Ho scoperto una storia, quella di Claudia.
Non la racconto qui, ma parla di vuoti e assenze.
Ma non è per questo che mi fermo da lei.
Mi fermo per una sua domanda:
"le persone vogliono davvero sapere come ti senti, con la domanda come va? "
Ne ho parlato molte volte.
Non mi soffermerò più sulla questione, non ne ho bisogno.
Mi ha sorpreso sapere che la disponibilità e la sensibilità esiste, ed io ne ho avuto prova molte volte ultimamente, nonostante le tante esperienze negative.
Nonostante le assenze ai funerali della mamma di Fab, nonostante le assenze dopo, che continuano anche ora.
E' una questione di sensibilità.
Siamo d'accordo.
E di reazioni al dolore.
Siamo d'accordo.
E di reale bisogno di capire come essere consapevoli.
Siamo d'accordo.
Ma anche no.
Ma anche 'sti cavoli.
Ma anche mi sarei rotta di trovare sempre una giustificazione.
E quindi ben vengano le persone che stanno attraversando la mia vita con coscienza, amore, sensibilità, delicatezza.
Non esistono più i migliori amici. Li ho sempre cercati, ne ho sempre parlato a voce alta, dicendo loro che lo erano. Favole. Illusioni.
Non esistono i migliori amici, esistono le persone che ti vogliono bene, che non cercano spiegazioni, che superano le tue interperanze, i tuoi sbagli, le tue reazioni emotive ed esageratamente lamentose.
E non si tratta di condivisione di esperienza.
Per un lungo periodo ho pensato si trattasse di questo.
Avere dei figli o non averne, ho pensato facesse la differenza, pensavo fosse lo spartiacque amicale.
Ho sbagliato.
Ma non mi scuserò per questo. Ho capito da tempo, che molte cose non devono spiegarsi.
E' come spiegare come si fa ad amare. Non si possono spiegare i sentimenti. Dare loro una ragione di esistere e del come è possibile che esistano, non comporta in automatico essere in grado di provare qualcosa, di aver imparato ad amare.
Quindi, dopo quasi quarant'anni di esistenza, arrivo finalmente a questo punto cruciale, a questa nuova consapevolezza, che certo mi porterà lontano, forse più sola, per come intendevo l'essere sola in passato, ma sicuro, molto meno addolorata.
Infine, questo piccolo quadro, cucito a mano da Lei, è arrivato ieri.
Rappresenta la mamma di Fabio insieme ai nostri bambini.
Forse così rendo meglio l'idea di cosa ho scritto finora, e di quali spazi ora, da adesso in poi, aprirò agli altri.
Spazi da gustare, come un bicchiere di vino bianco gelato in una serata estiva.
Grazie G., qualsiasi parola non può descrivere le lacrime di mio marito quando ha letto la tua lettera per lui e quando i suoi occhi hanno visto la sua mamma così ben decritta.
Ti leggo e scopro una bella persona.. una persona che sono felice di aver incrociato.. Un abbraccio a te e a Fabio..
RispondiEliminaChe meraviglia questo lavoro di cucito.
RispondiEliminaAnch'io sono stanca di capire, giustificare, non lo faccio più- Chi c'è c'è, chi non c'è ciao.
Vi abbraccio forte.
come sempre
RispondiEliminaper te ho un sorriso
(anche nella mia tana)
un abbraccio a voi anche da parte mia...
RispondiEliminaAnna io ho trovato in tutte voi un grande sostegno. Mi avete aiutato in questo periodo, voi che neanche mi conoscete. Non esistono più i migliori amici...esistete voi.
RispondiEliminaUn abbraccio
Per me lo spartiacque è stato un 23 luglio di 4 anni fa.
RispondiEliminaIl dolore degli altri spaventa.
Vi abbraccio.
per me lo spartiacque è stato il 13 giugno di 4 anni fa, quando Pamela se ne è andata per sempre, un anno dopo la morte della sua mamma. Il dolore degli altri non può solo spaventare, può insegnare. Non si può vivere con gli occhi bendati, non è vita.
EliminaE io gli zombies intorno a me non li voglio più.
Mi sono stufata di giustificare, di cercare spiegazioni.
Mio marito è rammaricato, triste, spento, arrabbiato.
Non era così. Era una persona sorridente, felice, ottimista.
Il dolore lo ha piegato, l'allontanamento lo ha piegato.
E questo fa schifo.
Non posso che essere d'accordo con te Anna. Questo, semplicemente, fa schifo. Il dolore fa schifo, c'è poco da fare. Trovare persone che sono in grado di comprenderlo è impresa ardua, perché lo devi vivere sulla tua pelle per capirlo davvero.
EliminaTi abbraccio tesoro
Cara Anna, ho imparato che purtroppo il dolore e'scomodo, ingombrante. Fa paura ma m rendo conto che spesso, però, diventa anche un'alibi. Per smettere di comprendere, di sentire anche chi, magari, soffre ugualmente ma un dolore diverso. Pensavo di avere una sorella a cui ho dato tutto e mi sono sentita dire che ho dato troppo. Che voleva soffrire da sola. Allora mi chiedo se ci sia un modo giusto per stare accanto, per farsi carico del dolore delle persone che ami. Mi sento ferita, ma giustifico perché ora va bene così. Eppure dentro qualcosa si è rotto e so che non potrà più essere come prima. Mi dispiace per Pamela, per i tuoi bimbi, per la mamma di Fabio, per tuo suocero, per voi. Mi dispiace. Farà meno male e ci sara ' della felicità pura. Lo sento.
RispondiEliminaRaffaella
La cosa incredibile [quanto bella] è che, spesso, sono le persone che crediamo di conoscere meno a sorprenderci e tenderci una mano.
RispondiEliminaA volte, la persona che ci aiuta a rialzarci, non l'abbiamo neanche mai vista di persona.
E' la tua vita Anna cara ed è giusto che sia tu a decidere chi può farne parte e chi invece, non se lo merita.
Ti leggo Anna.
RispondiEliminaE ti mando un abbraccio da cuore a cuore.
Anna ti leggo sempre. Alcune volte te ne lascio traccia, altre preferisco non farlo. Ma ci sono. Sempre e ti stringo
RispondiEliminaUn abbraccio cara Anna!
RispondiEliminaI tuoi angeli non saranno più soli...
RispondiEliminaUn abbraccio.
Maria Grazia