Non ci sono campagne pubblicitarie sbagliate per noi infertili.
Infatti, nessuna delle coppie infertili che conosco ne ha reclamato l'assenza.
Ora che i riflettori del fertility day si sono spenti, ora, noi infertili possiamo ricominciare il nostro lavoro di ricerca affannosa di collocazione nella vostra società.
Ora che le coppie gay si sono sposate e fino al prossimo scandalo per la nascita di un figlio da utero in affitto, fino al prossimo sbaglio in laboratorio di scambio di provette, fino alla prossima morte di parto per medici obiettori di coscienza, ecco, fino a quel momento, noi infertili possiamo celebrare i nostri infertilities days. Che sono tanti, non è uno solo.
Ogni giorno della nostra esistenza è un giorno infertile da riempire di ragioni per cui ha senso la nostra esistenza.
Ogni giorno si combatte un vuoto inspiegabile, che sia esso dovuto ad una malattia o una scelta pentita.
Ogni giorno, ripercorriamo al contrario la nostra vita, mentre si riempiono camere tenute vuote per anni, in attesa di essere colorate di rosa e celeste.
Stanze da riempire di libri, di hobby, di lavoro, di film, di tavoli da pranzo, di cucce di animali.
Stanze da riaprire, spolverare, arieggiare.
Stanze da non dimenticare.
Attese da depennare, nelle liste delle speranze.
Speranze disattese, nelle liste della nostra vita.
Ora, che abbiamo un pò di pausa dall'opinione insulsa di persone che, con delicatezza a volte, se vìs à vìs, o con rabbia se da dietro una schermo o un telefonino, ci ricordano che ci sono tanti bambini al mondo che attendono di essere adottati (ed io mi chiedo sempre "e voi, perchè non adottate? voi fertili, perchè non lo fate?"), ora, dicevo, che forse c'è un pò di silenzio, che siete distratti dall'inizio della scuola, dalle vostre conversazioni di gruppi di genitori su whatsapp, dal natale che arriva, ora davvero,
state zitti.
C'è tutto un sottobosco che lavora.
Tanta gente che vive e sta imparando a farlo anche senza i propri figli.
Vive.
Non riempie la giornata. Non colma vuoti.
Vive.
Semplicemente.
Faticosamente.
Non più, nè meno di altri.
Questa gente ha imparato sul proprio corpo cosa significa provare un dolore non narrabile. Non comune.
Sono persone che si fanno domande, cercano risposte, si interrogano sul senso della maternità e non vogliono fare altro che imparare ad accettare senza sentirsi giudicare.
Questa gente ha visto la morte dei propri figli prima che venissero alla luce e che non comprendono la frase "meno male che è successo presto". Ha imparato a parlarci con la morte, facendola entrare nella propria esistenza e trasformandola in vita. E' ripartita da quel punto zero e ha capito che si può rinascere da un dolore così grande, si può abbracciare l'altro, nonostante le assenze.
Il nostro infertility day è guardare un'amica ignorarti dopo tanto tempo che non vi incontravate, perchè la sua attenzione è ad una neonata, figlia di una semi sconosciuta. Una neonata che profuma di borotalco, di latte, di rosa, un odore che rapisce le menti, inebria i presenti, e tu lo capisci che non puoi competere con quell'odore, anche se tu e la tua amica non vi vedevate da mesi. Se non fosse la figlia di una sconosciuta andresti anche tu da lei, la prenderesti, la coccoleresti, la baceresti, ma non puoi farlo, se no ti internano. Mentre la tua amica lo può fare, è già mamma, e la neonata le ricorda quando suo figlio era piccolo così. Non può stare con te.
Il nostro infertility day è sperare di poter crescere almeno i nipoti, che però vanno dalla zia solo per essere viziati, che le zie a questo servono. E quando dici che sei disposta a non dormire pur di tenertene uno nel lettone, per guardarci un film, leggerci una storia, che poi il giorno dopo lo accompagno presto a scuola, ti rispondono che no. Tu sei zia. Non sei capace di preparare la cartella, lavare, vestire, alzarti presto la mattina per accompagnare a scuola.
Il nostro infertility day è dover giustificare la presenza di un cane in famiglia, senza subire battutine ironiche sull'aver trasformato il cane in questione in un bambino, senza ricordare affatto che si è sempre stati amanti di animali, sin da bambini e che un figlio non sostituisce un altro figlio, o un cane, o un gatto, o un pregiudizio, incorniciato da frecciatine sottovoce.
Il nostro infertility day è consigliare ad un'amica nei guai, con un periodo funesto alle spalle, di fare un figlio. Che fare figli è vita. E' continuità. E' solo puro semplice amore.
E sentirsi rispondere che la nostra amica ha ben altro a cui pensare che alle solite fisse mentali dei figli che noi infertili abbiamo.
Il nostro infertility day è imparare a stare in silenzio, tutti i giorni. Perchè il nostro non è un problema, un'assenza non può essere un problema se non c'è, e augurare tanta felicità ad ogni amica che aspetta, e che ora ha anche i figli grandi, e che di problemi ne ha da riempire la giornata, di mamma socialmente e intensamente attiva.
Il nostro infertility day è perdere contatti sociali, perchè le pance bucate da punture di ormoni, sono faticose da portare in società. Le nostre pance si nascondono, sono scomode, non vengono accarezzate, solo additate.
State zitti
ecco.
Solo per un pò.
Lo sentite questo silenzio?
Dai che ora siete distratti dal referendum.
Noi si.
Noi lo sentiamo questo silenzio.
Lasciateci vivere i nostri giorni infertili.
Non ve ne accorgerete neanche. Siamo gente in gamba, che può fare molto alla società.
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