Mi sento malata.
È questo la sensazione più grande.
Quando mi sento incinta mi sento malata.
Mi riscopro fragile e in balìa delle medicine che scandiscono le mie giornate e i lividi che curo sulla pancia, ricordo delle punture di eparina.
Sento una tensione sottile laggiù che mi fa muovere come fossi di cristallo e mi costringe a rallentare istintivamente ogni movimento, ogni pensiero, ogni idea nuova, ogni programma futuro.
Non voglio sentirmi fragile.
Non voglio stare male di nuovo.
Vorrei avere il coraggio di dire a me stessa, sono di nuovo incinta ma non voglio cullarmi nell'illusione.
Vorrei gridarlo e poi non sentirmi malata e coccolare, come facevo una volta -quando non conoscevo questo dolore - la gioia di essere due vite.
Ma sono bloccata.
Manca una settimana.
Tutto questo potrebbe sparire di nuovo e allora la sensazione che potrei avvertire sarebbe quella di svuotamento.
La pancia piatta, il seno sgonfio, e il cuore stretto nella paura del futuro.
Eccola la paura che si insinua.
Come si può cantare e pregare facendo finta di niente...
La paura è irrazionale, decide lei quando arrivare. La vedo come l'acqua che si insinua sotto le porte. Pensi di esserti chiusa per bene, barricata dentro un bunker di coraggio e forza, e poi, l'acqua da fuori, comincia ad infilarsi da sotto le porte, dalle fessure delle finestre, dagli interruttori, dai piccoli buchi invisibili che non sapevi di avere.
Quanto è normale tutto questo?
Zero.
Quanto non è normale sentirsi così aspettando un figlio?
Zero.
Di nuovo, ho creduto di potercela fare e ora temo di non avere una struttura tanto forte da poter reggere questo acquazzone.
Buona pasqua Anna.
Buona pasqua pancia.
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