venerdì 6 giugno 2014

un futuro.

Non sono abituata a progettare il mio futuro.
Mi sono programmata una vita tale che ogni giorno è diverso dall'altro. Se tu mi chiedi se possiamo vederci il giorno X all'ora Y, io ho serie difficoltà a risponderti, perchè di fatto, non so mai cosa farò quel giorno. Potrei avere un impegno che mi dura tutta la giornata, oppure no. Non è che sia una persona così impegnata da avere tutte le ore con gli appuntamenti, no. Per carità. Ho scelto un lavoro che non mi fa uscire la mattina e rientrare la sera. Certo, non ho sicurezze. Vado avanti alla giornata. E' una scelta. Condivisibile o no.
Non è facile per niente sostenerla, però mi rende libera. Almeno libera come lo intendo io.
Oggi per esempio, ho preso un appuntamento di lavoro fino all'ora di pranzo, poi abbiamo lasciato la città per entrare in un centro benessere, uno dei regali per i miei quaranta, e cercare di lasciare tutto alle spalle.
Siamo usciti felici, ci siamo cucinati una frittura di pesce e poi bevuti un buon Soave gelato.
Siamo liberi? punti di vista.
Per me la libertà è non essere costretta a programmare il futuro.
E così, quanto mi è stato difficile programmare questi anni a rincorrere un desiderio, calcolare razionalmente i momenti cercando di prevederli.
Non sono mai stata a mio agio in questo ruolo che mi è stato dato o che mi sono data, fatto sta che, a me non piace pensare al futuro.
Vivo il presente.
Quando sto male, vivo nel passato.

Stasera, il mio corto circuito è pensare ad un passato in cui lei pensava al suo futuro.
Il suo futuro sarebbe stato quello di svegliarsi durante la notte per i soliti dolori, lavorare un pò a maglia e aspettare il sorgere del sole.
Il suo ultimo sole.
Poi pensare a prepararsi per quel futuro imminente, una mattina dai dottori a fare esami e controlli, preparare la colazione, uno sguardo indietro alla telefonata con suo figlio, e poi alla cena con suo marito.
Un piccolo futuro.
Piccole ore, minuti che si susseguono, il sole che nasce, e poi, il respiro che si ferma, quelle parole ormai quasi sussurrate, e poi il futuro che si attacca al presente, diventa una cosa sola e poi si trasforma in passato.
Per sempre.
Eccolo il mio corto circuito stasera. Un anno in cui al massimo mi è stato concesso di pensare al presente, mascherato da passato.
Immagini congelate per sempre.
Un dolore che si è trasformato in consapevolezza.
Un'assenza che ha costruito un vuoto senza fine nelle nostre vite.

Cosa vuol dire essere liberi se non il desiderare di costruire il proprio futuro senza avere paura?



“In verità, sarete liberi quando i vostri giorni non saranno privi di affanno e le vostre notti di necessità e sofferenze.
E soltanto quando queste cose avvolgeranno la vostra vita vi leverete sopra di esse, nudi e senza costrizioni.
Kahlil Gibran





12 commenti:

  1. Ti abbraccio cara. Grazie di tutto, anche di questo.

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  2. Anche io ho parecchie difficoltà nel programmare il mio futuro. Eppure lo vedo benissimo. Solo potenziale.
    Ti abbraccio cara

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  3. Ecco, mi restituisci "il favore" di ieri sera...
    MMm ma non lo metterò nella scatola questi pensieri ;)

    Anzi, continuerò a riflettere su questo:
    "Cosa vuol dire essere liberi se non il desiderare di costruire il proprio futuro senza avere paura?"

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  4. un abbraccio anche da parte mia. E grazie, mi fai sempre riflettere molto....

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  5. La paura è legata al futuro. Quando saremo in grado di liberarci veramente dalla paura, allora si, saremo davvero liberi. Non posso vivere senza pensare al futuro, non riesco a non progettare, a non darmi uno scopo e contemporaneamente ho il terrore di quello che non potrò controllare. Non credo, quindi, di essere libera. Ti ammiro, ti stimo e ti penso con ammirazione e un grande affetto.
    Rafafella

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  6. Lascio un commento e poi ti scrivo in privato. Ma quello che penso, Anna, e' che l'esperienza del passato inquina la fiducia nel futuro. La penso specularmente a Raffaella. E credo che solo lasciando andare il passato si conquista la liberta' di poter davvero, ma davvero, credere nel futuro.

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    1. io non conosco nessuno il cui futuro non è stato contaminato dal proprio passato. Se esiste, non ha vissuto.
      Di questo ne sono convinta.

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  7. E se tutti noi fossimo sogni che qualcuno sogna, pensieri che qualcuno pensa? (Fernando Pessoa)
    Avrebbe un senso ancora il futuro? Passato e futuro sono concetti sopravvalutati.
    In fondo oggi, è quasi già domani! Potrebbe bastarci questo "futuro prossimo".
    Mi piace come hai vissuto fin'ora. Giorno per giorno. Credo sia la scelta del saggio che sa di non poter controllare, che sa che la vita stupisce di più, quando ti accade qualcosa di bello senza averlo neppure pensato. Sono un po' troppo fatalista? Forse, ma io continuerei in questo modo.
    Un abbraccio!

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    1. brava. Il senso del post era questo.
      E il raccontare come può dilatarsi un futuro prossimo fatto di attimi che poi diventa passato e si ferma con la morte. Ho provato ad immaginare il futuro prossimo di lei, questo ho fatto.

      Per rispondere a EroLucy, non sono daccordo, e lo sai. Siamo quel che siamo anche grazie al passato, che casomai ti cresce, e ti porta nel futuro, e nella fiducia di quest'ultimo.

      Il non riuscire a programmare è un fatto caratteriale. Lo è da sempre.
      E' più forte di me.
      non centra nulla il mio passato.

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  8. Sono una persona che programma moltissimo, poi chiaramente i programmi vanno a pallino ma non imparerò mai la lezione. Il passato mi condiziona sempre, perchè, come dici tu, è il vecchio presente, non un qualcosa di astratto, ma convengo anche con Lucy perchè spesso il passato è una catena che tende a non lasciarci allontanare troppo (tipo un cane alla catena) eppure per me - nostalgica ma tanto - rappresenta un legame in senso positivo, non un vincolo dal quale affrancarsi. Forse mi limita, ma mi rende quella che sono. Un abbraccio a te e Fabio in questo triste anniversario, il vuoto non passa, non si colma, anche se ora è in un posto migliore, non poterla vedere, lo so, fa soffrire, e meno egoistiamente, si pensa alle tante cose che avrebbe potuto fare ancora. Sandra frollini

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  9. Anche io come te, Anna, non riesco a programmare..sono sempre last minute. Poi però, vengono fuori dei bellissimi momenti, anche perchè facendo le cose all'ultimo minuto fai quello che vuoi fare in quel preciso istante (e non magari quello che avresti pensato di voler fare una settimana prima). Come la vostra serata con la frittura di pesce e un buon bicchiere di vino. Eppure, nonostante per natura io sia poco incline alla programmazione..in questi ultimi quattro anni ho dovuto programmare al dettaglio tutto in funzione della nostro obiettivo di avere un figlio. Di libertà ne abbiamo respirata veramente poca. Il passato, secondo me, non può non condizionare il nostro presente e il nostro futuro e anche se fosse possibile, non so se vorrei lasciarlo andare (un pò come ha già detto Sandra, meglio di me). Abbraccio te e Fabio,non avrei mai detto che fosse passato un anno..il vuoto che ha lasciato la sua assenza non potrà essere colmato..anche se lei vi sarà accanto sempre e, ne sono sicura, avrà modo di gioire insieme a voi di tante cose belle che vi accadranno.

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    1. Grazie Claire per il complimento, ti leggo sempre, davvero. Un bacione

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grazie per essere qui.