Questa è la storia di un trio che, tra tante difficoltà, scivolò attraverso un tubicino dentro una cavità morbida e buia, ma che sapeva di casa.
Il trio si teneva stretto stretto e creava una luce, una piccola lucina nel buio di quella cavità.
Il trio era composto da tre principi di vita, fatti di poche cellule, o tante, a seconda di chi guardava loro se attraverso un microscopio o se attraverso un paio di occhiali comuni.
Si tenevano insieme per forza di gravità e sin lì, tutto sommato, le cose erano andate bene, senza tanti sforzi fisici degni di nota da parte loro, finchè, mentre galleggiavano beati in una sorta di miscuglio gelatinoso e trasparente, non sentirono una voce:
"sei pronta?"
poi due voci :
"si. Vai."
Poi la luce.
Poi una forza che li attirava verso l'alto, e poi attraverso un tunnel trasparente, veloci, verso quella luce.
Di nuovo nessuna luce.
Prima di arrivare capiscono che il luogo dove arriveranno è buio, ma non fa paura.
Si accendono le luci.
E' pronta una festa.
Vai!
Giù!
scivolano dal tunnel trasparente dentro la cavità illuminata.
E' morbida.
Calda.
fa solletico.
Si tengono stretti quei tre.
Che paura.
E poi,
questa è casa.
Non dobbiamo avere paura, dice il più grande.
Sento un odore di buono, dice il medio.
Mi viene da accomodarmi, dice il più piccolino.
Tutto intorno è silenzio.
Un istante in cui nulla si muove.
Tutto è sospeso.
Poi le luci si spengono.
Sentono un respiro, la cavità si muove. Loro ci ballano dentro.
Di nuovo un respiro.
E poi un sussulto.
Forse un singhiozzo.
Ma cosa ne sanno loro delle lacrime.
Nel buio, attraverso un monitor, una piccola luce brilla.
"sono qui signora, li vede? Esattamente al centro"
Li vedo.
Bentornati a casa figli miei.
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mercoledì 27 maggio 2015
Storia di un trio
giovedì 21 maggio 2015
Fare spazio.
Eppure,
nonostante le meditazioni per ripulire il karma, le preghiere, le speranze, la maturità incessante, il disperato bisogno di combattere contro il vento per raggiungere la méta, le situazioni sembrano ripetersi ed io mi ritrovo oggi davanti ad una nuova porta da aprire, busso, sto per entrare.
Cosa c'è dopo.
Ancora non lo so.
So cosa mi aspetta.
Forse perchè vivo talmente intensamente tutto, che i ricordi mi rimangono appiccicati e non se ne vanno. Vivo in uno stato di inconscienza e vago senza capire davvero cosa sta per accadere, perchè tutto è arrivato di corsa, mentre io correvo, mentre il mondo continuava a vivere, ed io imperterrita riempivo le mie tasche di speranza, ancora e ancora.
nonostante le meditazioni per ripulire il karma, le preghiere, le speranze, la maturità incessante, il disperato bisogno di combattere contro il vento per raggiungere la méta, le situazioni sembrano ripetersi ed io mi ritrovo oggi davanti ad una nuova porta da aprire, busso, sto per entrare.
Cosa c'è dopo.
Ancora non lo so.
So cosa mi aspetta.
Forse perchè vivo talmente intensamente tutto, che i ricordi mi rimangono appiccicati e non se ne vanno. Vivo in uno stato di inconscienza e vago senza capire davvero cosa sta per accadere, perchè tutto è arrivato di corsa, mentre io correvo, mentre il mondo continuava a vivere, ed io imperterrita riempivo le mie tasche di speranza, ancora e ancora.
- Eppure mio figlio non c'è -
Sono qui, tremante, il fianco destro comincia a far male, ho il terrore che la situazione peggiorerà con il passare delle ore, ma stavolta c'è anche il sinistro, lento, silenzioso, ma ancora in forza.
8+3
sono i numeri che mi gioco.
sono i numeri che mi gioco.
8 signorini a destra e 3 a sinistra.
Numeroni che affiancati ai miei 41 anni, formano un cerchio magico, grande come gli occhi dei dottori che non credevano per niente ad una risposta tale di un'attempata come me, alla stimolazione.
9 giorni di stimolazione.
18 punture, più qualcun altra, visto che ho sbagliato a bucarmi varie volte.
930 di beta-estradiolo
225 di Gonal, poi 300, poi 350.
nessun antagonista -non c'è bisogno, gli ovuli sono talmente perfetti che non vogliamo intaccare la loro qualità con uno stop&go - mi dicono.
16.5 mm a ieri sera. Tutti. Senza differenze.
Crescita costante, omogenea, perfetta, silenziosa.
9 giorni di stimolazione.
18 punture, più qualcun altra, visto che ho sbagliato a bucarmi varie volte.
930 di beta-estradiolo
225 di Gonal, poi 300, poi 350.
nessun antagonista -non c'è bisogno, gli ovuli sono talmente perfetti che non vogliamo intaccare la loro qualità con uno stop&go - mi dicono.
16.5 mm a ieri sera. Tutti. Senza differenze.
Crescita costante, omogenea, perfetta, silenziosa.
Oggi alle 23.30 la puntura libera-tutti, che dopo 36 ore porterà i signorini ad aprirsi e poi attenderanno di essere risucchiati in un ago e poi attenderanno di essere portati ad incontrarsi con quegli amichetti tutti lavati e ben profumati degli spermatozoi.
Poi toccherà a loro.
Poi toccherà a loro.
Solo a loro.
e allora poi, attenderemo noi.
- Eppure mio figlio non c'è -
Dal 20 novembre al 20 maggio, un altro cammino lungo, fatto di esami, paura, lacrime, dubbi, flebo, dieci (10) flebo sin qui per ripulire il mio sangue della sua tossicità, salti, attese, tante ore di attesa nelle anticamere, meditazioni, preghiere, incoscienza.
Otto (8) + tre (3), molto meglio della scorsa volta, nonostante tutto.
Mi sorprendo da sola.
Otto (8) + tre (3), molto meglio della scorsa volta, nonostante tutto.
Mi sorprendo da sola.
- Eppure mio figlio non c'è -
Non si capisce il perchè nel frattempo non ci sia più stato un concepimento naturale visto la mia splendente risposta, ma una delle ipotesi è che l'unica tuba rimasta si sia chiusa perchè danneggiata nel tempo dagli aborti.
E' una risposta plausibile.
A me sta bene. E' una risposta.
Se nel frattempo avessi riscontrato un abbassamento della mia riserva ovarica che so, o un'irregolarità fisica, meccanica, allora avrei avuto dubbi. Invece sono perfetta, un'isteroscopia che fa vedere una cavità uterina degna di medaglie, un nido perfetto.
Tutto è perfetto.
E' una risposta plausibile.
A me sta bene. E' una risposta.
Se nel frattempo avessi riscontrato un abbassamento della mia riserva ovarica che so, o un'irregolarità fisica, meccanica, allora avrei avuto dubbi. Invece sono perfetta, un'isteroscopia che fa vedere una cavità uterina degna di medaglie, un nido perfetto.
Tutto è perfetto.
- Eppure mio figlio non c'è -
Sento la paura risalire dal basso.
Sono i ricordi di ciò che è stato che mi bloccano.
Cosa c'è di diverso stavolta.
Non lo so.
Uno stato di incoscienza misto a determinazione e consapevolezza.
So cosa mi aspetta.
Non voglio un altro aborto.
Non lo voglio con tutta me stessa.
Ma non basta.
Non riesco ad essere leggera, nonostante i miei sforzi e la mia aria da spavalda quando entro nelle sale di attesa piene di donne nella mia stessa situazione.
Vorrei dire che la mia storia potrebbe spazzare via ogni paura che avverto nell'aria, ma sono spavalda e stronza, ma lo sono dentro, fuori faccio finta di niente e sto buona. Solo non voglio sentire nessun altra storia.
In questi giorni non ho fatto altro che leggermi e rileggermi in passato, e mi basto.
Davvero mi avanzo pure.
E non voglio capire oltre.
Non voglio più indagare.
Ho le vene traumatizzate, sono piena di lividi, faccio amicizia solo con gli infermieri che mi fanno i prelievi e le flebo. Mi attacco a loro e racconto anche se non mi chiedono.
Non voglio commiserazione, voglio solo comprensione.
Non voglio battute acide.
Voglio solo un abbraccio.
Sono i ricordi di ciò che è stato che mi bloccano.
Cosa c'è di diverso stavolta.
Non lo so.
Uno stato di incoscienza misto a determinazione e consapevolezza.
So cosa mi aspetta.
Non voglio un altro aborto.
Non lo voglio con tutta me stessa.
Ma non basta.
Non riesco ad essere leggera, nonostante i miei sforzi e la mia aria da spavalda quando entro nelle sale di attesa piene di donne nella mia stessa situazione.
Vorrei dire che la mia storia potrebbe spazzare via ogni paura che avverto nell'aria, ma sono spavalda e stronza, ma lo sono dentro, fuori faccio finta di niente e sto buona. Solo non voglio sentire nessun altra storia.
In questi giorni non ho fatto altro che leggermi e rileggermi in passato, e mi basto.
Davvero mi avanzo pure.
E non voglio capire oltre.
Non voglio più indagare.
Ho le vene traumatizzate, sono piena di lividi, faccio amicizia solo con gli infermieri che mi fanno i prelievi e le flebo. Mi attacco a loro e racconto anche se non mi chiedono.
Non voglio commiserazione, voglio solo comprensione.
Non voglio battute acide.
Voglio solo un abbraccio.
Un abbraccio.
Ne ho tanto bisogno.
Tanto.
Ecco cosa c'è di diverso stavolta.
Le lacrime.
Mi sono uscite da sole, per tutto il tempo della stimolazione. Anche se io non volevo, anche se non ce ne era motivo.
Lacrime.
A fiumi.
Il perchè non lo capisco.
O forse si.
Ho bisogno di buttare fuori tutto, da sempre, e non l'ho potuto fare mai.
Mi sento in prigione, non so come fare. Devo buttar fuori la tensione e la paura, non posso incamerarla. E' il mio modo di vivere.
Ma non riesco a contenere il giudizio.
Mi sento fragile.
Chi mi ostacola sottilmente perchè ha paura per me, chi lo fa perchè non comprende la mia scelta, chi lo fa perchè non ideologicamente daccordo con la procrezione assistita.
Ancora, nonostante anni di battaglie, ancora quelle parole fuori posto, quelle note stonate che avverto tra una frase e l'altra, quelle note che ti fanno capire che chi hai davanti non ha capito, non ha capito quanto sacro è concepire una vita e quanto santo è il desiderio di concepire, arroccati su posizioni ideologiche invece che umane.
Se avessimo il coraggio di scendere dai nostri piedistalli ogni tanto, ci accorgeremmo che non è necessario scomodare il nome di Gesù per farlo scendere dalla Croce. Egli è sceso sì, ma non per battagliare ideologicamente ma per accogliere la vita, stravolgendo il concetto di morte.
Ne ho tanto bisogno.
Tanto.
Ecco cosa c'è di diverso stavolta.
Le lacrime.
Mi sono uscite da sole, per tutto il tempo della stimolazione. Anche se io non volevo, anche se non ce ne era motivo.
Lacrime.
A fiumi.
Il perchè non lo capisco.
O forse si.
Ho bisogno di buttare fuori tutto, da sempre, e non l'ho potuto fare mai.
Mi sento in prigione, non so come fare. Devo buttar fuori la tensione e la paura, non posso incamerarla. E' il mio modo di vivere.
Ma non riesco a contenere il giudizio.
Mi sento fragile.
Chi mi ostacola sottilmente perchè ha paura per me, chi lo fa perchè non comprende la mia scelta, chi lo fa perchè non ideologicamente daccordo con la procrezione assistita.
Ancora, nonostante anni di battaglie, ancora quelle parole fuori posto, quelle note stonate che avverto tra una frase e l'altra, quelle note che ti fanno capire che chi hai davanti non ha capito, non ha capito quanto sacro è concepire una vita e quanto santo è il desiderio di concepire, arroccati su posizioni ideologiche invece che umane.
Se avessimo il coraggio di scendere dai nostri piedistalli ogni tanto, ci accorgeremmo che non è necessario scomodare il nome di Gesù per farlo scendere dalla Croce. Egli è sceso sì, ma non per battagliare ideologicamente ma per accogliere la vita, stravolgendo il concetto di morte.
Cosa c'è di diverso stavolta.
C'è che siamo solo noi due.
Tre con Hope.
I tre moschettieri.
Che con le spade in mano combattiamo.
Stavolta, non sono loro I cavalieri. Lo siamo noi.
Come dice la mia insegnante di yoga:
"la paura la conosci, e una cosa conosciuta è sempre meglio di una sconosciuta".
Una cosa conosciuta si combatte e io so come batterla.
Devo combattere la paura e poi lasciarla andare e fare spazio ad altro.
C'è che siamo solo noi due.
Tre con Hope.
I tre moschettieri.
Che con le spade in mano combattiamo.
Stavolta, non sono loro I cavalieri. Lo siamo noi.
Come dice la mia insegnante di yoga:
"la paura la conosci, e una cosa conosciuta è sempre meglio di una sconosciuta".
Una cosa conosciuta si combatte e io so come batterla.
Devo combattere la paura e poi lasciarla andare e fare spazio ad altro.
Fare spazio ad altro.
Ecco.
Alla fine di tutte queste parole senza senso e senza costruzione, alla fine di tutti questi numeri.
Fare spazio.
Eccola la differenza rispetto all'altra volta.
Via tutto e tutti.
Alla fine di tutte queste parole senza senso e senza costruzione, alla fine di tutti questi numeri.
Fare spazio.
Eccola la differenza rispetto all'altra volta.
Via tutto e tutti.
Ho spazio solo per tutto quello che sarà e per tutto l'amore, mio e di Fabio per i nostri figli.
Sabato, ore 9.
Pick-up.
Pick-up.
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venerdì 19 ottobre 2012
6° passo: pick up e speranza
Diciamocelo pure:
il pick up io l'avevo sottovalutato.
Sono arrivata tranquilla, giusto un pò eccitata. Mio marito invece era una corda di violino.
La stanza era da Grand Hotel, con il parquet a terra, Sky in tv, il bagnetto con una doccia da paura, che mancava giusto l'idromassaggio. Che se non fosse stato per il motivo per cui eravamo lì, potevamo pensare ad una SPA!
Vabbè.
Volevo ben dire, con tutto quello che abbiamo pagato.
Che ti squilla il telefono in camera dopo che torni dalla sala operatoria, ma io lo sapevo, perchè avevo letto un post di Alessia e me lo ricordavo, mentre mio marito con la faccia a punto interrogativo si chiedeva chi potesse mai essere.
E chi poteva essere se non l'amministrazione che ti dice che puoi saldare?
vabbè.
Sono scesa tranquilla in barella, ma avevo freddo, un freddo cane.
L'anestesista mi sta sulle palle, è una donna a cui non va di lavorare, che mi fa due domande in croce di rito senza tranquillizzarmi su nulla. Le infermiere sono dolcissime. La biologa mi è sembrata una bimbetta con la faccia d'angelo.
Quando mi dicono che è una passeggiata, spiego loro di essere una poliabortiva con extrauterina e che decisamente per me questa è una passeggiata vera.
La posizione però sulla panca della sala operatoria, mi agita.
Per una donna, è svilente.
Mi sono sentita priva di barriere, senza forza, senza difese.
E non è bello.
Ecco, da quel momento in poi, ho avuto paura, ma quella stronza dell'anestesista non mi ha manco detto che ne so "conti fino a 10, conti le pecorelle, testa o croce? " che voglio dire, di anestesie pesanti io ne avrei fatte abbastanza nella mia vita, lo so come funziona. Invece niente, mi sono addormentata che nn me ne sono accorta. Giusto il tempo di sentire quel veleno in gola, e lei che mi fa "si lo so brucia", 'sta stronza, ripeto.
Il resto è dolore.
Mi sento chiamare con il mio nome, e io che dico "già fatto?" e poi un dolore lancinante a destra, come una spada nel fianco.
Chiedo alle infermiere spiegazioni, mentre risalgo con l'ascensore, e loro dicono che è normale.
Si, normale un paio di ciufoli.
Non so nulla, se non che ricordo perfettamente che quel dolore è simile a quello dell'extrauterina, e mi agito.
Mi sparano in flebo una specie di tachipirina, se vabbè. Datemi il TORADOL almeno, possibilmente se no la morfina, maledetti!!!
(notare quanto sono diventata esperta in materia)
dopo un tempo lunghissimo in cui mi accerto che mio marito ha fatto il suo dovere e poi colazione (invidia), dopo baci e carezze, entra una dottoressa.
Ci dice che sono stati prelevati 10 ovociti!!
Dieci! 10! Dieci! 10!!!
minchia!
e chi se l'aspettava?
Tutti a destra. Il sinistro manco a calci ha funzionato. 'stardo.
Ecco perchè ho tutto questo dolore al fianco destro.
Che posso essere dimessa alle 13.30 visto che sono stata la prima stamattina, ma io dico manco morta mi dimettete. Con quello che paghiamo, giusto se viene la carrozza a zucca di cenerentola con tutti i confort, compreso il teletrasporto a casa, posso alzarmi.
ok, convinta da questa spiegazione mi fa rimanere finchè voglio io, aggiunge.
Abbiamo sKY in camera, vuoi che non mi spari tutte le serie tv di FOX live che a casa non posso vedere?
non se ne parla.
E così ci accingiamo a passare una lunga giornata lì. Il dolore incalza e mi toglie il respiro. Mi fa male fino alla spalla. Mi sembra di avere un coltello lì. Maledetta tachipirina-acqua fresca.
Ad un certo punto in bagno svengo pure. Così, per sport.
La mia pressione è 60 su 100, bassina decisamente.
E così mi sparano una fisiologica in flebo.
Ma fatemi mangiare!
E mangio mezzo panino.
uffa.
Non riesco a godermi nemmeno questo splendido risultato.
Sentiamo il mio dottore, che esulta felicissimo di come sono andate le cose!
Dice che ci giochiamo la carta delle blastocisti. Certo dobbiamo vedere come passeranno la prima notte i 10 cavalieri dell'Apocalisse, ma che le probabilità di congelare ora ci sono, e a maggior ragione di trasferire martedì delle blastocisti. E se no niente, se non va, sabato transfer.
uh!oh!ah!
Svegliatemi perchè questo è un sogno di sicuro.
Ma no, nei sogni non si prova dolore.
Maledetto, non mi lascia mai.
Prima di uscire mi dicono che il dottore che ha fatto il pick up vuole vedermi. Sono le 19, tutte le altre donne che lo hanno fatto, presumo siano uscite da ore. Sempre la solita sono.
Il dottore mi guarda schifato. Dice che doveva farmi un'ecografia ma poi si ricorda che il pick up lo ha fatto lui la mattina e che avevo un ovaio decisamente ingrossato e a rischio iperstimolazione.
Bene!
Ci voleva proprio questa notizia!
Che non mi visita perchè gli sembra normalissimo il dolore visto lo straordinario che ha fatto l'ovaio e che ho prodotto quanto normalmente si produrrebbe con due ovaie.
"ma quanti anni ha lei signora?"
Trentotto caro.
Ce ne ho trentotto. Mica pizza e fichi.
Che vi credete voi dottori che le vostre statistiche hanno sempre ragione?
E così, mi dice che devo stare immobile a letto e che se pure vado in iperstimolo non succede niente! che è una cavolata!
Oh signore, questo lo ammazzo stasera!
ma vacci tu in iperstimolo!
E niente, tanto non posso fare altro che stare sdraiata, pesarmi, bere integratori, gelarmi con il ghiaccio sull'ovaietto amoroso, farmi di tachipirina (sempre 'cci sua") .
Ah si.
Punturona di prontogest. Dico che me la posso fare a casa. Il dottore mi guarda con sufficienza dicendo che non ce l'ho a casa questa puntura.
Io con aria di sfida gli dico:" ah bello! sono una poliabortiva io! io il prontogest me lo faccio a colazione con i cornetti!"
alza le spalle.
stronzo.
Da oggi ovuli di progesterone (vabbè pure quelli so' amici miei da mesi ormai) e alle 12.00 l'ora X.
Dobbiamo chiamare il biologo e sapere quanti sopravvissuti ci sono dopo la battaglia.
Forza ragazzi !!!!!! Combattete!!!!!!
aggiornamento delle 13.30
Ho deciso che ci metto la mia faccia da pirla, un minuto prima del pick up, per farvi capire quanto sono cretina ma felice!!!!!
il pick up io l'avevo sottovalutato.
Sono arrivata tranquilla, giusto un pò eccitata. Mio marito invece era una corda di violino.
La stanza era da Grand Hotel, con il parquet a terra, Sky in tv, il bagnetto con una doccia da paura, che mancava giusto l'idromassaggio. Che se non fosse stato per il motivo per cui eravamo lì, potevamo pensare ad una SPA!
Vabbè.
Volevo ben dire, con tutto quello che abbiamo pagato.
Che ti squilla il telefono in camera dopo che torni dalla sala operatoria, ma io lo sapevo, perchè avevo letto un post di Alessia e me lo ricordavo, mentre mio marito con la faccia a punto interrogativo si chiedeva chi potesse mai essere.
E chi poteva essere se non l'amministrazione che ti dice che puoi saldare?
vabbè.
Sono scesa tranquilla in barella, ma avevo freddo, un freddo cane.
L'anestesista mi sta sulle palle, è una donna a cui non va di lavorare, che mi fa due domande in croce di rito senza tranquillizzarmi su nulla. Le infermiere sono dolcissime. La biologa mi è sembrata una bimbetta con la faccia d'angelo.
Quando mi dicono che è una passeggiata, spiego loro di essere una poliabortiva con extrauterina e che decisamente per me questa è una passeggiata vera.
La posizione però sulla panca della sala operatoria, mi agita.
Per una donna, è svilente.
Mi sono sentita priva di barriere, senza forza, senza difese.
E non è bello.
Ecco, da quel momento in poi, ho avuto paura, ma quella stronza dell'anestesista non mi ha manco detto che ne so "conti fino a 10, conti le pecorelle, testa o croce? " che voglio dire, di anestesie pesanti io ne avrei fatte abbastanza nella mia vita, lo so come funziona. Invece niente, mi sono addormentata che nn me ne sono accorta. Giusto il tempo di sentire quel veleno in gola, e lei che mi fa "si lo so brucia", 'sta stronza, ripeto.
Il resto è dolore.
Mi sento chiamare con il mio nome, e io che dico "già fatto?" e poi un dolore lancinante a destra, come una spada nel fianco.
Chiedo alle infermiere spiegazioni, mentre risalgo con l'ascensore, e loro dicono che è normale.
Si, normale un paio di ciufoli.
Non so nulla, se non che ricordo perfettamente che quel dolore è simile a quello dell'extrauterina, e mi agito.
Mi sparano in flebo una specie di tachipirina, se vabbè. Datemi il TORADOL almeno, possibilmente se no la morfina, maledetti!!!
(notare quanto sono diventata esperta in materia)
dopo un tempo lunghissimo in cui mi accerto che mio marito ha fatto il suo dovere e poi colazione (invidia), dopo baci e carezze, entra una dottoressa.
Ci dice che sono stati prelevati 10 ovociti!!
Dieci! 10! Dieci! 10!!!
minchia!
e chi se l'aspettava?
Tutti a destra. Il sinistro manco a calci ha funzionato. 'stardo.
Ecco perchè ho tutto questo dolore al fianco destro.
Che posso essere dimessa alle 13.30 visto che sono stata la prima stamattina, ma io dico manco morta mi dimettete. Con quello che paghiamo, giusto se viene la carrozza a zucca di cenerentola con tutti i confort, compreso il teletrasporto a casa, posso alzarmi.
ok, convinta da questa spiegazione mi fa rimanere finchè voglio io, aggiunge.
Abbiamo sKY in camera, vuoi che non mi spari tutte le serie tv di FOX live che a casa non posso vedere?
non se ne parla.
E così ci accingiamo a passare una lunga giornata lì. Il dolore incalza e mi toglie il respiro. Mi fa male fino alla spalla. Mi sembra di avere un coltello lì. Maledetta tachipirina-acqua fresca.
Ad un certo punto in bagno svengo pure. Così, per sport.
La mia pressione è 60 su 100, bassina decisamente.
E così mi sparano una fisiologica in flebo.
Ma fatemi mangiare!
E mangio mezzo panino.
uffa.
Non riesco a godermi nemmeno questo splendido risultato.
Sentiamo il mio dottore, che esulta felicissimo di come sono andate le cose!
Dice che ci giochiamo la carta delle blastocisti. Certo dobbiamo vedere come passeranno la prima notte i 10 cavalieri dell'Apocalisse, ma che le probabilità di congelare ora ci sono, e a maggior ragione di trasferire martedì delle blastocisti. E se no niente, se non va, sabato transfer.
uh!oh!ah!
Svegliatemi perchè questo è un sogno di sicuro.
Ma no, nei sogni non si prova dolore.
Maledetto, non mi lascia mai.
Prima di uscire mi dicono che il dottore che ha fatto il pick up vuole vedermi. Sono le 19, tutte le altre donne che lo hanno fatto, presumo siano uscite da ore. Sempre la solita sono.
Il dottore mi guarda schifato. Dice che doveva farmi un'ecografia ma poi si ricorda che il pick up lo ha fatto lui la mattina e che avevo un ovaio decisamente ingrossato e a rischio iperstimolazione.
Bene!
Ci voleva proprio questa notizia!
Che non mi visita perchè gli sembra normalissimo il dolore visto lo straordinario che ha fatto l'ovaio e che ho prodotto quanto normalmente si produrrebbe con due ovaie.
"ma quanti anni ha lei signora?"
Trentotto caro.
Ce ne ho trentotto. Mica pizza e fichi.
Che vi credete voi dottori che le vostre statistiche hanno sempre ragione?
E così, mi dice che devo stare immobile a letto e che se pure vado in iperstimolo non succede niente! che è una cavolata!
Oh signore, questo lo ammazzo stasera!
ma vacci tu in iperstimolo!
E niente, tanto non posso fare altro che stare sdraiata, pesarmi, bere integratori, gelarmi con il ghiaccio sull'ovaietto amoroso, farmi di tachipirina (sempre 'cci sua") .
Ah si.
Punturona di prontogest. Dico che me la posso fare a casa. Il dottore mi guarda con sufficienza dicendo che non ce l'ho a casa questa puntura.
Io con aria di sfida gli dico:" ah bello! sono una poliabortiva io! io il prontogest me lo faccio a colazione con i cornetti!"
alza le spalle.
stronzo.
Da oggi ovuli di progesterone (vabbè pure quelli so' amici miei da mesi ormai) e alle 12.00 l'ora X.
Dobbiamo chiamare il biologo e sapere quanti sopravvissuti ci sono dopo la battaglia.
Forza ragazzi !!!!!! Combattete!!!!!!
aggiornamento delle 13.30
Ho deciso che ci metto la mia faccia da pirla, un minuto prima del pick up, per farvi capire quanto sono cretina ma felice!!!!!
faccia da pirla
Poi aggiungo che, la battaglia ha avuto il seguente esito:
di 10 cavalieri, due non erano pronti alla battaglia perchè troppo piccoletti (leggasi non maturi)
di 8 cavalieri con l'armatura scintillanti, tre si sono disposti in prima fila e hanno preparato il terreno, soccombendo alla fecondazione (leggasi non si sono amati troppo con gli spermatozoi e hanno detto no!no!no! con il ditino. no! non te la dò!).
Gli altri 5 (i the best, i magnifici, gli scintillanti, i supereroi) si sono fatti un incontro d'ammore e mostrano segni di fecondazione.
Ora, sono seria, la decisione è la seguente:
dei 5, due si congelano ora, 3 (tre!tre!tre!ohhhhh treeeeee!) si portano a blastocisti!!!!!
E qui ci scappa la danza tipo ballo di gruppo delle balere degli anziani il venerdi!
Dunque,
se sopravvivono i magnifici blasto, in quinta giornata ne trasferiscono due, per politica del centro, e noi abbracciamo questa politica. Si evitano rischi alla mamma e soprattutto a loro che devono farsi spazio e accomodarsi in pancia, nonchè arredare a puntino tutto l'ambiente essendo figli di un architetto. Non vi dico poi che, essendo pure figli di un geologo, dovranno pure piantare la piccozza (ahio!) !
Sono troppo felice!!!
Piccolini miei!!! avanti tutta!!! forza!!!!!!!!!!!
Etichette:
fivet pick up trasfert,
PMA incontri infertilità
lunedì 20 giugno 2011
Forza Nadia!
" ci sono 21 follicoli!
mercoledì pick up, sabato al massimo trasfert!"
poche parole incomprensibili alla maggior parte delle persone. Un codice nostro, un linguaggio di comprensione che ci rende solidali e che ci unisce nell'attesa.
Qualcuno dovrà pur accorgersi di tutto questo per venire a cercarti e portarti sulla strada che ti porterà dalla tua "pantufolina", il tuo grido di aiuto non potrà rimanere inascoltato, ne sono sicura!!
Nadia piccola mia, ce la faremo, le nostre mani si stringeranno ed io accarezzerò la tua pancia, cullandomi nel tuo sorriso.
mercoledì pick up, sabato al massimo trasfert!"
poche parole incomprensibili alla maggior parte delle persone. Un codice nostro, un linguaggio di comprensione che ci rende solidali e che ci unisce nell'attesa.
Qualcuno dovrà pur accorgersi di tutto questo per venire a cercarti e portarti sulla strada che ti porterà dalla tua "pantufolina", il tuo grido di aiuto non potrà rimanere inascoltato, ne sono sicura!!
Nadia piccola mia, ce la faremo, le nostre mani si stringeranno ed io accarezzerò la tua pancia, cullandomi nel tuo sorriso.
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