Non voglio stare qui a raccontarvi la cronaca di un dolore che io già sentivo dentro e per il quale in questi giorni ho cercato di prepararmi.
Una volta per tutte: il mio non è pessimismo. Io so esattamente fino a che punto sono incinta. Quando non lo sono più, lo sento.
Ora vorrei solo vomitare, perchè a dispetto dei giorni scorsi, ho una nausea sottile, un malessere che vorrei buttare fuori e che in questo momento non mi fa respirare.
L'altra sera poco dopo cena, ho avuto una nuova perdita, sempre marrone, e ho sentito quel dolore arrivare da lontano.
Il dolore della perdita.
Ho assunto questa consapevolezza, mi sono rannicchiata su me stessa, e ho capito. Sono rimasta così fino alle sei di mattina quando la sveglia ci ha trovato già svegli. Ci siamo alzati e un'ora prima dell'appuntamento eravamo sotto lo studio del dottore.
Il resto ve lo risparmio.
Vi rispondo rapidamente sull'analisi preimpianto perchè è stata la prima domanda che ho fatto pur conoscendone già la risposta.
L'analisi preimpianto, PDG, è già consentita in Italia, dal 2009, dopo la sentenza per la coppia affetta da fibrosi cistica, analisi per la prima volta eseguita per questa coppia, tra l'altro, nel mio centro di procreazione assistita.
Non è un'analisi però che ci riguarda al momento.
Il nostro cariotipo genetico non presenta anomalie genetiche, ovvero traslocazioni tali da riconoscere malattie genetiche note. In poche parole non si saprebbe cosa andare a studiare nel nostro DNA e quindi escludere gli embrioni malati.
Ieri mattina sono stata chiara con il mio dottore: così come stanno le cose io non trasferisco le blasto che ho congelato. Ma questo l'ho detto pensando di avere un problema non chiaro con il mio utero. Un non dialogo con i miei piccoli dovuto a qualcosa di sconosciuto nel mio tessuto uterino che impedisce loro di crescere dentro di me.
La risposta è stata un macigno.
Non è possibile che sia così. Questo viene escluso categoricamente. Il mio utero è perfetto, ieri mattina il trofloblasto era perfetto e la camera gestazionale ben formata, tonda e strutturata. Come tutte le altre volte.
Già.
Come tutte le altre volte.
E allora?
E allora il problema risiede probabilmente negli ovociti fecondati.
Noi due, pur amandoci follemente, non siamo compatibili nella riproduzione.
Produciamo ovociti malati.
C'è qualcosa di sbagliato a livello molecolare, non genetico, altrimenti questo si evincerebbe dal cariotipo.
Forse.
E quindi?
E quindi non c'è soluzione.
Il mio dottore mi ha promesso che avrebbe contattato un suo collega spagnolo che si occupa di questo, per capire se è possibile fare un tipo di analisi che noi possiamo fare, perchè in Italia non c'è nessuno che si occupa a questi livelli di queste problematiche. Ma, ha premesso, che secondo lui, non c'è nulla che possa rivelare una problematica del genere e in ogni caso, ammesso di trovare un problema, quindi ammesso di riuscire ad avere una diagnosi in mano, non c'è soluzione.
Tutte le terapie adottate in questi casi io le sto già facendo.
L'unica terapia applicata è quella del cortisone, ma solo perchè non si conoscono altre soluzioni.
Ed io il cortisone lo sto già assumendo da quasi due anni, e con questa gravidanza, lo avevo raddoppiato.
Conclusione:
senza una diagnosi dalla nostra parte, non possiamo escludere al 100% di produrre prima o poi, per intercessione divina (a cui non farei tanto affidamento a questo punto, e questa sarà pure mancanza di fede, che il Signore non me ne voglia, e mi pare pure che me ne voglia!) ovociti non malati. Ciò che possiamo fare è continuare a provare, mettendo in conto continui aborti, perchè finchè, cito testualmente il dottore, "tu ce la fai, io ci sto", comprese le blasto congelate che a questo punto hanno già segnato il loro destino.
L'altra ipotesi è l'ovodonazione.
E qui si apre un capitolo che noi non abbiamo fino ad ora affrontato.
Il dottore dice che arriveremo all'ovodonazione come ultima spiaggia, dopo i miei 40 anni. Questo significa che mette in conto di esaurire prima la mia riserva ovarica.
Mi chiedo perchè, se non abbiamo chances.
Mi si chiede di continuare a generare morte invece che vita.
Come possiamo arrivare ad una soluzione ?
In un momento ho dovuto apprendere che il mio ennesimo bambino non c'era più e poi apprendere la notizia che probabilmente o giochiamo alla roulette con i nostri futuri bambini o rinunciamo.
In tutti questi anni di sofferenza, l'unica certezza che io ho sempre avuto, era che prima o poi sarei diventata mamma. Che prima o poi il mio bambino mi avrebbe sorriso.
Alla fine arriva mamma.
Non sarà così molto probabilmente e ora dobbiamo metabolizzare questo.
Non lo avevo messo in conto.
Non soffro ora per questo aborto.
Al dolore ci si abitua, mi dice mio marito, anche se è una brutta parola da pronunciare.
Anche se noi non abbiamo mai potuto sentire il battito del cuore, il pulsare su quello schermo.
Ora è la speranza che ci viene uccisa, la speranza che nel tempo, abbiamo imparato a coltivare per avere la forza necessaria per andare avanti.
Non riesco a crederci.
Questo no. Non l'avevo davvero messo in conto. Ma nessuno mette in conto una tragedia, una malattia, una morte improvvisa. Chi potrebbe farlo?
Ecco, per me ora è come aver avuto la sentenza di una malattia incurabile.
Chiedo scusa per il paragone, e se vi riterrete offese, non leggete, ma questo è per me ora, in questo momento della mia vita. Poi tra dieci anni sarà altro, ma ora è così.
Sono su questa terra per questo motivo.
Oggi mi è stato negato il motivo per cui sono qui.
Mi conosco e non mi arrendo.
Ho studiato fino ad ora esempi con problematiche come le nostre (molto rare in realtà), e sto cercando di capire di cosa si tratta per esempio quando si parla di biopsia del globulo polare, con la tecnica FISH, che si occupa di analizzare se l'ovulo prima della fecondazione è aneuploidie, ovvero con anomalie cromosomiche e non genetiche. Ma ci stiamo addentrando in un mondo davvero difficile e complicato, forse troppo per noi. Non so.
E' che ora quella fiammella è debole e fra poco si spengerà. E noi siamo terrorizzati dal buio che ci aspetta.
Ho bisogno di aiuto.
Siete in 100 (da oggi) che mi leggete.
Mai avrei creduto di poter avere questo seguìto, perchè questo blog non era nato per questo, ma per dialogare con il mio piccolo.
Poi è diventato motivo di condivisione, attraverso il racconto delle vostre perdite, perchè alla condivisione del dolore, io credo molto.
Ora per favore, ho bisogno di aiuto.
Se tra voi esiste qualcuno che è a conoscenza di una storia simile alla mia, che possa aiutarci, se avete un consiglio, un ragionamento che volete fare con me, vi prego scrivetemi.
Qui o attraverso la mia mail: anais@inwind.it
Quando saprò che abbiamo una speranza, o, se saremo messi in grado di capire se avremo una speranza, allora, mi prenderò il tempo che voi dite io debba prendermi.
Ora no.
Ora non posso tradire i miei figli.
C'è un tempo per il dolore.
C'è un tempo per le lacrime.
Ed io non posso lasciarmi andare alla disperazione adesso che i nostri figli hanno bisogno di me.
Ed io non posso lasciarmi andare alla disperazione adesso che i nostri figli hanno bisogno di me.
In settimana mi diranno se faremo un raschiamento, e pur essendo sempre stata terrorizzata da questa eventualità, ora non ho più paura. Il mio corpo è martorizzato. Mi sono guardata allo specchio e sono piena di lividi. Ovunque. Come in un campo di battaglia, battaglia che abbiamo perso. Sono dimagrita ulteriormente, e il mio viso ha perennemente due occhiaie da due mesi. Non ho paura della sofferenza fisica ora, quasi spererei in un raschiamento per poter provare a fare una biopsia genetica sul feto, anche se già so che non sarà possibile perchè troppo piccolo.
Ma mi sto attaccando a tutto.
Questo è un grido di aiuto e di amore.
Aiutateci.
Non giudicateci.
Fabio&Anna
Non giudicateci.
Fabio&Anna