domenica 12 maggio 2013

Uno di noi






 Figlio mio,
ti avevo promesso che mi sarei presa cura di te, un volta dentro di me.

Te ne sei andato anche tu.

Che mamma sono, se continuo a chiamarvi a me, e voi non potete rimanere?
Continuo a dire che non è il mio desiderio a dover essere soddisfatto, ma il bisogno di dare la possibilità di vita ad uno di voi.
Eppure, oggi, ho dei dubbi.
Che sia solo egoismo il mio?
Che se non fosse per questo bisogno di stringere la mano di uno di voi, allora, accetterei la vostra presenza solo nel mio cuore e smetterei di chiamarvi, facendovi del male, durante questo trapasso?
E' questo?
Pensavo di no.
Non mi sentivo egoista fino ad oggi.
Ma è così?
Mi state dicendo qualcosa che non riesco a capire?

O siete voi che venite a me, senza che io vi chiami?
Perchè arrivate e poi andate via?
Quale è il significato di tutto questo.
Dove mi state portando figli miei...?




“Il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere.
È lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione dell’aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto”. “E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere”.
Norberto Bobbio,Corriere della sera, 8 maggio 1981

È necessario risolvere numerose aporie nel nostro ordinamento giuridico. L’articolo 1 del nostro Codice Civile, ad esempio, è molto ambiguo nel definire la natura del nascituro, in quanto afferma: “I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”. È opportuno, quindi, affermare, una volta per tutte e senza ambiguità, se la natura del feto sia umana e se sia legittima la sua piena titolarità dei diritti di una persona già nata, a partire dal diritto alla vita e rispetto della propria dignità.
Giuliano Amato, messaggio in occasione della assegnazione
del Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta”
alla memoria di Chiara Lubich, 10 dicembre 2011

“Per ogni pena di morte comminata a un essere umano vivente ci sono 1.000, 10.000, 100.000, milioni di aborti comminati ad esseri umani viventi [...] questi esseri umani ai quali procuriamo la morte legale hanno ciascuno la propria struttura cromosomica, unica e irripetibile.
Spesso, e in questo caso non li chiamiamo concepiti ma feti, hanno anche le fattezze e il volto, che sia o no a somiglianza di Dio lo lasciamo decidere alla coscienza individuale, di una persona. […] è lo scandalo supremo del nostro tempo, è una ferita catastrofica che lacera nel profondo le fibre e il possibile incanto della società moderna”
Giuliano Ferrara, Il Foglio, 20 dicembre 2007, “Ora la moratoria per l'aborto”


Uno di noi.

11 commenti:

  1. Mio figlio quatrenne, mentre leggevo il tuo post di ieri a mio marito, mi chiede spiegazioni. Io le spiego con molta semplicità che un bimbo è volato in cielo dalla pancia di una mamma. Lui, semplice, mi dice "mamma, diglielo a quei due... si devono dare il bacio del vero amore, e tutto si aggiusta!"
    ti abbracciamo
    Dany

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    1. ha ragione tuo figlio...
      e poi tutto si aggiusta.

      grazie

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  2. Vai avanti.
    Avanti.
    E' lì che devi andare.

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  3. Non ho avuto ancora nessun figlio ad abitare la mia pancia ma questa affannosa ricerca mi ha portato a scrivere un post simile al tuo che forse, un giorno, pubblicherò.
    Sono arrivata alla conclusione che no, non si tratta di egoismo. Io vorrei solo donare il bene più prezioso che c'è, la vita.
    Ti abbraccio Anna

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  4. E anche se fosse egoismo, cosa c'è di male nel cercare di chiamare alla vita un essere umano? Io credo che il desiderio di essere genitori abbia quasi sempre a che fare con qualcosa che c'è nel profondo, con l'istinto, con l'animale. Come bestie, noi "sappiamo" che il nostro scopo è perpetrare la specie, con i nostri geni e/o con l'educazione che tramandiamo.
    È egoismo? Boh. Io credo sia solo naturale, come voler mangiare e bere e dormire e fare l'amore.
    Clara V

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  6. Sei una donna molto intelligente e le domande sono quelle giuste, solo la vita però può risponderti.
    Un abbraccio ad una mamma speciale come te...

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  7. Cara Anna, è un dilemma antico quanto il mondo domandarsi se mettere al mondo un figlio sia un atto di altruismo o di egoismo. Molto probabilmente è l’uno e l’altro. Come ogni atto umano è la nostra coscienza a renderlo amor di sé o abnegazione. E’ la nostra consapevolezza umana che lo percepisce miracolo e dono oppure altro, anche tragedia. Dipende tutto da quale sia lo sguardo verso quel figlio. Siamo istinto e quindi c’è del vero se pensiamo che il fine ultimo della specie sia riprodursi e lasciare vita dopo di noi, ma è altrettanto vero che non si può non farlo se si sente di essere nati per questa ragione perché la vita abbia un senso, perché quel figlio sia lo sviluppo della nostra storia, la ragione del perché siamo qui nel mondo. Credo a modo mio, lo sai, ma credo che ci sia stata lasciata una grande opportunità: dare significato ad un evento che esiste di per sé. Ovviamente, non siamo gli unici referenti del diritto di fare o non fare un figlio, perché come ti domandi, quel figlio, ha lo stesso diritto di esserci a questo mondo.
    Non credo ci sia un confine preciso che demarca il limite tra altruismo ed egoismo, cara amica mia. C’è però la nostra ragione di vita, la nostra evoluzione come persone e come coppie e la consapevolezza raggiunta da percorsi, sofferenze e scelte di sapere quale sia la strada che permette di compiere quello per cui siamo destinati.
    E questo lo sapete, tu, Fabio e i vostri 7 piccoli angeli a cui tu, come una delle migliori madri, hai solo cercato di dare il meglio di voi. E se il meglio di voi è la vita in tutte sfumature, allora, è altruismo.

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  8. non ho risposte
    ma innumerevoli silenzi
    e un abbraccio che non giudica
    e vorrebbe proteggerti
    anche se non ne ha il diritto

    Adelia

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  9. Ci sono domande a cui è difficile dare una risposta, talvolta non ce n'è una. Ci sono però silenzi sinceri che ti stingono in un abbraccio <3

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grazie per essere qui.