mercoledì 23 novembre 2011

desideri fermi

dunque, oggi è il 23 novembre.
il 23 ottobre iniziavano le perdite che mi hanno evitato il raschiamento.
Sono passati 32 giorni (così facciamo pure il palindromo del 23) e mi sembra sia accaduto tutto una vita fa, anche se a volte chiudo gli occhi e sembra che tutto sia avvenuto ieri. Sono strane sensazioni, che spesso mi sbattono in faccia la cruda realtà e altre volte invece mi fanno sperare nel futuro.
E' stato un mese duro, intenso e lungo. Ho fatto un bel viaggio emotivo e ho condiviso tanto.
Ho conosciuto molte realtà e mi sento più ricca.

Stamattina scrivo dal letto, ci sono state varie congiunzioni astrali da questa mattina alle 7 che mi hanno fatto decidere di non muovermi da qui oggi. Innanzitutto a Roma oggi è blocco del traffico per le automobili inquinanti e la mia citroen AX, assicuro, è inquinante. Sono una pigra, i mezzi pubblici non li prendo, forse perchè ho viaggiato con il treno dai 14 anni ai 30 e ne ho viste di tutti i colori. Inoltre, stamattina alle 7 avevo un rastrello H24 nella mia gola che mi impediva di deglutire e ho un inizio di febbriciattola, o meglio, sensazione di averla, che è peggio. Seconda congiunzione astrale. Ma c'è anche la terza: mi sono dimenticata che oggi dalle 8 alle 19 bloccano l'erogazione dell'acqua nella mia zona, dunque, niente doccia-lavatrice-scarico wc eccetera eccetera.
Mi sembra che tutto questo  minestrone  possa essere considerato un valido motivo di decisione per un fankazzismo latitante sotto le coperte. Diciamo che faccio la scorta per quando avrò un pupo (due?) urlante da allattare, preparare i pasti, rassettare la casa, ricordarmi di fare l'architetto.
Ah bè si, nei ritagli di tempo faccio l'architetto. Non che io me ne sia dimenticata, ma non ho mai trovato una giusta motivazione per parlarne qui, nel diario per il mio bambino.
La verità è che  non è un buon momento questo per il lavoro, e la mia decisione di "sentirmi libera" facendo la libera professionista, in questo periodo non paga. E così, mentre ho un bisogno incredibile di buttarmi su un progetto, per distrarmi e cercare di non pensare davvero, la società mi rema contro e mi toglie ogni volontà e desiderio di cambiare le mie sorti economiche.
Spesso, penso di dover cambiare lavoro, ma  poi mi rendo conto che non so fare altro, e rimango ferma, in attesa.
Oggi infatti, faccio sega  (fare sega: saltare volutamente un appuntamento, ndr) ad una conferenza all'Ordine sul piano casa, per i motivi suddetti, e mi evito le chiacchere inutili di questi imbecilli che ci impediscono di lavorare seriamente.

Comunque, siccome il ciclo non mi è arrivato ancora, mi rode. Nella mia innocenza e nel mio bisogno di sperare, ho programmato di riacciuffare il mio bambino subito, per farlo arrivare la notte di natale. Ma non funziona così:
uno- perchè non sono io che decido quando concepire (ancora non l'ho capita questa cosa?)
due- non si può programmare la nascita di un essere umano
tre- ....ho un sacco di motivi ancora, ma ora non li voglio elencare
E quindi aspetto. Aspetto. Aspetto.
Certe volte vorrei lanciare qualche cosa contro un muro per la rabbia che mi faccio, a volte mi faccio compassione. Cerco di vedermi da fuori e cerco di immaginarmi agli occhi di chi non conosce questo mondo di difficoltà e di dolore e provo compassione, pena.
Ieri sera mi ha squillato un' "amica" (le virgolette stanno per persona che in passato ha ampiamente manifestato la sua ignoranza in materia verso i tortuosi percorsi per avere un figlio e sbattendo le ciglia due volte si è ritrovata per due volte mamma di un bambino e di una bambina) e senza preamboli mi ha detto che aveva una sensazione positiva su di me e che pensava che io non dicessi nulla per preservare la paura. Cioè...pensava aspettassi di nuovo, questo per far capire l'ignoranza. Per carità, mi fa piacere essere oggetto di tali premure e pensieri, ma questo sta a significare come mi osservano gli altri da fuori.
Non sono più un architetto, sono un'aspirante mamma, il che va anche bene, finchè non mi si appiccica addosso l'etichetta della compassione, quella mi dispiace tanto...ma d'altra parte, io come mi comporterei con un'amica che rimanda tutta la sua vita per diventare mamma e puntualmente non ci riesce?
E allora rimando.
Vorrei fare tante cose, la testa mi frulla, ma non le faccio. Ho paura.
Sono traumatizzata dal mio ultimo stato fisico, e lo so che poi non posso cambiare gli eventi e il mio destino, ma non ce la faccio a programmare cose che vorrei fare : e se poi rimango incinta?
Ma che palle.
Ecco cosa intendevo nel precedente post, mi hanno tolto la naturalezza, la spontaneità, ma non posso fare diversamente.
Sono giorni che programmiamo il nostro annuale we lungo nei mercatini del natale, in occasione del nostro anniversario, ma non prenotiamo. E se poi rimango incinta? l'aereo, la fatica, lontano da casa...mi è bastata l'esperienza di settembre e l'aver fatto il testo di gravidanza in una stanza di albergo. Vorrei iscrivermi in palestra, fare un pò di sport, poi in realtà mi piacerebbe tanto fare yoga, ma ho trovato solo corsi lontano da casa, e per quanto ami dove abito, a volte, in queste circostanze, mi pesa, mi pesa dover comunque muovermi per forza con l'automobile.

Io non sono come le altre. Io ora sto bene fisicamente, anche se il ciclo sta per arrivare: quando ero incinta non stavo bene, ero felicissima, ma non stavo bene. Mi dicevo che era solo l'inizio e che poi le cose sarebbero passate, e che ero io quella esagerata. Non è così. Io mi accorgo subito di aspettare, perchè il mio corpo se ne accorge, perchè non sto bene fisicamente.
non sono come le altre donne.
e va bene, ne prendo atto.
ma così è una vita sospesa, in attesa, senza altri obiettivi.

Mi nutro di desideri ma rimango ferma, ne ho una lista lunghissima. In questo mese mi sono riempita gli occhi di una realtà femminile che ammiro e che seguo con la bavetta alla bocca, lascio qui qualche appunto,  per ricordarmi che c'è chi vive, progetta, lavora, va avanti, nonostante tutto...poi magari faccio una lista vera:
- workInProject
- Irene Vilar
Dire donna
- Mamma felice
- Ilaria Frollini
- Tabaccherie orientali
- Lenuovemamme
- Wanesia
- Stimadidanno
- Iltempodellacrisalide

eccetera eccetera

4 commenti:

  1. “Cosa sia una “buona madre” lo decidono gli altri. Il coro. Lo sguardo che approva e che rimprovera. Quelli che sanno sempre cosa si fa e cosa no. Cosa è giusto, saggio, utile…
    Per fortuna la vita dà un posto alle cose. Quando sembra che non ce ne sia uno per sé, guardarsi attorno aiuta…Di quanti siano i modi di essere madre, o di non esserlo affatto. Di quante strade esistano per accogliere quello che viene, quello che c’è. Tanti modi così diversi e tutti senza colpa: i modi che ciascuno trova. Dalle donne passa la vita, sempre. Dalla pancia, dalla testa, dalle mani e dai ricordi. Dalla capacità, dal desiderio di tenere dentro, e a volte anche dall’impossibilità di farlo. E una madre tutto questo lo sa.“ (Una madre lo sa..Concita De Gregorio)
    DALLE DONNE PASSA LA VITA, SEMPRE..
    E tu devi vivere..non restare immobile,non trattenere il fiato per la paura..vivi e sentiti viva..nonostante il dolore e la sofferenza..
    Non avere un solo obiettivo ma rendi quell'obiettivo che è il più splendido al mondo parte di una vita ricca..piena..
    Nel cuore di una mamma c'è spazio per tutto..nel corpo di una mamma c’è una forza incredibile che ti permette di far tutto..
    NON AVER PAURA..
    Un abbraccio

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  2. grazie annalisa per il tuo passaggio qui.
    Ognuno che passa lascia una traccia di amore che io accolgo con piacere riflettendo sulle vostre parole.

    ciao ilaria bella!

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  3. Grazie cara, sei come noi, sei noi. Siamo noi. Un bacio schioccante

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grazie per essere qui.