mercoledì 1 febbraio 2012

La mia maternità

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Lo ammetto.
All'inizio, quando oggi mi sono imbattuta in questa foto sono rimasta sconvolta e la mia parte razionale, ne è rimasta scandalizzata.
Ma mi è rimasta dentro per tutto il giorno, dentro nel cuore e nell'anima, dentro nella testa e in ogni singola parte del mio corpo.
So il perchè ora. Ora si.
Questa immagine mi rispedisce direttamente al mio senso di maternità, a quanto ho imparato a riconoscere di  me in questi anni, a come ho capito cosa vuol dire volere un figlio, a come ho imparato a riconoscerti quando hai iniziato a crescere dentro di me.

E' il mio senso di maternità, quanto di più difficile io abbia mai potuto riconoscere fare parte di me stessa.

Ed è un'immagine dolorosa, perchè mi rimanda a quanto questa sensazione, così totalmente coinvolgente, dell'essere una cosa sola,  per me, ora, è così lontana.
E' più di quanto io abbia mai potuto raccontare con le parole, con i gesti e le lacrime.
La mia maternità è l'esperienza che sto cercando con tutta me stessa per completarmi e questa immagine ne racconta il risultato.
Sono sconvolta e allo stesso tempo lucida e razionale. Ripenso agli anni in cui ho rimandato indietro tutto questo perchè non pronta a ricevere questo. 
Oggi, non riesco a vivere senza.

E su questo, oggi,
 ruota il mio futuro..


POST-post di oggi:
(...)
Quella fotografia ieri mi ha sconvolto: è quanto di più intimo e vero io abbia mai visto circa il mio senso di maternità.
Chiudo gli occhi e mi sembra di poter avvertire la sensazione di un figlio che prende la vita da me.
Che questo si intenda in senso fisico o figurato non ha importanza. E' il mio senso materno che violentemente si è fatto strada in questo tempo e in questo mio corpo.
Sembra strano fare questa riflessione ora a due anni dalla ricerca, ma non è poi così scontato.
 A volte, diamo per scontati alcuni passaggi, anche se siamo delle personcine a modo, non superficiali, attente agli eventi.
Eppure, io ho dato per scontato il mio senso di maternità.
Quella foto mi ha ricordato invece che la mia maternità è parte integrante del mio corpo, è innata, a prescindere dai contorni culturali, dalle contaminazioni sociali dettate dalla fretta di diventare madre in relazione alla mia età. Al di là di tutto questo, io sono madre e il mio corpo me lo sta dicendo. 

Questo mi sconvolge ma mi conforta...

7 commenti:

  1. Questa è una meravigliosa riflessione. Certo, per te sul senso della maternità. Ma per me, ad esempio, sulla necessità di riconoscere lati anche oscuri di noi che fino ad un certo punto della nostra vita abbiamo finto di non vedere. E poi... per strade diverse per ognuno (e non sempre)... giungere ad avere bisogno di conoscerli. Averne paura ma avere la necessità inderogabile di affrontarli, riconoscerli, farli proprio. Ed è sempre un passaggio molto doloroso. Grazie

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    1. esatto Cristina, è proprio questo ciò che intendevo e tu ne hai colto l'esatto significato.
      Ringrazio te per il tuo passaggio e per aver saputo cogliere.

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  2. Una volta mia nonna, classe 27, mi ha detto: non avere paura di nessuno ma affronta te stessa ogni giorno quando ti guardi allo specchio. Quando stava male, prima di morire, chiedeva sempre uni specchio e non era certo una persona vanitosa. Mia madre non capiva, pensava che non ci fosse piu' tanto di testa. Ma io sapevo che c'era, eccome. Voleva vedersi bene in faccia. E' morta serena. Questo aneddoto per dirti, e ripetere a me soprattutto, di non aver paura di conoscerti, e' bello questo percorso che stai facendo dentro di te.

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    1. Tilla, questa frase di tua nonna che hai condiviso con me mi sta riempendo di gioia...voglio segnarla e custodirla nella scatola che ho preparato per il mio bambino, piena di oggetti per lui, che vedrà quando sarà grande.
      grazie

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    2. Io custodisco il suo ultimo specchietto come il gioiello piu' prezioso. Nella scatola potresti mettere il tuo... ��

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  3. La foto che hai postato e le tue (le vostre) riflessioni mi hanno colpito molto. Per me la vera consapevolezza del mio essere madre è arrivata, paradossalmente, con la fine della mia gravidanza al secondo trimestre. In quel momento ho avvertito profondamente, in ogni fibra del mio corpo (e non solo nella mia mente)che mi mancava "una parte importante di me" e che da allora in poi non sarei mai più stata la me stessa che esisteva prima che mia figlia fosse dentro di me e neanche la me stessa con la pancia "piena". Per lungo tempo non sono riuscita ad accettare il mio corpo, quella "mezza pancia" vuota allo specchio, nè a riconoscere la mia nuova identità. Ho dovuto piano piano imparare ad accettare le mie emozioni: il mio sentirmi madre a tutti gli effetti..pur se agli occhi della gente non venivo considerata tale (per tutti, io e mio marito siamo "una coppia senza figli").

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    1. ho letto da te questo tuo sentirti parte unica con la tua bambina, quel tuo ringraziarla di averti donato quei momenti unici con la sua vita. L'ho fatto anche io. L'ho ringraziato per questo.
      rimango silenziosa davanti a questo dolore, perchè ne conosco in parte l'essenza che, seppur nel mio caso si sia trattato di un'interruzione della gravidanza nel primo trimestre, ti strazia cuore, testa, spirito e pancia.
      Questa pancia di cui parli, che mi manca come mi mancasse un braccio.
      E' la mia maternità mancata, quella che sento dentro.
      grazie per la tua condivisione.
      mi sento meno sola a leggere di chi... sa.

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grazie per essere qui.