un anno fa la mia nonnina novantanovenne se ne andava.
Era una mattina calda, caldissima: Roma era bianca di polline e l'aria era ferma.
Noi eravamo accanto a lei e carezzavamo le sue mani.
Il ricordo della mia nonna sul letto di morte è un ricordo dolce.
Un ricordo bello.
Ho impresso nella memoria il colore della sua pelle rosa, il suo viso disteso, i suoi capelli lunghi.
E il suo sorriso, dopo la morte.
Io un anno fa stavo male.
L'ultima volta che ho parlato con lei da viva, in quello stesso ospedale che l'ha ospitata da morta, non respiravo.
Lei mi dettava le ricette della pasta fatta in casa, io non respiravo.
Avevo bisogno di uscire dalla sua stanza e non respiravo.
Il caldo era asfissiante, il dolore fresco, l'ansia enorme.
Lei parlava, vispa e allegra, io non riuscivo a far uscire nemmeno una parola.
Sono accadute molte cose in questo anno.
Brutte, non belle.
Ancora più brutte.
Eppure io oggi sto bene.
Respiro, e canto.
Prendo Hope in braccio e gli canto a squarciagola canzoni anni '70.
Poi accarezzo la mia pancia e parlo con te, pregandoti di arrivare a giocare con noi.
Mi sento stanca, senza forze fisiche, ma in questa fase ci sta.
Ancora un pò e poi ricominceremo. Questo prossimo mese con più calma, credo con nessun intervento medico. Ho bisogno di pausa. Mi godo l'effetto dell'agopuntura. Ho finito il primo ciclo, faremo il secondo e poi mi metterò seduta ad aspettare.
Raccontandoti di quanto era bella mia nonna, di quante cose mi ha insegnato, di quanto fortunato saresti a stare qui, in questa famiglia, in questo mondo, con noi.
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mercoledì 2 maggio 2012
giovedì 15 marzo 2012
100
Oggi nonna avresti compiuto 100 anni.
Mi manchi.
Il 1 maggio sarà un anno senza di te.
Un anno in cui mi è stato tolto un pezzetto di vita, perchè la mia, senza di te non è completa.
Mi hai lasciato un grande bagaglio di esperienza di amore, e la mia mamma ti assomiglia tanto, è la tua prosecuzione qui sulla terra.
Mi mancano i tuoi consigli, le tue osservazioni, le tue espressioni, le tue rughe, le tue mani, i tuoi lunghi capelli lisci, i tuoi occhi, il tuo cammino, i tuoi racconti, le tue parole, le tue parolacce, la tua pasta, le patatine, la minestra con l'indivia, il tuo parlare sottovoce quando sapevi che era un pettegolezzo, la piega del tuo viso all'attaccatura dell'orecchio, la tua pelle perfetta, i tuoi non trucchi, la tua leocrema sulle mani, il tuo vestito lungo al mio matrimonio, i tuoi capelli sfuggenti dalla crocchia intrecciata, le tue lacrime quando facevi i capricci, le tue lacrime quando parlavi della tua mamma, la tua espressione dura quando dicevi a noi che non dovevamo piangere.
Ora,
adesso,
oggi,
insostenibile assenza,
come quella della mia pancia vuota.
Tu.
Mi manchi.
Il 1 maggio sarà un anno senza di te.
Un anno in cui mi è stato tolto un pezzetto di vita, perchè la mia, senza di te non è completa.
Mi hai lasciato un grande bagaglio di esperienza di amore, e la mia mamma ti assomiglia tanto, è la tua prosecuzione qui sulla terra.
Mi mancano i tuoi consigli, le tue osservazioni, le tue espressioni, le tue rughe, le tue mani, i tuoi lunghi capelli lisci, i tuoi occhi, il tuo cammino, i tuoi racconti, le tue parole, le tue parolacce, la tua pasta, le patatine, la minestra con l'indivia, il tuo parlare sottovoce quando sapevi che era un pettegolezzo, la piega del tuo viso all'attaccatura dell'orecchio, la tua pelle perfetta, i tuoi non trucchi, la tua leocrema sulle mani, il tuo vestito lungo al mio matrimonio, i tuoi capelli sfuggenti dalla crocchia intrecciata, le tue lacrime quando facevi i capricci, le tue lacrime quando parlavi della tua mamma, la tua espressione dura quando dicevi a noi che non dovevamo piangere.
Ora,
adesso,
oggi,
insostenibile assenza,
come quella della mia pancia vuota.
Tu.
venerdì 6 gennaio 2012
attesa di Epifania
...stanotte ti racconterò una storia amore mio.
Stanotte è la notte in cui io, Anna bambina, rimanevo sveglia per ore, agitata ed eccitata, nell'attesa della befana. La mia agitazione era per l'attesa, l'attesa di una nuova epifania. Anche oggi è così, e la mia epifania sei tu.
Sono due giorni che sto lavorando per celebrare questa attesa.
Questa è la prima Epifania senza la tua bisnonna.
Ogni anno, lei, preparava un dolce, fatto di amore, profumi, ingredienti di una volta, che di generazione in generazione si sono tramandati, senza parole scritte, senza fermare il tempo.
Quest'anno ho chiesto aiuto per poter ricevere la ricetta della nonna, per poter celebrare la sua lunga vita, per poter tramandare a te, questo dolce di tradizione. Ho faticato, perchè non sono capace ad impastare e stendere la pasta come le donne di una volta, ma mentre lo facevo, pensavo a te, a quando mi guarderai fare questo gesto antico di amore, e ho pensato a te nonna, e a questo natale vuoto senza di te e a domani, che non sarà più la stessa Befana di una volta, quando noi nipoti venivamo da te per giocare con te, prendere i tuoi regali, ridere con te.
Il tempo passa.
Difficile farci i conti.
Io rimango sempre in attesa, di te figlio, parlandoti di tempi passati e sussurrandoti parole.
Ti sento.
Sei qui con me.
Epifania come rivelazione.
I TORCIGLIONI MARCHIGIANI
...di dosi non parlerò, perchè la ricetta non è dosabile. Ho provato a chiedere a mia madre e alle mie zie, ma non c'è stato niente da fare. Le dosi non si conoscono. Si fa ad occhio, come faceva mia nonna. E ora che ho finalmente cucinato i torciglioni, ho capito che cosa volevano dire.
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In una grande ciotola ho messo i seguenti ingredienti:
-fichi secchi spezzettati
-pinoli
-nocciole e noci tritate
-mandorle a pezzettini
-cacao amaro
-cioccolato fondente grattugiato
-zucchero
-marmellata di mele cotogne
-marmellata di albicocca
-cannella in polvere (molta)
- una volta si aggiungeva la carlina , dalla pianta del cardo, che si prendeva in alta montagna, e l'acqua melata, ma per ovvie ragioni, io non ho potuto aggiungerli.
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a parte, ho spezzettato in un mortaio, la cannella in stecca, fino a farla diventare una polvere.
In una pentola piena d'acqua ho fatto bollire 1 Kg di mele annurche tagliate a spicchi, che poi ho versato nella grande ciotola con gli altri ingredienti. L'acqua dove le mele hanno bollito viene messa da parte .
Le mele sono state schiacchiate e mescolate insieme a tutto il resto. Il composto per riempire i torciglioni è pronto!
Ed ecco la preparazione della pasta: su una spianatoia ho messo 1 kg di farina
Ho aggiunto 3 uova e sbattute al centro della fontana di farina
Alle uova fanno seguito 120 gr di zucchero e un bicchiere di olio, e una bustina di lievito
Ecco, è il momento di aggiungere l'acqua dove la sera prima hanno bollito le mele annurche
Bisogna lavorare velocemente la farina con l'acqua, aggiungere farina per non far debordare l'acqua, fino a quando la farina non l'assorbe tutta
lavora con forza la pasta, usa le mani, la forza delle braccia, pensa a nonna che lo faceva tutti i giorni per il pane, e spingi, usa il dolore, il ricordo, l'amore, e lavora la pasta...lavora.
La pasta è pronta. Ora bisogna ricavare delle piccole palle e poi stenderle sottili sottili
ora, metto un pò di ripieno nel centro
arrotolo la pasta e poi taglio con la rotellina per poi chiudere il primo torciglione, prima di chiudere bagno con l'acqua delle mele il lembo di pasta perchè chiudere bene e non far fuoriuscire il ripieno durante la cottura

in forno stanno per mezzora a 180°, finchè non si colorano ed escono così!
....ecco amore mio, i torciglioni sono pronti, confezionati, possono essere regalati domani.
Io chiudo gli occhi e sento il loro profumo: sa di ricordi, di paesi mai visti, di rivelazione,
di vita oltre la morte, di carezze calde, di te nella mia pancia.
Buona Epifania, in attesa di te.
lunedì 14 novembre 2011
Ieri son tornata da te.
Di solito sono serena quando arrivo.
E' un luogo sereno, silenzioso, pieno di sole nonostante la vallata.
Non ci volevi andare lì, me lo ricordo, perchè c'è il fiume vicino e tu non volevi tutta quell'umidità.
Ma nonno aveva pensato anche a te nei suoi piani, e tu, moglie fedele, non hai potuto dire di no.
Sono passati sei mesi nonna.
Sei mesi in cui ho continuato a vedere le tue mani rugose, forti ed instancabili e i tuoi occhi intelligenti, come quelli della foto. Mi hai sempre detto "non abbatterti figlia" ed io, tirando su con il naso, evitavo di farti vedere la lacrima che scendeva.
Ho visto mamma e zia, davanti la tua tomba, sciogliersi come bambine: loro, donne forti, sempre sicure di sè e con la verità in mano. Sempre convinte che non bisogna mai far vedere il proprio dolore, come te hai insegnato loro, ieri erano delle piccole bambine senza più la loro mamma.
Novantanove anni di mamma.
Impossibili da dimenticare, incisi nei nostri cuori, per sempre.
Ieri sono io che vi ho chiesto una preghiera, ma non ho pianto nonni, come mi avete insegnato.
Improvvisamente consapevole, mi sono resa conto che voi potete stare con i miei angeli. Allora, vi prego, non li lasciate soli. State con loro, fate che non si ritrovino mai sperduti lassù, consolateli, giocate con loro.
Solo questo.
per me nulla.
vorrei solo essere sicura che stanno bene e che stanno con voi.
Bella la montagna in questo momento.
C'è il giusto equilibrio di freddo e silenzio, che io amo.
Dopo l'aborto avrei voluto ritirarmi per una settimana lassù, a digerire da sola il mio dolore, come ho fatto poi nella mia casa, sola. Ma stavo troppo male fisicamente e non potevo rischiare andando in un posto isolato, e non avrei potuto lasciare Fabio, non sarebbe stato giusto. Ora è troppo tardi. Il mondo chiama.
Ieri mi hanno detto che una cugina di Fab aspetta il secondo. Chiedo di quanto tempo è , e scopro che è rimasta incinta nei nostri stessi identici giorni.
Mi immagino la scena in cui quei due frugoletti sono stati chiamati quaggiù nello stesso istante, nella stessa famiglia. E poi mi immagino il mio, quando è stato richiamato indietro.
Mi è scesa una tristezza infinita.
Perchè noi?
Perchè a noi non è concesso ancora di essere genitori?
Lo so che farsi queste domande vuol dire non ricevere risposte, e lo so che non fa bene, e lo so che non si fa.
Ma perchè così?
Perchè mi è concesso di toccare questa immensa felicità per poi un istante dopo privarmela. Così è una tortura. Così è troppo.
Se torno indietro nelle pagine di questo diario, tre volte delle quattro, sono qui, con la nostra gioia, la speranza, la voglia di futuro, il sogno, la felicità immensa che mi fa tremare il cuore. Tre volte, quattro, contando la primissima, un altalenare di emozioni che credo a breve dovrò far controllare il mio cuore, perchè non reggerà più.
E anche l'altra volta, un altro cugino aspettava un bimbo nei nostri stessi giorni.
Ogni mese mi verrà ricordato come sarebbe potuto essere, cosa mi sarei dovuta aspettare, come sarebbe stata la mia pancia arrivata a quel punto.
Una tortura a cui è difficile sfuggire avendola in casa praticamente.
Ma perchè...
mi si stringe il petto.
raccolgo tutto questo e ingoio lacrime, come mi hai insegnato tu nonna.
giovedì 5 maggio 2011
ciao nonna
E' UN GRANDE DOLORE AVER PERSO LA NOSTRA MAMMA, MA TI RINGRAZIAMO,
O DIO,DI AVERLA AVUTA,ANZI DI AVERLA ANCORA,PERCHE' CHI TORNA AL
SIGNORE NON ESCE DI CASA.
"S.GIROLAMO"
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