Dovete imparare ad arrendervi
alla vostra consapevolezza più elevata.
Se prima non imparate questo,
potrete anche conoscere tutto quello che c'è da conoscere
al mondo sul misticismo e la spiritualità ,
ma non raggiungerete
alcun risultato.
(18/09/1971 yogi Bhajan)
In questi giorni è andata in onda sulla RAI una fiction che racconta la storia del Maestro Manzi, il maestro d'Italia.
Per noi, per la mia famiglia, Alberto Manzi è uno di casa, un parente, un amico.
Per il papà di mio marito, Manzi è stato dapprima un insegnante, poi padre, fratello, amico del cuore, e poi collega. Insieme hanno scritto libri per bambini, insieme hanno organizzato incontri, impostato lavori. Manzi ha presentato la sua futura moglie a mio suocero, che lavorava nella casa editrice che pubblicava i loro lavori, Manzi è stato il loro testimone di nozze, quel lontano ottobre del 1969. Si può dire che, se crediamo alla storia e ai suoi incastri, ad Alberto Manzi devo tutto, perchè è anche grazie a lui che poi è nato mio marito ed io ho potuto unire la mia vita alla sua.
Ci siamo molto emozionati nel vedere la fiction, anche perchè contemporaneamente, è uscito anche un libro su di lui, scritto in parte da mio suocero. In verità, le cose sono andate che, una settimana prima della morte di mia suocera, una persona, che era un ex compagno di classe di mio suocero, ci ha contattati per chiedere collaborazione nella stesura di questo libro, e così, quello che era, per la famiglia di mio marito, diventato un ricordo, è diventato poi un appliglio per non annegare nel dolore.
Ancora una volta Manzi è diventato protagonista, inconsapevole, della storia della mia famiglia.
Ho un peso nel cuore.
Quel peso che più di tutto è difficile da sostenere.
Anche mia nonna materna era un'insegnante. Io porto il suo nome, dopo la virgola, e ho conservato i suoi quaderni, i suoi libri, i sussidiari. Mia nonna era una donna che lavorava in epoca fascista, in un paesino piccolo vicino Roma. Una donna con quattro figli e tutto un mondo da tenere insieme e caricarsi da sola sulle spalle. Non l'ho mai conosciuta, ma la sento dentro di me da sempre. Forse proprio per quel suo nome dopo la virgola, che da quando sono nata mi appartiene.
Le mie radici mi appartengono.
Sono quella che sono, grazie a loro.
Convivo da sempre con questa consapevolezza, che per me è naturale.
Il mio passato, le persone che hanno contribuito alla mia esistenza, sono presenti in me e si apparecchiano a tavola ogni giorno con noi, in una sorta di benevola convivenza.
Non riuscire a dare continuità alle mie radici è il peso che oggi più di ogni altra cosa è difficile per me, sostenere.
Sapere di avere un potenziale nonno-insegnante in grado di trasmettere ad un bambino tutto l'oro del mondo, molto più di quel che sanno fare oggi la maggior parte degli insegnanti, sapere di poter avere a disposizione la possibilità di crescere una persona ricca, educata alla consapevolezza, sin dalla sua nascita, e non poterlo fare.
Sento tutte le persone che mi sono appartenute intorno a me, e Manzi in questi giorni me lo ha ricordato pur non avendomi conosciuta, guardarmi, guardarci.
Sento la mamma di mio marito che è qui, al nostro fianco. Ricordo perfettamente l'odore della sua pelle e il tono della sua voce, quando era arrabbiata, quando era felice, quando voleva consolare.
La vedo con la mano appoggiata al suo volto e vorrei averla qui, negli occhi di questo figlio che non c'è.
Quanto è facile guardare in faccia una donna senza figli e darle consigli non richiesti, come se l'unica cosa importante al mondo possa essere davvero solo il desiderio di quella donna e non porsi mai altre domande, altre implicazioni, oltre quel desiderio di figlio.
Quelle implicazioni chiamate radici, che tanto mi danno, ogni giorno.
Mentre io, mio malgrado, riesco ad offrire solo queste mani vuote.
Che bella storia di famiglia! Tuo suocero è una miniera di sorprese. Scrive pure libri!
RispondiEliminaSi Speranza, lo è. Dalla morte della moglie mai un problema, mai i cedimento, si sposta lui per venire da noi,raramente il contrario. Devo litigarci per farmi dare una camicia da stirare. Va dal dottore da solo, ci fa la spesa. È ancora attivissimo dopo 40 anni di insegnamento: tiene corsi di scacchi per le elementari e per i ragazzi dell'oratorio, dá ripetizioni ai bambini in difficoltà, segue gruppi di preghiera e di riflessione filosofiche. Ha scritto tanti libri per bambini...è davvero una persona di cui parlerei per ore...ho pensato a te mentre scrivevo, perché raramente incontro persone che amano, come ama lui quello che fa, il proprio lavoro come lo ami tu.
EliminaUn nonno perfetto.
Un padre che ci regala ogni giorno amore
perché non mi dai l'indirizzo.. così gli faccio un paio di domande su come si fa ad essere così attivi.
Eliminaa me che spesso prendono le paresi (emotive s'intende!)
Che bella storia Annina! :) E noi siamo fortunati quando nella nostra vita capitano persone così speciali!
RispondiEliminaWow che bella storia tesoro. Dev'essere stato davvero emozionante vedere quella fiction. Pensa che mi sono emozionata anche io vedendola.
RispondiEliminaUn bacio
Una storia bellissima e una famiglia stupenda, la tua. A partire da te!!
RispondiEliminaDi questo meraviglioso post cara Annina, colgo molte cose. Le radici e tu sai cosa sto passando ora, l'amore immenso per i libri, le persone che sono come guide, l'appiglio al dolore, la dignità del dolore, e questo tuo pensiero finale quando si in effetti è così: nella genitorialità negata si vede solo il non appagamento di un desiderio quasi egoista. Non sai quanto mi pesi ora non aver fatto diventare mio papà nonno. Un abbraccione grazie per aver condiviso questo pezzo della tua famiglia
RispondiEliminaGrazie Sandra. Hai centrato ciò che volevo dire. Il bisogno di genitorialitá nn è solo un affare egoistico. È molto di più. Molto di più. E noi lo sappiamo bene, ma io non c'è la faccio a spiegarmi di continuo. Ancora. E ancora.
EliminaCiao Annina! bello, bellissimo questo post, così pieno d'amore, così dolce, così vero! Quando ho visto la fiction vi ho pensato tanto, perchè sapevo quanto fosse importante per voi il Maestro Manzi! :) Tuo suocero è speciale e sono felice che sia riuscito a trovare un suo equilibrio, dando serenità anche a voi!
RispondiEliminaQuanto alle radici e alle nostre mani vuote... so bene cosa intendi e mi viene il magone... Ti stringo forte forte
oh annina...finalmente riesco a scrivere anche io...purtroppo in ufficio non è più facile come prima impossessarsi del pc e poi ho un blocco strano sul mio blog e per entrare nella mia bacheca lo devo fare dai vostri blog...insomma io sono una di quelle che hai descritto così bene nel tuo post precedente...perchè io comunque ti leggo sai???? ti leggo sempre e credo che tu ormai faccia parte della mia quotidianità. Un caposaldo. Anche io ho visto la fiction e ho amato quel maestro. Poi ora che ho letto il tuo post ancora di più. Le tue mani sono piene Anna, sono piene di tante cose. Pensaci.
RispondiEliminaChe bella persona tuo suocero, deve esserlo anche tuo marito e lo sei sicuramente tu.
RispondiEliminaGiusi
P.s. le tue mani non sono vuote, sono ricche di ricordi, amore, radici ma capisco bene cosa vuoi dire .
una famiglia meravigliosa, complimenti!
RispondiEliminaoh Anna....
RispondiEliminaCio che siamo lo dobbiamo alle nostre radici e voi avete radici solide e importanti che solo una grande storia d'amore familiare puo avere
RispondiEliminaChe bel post.. che bella storia... mi hai emozionata!
RispondiEliminaun bacio*