Non ero ottimista.
Ovvero ero pessimista.
Ovvero pensavo sempre al peggio delle situazioni.
Verità:
per certe situazioni penso ancora in primis al peggio, poi mi dò le botte sulla lingua e sulla testa e proseguo.
Comunque.
Diciamo che per quel che riguarda la situazione figli-aborti ho imparato a guardare sempre al futuro, ovvero ad una soluzione di una situazione che sembra nerissima e senza soluzione.
Ecco perchè, la maggior parte della gente, familiari per primi, mi dicono che sono diventata forte e che prima no, ero una mammoletta.
Allora strizzo gli occhi, ma giuro, mi diventano due fessurine strette e la faccia si trasforma in punto interrogativo.
Perchè il mio concetto di essere forte è un altro.
E che, siccome in passato mi sono capitate delle cose brutte, non bruttissime per carità, comunque questioni fisiche, fatti che hanno riguardato la mia salute, che mi hanno fatto da subito fatto fare i conti con il mio corpo, sulla sua non
indistruttibilità, condizione che quando sei giovane, pensi di avere acquisito di default solo perchè sei giovane, ecco, dicevo, che tutti questi fatti in passato mi hanno messo paura e hanno fatto sì che il resto del mondo mi ritenesse non forte.
Forza che evidentemente, agli occhi esterni, sembra abbia riacquisito dopo tutti i miei aborti, solo perchè ho alzato la testa ogni volta.
Ma non è così.
Io non sono forte.
E lo spiego perchè.
Non sono forte perchè oggi, arrivata a questo punto della storia, se fossi realmente forte, dovrei cominciare a fare i conti con la realtà o quella che potrebbe essere tale.
La realtà è che potrei non diventare mai madre di un figlio su questa terra.
Boom.
Non è esattamente una sciocchezza.
Ho scritto potrei.
Quel
potrei che mi fa sembrare forte.
La verità è che la forza dovrebbe stare nel farci i conti con questa verità.
Ed io non voglio.
Preferisco pensare o fare finta di essere ottimista, cercando una soluzione ogni volta che una brutta situazione mi si ripresenta davanti.
Bella forza la mia!
E' più comodo fare così che prendere in considerazione davvero che le cose potrebbero non andare come io me le sono immaginate fino ad oggi.
Perchè sono una vigliacca. Non ce l'ho il coraggio di farci i conti con questa possibile realtà. Non voglio. Non mi va.
E questo vuol dire non essere forti.
Del perchè sembro un ottimista è perchè, nonostante tutto, mi rifiuto di vedere la vita come una cosa brutta, fatta di brutte persone, piena di cose terribili.
Mi dispiace, non ci riesco.
Nonostante tutto, le cose per cui io amo vivere e amo tutto quello che mi circonda, sono ancora di più dellle cose che mi mancano.
Ci siamo spesso ultimamente interrogati su come stiamo ora, su cosa avremmo fatto senza tutti questi aborti e senza tutta la ricerca di un figlio di questi anni, e ci siamo risposti che, non ci siamo privati di nulla.
Non ho mai messo in secondo piano il nostro rapporto, abbiamo messo da parte il lavoro e la carriera, questo sì, ma senza pentircene poi davvero.
Non abbiamo più amici e parenti. Anche questo è vero.
Ma le persone che sono con noi oggi, sono quelle che ci amano davvero. Questo lo sappiamo e ne abbiamo le prove quotidianamente. E' una condizione questa che più di tutto mi fa soffrire ancora molto, e spesso ne scrivo per sfogarmi, ma poi, nel mio cuore so che, a quasi quarant'anni, avrei comunque ricercato la ricchezza dei rapporti con gli altri, a prescindere dagli eventi accaduti, perchè mai mi sarei potuta accontentare delle conoscenze superficiali che ci hanno accompagnato sin qua in questi anni.
Ci siamo fermati e ci siamo chiesti:
"stiamo bene da soli, noi due? "
La risposta è stata sì. Senza ombra di dubbio.
La seconda domanda è stata:
"staremmo ancora meglio con un figlio?"
La risposta è stata si. Senza ombra di dubbio.
Quindi.
La questione qui non è tanto chiedersi se si vive lo stesso senza figli.
La risposta ce la siamo già data. E con il cuore in mano.
Allora, il mio cercare una soluzione ogni volta che una brutta situazione si presenta, non rappresenta l'essere forti. Vuol dire cercare di raggiungere quel meglio che vogliamo.Fare di tutto. Fare l'impossibile per quel
meglio.
Vi racconterò che, abbiamo fatto due visite, dall'ultimo episodio.
Due visite con il soggetto endocrinologoguru-poliabortività A e la soggetta gineguru-poliabortività B.
Vi dirò che i guru non esistono.
Che,
A- sono stata finora seguita adeguatamente senza aver mai tralasciato nulla. Quindi al prossimo che incontro che mi dice che devo fare questo e poi questo e poi quell'altro perchè il mio dottore è un criminale, alzo i tacchi (non prima di aver usato i suddetti tacchi per schiacciare le dita dei piedi del mio interlocutore) e me ne vado.
B- la diagnosi non c'è.
Bene.
Il guru A, che lavora da anni con il guru B, rimane convinto che la tiroide può essere causa dei miei aborti ma che comunque la terapia di eutirox che già assumo è adeguata. Il guru B aggiunge qualche altra analisi che non ho fatto per completare lo screening sulla trombofilia e le autoimmunità, ma che comunque, ai fini del proseguimento della gravidanza la terapia di eparina+cardioaspirina già assunta da tempo durante le mie gravidanze, è l'unica soluzione anche dovessi risultare positiva a tali analisi mancanti (cosa piuttosto improbabile, avendo già fatto tutte le principali). Ah. L'ultimo episodio non viene considerato un aborto, nè dal soggetto A nè dal soggetto B. Dei sette episodi, tre non vanno conteggiati, per beta troppo basse e perchè troppo precoci. Il che dovrebbe farmi sentire meno MOSTRO di come mi sento normalmente.
Ma il mio cuore sa.
Lui si che lo sa.
Conclusioni:
diagnosi pre impianto in pma.
ARI-BOOOM!
come, dove, quando (il più presto possibile dicono loro, vista l'età), con quali soldi, non lo sappiamo.
Il nuovo trend è la pgs, pgd, di nuovo le aneuploidie, di nuovo le domande, le incertezze delle attuali applicazioni della scienza, le percentuali di successo, i numeri, quanto ci piacciono i numeri, i grafici, le telefonate, ancora le domande, i soldi che non ho più, i minimi e i massimi della legge 40.
Questa la parte razionale.
La parte irrazionale, continua a credere che non è giusto.
Che non è giusto mettere una donna a produrre uova quanto più possibile, manco fosse una gallina. Poi chiederle di scartare gli embrioni sbagliati e buttarli via. Loro che non hanno chiesto di venire qui.
Per, forse, cercare LUI, o LORO, se si ha culo -ma noi culo non l'abbiamo, dunque parliamo solo di LUI- quello sano, che dovrebbe farsi nove mesi con me e poi venire al mondo. Forse. Se non succede tutto quello che normalmente potrebbe succedere in gravidanza, a prescindere dal problema genetico di partenza, che i miei bambini, FORSE, hanno.
Allora pensi ancora che LUI potrebbe arrivare comunque...
Senza fare una strage di piccoletti sbagliati.
Giusto?
giusto.
Ah. Ancora un'altra cosa.
Faremo le analisi della riserva ovarica per capire quanto tempo ho. Io che non voglio sapere mai, che non voglio le sentenze, non metto più la testa sotto la sabbia, prendo il toro per le corna.
La storia è ancora da scrivere.
Non è finita.
Non ho la forza per mettere la parola THE END, per questo, non sono forte.
Sono una vigliacca piena d'amore che crede che la vita è comunque bella.
Sono solo molto molto stanca, di un sacco di cose.
I petali delle mie rose cadono,
se tagli le rose dal giardino.
Ma le rose del mio giardino sono tante.
Ancora tante.