Visualizzazione post con etichetta PMA incontri infertilità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta PMA incontri infertilità. Mostra tutti i post

mercoledì 10 febbraio 2016

PMA, maternità, diritti, ingiustizia 2 - La vendetta.

Vi chiedo di leggere fino in fondo questo post e di diffondere non condividendo a prescindere (ho capito che non funziona), ma diffondendo tra chi è realmente interessato a partecipare.
Se conoscete qualcuno che vuole venire (si tratta di questo sabato e si tratta di Roma), -perchè io non lo chiedo più uno ad uno ai miei conoscenti - scrivetemi e vi inserisco in lista.
Grazie per l'attenzione.
annallafinearrivamamma



"Sabato 13 febbraio 2016, Conferenza interdisciplinare e ripresa per la TV Nazionale sulla PMA oggi in Italia!
Chi vive il DRAMMA dell'infertilità e chi lotta per raggiungere il sogno di completare la propria famiglia ha diritto, secondo gli articoli della Costituzione della nostra Repubblica, ad essere aiutato da essa. "La Repubblica ha il dovere di aiutare con mezzi economici la coppia a creare una famiglia", mentre in questo paese stiamo in silenzio e paghiamo ticket, numeri tentativi limitati, limiti di età, cure ed esami. Ora, assieme, come un vero gruppo di guerriere, possiamo fare la differenza. Non importa in quale centro siamo seguite. Non importa cone si chiama il medico X o y, tutte noi ed in tutta Italia vinceremo se combattere assieme. Per noi e per i nostri diritti. Per il sogno di essere madri e di essere genitori.
Chiedo scusa per il grassetto ma è esclusivamente per far vedere bene l'informazione:
SABATO 13 FEBBRAIO DALLE ORE 10.30 alle 13.30 A ROMA, PRESSO L'NH HOTEL LEONARDO DA VINCI, VIA DEI GRACCHI 324. 00192, ROMA (ZONA COLA DI RIENZO - METRO A DALLA STAZIONE ROMA TERMINI IN DIREZIONE BATTISTINI E FERMATA A LEPANTO, AD UN PASSO DAL VATICANO DOVE DOPO CI POSSIAMO ANDARE ASSIEME A PREGARE, CI SARÀ UNA GRANDE CONFERENZA CHE VERRÀ RIPRESA DAI TG E DALLA TV NAZIONALE SULL'INFERTILITA E LA PMA OGGI IN ITALIA.
Ci sono parcheggi e si arriva in macchina. Il sabato non c'è neppure traffico.
Il programma prevede:
- un incontro tra tutte le coppie che hanno fatto o stanno facendo o faranno il percorso di pma, ma anche con amici e parenti con la raccolta firme (più saremo e meglio sarà) che sarà allegata ad una lettera per il Ministro Lorenzin e per il nostro Governo (appuntamento politico alcuni giorni dopo la conferenza per discutere la modifica delle leggi);
- discussione sulla PMA Omologa ed Eterologa tra le coppie presenti ed i Professionisti nel settore Medico, Genetico, Psicologico e Sessuologico dell'infertilità e della genitorialità e raccolta di proposte da parte delle coppie;
- discorso e risposte con una grande Avvocatessa ed Associazione che si batte nel nostro paese per i nostri diritti;
- possibile presenza di un onorevole.
Sarà presente l'animazione con storie, magia, balletti e giochi per i bimbi.
Sarà presente un rinfresco per tutte le coppie e dopo i professionisti saranno lieti anche in spazi privati di ascoltare e rispondere alle coppie.
Sono accetti (previa organizzazione di appuntamento) professionisti nel campo dell'endometriosi, andrologia, ginecologia, oncologia ed associazioni per utenti che desiderano unire le forze affinché:
- non ci sia più l'anticostituzionale limite di età per la pma in convenzione nel nostro paese
- ci siano almeno fino a 5 pma in convenzione con ticket ridotti all'indispensabile
-ci sia supporto psico-sessuologico alle coppie in convenzione durante il percorso
- siano in convenzione tutti i farmaci e gli esami per la pma
- siano finanziate campagne per i donatori e le donatrici
- sia concesso dal SSN il pagamento di una quota di ringraziamento a questi ultimi perché altrimenti nessuno dona, seppur generosamente, ma senza almeno una gratificazione
- Ogni regione, incluse le 5 attualmente chiuse alle convenzioni interne (liste d'attesa di anni negli ospedali pubblici) ed esterne, deve avere gli stessi diritti.
Guerrieri e guerriere, qui non importa da dove veniamo o in che centro siamo. Qui ci sono associazioni che stanno dando il loro supporto per darci la possibilità di lottare e farlo assieme. Chi davvero vuole vincere, chi davvero vuole fare la differenza, invece di restare tutti zitti e lasciare che le regioni usino i soldi delle nostre cure per altre cose, venga a questa conferenza. Sono solo tre ore che possono cambiare la vita di milioni di coppie in questo paese!"

martedì 12 gennaio 2016

PMA, diritti, ingiustizia

Eccomi di nuovo qui sul mio vecchio blog, e poi ripeterò l'appello nel nuovo, per un appello che vi chiedo di leggere e che rivolgo per ora alle coppie romane (o chi può essere presente a Roma sabato 23 gennaio) che lottano, hanno lottato e lotteranno per la PMA nel pubblico in Italia.
Su facebook avevo già nei giorni scorsi fatto post in cui vi racconto le attuali problematiche burocratiche che si devono affrontare per fare un tentativo di pma in convenzione con il SSN in regioni come il Lazio (ma ci sono anche altre regioni, come l'umbria e la campania e la Puglia, che ha proprio negato l'accesso alla pma in convenzione) e io mi troverò in questo vortice nei prossimi mesi, laddove dovrò affrontare il mio terzo tentativo con il SSN, come nei miei diritti. Oggi vi chiedo di leggere questo appello scritto da una delle organizzatrici (che conosco personalmente) e vi chiedo anche di partecipare con le vostre firme.
E' una lotta, non solo l'infertilità che già di per sè basterebbe, ma anche l'iter burocratico per chi non può accedere alla PMA privatamente, e lo squilibrio dei diritti se il problema è economico, è triste e ingiusto.
Per favore, per i motivi qui elencati, leggete e partecipate per firmare, per me, per voi e per le coppie che verranno, e soprattutto se avete già fatto PMA, avete in braccio i vostri bambini, per favore, partecipate per persone come me che ancora non ce l'hanno fatta.
Grazie


p.s
se vorrete partecipate, come al solito, contattatemi su anais@inwind.it o qui nei commenti. 
Grazie ancora.




RICORDIAMOCI CHE DOBBIAMO LOTTARE PER NOI, PER I NOSTRI FIGLI E PER IL FUTURO DELLE DONNE DOPO DI NOI!
SABATO 23 GENNAIO ALLE ORE 10 A ROMA IN VIALE DI VILLA MASSIMO N. 8a NELLA SALA RIUNIONI SI TERRÀ UN IMPORTANTE INCONTRO PER DIBATTERE SULLE LEGGI E SU COSA, INSIEME AI LEGALI DELLA PIÙ IMPORTANTE ASSOCIAZIONE DI SOSTEGNO DEI DIRITTI DEGLI UTENTI, POSSIAMO FARE AFFINCHÉ:
1) SI ARRIVI ALMENO A 45 ANNI CON LA PMA IN CONVENZIONE,
2) SI AIUTINO ECONOMICAMENTE TUTTE LE COPPIE, 
3) SI ABBIANO LEGGI IDENTICHE X TUTTE,
4) SI ABOLISCANO LE TRUFFE NELLA PMA,
5) SI ARRIVI A 5 PMA IN CONVENZIONE,
6) SI RIAPRANO LE CONVENZIONE IN PUGLIA E NELLE REGIONI NON VIRTUOSE, COME IL LAZIO CHE STA RICHIEDENDO NULLA OSTA DALLE ASL REGIONALI PER POTER EFFETTUARE TENTATIVI DI PMA IN CONVENZIONE FUORI REGIONE.


NON SI ACCETTANO FIRME TELEMATICHE, MA ESCLUSIVAMENTE  PRESENZA NELLA CONFERENZA STAMPA CHE SARÀ FATTA, PER QUESTO, DI SABATO MATTINA.
CHIEDO AI PARTECIPANTI DI INSERIRE QUI LA PRESENZA (SOLO CHI SARÀ PRESENTE) ED IL NUMERO IN MODO DA ORGANIZZARE IL RINFRESCO E LE SEDUTE!

domenica 24 maggio 2015

Cinque (5)


"Voi siete nati insieme
e insieme starete per sempre.
Insieme quando le bianche ali del tempo
sperderanno i vostri giorni.
Insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unità
e tra voi danzino i venti dei cieli."
( P. Neruda) 

Cinque (5),
combattete.
Ancora da soli.
Poi ci penso io .
Combattete ancora.
Poi saremo di nuovo insieme.

giovedì 21 maggio 2015

Fare spazio.

Eppure,
nonostante le meditazioni per ripulire il karma, le preghiere, le speranze, la maturità incessante, il disperato bisogno di combattere contro il vento per raggiungere la méta, le situazioni sembrano ripetersi ed io mi ritrovo oggi davanti ad una nuova porta da aprire, busso, sto per entrare.
Cosa c'è dopo.
Ancora non lo so.
So cosa mi aspetta.
Forse perchè vivo talmente intensamente tutto, che i ricordi mi rimangono appiccicati e non se ne vanno. Vivo in uno stato di inconscienza e vago senza capire davvero cosa sta per accadere, perchè tutto è arrivato di corsa, mentre io correvo, mentre il mondo continuava a vivere, ed io imperterrita riempivo le mie tasche di speranza, ancora e ancora.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Sono qui, tremante, il fianco destro comincia a far male, ho il terrore che la situazione peggiorerà con il passare delle ore, ma stavolta c'è anche il sinistro, lento, silenzioso, ma ancora in forza.
8+3
sono i numeri che mi gioco.
8 signorini a destra e 3 a sinistra.
Numeroni che affiancati ai miei 41 anni, formano un cerchio magico, grande come gli occhi dei dottori che non credevano per niente ad una risposta tale di un'attempata come me, alla stimolazione.
9 giorni di stimolazione.
18 punture, più qualcun altra, visto che ho sbagliato a bucarmi varie volte.
930 di beta-estradiolo
225 di Gonal, poi 300, poi 350.
nessun antagonista -non c'è bisogno, gli ovuli sono talmente perfetti che non vogliamo intaccare la loro qualità con uno stop&go - mi dicono.
16.5 mm a ieri sera. Tutti. Senza differenze.
Crescita costante, omogenea, perfetta, silenziosa.
Oggi alle 23.30 la puntura libera-tutti, che dopo 36 ore porterà i signorini ad aprirsi  e poi attenderanno di essere risucchiati in un ago e poi attenderanno di essere portati ad incontrarsi con quegli amichetti tutti lavati e ben profumati degli spermatozoi.
Poi toccherà a loro.
Solo a loro.
e allora poi, attenderemo noi.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Dal 20 novembre al 20 maggio, un altro cammino lungo, fatto di esami, paura, lacrime, dubbi, flebo, dieci (10) flebo sin qui per ripulire il mio sangue della sua tossicità, salti, attese, tante ore di attesa nelle anticamere, meditazioni, preghiere, incoscienza.
Otto (8) + tre (3), molto meglio della scorsa volta, nonostante tutto.
Mi sorprendo da sola.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Non si capisce il perchè nel frattempo non ci sia più stato un concepimento naturale visto la mia splendente risposta, ma una delle ipotesi è che l'unica tuba rimasta si sia chiusa perchè danneggiata nel tempo dagli aborti.
E' una risposta plausibile.
A me sta bene. E' una risposta.
Se nel frattempo avessi riscontrato un abbassamento della mia riserva ovarica che so, o un'irregolarità fisica, meccanica, allora avrei avuto dubbi. Invece sono perfetta, un'isteroscopia che fa vedere una cavità uterina degna di medaglie, un nido perfetto.
Tutto è perfetto.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Sento la paura risalire dal basso.
Sono i ricordi di ciò che è stato che mi bloccano.
Cosa c'è di diverso stavolta.
Non lo so.
Uno stato di incoscienza misto a determinazione e consapevolezza.
So cosa mi aspetta.
Non voglio un altro aborto.
Non lo voglio con tutta me stessa.
Ma non basta.
Non riesco ad essere leggera, nonostante i miei sforzi e la mia aria da spavalda quando entro nelle sale di attesa piene di donne nella mia stessa situazione.
Vorrei dire che la mia storia potrebbe spazzare via ogni paura che avverto nell'aria, ma sono spavalda e stronza, ma lo sono dentro, fuori faccio finta di niente e sto buona. Solo non voglio sentire nessun altra storia.
In questi giorni non ho fatto altro che leggermi e rileggermi in passato, e mi basto.
Davvero mi avanzo pure.
E non voglio capire oltre.
Non voglio più indagare.
Ho le vene traumatizzate, sono piena di lividi, faccio amicizia solo con gli infermieri che mi fanno i prelievi e le flebo. Mi attacco a loro e racconto anche se non mi chiedono.
Non voglio commiserazione, voglio solo comprensione.
Non voglio battute acide.
Voglio solo un abbraccio.
Un abbraccio.
Ne ho tanto bisogno.
Tanto.
Ecco cosa c'è di diverso stavolta.
Le lacrime.
Mi sono uscite da sole, per tutto il tempo della stimolazione. Anche se io non volevo, anche se non ce ne era motivo.
Lacrime.
A fiumi.
Il perchè non lo capisco.
O forse si.
Ho bisogno di buttare fuori tutto, da sempre, e non l'ho potuto fare mai.
Mi sento in prigione, non so come fare. Devo buttar fuori la tensione e la paura, non posso incamerarla. E' il mio modo di vivere.
Ma non riesco a contenere il giudizio.
Mi sento fragile.
Chi mi ostacola sottilmente perchè ha paura per me, chi lo fa perchè non comprende la mia scelta, chi lo fa perchè non ideologicamente daccordo con la procrezione assistita.
Ancora, nonostante anni di battaglie, ancora quelle parole fuori posto, quelle note stonate che avverto tra una frase e l'altra, quelle note che ti fanno capire che chi hai davanti non ha capito, non ha capito quanto sacro è concepire una vita e quanto santo è il desiderio di concepire, arroccati su posizioni ideologiche invece che umane.
Se avessimo il coraggio di scendere dai nostri piedistalli ogni tanto, ci accorgeremmo che non è necessario scomodare il nome di Gesù per farlo scendere dalla Croce. Egli è sceso sì, ma non per battagliare ideologicamente ma per accogliere la vita, stravolgendo il concetto di morte.
Cosa c'è di diverso stavolta.
C'è che siamo solo noi due.
Tre con Hope.
I tre moschettieri.
Che con le spade in mano combattiamo.
Stavolta, non sono loro I cavalieri. Lo siamo noi.
Come dice la mia insegnante di yoga:
 "la paura la conosci, e una cosa conosciuta è sempre meglio di una sconosciuta".
Una cosa conosciuta si combatte e io so come batterla.
Devo combattere la paura e poi lasciarla andare e fare spazio ad altro.
Fare spazio ad altro.
Ecco.
Alla fine di tutte queste parole senza senso e senza costruzione, alla fine di tutti questi numeri.
Fare spazio.
Eccola la differenza rispetto all'altra volta.
Via tutto e tutti.
Ho spazio solo per tutto quello che sarà e per tutto l'amore, mio e di Fabio per i nostri figli.



Sabato, ore 9.
Pick-up.

domenica 25 maggio 2014

Il coraggio di scegliere

Sono giorni in cui alcune questioni mi ronzano intorno.
Io le caccio e poi i pensieri tornano, poi se ne vanno, poi torno io.
Fermo i fatti, scriverò cose impopolari, ma tant'è.

Alcune persone a me molto vicine, non riuscendo a concepire, sono state da me indirizzate al mio dottore.
Trovato il problema di natura meccanica, si è deciso per un ciclo di pma.
Ok, tutto bene sin qua.
Difficile per me riviversi da vicino tutto l'iter, ma mi fa piacere sapere di essere stata di aiuto al concepimento di una nuova vita.
Queste persone da subito, dichiarano di non voler sapere nulla di come si svolgeranno le cose, per non agitarsi, per non entrare in ansia.
Pace.
Scelta loro.
Poi una settimana fa circa, tre giorni prima del pick up, ci ritroviamo a cena insieme e ad un certo punto spuntano le domande.
Ci chiedono cosa è un transfer e cosa succederà (a tre giorni dal pick up, ripeto). Noi due ci guardiamo sorpresi, ingoiamo aria, poi sospiriamo, poi decidiamo di spiegare.
La seconda domanda è più tosta. Ci chiedono se fare o no la diagnosi preimpianto, perchè a loro avviso, è il dottore che glielo deve dire se farla o no. A quel punto noi ci rifiutiamo di dare questo consiglio e riteniamo di non dover entrare in merito. Cerchiamo di spiegare che comunque la questione ha implicazioni di varia natura e che la decisione è unicamente la loro, e non del dottore.
Ne usciamo sconvolti.
I fatti di non conoscenza si susseguono dopo il pick up e poi con il transfer con una gravità tale che nemmeno le basi, ora lo capisco, sono state assorbite (che cosa è una blastocisti? dove sono ora i cosi fecondati? sono congelati? perchè quelli in eccesso non possono essere buttati?ma perchè il mio estradiolo è aumentato dopo le prime punture di gonal? sto male? eccetera).
Io nel frattempo incontro il mio dottore, come già scritto in altro post, e discuto con lui del fatto che portare una coppia alla pma con tale inconsapevolezza, è per me assurdo.
Mi si risponde che le cose sono state spiegate e che comunque forse, è meglio così, perchè così si può evitare il fattore ansia che ha come unica conseguenza quella di far star male la coppia senza aiutare il concepimento.
Mi fermo qui a raccontare i fatti perchè su questo punto, non sono affatto d'accordo.
Ne ho discusso ampiamente questa sera, in altra sede e con persone totalmente estranee alla pma, e il risultato che ne è uscito è che io devo tenermi fuori da questi fatti, per tutelarmi emotivamente, e altre cose che continuano a non andarmi bene.
Lasciamo stare che dovrei davvero evitare queste situazioni per il mio equilibrio emotivo, ci sta, ma non sono io la protagonista ora.
Non concepisco e non riesco a comprendere, per quanto io stia cercando di sforzarmi, questo atteggiamento di non conoscenza e inconsapevolezza di fronte alla scelta della PMA.
La PMA non è una gravidanza arrivata per caso, non è un concepimento naturale, una scelta non sempre consapevole, un desiderio di diventare madri e padri e "oh, allora stasera non usiamo il preservativo dai! vediamo che succede!". No. La PMA è una scelta, obbligata spesso, ma una scelta. Una volta presa questa decisione, vuol dire che non si va in clinica per farsi iniettare un vaccino che ti renderà magicamente fertile.  No. Tu rimarrai per sempre infertile, anche se riuscirai a partorire, e questo tu, hai l'obbligo di saperlo. Tu hai l'obbligo verso te stesso, il tuo corpo e i figli prodotti, di sapere cosa succede al tuo corpo, a te stessa, dentro quel laboratorio di biologia, dentro la sala operatoria mentre con un ago infilato dentro l'utero ti rubano quello che mai avresti potuto produrre naturalmente, di sapere cosa succede allo sperma del tuo compagno, di conoscere chi sono quei dottori che hanno in mano il destino della tua famiglia.
Tu hai l'obbligo di saperlo, perchè la PMA, il luogo dove avviene, chi la pratica, cosa succede,  sono una scelta, come quando girate come schegge impazzite per i quartieri della vostra città sottoponendo a test severi tutti gli asili della zona dove vostro figlio dovrà stare di lì a pochi mesi dalla nascita. Scegliete la struttura in base ai vostri personali parametri tenendo ben presente l'obiettivo e quello che per voi è prioritario, ovvero il benessere di vostro figlio.
La scelta della PMA è il più grande gesto d'amore verso quelli che saranno i vostri figli e per questo è necessario conoscerne i dettagli, ora non dico proprio ogni cosa (nel mio caso cmq nulla è stato lasciato tralasciato), ma almeno le basi.
Invece no.
Invece ci si giustifica dietro la paura.
Ma chi non ha paura quando si diventa genitore? Quanta paura c'è di fare sbagli e nuocere in qualche modo ai propri figli? Eppure si sceglie.
Si è madri e padri da sempre, anche senza un figlio terreno, anche solo nel cuore.
A me è concesso di esserlo solo così, e la conoscenza dei fatti e la consapevolezza delle decisioni prese, è il mio più alto gesto d'amore verso i miei figli, l'unico che posso fare, l'unico, perchè non li posso abbracciare e stringere.
Si è genitori da molto lontano, non solo con i figli in braccio.
La conoscenza eleva, allontana quei fantasmi che alimentano paure e false dicerie sulle "fabbriche dei bambini" in provetta. La conoscenza ci rende genitori da subito, che scelgono, pur avendo paura, per il meglio dei propri figli.
Per scegliere ci vuole coraggio. Me ne rendo conto.
Ma sul grado di responsabilità che si ha decidendo di concepire vita in questo modo, io non transigo.
In realtà, la mia rigidità mi porta a non transigere nemmeno sull'ignoranza nel concepimento naturale,ma okkey, io lo so che sono una talebana, ma sulla procreazione assistita no dai.

Lo posso proporre il test di ingresso alle coppie per poter usufruire della pma? no perchè, a me questa arroganza, questa pretesa che gli "altri", che siano i dottori o gli amici o  chi sa, debbano spiegare, mica mi sta tanto bene. Se vuoi sapere ti informi. Non è che chiedi a spotting e assorbi solo quello che ti va di sentire, perchè ti fa comodo così. 

La pma non è un trattamento passivo, non si subisce. Si fa con tutto il cuore, i muscoli, la testa e i sentimenti.

Da dove inizia l'essere genitore?

Per me, per noi due, da quando i nostri figli hanno cominciato ad esistere nei nostri cuori.
Il resto, è venuto da sè.

sabato 19 aprile 2014

Gestione del dolore

"La mamma sta bene. Lo sa anche Picasso che è una bugia. Che le mamme intrise di dolore fanno paura. E non c'è rimedio che lenisca, finchè non riescono a uscire loro stesse dall'abisso. E non c'è modo di affrettarne il ritorno alla vita. Ma almeno abbiate compassione. E rispetto. "
Ciao Lapo Onlus


Sono giorni che mi frullano in testa tante parole, sarà che non sono più immune al dolore anche se non mi riguarda più direttamente, sarà che non mi è più possibile passare oltre, sarà che il dolore mi gira intorno, poi mi scova, ne annuso la presenza da lontano, e non sbaglio mai. Non sbaglio più.
Il dolore va attraversato, ci si convive insieme, prende forma e poi spazio nel cuore, con il tempo, piano piano, e poi si impara a gestirlo. Ci vuole tempo ed esperienza, ma una volta provato non si è più immune, ormai fa parte di te, e non si guarisce. Ma non è una cosa negativa questa. Se sei ammalato di dolore sviluppi una sensibilità verso gli altri e riguardo i fatti che ti girano intorno, che, seppur non ti lasciano indifferente e fanno sempre lavorare cuore e testa, io considero comunque un dono.
Non è facile ok. Ma non si può non considerare il fatto che l'apertura al mondo ti eleva ad un gradino dal quale osservi la vita con un punto di vista che mai avevi raggiunto prima.
Gestire il dolore è altro affare e su quello ci si sta lavorando.
Ho chiesto silenzio durante il massimo dolore perchè mi sono sentita smarrita, non sapevo cosa fare, non sapevo gestirmi, tanto meno riuscivo a capire come mitigare quell'ondata che mi investiva con violenza e mi lasciava senza fiato. Poi, dopo lo tsunami, quando tutto intorno a me era deserto e desolazione, ho teso le mani per rialzarmi e spesso, non ho trovato nessuno a tirarmi su.
Le parole che mi sono state rivolte in alcuni casi sono state proprio quelle riguardanti l'incapacità a saper gestire il mio dolore, quella situazione. E in effetti ho capito, ho giustificato.
A volte ho suggerito io, a volte ho dichiarato che lo capivo il perchè di certi allontanamenti che secondo me derivavano dal non saper gestire una situazione come la mia, eppure mi è stato risposto che non era affatto così.
Diffidare da tale sicurezza, quelle sono le persone che pretendono un comportamento sempre e comunque costante da te. Nonostante lo tsunami.

Non affronto in questa sede il dolore a seguito della perdita di una persona cara, parliamo di quello di cui normalmente scrivo qui. Parliamo dell'aborto finito in un raschiamento, l'ultimo in ordine di tempo.
 Di tutte le interruzioni di gravidanza vissute, nonostante l'aver rischiato la vita con l'extrauterina (forse perchè quella volta viveva in me un certo stato di incoscienza), ecco nonostante ciò,  dicevo, la più dolorosa in assoluto è stata la perdita fisica dopo il raschiamento. Sarà che un raschiamento dopo una gravidanza ottenuta con pma è davvero difficile da affrontare fisicamente, dopo mesi di punture, letto, medicine, esami, vane ecografie. Sarà che la pma è tanta roba, tanto accumulo di speranza, tante situazioni, belle, brutte, tanto tempo prima e tanto tempo dopo, tempo sottile, che si diluisce nel tuo sangue, diventa dialogo continuo tra te e tuo figlio.

La mia gravidanza non è andata bene dall'inizio: di quel periodo ricordo il letto, il computer, la tv, i libri e le punture. Poi ricordo perfettamente la sua presenza dentro di me e il mio corpo che cambiava, e un sottile, costante, flebile dolore, che mi ricordava che le cose no, non stavano andando per niente bene. Tutto teso alla vita, mica alla morte. Tutto un lavoro proteso verso la luce, mica verso il buio.
Poi ti abitui anche a questo.
Però,  quando tuo figlio smette di vivere, il tuo corpo mica lo sa e pensa che deve continuare a lavorare, e il raschiamento, orrendo termine per descrivere ciò che avviene realmente, porta te stessa e il tuo corpo alla pazzia. Improvvisamente "toglie" ciò per cui vivevi. Improvvisamente, il buio, pur volendo la luce.
Calo ormonale, lo definisce la medicina. 
Nel giro di poche ore arriva lo tsunami e tu, per non morire, non puoi fare altro che prendere fiato e reggere l'apnea, stringendoti ad una roccia (il tuo uomo) e aspettare che finisca. Perchè non sai che altro fare per non morire, pur volendolo in quel momento, pur avendo l'impulso di lasciare la presa e lasciarti andare.

Ecco, io credo che per chiunque viva questo (o un altro tipo di dolore così sconvolgente) si debba il rispetto, quel rispetto che concede la giustificazione di un comportamento, agli occhi degli altri, irrazionale, senza spiegazioni.
Il rispetto si impara, anche se non si è in grado, e non si pretende da chi prova quel dolore. 
Ricordo i periodi intorno ai miei lutti come i più difficili da gestire con gli altri, ricordo la mia inadeguatezza e il mio senso di colpa per il mio rendere nuda la mia sofferenza, parlandone, scrivendone, allontanandomi da chi non comprendeva come fosse innaturale per me in quel momento accettare le gravidanze nate parallele alla mia. Non ero arrabbiata con nessuno, non ero gelosa di nessun altra pancia, mi chiedevo solo "perchè mio figlio no". Perchè mio figlio se ne era andato. E ogni passaggio, ogni conquista altrui, ogni ecografia, battito di cuore, movimento fetale era per me la tomba della speranza che avevo cercato di tenere accesa per tanto tempo. Mi sono giudicata. Mi sono sentita come una brutta persona. Ho cercato di spiegare in lacrime. Mi sono costretta nel cercare di comprendere chi mi era intorno. L'ho fatto male. Ho chiesto maldestramente scusa. Non è servito.
Ci si trincea dietro le proprie convinzioni per non attraversare quel dolore, per non volerlo gestire.

Con il tempo ho smesso di chiedere di essere compresa. 
Ho imparato a volermi più bene, nonostante il vuoto intorno, sapendo che non era affatto dentro di me.
Ma non riuscirò mai a dimenticare quella non gestione del dolore che mi ha spogliato della mia identità di madre, che non ha riconosciuto l'esistenza di mio figlio, che non ha rispettato quella mia sorda sofferenza di genitore mancato. 
Con il tempo ho avvertito come un sottile odio verso di me e quello che rappresentavo, come fossi diventata lo specchio di ciò che non si è riuscito a risolvere.
Pesa su di me tutto questo. 
Ogni giorno.
A volte compaiono parole e gesti e sguardi, che mi spezzano in due e mi costringono a notti in bianco affogate nelle lacrime.
E anche se non sono arrabbiata ora, perchè la rabbia non costruisce, pur essendo a volte necessaria ma solo se circoscritta, io non giustifico più.

"... Ma almeno abbiate compassione. E rispetto. "




Tutti gli uomini sanno che non esistono consigli di conforto al dolore, eppure, di fronte al dolore di altri si cerca di dire qualcosa, consolare, se non altro per sussurrare che…. esiste qualcuno lì, oltre al dolore. Sussurrare qualcosa di banale, per dire di più: “Io sono con te”.

Stephen Littleword, Nulla è per caso




(*)queste parole sono per te.


giovedì 1 novembre 2012

Con tutto l'amore

Stamattina sono felice.
Mi accontento di ogni singolo passo che riusciamo a compiere, perchè non sono sola, ora ci sono loro.
Hanno superato ostacoli enormi.
Me le ricordo ancora le parole del biologo due settimane fa: "ora signori, tra il quarto e il quinto giorno è un altro momento critico per loro, se superano questo, siamo a buon punto!"
E allora mi è venuto da pensare che fatica immane dovevano aver fatto fino a quel punto, e l'immagine che ho avuto per tutti quei giorni, fino al transfer, è stata quella di loro due che con gli occhi strizzati, si sforzavano di crescere. Tipo quando fai la cacca. Così me li sono immaginati. Concentratissimi a moltiplicare le cellule.
E questa immagine comica mi ha aiutato a stare bene.
E ce l'hanno fatta.
Non volevo essere di certo io a dir loro che quello che li aspettava sarebbe stato ancor più faticoso.
Ora sono con me.
Dentro di me.
Continuo a guardare la loro foto e so che a questo punto non assomigliano più nemmeno un pò a quelle immagini.

Nel tredicesimo giorno l'epitelio dell'endometrio si è ormai totalmente riformato e scompare il coagulo di fibrina. Le cellule del citotrofoblasto presso il polo embrionale iniziano a formare strutture allungate che penetrano nel sinciziotrofoblasto da cui sono ricoperte, dirigendosi verso le lacune piene di sangue, che sono molto più ampie e numerose a questo polo rispetto all'opposto, formano così i villi primari. La cavità esocelomatica nel frattempo si è enormemente espansa, prendendo il nome di cavità corionica, tanto che il mesoderma somatopleurico extraembrionale appare come un sottile strato che tappezza internamente il citotrofoblasto (ora prende il nome di disco corionico), mentre lo splacnopleurico ricopre l'embrione. Nel mesoderma è possibile riscontrare residui della cavità celomatica ancora circondati da cellule ipoblastiche piatte che prendono il nome di cisti esocelomatiche 
cit. wikipedia
Ora, pur dovendomi applicare molto nel tradurre questi termini, so da sola cosa stanno combinando quei due ed immagino quanta fatica stiano facendo.
Stamattina non ho dolori, e le perdite sono, ad impegnarsi, solo sulla carta, rosate-marroni (perchè noi sappiamo bene quanta importanza ha il colore) ed io sono immobile a letto.
L'immobilità e il dover dipendere dagli altri è ciò che più mi pesa ora, ma non fa niente, naturalmente.
Io sto ferma, loro lavorano come forsennati.
Io assaporo questi momenti di dolcezza infinita, come ho fatto tutte le altre volte.
Vorrei riuscire a superare questo momento, chiedo di riuscire a vederli sul video, perchè a quel punto non ci sono mai arrivata. Poi al resto, ci penserò.
Mi accontento di piccoli passi di successo.
 Per ora ne abbiamo fatti tanti. La scala è stata percorsa tutta, siamo arrivati fino in cima, loro ci hanno riconosciuto, abbiamo preso la loro mano e li abbiamo condotti qui.
Ora devono decidere di rimanere, ma noi, non possiamo costringerli. Non ne abbiamo il potere.
Possiamo dare loro tutto l'amore del mondo.
Di più non possiamo.
E possiamo aspettare.
Questo sì.

martedì 30 ottobre 2012

Oggi si.


...e poi mi addormento con una dolcezza infinita nel cuore.


Oggi va bene, sono di nuovo serena.

domenica 28 ottobre 2012

9° passo: la parte più difficile


Non è facile.
La mia positività iniziale ora sta andando a farsi benedire.
Ho le orecchie tappate.
La lingua asciutta.
Le labbra secche.
E' paura.
Che non riesco a controllare, non riesco a gestire.
Mettere davvero in conto la degenerazione delle due scintille non è facile.
Non riesco a razionalizzarla.
Sono bloccata.
Eppure le condizioni al contorno sono positive, ma mi sono abituata a vivere solo brutte situazioni, riguardo questo argomento, e ora ho paura.
Non trovo un'altra parola.
Paura.
Vorrei che queste ore non corressero. Vorrei congelare l'illusione, cullandola sotto la coperta di pile che mi fa compagnia in queste lunghe giornate.
Vorrei fermare tutto qui.
Vorrei continuare ad assaporare la lentezza di questo momento, troppo breve in fondo rispetto ai mesi e mesi di preparazione e della stimolazione, dettati dalla velocità, dall'ansia, dalle corse, dagli scleri.
Questo è un momento dolce, lento, caldo.
Se non ci fosse questa dannata paura....

venerdì 26 ottobre 2012

silenzio



Quelli che sanno ascoltare la melodia del futuro piantano alberi alla cui ombra non si siederanno mai.

Ma non importa. Essi si rallegrano pensando che i bambini legheranno altalene ai suoi rami.

Rubem Alves



A volte, in alcune occasioni, c'è bisogno di silenzio, nonostante la paura e il bisogno di superarla.

giovedì 25 ottobre 2012

8° passo: dei giorni con voi

Questa notte, alle quattro ero sveglia.
Hope grattava dietro la porta e chiedeva a gran voce di poter dormire con noi.
Lo fa da due giorni, da quando sa che sono abitata.
Oh bè, non mi sono lasciata convincere. Mi sono alzata, ma in realtà dovevo far pipì, ed è partito uno sculaccione epico. Mi ha guardato, ci è rimasto malissimo e si è accucciato nella sua culletta.
Oggi non mi parla.
Mi guarda di traverso.
Anche ora, che sono sola, e sono sdraiata sul divano, lui dorme nella culletta, e non salta su ad accoccolarsi su di me.
Ca va sans dire.
Inconvenienti genitoriali.
Bisogna che mi alleni se i ragazzi qui saranno due, se mi faccio vedere molla, poi come si fa, visto che di mollo, c'è già lui.

martedì 23 ottobre 2012

7°passo: l'incontro

Bread Everything I own

Grazie al mio amore, che mentre scrivo mi sta facendo ascoltare questa canzone.

lunedì 22 ottobre 2012

Domani

ore 15.00
ci sono.
ci sono tutti e cinque.
uno dei cinque è rimasto indietro nella crescita ma rimane comunque in coltura.
Sopravvivono nel momento più difficile fuori da me.
Questo è un vero miracolo.
Io sto vivendo tutto questo con un'emozione che mai avrei immaginato di poter vivere.
Ogni momento, ogni ora che passa è un dono.
Domani due di loro torneranno a casa.
In quella culla che già altre volte ha ospitato.
So che nulla dipende da me ora, e questo è un gran sollievo per me.
Loro mi dimostrano che esistono a prescindere da me e che la loro voglia di vita è grande.
Io devo essere forte ora.
Devo essere forte per loro.


venerdì 19 ottobre 2012

una partita di poker

aggiornamento dell'ultima ora (qui mi sembra di star a giocare una partita di poker!):
consulto biologo - gine dopo alcune ore.
I cinque dell'apocalisse fanno sul serio!
Giudicati di ottima qualità, si porteranno tutti a blastocisti!
Ce la giochiamo alla roulette! Roba da cardiopalma!!!
Io non ce la faccio più con queste emozioni oggi!!!

e ora vi dico una cosa per farvi mettere a piangere, a cui io non ho pensato lì per lì.
Mio marito con le lacrime mi dice:
"ho i brividi. Questi sono i nostri cinque angeli che sono venuti a trovarci. Stanno tornando tutti insieme!"

lacrime.

6° passo: pick up e speranza

Diciamocelo pure:
il pick up io l'avevo sottovalutato.
Sono arrivata tranquilla, giusto un pò eccitata. Mio marito invece era una corda di violino.
La stanza era da Grand Hotel, con il parquet a terra, Sky in tv, il bagnetto con una doccia da paura, che mancava giusto l'idromassaggio. Che se non fosse stato per il motivo per cui eravamo lì, potevamo pensare ad una SPA!
Vabbè.
Volevo ben dire, con tutto quello che abbiamo pagato.
Che ti squilla il telefono in camera dopo che torni dalla sala operatoria, ma io lo sapevo, perchè avevo letto un post di Alessia e me lo ricordavo, mentre mio marito con la faccia a punto interrogativo si chiedeva chi potesse mai essere.
E chi poteva essere se non l'amministrazione che ti dice che puoi saldare?
vabbè.
Sono scesa tranquilla in barella, ma avevo freddo, un freddo cane.
L'anestesista mi sta sulle palle, è una donna a cui non va di lavorare, che mi fa due domande in croce di rito senza tranquillizzarmi su nulla. Le infermiere sono dolcissime. La biologa mi è sembrata una bimbetta con la faccia d'angelo.
Quando mi dicono che è una passeggiata, spiego loro di essere una poliabortiva con extrauterina e che decisamente per me questa è una passeggiata vera.
La posizione però sulla panca della sala operatoria, mi agita.
Per una donna, è svilente.
Mi sono sentita priva di barriere, senza forza, senza difese.
E non è bello.
Ecco, da quel momento in poi, ho avuto paura, ma quella stronza dell'anestesista non mi ha manco detto che ne so "conti fino a 10, conti le pecorelle, testa o croce? "  che voglio dire, di anestesie pesanti io ne avrei fatte abbastanza nella mia vita, lo so come funziona. Invece niente, mi sono addormentata che nn me ne sono accorta. Giusto il tempo di sentire quel veleno in gola, e lei che mi fa "si lo so brucia",  'sta stronza, ripeto.
Il resto è dolore.
Mi sento chiamare con il mio nome, e io che dico "già fatto?" e poi un dolore lancinante a destra, come una spada nel fianco.
Chiedo alle infermiere spiegazioni, mentre risalgo con l'ascensore, e loro dicono che è normale.
Si, normale un paio di ciufoli.
Non so nulla, se non che ricordo perfettamente che quel dolore è simile a quello dell'extrauterina, e mi agito.
Mi sparano in flebo una specie di tachipirina, se vabbè. Datemi il TORADOL almeno, possibilmente se no la morfina, maledetti!!!
(notare quanto sono diventata esperta in materia)
dopo un tempo lunghissimo in cui mi accerto che mio marito ha fatto il suo dovere e poi colazione (invidia), dopo baci e carezze, entra una dottoressa.
Ci dice che sono stati prelevati 10 ovociti!!
Dieci! 10! Dieci! 10!!!
minchia!
e chi se l'aspettava?
Tutti a destra. Il sinistro manco a calci ha funzionato. 'stardo.
Ecco perchè ho tutto questo dolore al fianco destro.
Che posso essere dimessa alle 13.30 visto che sono stata la prima stamattina, ma io dico manco morta mi dimettete. Con quello che paghiamo, giusto se viene la carrozza a zucca di cenerentola con tutti i confort, compreso il teletrasporto a casa, posso alzarmi.
ok, convinta da questa spiegazione mi fa rimanere finchè voglio io, aggiunge.
Abbiamo sKY in camera, vuoi che non mi spari tutte le serie tv di FOX live che a casa non posso vedere?
non se ne parla.
E così ci accingiamo a passare una lunga giornata lì. Il dolore incalza e mi toglie il respiro. Mi fa male fino alla spalla. Mi sembra di avere un coltello lì. Maledetta tachipirina-acqua fresca.
Ad un certo punto in bagno svengo pure. Così, per sport.
La mia pressione è 60 su 100, bassina decisamente.
E così mi sparano una fisiologica in flebo.
Ma fatemi mangiare!
E mangio mezzo panino.
uffa.
Non riesco a godermi nemmeno questo splendido risultato.
Sentiamo il mio dottore, che esulta felicissimo di come sono andate le cose!
Dice che ci giochiamo la carta delle blastocisti. Certo dobbiamo vedere come passeranno la prima notte i 10 cavalieri dell'Apocalisse, ma che le probabilità di congelare ora ci sono, e a maggior ragione di trasferire martedì delle blastocisti. E se no niente, se non va, sabato transfer.
uh!oh!ah!
Svegliatemi perchè questo è un sogno di sicuro.
Ma no, nei sogni non si prova dolore.
Maledetto, non mi lascia mai.
Prima di uscire mi dicono che il dottore che ha fatto il pick up vuole vedermi. Sono le 19, tutte le altre donne che lo hanno fatto, presumo siano uscite da ore. Sempre la solita sono.
Il dottore mi guarda schifato. Dice che doveva farmi un'ecografia ma poi si ricorda che il pick up lo ha fatto lui la mattina e che avevo un ovaio decisamente ingrossato e a rischio iperstimolazione.
Bene!
Ci voleva proprio questa notizia!
Che non mi visita perchè gli sembra normalissimo il dolore visto lo straordinario che ha fatto l'ovaio e che ho prodotto quanto normalmente si produrrebbe con due ovaie.
"ma quanti anni ha lei signora?"
Trentotto caro.
Ce ne ho trentotto.  Mica pizza e fichi.
Che vi credete voi dottori che le vostre statistiche hanno sempre ragione?
E così, mi dice che devo stare immobile a letto e che se pure vado in iperstimolo non succede niente! che è una cavolata!
Oh signore, questo lo ammazzo stasera!
ma vacci tu in iperstimolo!
E niente, tanto non posso fare altro che stare sdraiata, pesarmi, bere integratori, gelarmi con il ghiaccio sull'ovaietto amoroso,  farmi di tachipirina (sempre 'cci sua") .
Ah si.
Punturona di prontogest. Dico che me la posso fare a casa. Il dottore mi guarda con sufficienza dicendo che non ce l'ho a casa questa puntura.
Io con aria di sfida gli dico:" ah bello! sono una poliabortiva io! io il prontogest me lo faccio a colazione con i cornetti!"
alza le spalle.
stronzo.

Da oggi ovuli di progesterone (vabbè pure quelli so' amici miei da mesi ormai) e alle 12.00 l'ora X.
Dobbiamo chiamare il biologo e sapere quanti sopravvissuti ci sono dopo la battaglia.

Forza ragazzi !!!!!! Combattete!!!!!!


aggiornamento delle 13.30
Ho deciso che ci metto la mia faccia da pirla, un minuto prima del pick up, per farvi capire quanto sono cretina ma felice!!!!!
faccia da pirla

Poi aggiungo che, la battaglia ha avuto il seguente esito:
di 10 cavalieri, due non erano pronti alla battaglia perchè troppo piccoletti (leggasi non maturi)
di 8 cavalieri con l'armatura scintillanti, tre si sono disposti in prima fila e hanno preparato il terreno,  soccombendo alla fecondazione (leggasi non si sono amati troppo con gli spermatozoi e hanno detto no!no!no! con il ditino. no! non te la dò!).
Gli altri 5 (i the best, i magnifici, gli scintillanti, i supereroi) si sono fatti un incontro d'ammore e mostrano segni di fecondazione.
Ora, sono seria, la decisione è la seguente:
dei 5, due si congelano ora, 3 (tre!tre!tre!ohhhhh treeeeee!) si portano a blastocisti!!!!!
E qui ci scappa la danza tipo ballo di gruppo delle balere degli anziani il venerdi!
Dunque, 
se sopravvivono i magnifici blasto, in quinta giornata ne trasferiscono due, per politica del centro, e noi abbracciamo questa politica. Si evitano rischi alla mamma e soprattutto a loro che devono farsi spazio e accomodarsi in pancia, nonchè arredare a puntino tutto l'ambiente essendo figli di un architetto. Non vi dico poi che, essendo pure figli di un geologo, dovranno pure piantare la piccozza (ahio!) !


Sono troppo felice!!!
Piccolini miei!!! avanti tutta!!! forza!!!!!!!!!!!


mercoledì 17 ottobre 2012

Di attesa e di libera tutti!



Ho fatto la puntura di GONASI libera tutti, anzi libera follicoli.
A quest'ora i miei 8 cavalieri stanno mettendo l'armatura e tra poco si apriranno per rilasciare gli ovociti (che naturalmente mi immagino biondi con gli occhi azzurri e i denti scintillanti e il mantello azzurro!  non so perchè mi sta prendendo il trip della sceneggiata medievale in costume!  il bello sarà quando mi immaginerò gli altrettanti spermatozoi di Fabio, saranno rossi o bruni? n.d.r).
Nel mentre, ovvero, nell'attesa della puntura finale, proprio nell'attesa appunto, che è il tema di stasera, mi arriva questa lettera di F.
F. ha ricevuto da pochissimi giorni l'esito negativo delle beta, dopo una fivet, che poi è stata una icsi dell'ultimo momento. F. è una donna che si è raccontata già in Bolle e dunque, la sua è la storia di una mamma speciale.
Abbiamo sognato tutta l'estate di arrivare a questo autunno insieme, con questo difficile cammino da percorrere mano nella mano. Lo abbiamo fatto. E nonostante si possa dire che lei si sia fermata, io sento che non è così, perchè di fatto lei, la mia mano non l'ha mai lasciata.
Continua a scrivermi che prende esempio dalle mie parole.
Io continuo a dire che senza esempi come il suo, io non sarei riuscita ad arrivare sin qua.
Ciò che F. scrive dell'attesa è una riflessione profonda, di cui fare tesoro, da coccolare e da adattare a tutte le situazioni.
A me fa bene tutto questo.
Mi fa fare pace con il mondo. Come stasera, che dopo l'ultimissima puntura, lui mi guarda e mi dice "non sono nemiche queste punture Anna. Ricordatelo. Sono amiche. Senza non potremmo. Senza non avremmo questa possibilità, anche se fanno male."   e allora io sorrido e mi tranquillizzo e passo la serata fino alla mezzanotte a chiaccherare con la mia mamma sul divano, e Hope sulle ginocchia, dimenticando gli otto cavalieri che si agitano nella mia pancia.
E allora va bene, allora si che questa attesa prende la connotazione della fluttuazione, senza paura, senza spazio, senza paura.
Il personale concetto di attesa di F. , ora è anche il mio, e questo è un grande dono, che oggi, più che mai, mi rende più ricca.
Non mi sono dimenticata di te, sai? Ci sono sempre, ti leggo sempre, ripenso spesso a ciò che mi hai scritto e a ciò che scrivi. Ciò che scrivi mi dà forza, coraggio, mi fa sperare, mi fa rivivere tante emozioni che ho appena vissuto. In questi giorni purtroppo il mio umore è a terra: io sono fatta così, lì per lì reagisco bene ai colpi duri, ma dopo un po' cedo e comincio ad avere paura e ad avere poca fiducia nel futuro. Ma ora non pensiamoci, ora questo momento è tutto tuo, e io desidero con tutte le mie forze che vada bene, perchè te lo meriti, te lo meriti tanto.Giovedì credo che avrò la testa lì a Roma tutto il tempo.Se posso permettermi di darti un consiglio, che credo poi sia il consiglio che ti danno tutti, ti auguro di poter essere serena, come io purtroppo forse non sono stata.Avevo visto la serenità di quei giorni di attesa post transfer come sinonimo di inattività: stavo ferma, a casa, non sempre a letto ma comunque riguardata e attenta a ogni minimo dettaglio, ma dentro non ero serena, non ero nemmeno inattiva. Ero un vulcano di ansie, speranze, timori, paranoie, di tutto.Non so nemmeno io spiegarti cosa intendo quando parlo di serenità: forse è un concetto vicino al nirvana, che però credo sia utopia per chi come noi ne sta passando tante.Forse la serenità che io mi auguro di avere nel mio prossimo tentativo, e che auguro a te di avere a te, è più vicina all'atarassia epicurea. 
In greco "atarassia" significa letteralmente "assenza di turbamento", ossia assenza di emozioni sconvolgenti, siano esse positive o negative. Spesso viene confusa con l'apatia, che è un concetto più negativo, ma il buon vecchio Epicuro aveva un'idea diversa, un'idea che credo possa tradursi, per noi, come "attesa", "sospensione"; ma una di quelle sospensioni prive della paura di cadere giù, direi più che altro come se stessimo fluttuando in assenza di tempo, spazio e gravità, in attesa di posarci dolcemente in un posto sicuro. 
Se ci pensi, anche il tuo piccolo (anzi, io spero i tuoi piccoli!) trascorreranno un lungo tempo fluttuando dentro di te. Per quanto noi ora stiamo vivendo questa sorta di "catena di montaggio" della fertilità, loro, alla faccia di tutto e di tutti, fluttueranno secondo tempi e traiettorie imprevedibili ma sarà proprio questo a portarli a destinazione.Ecco, io spero che tu (e, tra un po' di tempo, spero anch'io) sapremo trascorrere questo tempo fluttuando come loro.Perdonami se sono stata prolissa e magari un po' confusa, sono una pasticciona ma alla fine tutto ciò che voglio dire è che ti stringo forte e faccio il tifo per te!Faccio il tifo per gli 8 cavalieri e per la loro splendida regina, che saprà guidarli a destinazione!un bacioF.

lunedì 15 ottobre 2012

quinto passo: buttati...ti prendiamo

- Gonal tra gli yoghurt 2012 - 
autore: allafinearrivamamma
tecnica: fotografia digitale da telefonino




giovedì ore 9.30 pick up

Siamo arrivati.
Abbiamo camminato sin qui.
Non siamo affaticati. Non abbiamo il fiatone come le altre volte.
stiamo salendo una scala e siamo quasi arrivati a metà.
In cima ci sei tu, che ci aspetti, che hai paura a scendere.
Stiamo salendo sin lassù per venirti a prendere.
Ci vedi?
Ci vedi?
Stiamo arrivando.
Non più nebbia tra noi.

Otto follicoli a destra tutti intorno ai 18 mm.
Ci siamo. Siamo pronti per il punturone del GONASI.
Tra mezzora ultima puntura di GONAL. La quattrordicesima.
Trentotto punture di soppressore.
Sei punture di antagonista.
Lacrime.
Paura.
Ansia.
Siamo arrivati.
Niente follicoli a sinistra. Il mio ovaio strapazzato non ce l'ha fatta.
Il dottore è agitato e incazzato dice lui.
Gli chiedo perchè.
Perchè ho risposto come con un ovaio da ventenne ma ho metà delle possibilità. Potevano essere sedici.
Invece sono otto. Magari poi il gonasi ci riserva qualche sorpresa, chissà.
Gli otto cavalieri a cavallo, che giovedì passeranno per un tubo di metallo e combatteranno con la spada e lo scudo. Chissà chi vincerà l'incontro con lo spermatozoo errante. Chissà se ci saranno vincitori. Chissà chi sopravviverà all'incontro. Chissà chi si trasformerà in mio figlio.

Siamo arrivati sin qua.
E ora bisogna crederci.
Tra poco la parte più difficile per me fisicamente finirà e poi non potrò più nascondermi.
Bisognerà che io ci creda.
Bisognerà che io faccia pace con il mio corpo stanco.
Bisognerà che io impari a pregare e a chiedere per una volta di essere ascoltata.
Saprò essere all'altezza di questo?
Saprò chiedere che la vita ritorni ad abitarmi ancora?
Imparerò a farlo.
Imparerò di nuovo a sperare e a dare spazio e fiducia a questo mio corpo che potrebbe essere il veicolo per il passaggio qui su questa terra.
Dovrò farlo.
Dobbiamo ringraziare ogni singolo momento vissuto sin qua.
Ogni minuto di dolore e di speranza e tutta l'intensità di vita vissuta fino ad oggi.
Dobbiamo respirare e ringraziare per questo.
Per quello che oggi siamo.
Per quello che ieri abbiamo vissuto.

Ci siamo.

Buttati.
Ti prendiamo.



15 ottobre: giornata di consapevolezza dedicata ai bimbi non nati. 
Perchè un bimbo non nato rimane comunque un figlio. 
Per i nostri cinque angeli, per quello che ci hanno donato in questi anni.



domenica 14 ottobre 2012

di nuovo tu.

Ho fatto un sogno stanotte.
Ero in un quartiere popolare di Roma, entravo ed uscivo dai negozi, ma ero lì per distrarmi e cercare di non pensare.
Con me c'era Pamela, la mia amica salita in cielo.
Mi arriva una mail sul telefonino: i risultati delle beta fatte la mattina.
Mi appoggio al muro fuori da un negozio e aspetto che si apra il file pdf.
Pamela continua a parlare.
Si apre il file:
150

Io comincio a piangere.
Lei non se ne accorge, parla parla, poi si ferma.
"c'è!"
grido.
"è qui con me Pami!!!! c'è!!! è tornato!!!"
e lei mi abbraccia.

Lei è con me sempre.
C'è stata per ogni gravidanza, e di solito la sogno sempre qualche tempo prima.
Non ho mai pensato ai risultati fino ad oggi.
Non ho mai pensato al perchè di tutto questo, e la ragione per cui non l'ho fatto è perchè in questo momento posso occuparmi solo di un pezzetto alla volta. Ora la stimolazione, domani il pick up, dopodomani il trasfer, poi le beta, e così via...
Invece stanotte era tutto chiarissimo.
E c'era lei...




Oggi sono 365 giorni da quando la mia quarta gravidanza si è interrotta.
Il distacco più brutto, nonostante il dopo sia stato più doloroso.
La delusione e il vuoto più grande, che mi ha fatto sanguinare per tutto questo tempo.
Domani è la giornata internazionale della consapevolezza sulla morte dei bambini in gravidanza e dopo la nascita.
Accenderò una candela per tutti i nostri piccoli, pregandoli di far arrivare il loro fratellino tra noi.



martedì 9 ottobre 2012

3° passo: io e la pma


Questo non è un vademecum per la procreazione assistita.
Il mio percorso è molto diverso da quello di altre donne.
Il risultato sin qua è il medesimo comunque.

sabato 6 ottobre 2012

2° passo. Deliri



5° PM  4° giorno di stimolazione
Stamattina primo dosaggio beta estradiolo.
Batticuore fino alle 12.30
risultato 78.5
Ottimo, leggermente altino.
Abbassiamo il dosaggio ormonale di Gonal da 225 a 150 UI.
Il dott dice che meglio così che basso.
Va bene. A chiamata il mio corpo risponde. E le ovaie non vi dico.
Lunedì prima eco di controllo, che sarebbe dovuta avvenire oggi ma non è cosa, visto che oggi è sabato e i medici il sabato non lavorano, si sa.
Sollievo per il risultato.
Poi paura.