. La mia consolazione quando mi sento disperata. La mia forza quando mi sento debole. Sicura di essere guardata e guidata da lui, che ora gioca con i miei bambini.

Questo Natale è Madre Natura così benevola in alcuni casi, così severa come nel mio.
AnnaMaria mi dirà che la dea Madre mi protegge ancora, e che
"Chi é piú forte toglie la paura a chi é piú debole....Vorrá dire che comincerá tuo figlio ad essere forte per te"



Se tu ce la fai figlio mio, allora io accetto volentieri.
Se tu sei più forte di me, allora prego, avanti. Perchè io non lo sono quanto vorrei. Quel tanto che dovrebbe servire a proteggerti.
Dammi la forza per proseguire su questa strada di verità. Toglimi questo senso di solitudine che mi fa sentire malata, diversa.
Donami la voglia di sorridere davvero, nonostante la tua assenza e l'assenza di chi ho amato.
Aiutami a far comprendere che questi giorni sono il centuplicarsi del dolore e del vuoto di pancia.
Che l'indifferenza, quella che si indossa perchè non si sa che fare, fa più male di un silenzio cercato, e che io non ho capito.
E che sono immensamente grata per i doni che mi sono stati fatti e che rifarei tutto daccapo.
Dall'inizio alla fine.
Ma che non ce la faccio a non guardare indietro, in questi giorni di indifferenza globalizzata mascherata da buonismo.
I giudizi risuonano nella mia testa e mi stringono all'angolo.
Mi sento piccola e indebolita.

Sarà un anno diverso quello che arriverà.
L'anno in cui cambierà tutto e tornerà la pace, nel mio cuore e nella mia pancia.



martedì 26 marzo 2013

sbagli e cose da fare

E così, nonostante tutti i miei sproloqui, le congiunzioni astrali decantate, le frasi belle gridate ad alta voce, gli encomi, le riminescenze, le onniscienze, le coscienze,

ho fatto un errore

già.
Che davanti a quel monitor nero, il solito, quello che mi conosce meglio di chiunque altro, l'unica mia certezza si è sgretolata.
Ho abbassato la guardia, ho dato per scontato.
Mai farlo.
O almeno, non nel mio caso.
Quanti monitoraggi dell'ovulazione avrò fatto da quando questa storia ha avuto inizio?

innumerevoli.

E bene, non ebbene, quante volte il mio corpo ha fatto cilecca?

zero volte.

E così ho dato per scontato, non ho minimamente pensato all'ipotesi che un follicolo avvistato tre giorni prima sulla via della rinascita, potesse improvvisamente scomparire.
puff.
sparito.
ma come sparito dott ?
succede. 
Hai avuto un'ovulazione precoce, può darsi, forse. Vediamo. Qualcosa del genere. Molto probabilmente un ciclo anovulatorio. Facciamo il prelievo del progesterone e capiamo. Succede tranquilla. 
Certo, niente transfer
Non ci sono i presupposti.

A me non succede.
L'unica cosa su cui ho sempre potuto contare è il mio ciclo.
L'unica cosa certa di questa storia.
Mi dispiace, non succede a me. 
O almeno, a me non succedeva.

E così, ho dovuto rimettere al posto giusto, ciò che ho dato per scontato.
Bella roba.
Ho corso come una pazza sin qui. Per far quadrare tutti i conti, per mettere a posto tutti i tasselli, io e la mia mania di dover tenere tutto sotto controllo.
Sin qui, mi sono preparata come se stessi per rinchiudermi in un rifugio antiatomico.
Faccio provviste.
Non alimentari, ma siamo lì.
Sistemo tutto in maniera maniacale. Mi alzo la mattina prestissimo, apro gli occhi come se non avessi dormito per niente, e comincio la mia giornata. Incontro gente, organizzo cene, mi riempio di lavoro, ridipingo, faccio yoga, pulisco, incontro gente, scrivo, scrivo, scrivo, spiego, abbozzo sorrisi, rinnovo patenti, compro oggetti, rinnovo, prego, spero, e ri-spiego.
Organizzo.
Oh come sono brava a fare questa cosa.
Non dovevo fare l'architetto nella mia vita. Dovevo fare l'organizzatrice, di cosa non so, delle vite degli altri, ecco, questo lo so fare bene.
Io la mia vita la organizzo sempre.

Ecco lo sbaglio.

Perchè, se ancora non ho capito che in tutta questa storia, di organizzare non se ne parla proprio, allora davvero, non ho capito niente.

E così, ieri mattina esco sconfortata dallo studio del dott, chiedendomi più che altro quale sarebbero dovute essere le cose da fare a quel punto, non dovendo fare più il transfer. E mi dispiaccio, per carità, ma poi mi dico che mi sono rimaste fuori altre robe da fare e che magari questo tempo in più mi servirà per questo.
E così, non piango mica, che oramai la mia elasticità si sta convertendo in maniera indissoluta e anche un pò irrisolta, fatto sta che allo sconforto sostituisco velocemente, da mattina a sera, con un sentimento di resa incondizionata e di tempo in più per fare, appunto,  cose.

Poi succede questo.
Succede che oggi pomeriggio, dopo l'ennesima cosa fatta, mi arriva la mail di risposta con i risultati del progesterone, risultati, appunto, anch'essi dati per scontato.
Che mi dovevano confermare questo strano ciclo anovulatorio o questa presunta ovulazione precoce.

Ebbene, e stavolta anche, e bene, risultati scontati un cavolo.
Il progesterone è negativo.
L'ovulazione non è avvenuta.
Il gioco si riapre.
Nulla è scontato.

E se non ho capito ancora, in tutta questa storia, che di scontato qui non c'è proprio, ma proprio nulla, allora, bè, non finiremo mai di imparare.
Che, per carità, anche questa è una verità sacrosanta, ma pensavo di aver imparato tantissimo finora. 
E invece no.

Lo faremo questo transfer?
Non si sa.
Non me lo chiedo più.
Non programmo più.
Ecco, questo sì, davvero l'ho imparato. 

to be continued.

mercoledì 23 gennaio 2013

Questa è la nostra storia

Dunque.

Sono giorni, anzi forse settimane che cerco di iniziare questo post per fare il punto.
La verità è che non ne ho molta voglia.
Perchè, mentre inizialmente ho lasciato spazio alla razionalità, per non soccombere al dolore, oggi, non ho voglia di razionalità. Accolgo quello che mi arriva e lo prendo per quello che è.
E così, oggi sono a letto perchè il capoparto vero è arrivato.
Ed è stato un fiume in piena, un fiume che ieri sera mi ha fatto talmente preoccupare che siam dovuti ricorrere ad un antiemorragico preso in una farmacia notturna di turno.
E va bene, ci sta.
Me lo aveva detto il carodott da tempo che sarebbe arrivato così. Poi dopo il raschiamento non ho avuto niente. Poi il ciclo è tornato dopo 23 giorni, il primo dell'anno, ma è durato pocooo, pocoo, poco.
Poi è tornato di nuovo, ventidue giorni dopo, ed è stato inarrestabile.
Che a conti fatti, da dicembre agli eventuali cassaintegrati della Lines ci sto pensando io.

Ma non ci lamentiamo mica.
Sono così contenta che il mio corpo abbia finalmente reagito non come una mammoletta, che quel primo ciclo durato così poco, mi pareva una roba così triste e inconsistente.
Forza! Reazione!
Noi qui avevamo un piccolo cavaliere, piccolo ok, ma con un cuore grande così, come è possibile che tu, corpo corpo delle mie brame, te ne stavi tranquillo come se nulla fosse stato?
E mi pareva infatti.
E allora mi fermo.
Mi ascolto.
Come sto?
Sto bene.
Non mi sento male.
Diciamolo. Che mica me ne devo vergognare, giusto?
Giusto.
Molte persone mi chiedono come faccio.
E come faccio?
Lascio fluire il dolore.
Gli dò un nome e un cognome.
Lascio che quello sia il momento del dolore. Non faccio altro. E' quello. Lo accetto e lascio che mi attraversi.
Ed è terribile quel momento, perchè non mi faccio sconti. Metto in discussione tutto. Non lascio indietro niente.
Parto dagli esordi. Metto sulla bilancia, cani, gatti, criceti, uccelli, fratelli, genitori, amici.
Non ci metto mai mio marito, che poverocristo, ci manco solo io.
Esamino, tiro le somme, e rinasco.
Parlo, parlo tanto con il piccolo che se ne è andato, e gli dò un posto nuovo nel mio cuore.
Dove sono anche gli altri.

E così, sono passati per questa pancia:

- Stellina I e Stellina II, a distanza esatta di un anno l'una dall'altra, fanno solo numero poverine loro, non le considera nessuno. Solo un test con due lineette rosa e delle beta positive, ma basse basse. Sono l'evidenza che si somma al resto. Sono durate il tempo di emozionarsi un pò. 
- poi è arrivato lui. Il primo, due mesi dopo Stellina I,  il mio piccolo primo tesoro, la mia prima volta da mamma, la prima volta che l'ho sentito in pancia. Il mio cucciolino amato. Lo chiamavo Angelo. E così sarà per sempre.
- Dopo 5 mesi da Stellina II arriva Nevischietto. Chi mi legge da anni sa perchè si chiamava così. Lui era un maschio, lo so, ed è stato il dolore più grande. Quello inaspettato, forse perchè avevo finalmente fatto luce sulle analisi e iniziata la terapia. Il suo arrivo fu inaspettato, senza conteggi, senza speranze, senza fare progetti. E' arrivato con un numero alto: 1200 di bhcg con 15 giorni di anticipo sul ciclo, in una città che non era Roma, lontana da casa, in una Torino magnifica e piena d'amore. Uno gagliardo, mica no. Il mio vero sogno. Il piccolo che mi ha reso definitivamente madre. Il piccolo con cui più di tutti ho parlato e sperato, che mi ha distrutto quando è partito, che ha un albero piantato in giardino. Che è con noi tutti i giorni. E' una cosa bella regalare loro una cosa che li rappresenta: così spesso ci capita di dire "hai dato l'acqua a Nevischietto?" "hai visto le foglie di Nevischietto?" "hai notato quanto è cresciuto Nevischietto?"  Ed è bello, perchè la crescita di quell'albero ci dà la misura esatta di quanto è cresciuto davvero il nostro bambino.
- E siamo alla quinta. Una femmina. 
(il sesso dei miei piccoli, io non l'ho mai visto. Lo so e basta)
La GEU.
Che mi ha portato via un pezzo di me insieme a quella parte di Anna che non tornerà più.
Che poi alla fine "geu" per me è un nomignolo da esorcizzare, è un nomignolo che a me piace tuttosommato. E così lei nella mia mente, è Geu! che è da deficienti, lo so. Ma mica possiamo tenere i mostri chiusi in un armadio, no? Bisogna che escano. E Geu era una forte, che se non si metteva a curiosare come era la storia in una parte fuori dall'utero, magari oggi ne stavamo parlando a quattro occhi. Invece no, è andata cosi, fortunella. La mia piccolina.
- e poi c'è PiccoloCavaliere, colui che ha lottato tanto , il figlio della consapevolezza.
Il figlio che ho potuto vedere e tenere con me.
Il figlio che ancora oggi tiene la candela accesa e con cui parlo ogni sera.
Il figlio della pma, quello che mi ha spalancato le porte della genetica, dell'eterologa, dei compromessi, delle scelte, dei tagli, dell'insicurezza che è diventata sicurezza.
Colui che mi ha dato la verità di questa storia e che un giorno racconterò.
Il fratello più grande di tutti i piccoli cuccioli precedenti passati per questa pancia.
Quello più sapiente.
Colui che mi aiuterà a prendere per mano il settimo.
Che avrà un nome, di tre lettere.
E che sarà qui, con noi, presto su questi schermi.
Come al cinema.

Sorrido.
Perchè questa non è una brutta storia.
Io sono una donna più ricca di prima.
E ho avuto tanti doni finora.
Non me lo dico per consolarmi. Lo dico perchè ci credo. Altrimenti non mi sentirei così bene a così breve distanza.

lunedì 22 ottobre 2012

Domani

ore 15.00
ci sono.
ci sono tutti e cinque.
uno dei cinque è rimasto indietro nella crescita ma rimane comunque in coltura.
Sopravvivono nel momento più difficile fuori da me.
Questo è un vero miracolo.
Io sto vivendo tutto questo con un'emozione che mai avrei immaginato di poter vivere.
Ogni momento, ogni ora che passa è un dono.
Domani due di loro torneranno a casa.
In quella culla che già altre volte ha ospitato.
So che nulla dipende da me ora, e questo è un gran sollievo per me.
Loro mi dimostrano che esistono a prescindere da me e che la loro voglia di vita è grande.
Io devo essere forte ora.
Devo essere forte per loro.


martedì 25 settembre 2012

5° giorno

Durante questo video ho pianto per ore. Bellissimo!!


In questi giorni, non faccio altro che pensare alle protagoniste di quelle serie americane, tipo Avvocati a NewYork, Ally Mc Beal, Greys Anatomy, donne in carriera che non hanno tempo per niente, nemmeno di farsi una puntura ormonale. E allora si "bucano" nei cessi dei loro uffici. Tirano fuori le fichissime siringhine da astucci e borsette griffate e mentre si mettono il rossetto, o fanno pipì, si fanno di soppressori e ormoni stimolanti. Poi, più belle di prima, escono e continuano il discorso appena interrotto.
Ecco, ci penso perchè io sono tutto il contrario di queste donne.

martedì 11 settembre 2012

E' tempo


Genitore non è solo colui
che stringe un figlio tra le 
braccia; genitore è anche
chi un tempo ha atteso un
figlio che adesso abita il 
suo cuore. (C. Ravaldi)

E' una lunga giornata questa, come lunghe sono le ore che corrono sull'orlo del mio cuore, ultimamente.

martedì 6 marzo 2012

Pensieri ingarbugliati di una mente stanca

Ci sono giornate come questa in cui prima di aprire gli occhi già sai che è presto, annusi il buio e già sei stranita quel tanto che sai che non è bello per niente che un'ora prima della sveglia, ti succede questo.
Allora dici, vado al bagno un attimo e poi ci riprovo.
Ma che.
Il viso segnato dalle pieghe del cuscino, scendi dal letto e non infili mai le pantofole, perchè anche solo quel gesto potrebbe svegliarti definitivamente.
La mia gatta dorme nel suo cestino in bagno, e sembra davvero infastidita dal mio arrivo anticipato stamattina.
Ha ragione, non mi capisco nemmeno io.
Niente, non ce la faccio, sono sveglia, non c'è niente da fare.
Ho in testa il sogno della notte.
Mi trovo in una sala parto, stesa su una barella, con una mega pancia contenente bambino, maschio per la precisione.
Davanti a me, avanti e indietro vengono portate donne in preda a dolori lancinanti da parto, indemoniate, scodellano i loro bambini e poi vengono portati via.
Io sono lì che devo partorire e me la faccio sotto per le urla delle colleghe, ma  non ho dolori, e ad un certo punto chiedo implorante di essere tagliata, aperta in due, per poter far nascere mio figlio, ma senza le sofferenze che vedo davanti a me!!
Ok, non sto bene.
Davvero.
No, no.
Comunque, se il buongiorno si vede dal mattino, evidentemente oggi doveva davvero andare così: risultati del cariotipo genetico arrivati in anticipo rispetto alle previsioni!
Quando al telefono mi hanno detto che potevo andare a prenderli, ho cominciato a tremare.
Ho continuato a tremare sotto la doccia,  mentre prendevo il caffè, mentre guidavo, mentre aspettavo fuori della stanza 9, che apre tra dieci minuti, signora si sieda qui.
E poi mi apre la stessa infermiera che mi aveva fatto il prelievo, con il capello fresco di parrucchiere, e l'espressione arcigna, che mi ha lasciato un livido gigante perchè non trovava le mie vene, e allora mi sono detta: "ecco, è destino,  la vecchiaccia decreterà la mia fine!"
Giuro, non avevo il coraggio di prendere in mano i referti: se non avessi avuto tutti gli aborti che abbiamo avuto, forse sarei stata più incosciente, ma non so perchè negli ultimi giorni mi ero convinta che qualche anomalia l'avremmo trovata, forse perchè, ancora dentro di me ho bisogno di trovare la vera causa, il vero mostro.
Poi quelle parole messe insieme:
CARIOTIPO  FEMMINILE NORMALE 46, XX
CARIOTIPO  MASCHILE NORMALE 46, XY

Volevo piangere.
In mezzo alla sala di attesa.
Come una bambina piccola.
Mi sono sentita tutto il peso di questi mesi, dell'ulteriore attesa, dell'ansia giustificata oppure no.
Quel crollo emotivo che ho imparato a gestire tra un aborto e l'altro, e quelle domande: quando finirà tutto questo? Quando arriverà il nostro momento? Quando potremo abbracciarti di nuovo amore mio?
Per ora coltiviamo le nostre emozioni nell'attesa di incontrarti e ci godiamo questa grande vittoria:
non siamo noi, non è il nostro patrimonio genetico che insieme ti porterà a non rimanere ancora.
Puoi buttarti.
Noi siamo qua con il telo teso e ti prendiamo.
Sappiamo quando sei lì per farlo ormai, sappiamo tutto di te, non c'è più l'effetto sorpresa, e se tu, incauto, deciderai di saltare, stavolta,
 saremo pronti davvero a prenderti al volo.


venerdì 27 gennaio 2012

E siamo a questo punto


Or dunque,
siamo al 10° PM nella landa desolata del paese di vattelappesca a nord di Roma.
Il mio corpo si sta svegliando e segnala dolori tipici di donna in ovulazione e muco fertile.
Nulla di nuovo sul fronte.
Ah bè, mi conosco come le mie tasche ormai e sono tanto tanto contenta per questo, perchè ho fatto pace con il mio fisico e lo riconosco nei suoi comportamenti tipici.

L'ecografia ci rimanda una misurazione pari a 14 mm di un bel follicolo (sempre uno mai due per carità ci mancherebbe altro) a sinistra...sempre a sinistra, che pure in quello ho il pensiero coerente con il corpo, altrimenti non me ne sarei fatta una ragione tanto facilmente.
Detto ciò, prossimo appuntamento a lunedì con prescrizione categorica di mettere a riposo gli spermatozoi per il grande incontro che avverrà presumibilmente la prossima settimana.
Tradotto in termini comprensibili ai più, le parole testuali del gine-tascabile sono state:
"niente sesso"

"..."
"...niente sesso...?"

"niente sesso Anna!"


...augh.
ma guarda te 'st'mpunito.
ma ti pare che deve decidere lui?
pare di si.
Santa Pazienza aiutaci tu a sopportare cotanta ingiustizia, io che mi ero preparata un we di fuoco.
e vabbè, prepariamoci al grande evento e che sia quello buono.

...spero.

sabato 31 dicembre 2011

speranza

Voglio condividere questo pensiero della mia amica G. mentre racconta del suo natale appena trascorso, della felicità nell'aver potuto avere a casa suo marito per qualche giorno di pausa dalla chemio ospedaliera.
Perchè questa consapevolezza mi abiti ancora, perchè questo grande dono sia di insegnamento, affinchè ogni momento di sconforto non prevalga sulla speranza nel futuro.
Buon anno,
Anna


(...) Certe volte mi dimenticavo che è L. è malato e poi mi accorgevo di quale assurdità sia questa leucemia che rende fragile ogni certezza e prende il sopravvento sui nostri amori, sulle nostre più potenti volontà. Così per me è stata bella anche solo la normalità: sono certa che non la si sa apprezzare finché non ci si accorge di quanto è preziosa. Eppure ho realizzato che ogni momento della nostra esistenza, seppur difficile, ha un senso, e rende più innamorati della vita e di quanto di semplice e buono ci offre. Se penso a quando usciremo da questa terribile esperienza, arrivo a sentirmi persino fortunata per l'occasione che abbiamo avuto per godere di ogni dono, pensando che nulla è automatico, ma tutto è una conquista o un'opportunità. E devo ringraziare per essere più pronti di altri per accettare quest'angoscia e sconfiggere il dolore e la malattia.(...)