domenica 3 marzo 2013
di accoglienza e accettazione
Ciò che in questo momento preciso della mia vita più di tutto ritengo sia importante è il tema dell'accoglienza.
Accoglienza e accettazione.
Ciò che più di tutto mi serve in questo momento per completare un puzzle che ho cominciato a comporre tre anni fa, all'inizio di questo cammino.
Ieri sera ho incontrato alcune persone che non fanno più parte della mia vita da molto tempo, ma che erano per me i miei più cari amici.
Non scrivo con rancore.
Non scrivo con risentimento.
Ho preso atto di una situazione, una conoscenza, una realtà che prima di oggi non riuscivo a scorgere.
Prima di oggi il sentimento prevaricante era di disagio. Un disagio latente, sottile, che non mi faceva quadrare alcuni conti, che a somme tirate faceva mancare sempre quel qualcosa che mi sfuggiva.
Mi dicevo che era tutto normale, che le cose dovevano andare così.
Che ero io a sbagliare e che quel senso di smarrimento era momentaneo e legato magari ad una situazione, un fatto accaduto, un dramma, una colpa.
Mi sfuggiva però la visione globale del tutto.
Quel senso di disagio si è poi trasformato in distacco, mascherato da altro.
Mi dicevo che i fatti accaduti nella mia vita, mi ponevano in una posizione di svantaggio che, ritenevo essere non imparziale rispetto ad un giudizio che invece, secondo me, tale doveva essere.
Ieri sera ho rivisto queste persone, e quel disagio si è trasformato in differenza.
Non era disagio, io sono differente.
Lo ero da sempre, ma non lo sapevo.
Cercavo di essere una persona che non ero, per essere accettata, ma oggi che la parola accettazione ha preso ben altro significato nella mia vita, riesco a ricollocarmi in una situazione vissuta, vivendola diversamente.
Le parole entravano ed uscivano dalle mie orecchie, senza fermarsi per il cervello. Sfoderavo sorrisi di circostanza, non lasciando indietro espressioni di intesa con il mio compagno, che comprendeva ogni singolo mio pensiero, pur non incrociando il mio sguardo.
Due alieni calati in un mondo che non ci appartiene più.
Ieri sera, ricontestualizzando una me stessa in un passato vissuto e un presente mai cambiato, ho riconosciuto una Anna completamente cambiata, profondamente diversa da come era e mai più disposta a tornare indietro.
Ciò che mi è accaduto ha cambiato per sempre la mia esistenza.
Poteva non succedere.
Potevo lasciar scivolare tutto questo e vivere la mia vita, sì con dispiacere per i fatti accaduti, ma etichettando il pacchetto come normale, come un qualcosa che poteva succedere, è accaduta, e per questo nulla potevo fare.
Potevano andare così le cose.
Ma non sono andate così.
Il cambiamento epocale che è iniziato dentro di me, la prima volta che ho perso il mio primo bambino, ha scavato negli anni fino a riportarmi ad un'esistenza diversa, una rinascita.
Potrei sembrare sempre la stessa ad occhi non attenti, ma non è così. Uno sguardo più fermo può accorgersi di quanto la mia espressione si sia trasformata e quanto il mio io sia diverso da quello all'inizio di questo cammino.
Ecco perchè mi è caro il tema dell'accettazione oggi.
Durante un incontro spirituale a cui ho partecipato giorni fa, si è parlato di questo, ci si è soffermati di fronte al fatto che ognuno di noi almeno una volta nella vita, ovvero al momento della nascita, è stato accettato. I nostri genitori sono stati felici di incontrarci per la prima volta, hanno gioito della nostra esistenza, in molti casi lo hanno fatto da prima della nostra nascita, sin dal primo momento in cui si è compreso che eravamo stati concepiti.
L'essere accolti ci dà il biglietto di ingresso per la vita.
Non essere accolti, accettati, ci rispedisce ad una condizione di inesistenza, di orfani.
Ho pensato molto a tutti i figli non accettati, a tutti i nati e poi morti perchè non accolti.
Ho avuto modo di conoscere da vicino, perchè conosco la persona che l'ha soccorsa, la storia della ragazza romana che, dopo aver partorito in bagno, ha portato suo figlio in giro per la città in una busta.
Penso a questi figli.
A loro nessuno ha dato la green card per stare al mondo.
Penso ai miei figli, mai esistiti se non nel mio cuore.
A quanto mi hanno aiutato prendendomi per mano e portandomi dove sono ora, di nuovo all'inizio di tutto, non più disposta ad essere quella che non sono, non più disposta a sopportare un disagio non riconoscibile, non più disposta ad essere ricollocata in contesti di non accettazione, di me stessa e del mio pensiero. Oggi gridato a voce alta.
Loro hanno dato a me la carta di identità per essere accolta nel mondo.
Penso a quanto una condizione così drammatica di abortività poteva cambiare la mia vita in peggio, facendomi vivere solo il brutto di tutta la faccenda.
Mi è stata data un'occasione, potevo non coglierla.
I miei figli mi hanno allungato la loro mano e mi hanno tirato.
Io ho avuto modo di conoscere molto più che prima, e a fondo, una situazione, un modo di vedere la vita, che ricercavo ma che non riuscivo a vedere.
Leggo di molte madri che fondano la loro esistenza su quella dei loro figli e che si interrogano di quale vita poteva esserci senza di loro.
Io son dovuta partire al contrario.
Ho dovuto chiedermi come sarebbe stata la mia esistenza e la conoscenza di questa me stessa, se loro oggi fossero stati qui.
Devo rivolgere a me stessa delle domande, dicendomi che, sì, il senso della mia vita è ora e adesso anche se loro non ci sono. Ma non perchè devo convincermi di questo, ma perchè il risultato del cambiamento è davvero questo.
Questo è il mio personale senso della vita.
Questa è la mia accoglienza verso i miei figli.
L'accettazione di me stessa che porta a loro.
Non è cosa da poco.
Eppure tutto ciò mi sembra una grande occasione di vita.
Una enorme occasione di vita.
E questo non può non generare che altra vita.
postilla delle ore 23.00
il mio migliore amico questa sera ci ha detto che è incinto.
il mio migliore amico, non la mia migliore amica.
dunque all'appello mancava solo lui.
ora il cerchio si chiude.
Sono stati concepiti tantissimi bambini insieme ai nostri. Tantissimi.
Tutti questi bambini hanno tenuto per mano i miei e li hanno conosciuti.
Quando i miei erano già desideri fatti carne e loro non erano nemmeno pensieri nelle menti dei loro genitori.
Nasceranno tutti insieme e saranno uomini e donne, quello che i miei non saranno.
Non so ancora gestire tutto questo.
E' così innaturale che io debba ricercare una logica in questo.
Così innaturale....
e poi ci siamo messaggiati, dopo, da soli, ognuno dalla propria casa...
"...Il giorno che ho visto questo nocciolino pulsare sono rimasto ammutolito... Non sapevo come ringraziare la vita...... Oggi capisco ancora di più quanto il vostro sforzo sia motivato. Prego affinché possiate coronarlo al più presto."
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Già... non può... Un abbraccio grande.
RispondiEliminaE' un bellissimo post, Anna, e il tuo cuore e' grande.
RispondiEliminaLoro ti hanno aiutato, ti hanno teso una mano, sono nel tuo cuore. Un abbraccio, cara Anna.
RispondiEliminaNon posso che pregare come loro, per voi.
RispondiEliminaRaffaella
tutti insieme
RispondiEliminasiamo vita
hai scritto di te in maniera così intima e cosciente che quasi fa paura. hai scritto di voi con Accoglienza. la riconosco, la copendo e l'accettaioe è una frontira talmente vasta e netta che si tocca con mano. la stai percorrendo e non è detto che non si inciampi...è normale, non tutte le strade sono facili da percorrere, si sà. te hai intuito la direzione e sei coraggiosa, tanto ma proprio tanto.
RispondiEliminagrazie per le parole che leggo oggi, mi confortano nonostante io abbia paura dell'innaturalità di cui parli e che non sò come "gestire".
e io non prego in generale se non modo mio, lo hai viso.
ma mi unisco alle preghiere del tuo amico felice di dedicarle a voi.
un bacio
spero che a parte intuire la direzione io non mi prenda un muro in faccia Silvia...
Eliminagià.lo speriamo insieme e intanto mettiamo un bel divieto di costruzione edilizia lì...dovrei conoscere qualcuno che di progettare costruzioni potrebbe saperne ;)
Elimina.."la riconosco e la comprendo. e l'accettazione è una frontiera..." ripeto le prime due righe...non si può nascondere a nessuno che sto bevendo falanghina, accidenti! :*
RispondiEliminacara, ieri sera mentre tu bevevi falanghina io bevevo passerina.
Eliminaquindi, capisco, profondamente, capisco.
:D
brava! onore e gloria alla passerina (c'è anche in ciociaria!!) gloria & onore!
EliminaTi voglio bene.
RispondiEliminanon nascondo che ieri quando ho letto questa dichiarazione così esplicita mi ha fatto venire le lacrime agli occhi...
EliminaLe mani della foto dicono tutto.
RispondiEliminaStasera ti porto con me durante la meditazione.
Un abbraccio
oh che cosa bella, grazie...
Eliminaoggi la nostra meditazione è stata sul riuscire a buttar fuori la rabbia che abbiamo dentro.
Lezione forte.
La meditazione da 5' soliti è passata a 11'...
stanca stasera...stremata...
Se pronta Annina....se pronta di nuovo....Ti abbraccio forte!Laura A.
RispondiEliminagrazie sempre a tutte voi.
RispondiEliminaPresto avrò bisogno del vostro amore, più di quello che ogni giorno già mi date...