Io sono questa donna qui.
Non uso pseudonimi, nè per me nè per mio marito, il mio cane, la mia gatta.
Quando eravamo piccoli, ma anche oggi, in famiglia mia mamma quando arrivava un ospite diceva sempre: "ah stasera siamo più maschi che femmine!" o viceversa e intanto affettata un ciambellone fatto in casa.
Io non ho paura della solitudine, forse perchè non so cosa significa e perchè la mia famiglia è tanta, rumorosa, indispensabile, ingombrante. Tuttavia so stare sola con me stessa.
Non sono capace a far rallentare il tempo, nè a rilassarmi con facilità, ma sto imparando.
Non ho mai pensato di vivere una vita senza figli, prima di cinque figli, ho dato per scontato la mia capacità di generare essere umani.
Ho sempre creduto di essere una persona fortunata, ed in parte lo penso ancora, l'unica differenza è che non mi credo più intoccabile.
La prima volta che l'ho capito avevo venticinque anni, quando mi ricoverarono in seguito a tremende coliche di fegato. Incollata al dolore fisico che mi sorprendeva come uno schiaffo in piena faccia mentre coglievo margherite, capii che poteva accadermi qualcosa, che non ero stata dotata di poteri paranormali e che anche la mia famiglia poteva subire perdite e provare dolore.
Abbandonato il mio stato di illusione infantile, proseguii comunque a vivere per i successivi dieci anni senza badare davvero troppo allo stato delle cose, pensando che in ogni caso, tuttavia, comunque e dovunque, a me non sarebbe mai accaduto nulla.
Poi un giorno la mia migliore amica di infanzia, quella di cui ti innamori perdutamente, che sapresti dire anche oggi come è fatta l'ultima unghia del suo mignoletto, se ne andò. Niente, mi fece questo regalo. Morì.
L'ho raccontato varie volte che questo è il momento dell'inizio del mio cammino di consapevolezza.
Da qui in poi, la mia vita cambia.
Il mio amore verso la mia famiglia diventa paura di perdere e scatta finalmente il momento in cui ho bisogno di sentirmi madre.
Tuttosommato è passato davvero poco tempo da quando questo beginning è partito, ed io ora sono qui che mi lamento, consapevole che sì, le cose accadono anche a me, non sono invincibile, fisicamente ed emotivamente, posso sbagliare, posso ammalarmi, posso vedere staccarsi da me una vita generata dal mio amore e quello di Fabio, e posso credere che non sarò mai madre, e posso ancora credere che in fondo a me no, a me non succederà mai, pur vedendo infrangersi ogni mese i piccoli frammenti di speranza a cui mi attacco con tutta me stessa.
Questa sono io ora.
Una donna normale.
Che fa delle scelte, consapevole di poter sbagliare.
Che ha paura ma lotta.
Sono una donna che sta imparando a conoscere se stessa, che timidamente sta mettendo uno davanti l'altro i piedi, per iniziare a camminare su quella strada che ha imparato a riconoscere mentre cercava il suo bambino.
Questa è la mia strada, e passa per il dolore.
Ma va bene perchè so che alla fine, comunque andranno le cose, ci sarà un lieto fine.
E se durante questa strada incontrerò la pma per avere il mio bambino, andrà bene così, vorrà dire che questo era scritto. Ma ora non è così.
Mi si chiede dove trovo la forza di andare avanti ogni giorno senza fare subito la scelta più veloce, forse non meno dolorosa e forse non meno faticosa, ma comunque più veloce.
La forza me l'hanno data i miei angeli: questo è il regalo più bello che io potessi mai ricevere. Prima del loro arrivo, mi ritenevo una persona debole, priva di reazione, perchè questo mi era stato detto di me, ed io ci credevo.
Non è così.
Ho tante forze che sto imparando a gestire, perchè ho imparato e messo in conto anche che è possibile arrivino periodi in cui è necessario combattere di più che in altri.
E ho molto istinto, ed intuito.
Questo è l'aspetto di me che maggiormente fatico a riconoscere.
Eppure.
Eppure so dentro di me che un giorno potrò guardarmi indietro per poter sorridere, comunque andranno le cose. So che un figlio non arriva con le scorciatoie e che io non sono autorizzata ad andarmelo a prendere come fosse un pacco in offerta al supermercato. E non sono una mamma meno brava o più egoista perchè scelgo di non sottopormi ad uno strazio se non c'è una ragione vera.
Ho capito che l'espressione vengo a prenderti ora non mi appartiene.
Attendo che tu arrivi, questa è l'espressione che mi appartiene, perchè nè io, nè la scienza può davvero decidere per te.
Posso velocizzare le cose, ma non ne ho garanzia, nè mai ne avrò. Ma sto cercando di imparare a dilatare il tempo, a rilassarmi, a saper aspettare. L'attesa è un altro dono che queste maternità mancate mi hanno dato.
L'attesa e la capacità di rendere vivo il desiderio, e la speranza, e la consapevolezza di essere già madre.
Attendo te.
Attendo me stessa.
Ero al computer per scriverti, ma te lo racconto qui.
RispondiEliminaStanotte, anzi poche ore fa, ti ho sognata. Eri venuta qui ad aiutarmi perchè ero malata. Prima eravamo io e te sotto un portico con la luvce azzurra del mattino a guardare una piuma che volava giù. Eravamo vicino al campanile del mio paese. Ho un ricordo dettagliatissimo di quel momento. Il resto è più sfumato, ma ricordo che eri venuta con un bimbo con un cappello bianco. Rivedo nitido il contrasto tra le due teste, quella di Di con il suo capello rosso e quella del tuo bimbo con il berretto bianco.
Volevo raccontartelo.
Buon 25 aprile, buona festa della liberazione!
sono emozionata all'idea che tu possa avermi sognata. Questo significa che sono nella tua testa e nel tuo cuore. Sei la seconda persona che mi dice di avermi sognata in tali condizioni, questo mese...chissà...
Eliminati abbraccerei ora...
Oh certo che sei nel mio cuore! Avevi dubbi? So che non sono brava a esternare certi sentimenti ;-)))
Eliminami hai commossa. penso spesso queste stesse parole. guardavo il dolore degli altri e, tutto sommato, pensavo che la cosa non mi riguardasse. fino a quando ho preso uno schiaffo grande, che mi ha sbattuta a terra, fatto vedere che sono mortale, e lasciato una malattia cronica che me lo ricorderà per sempre. sembro scontata, ma è da ieri che ti penso, indecisa se condividere o no uno degli strumenti che mi hanno aiutata di più. forse potrei non intromettermi e farmi i fatti miei, ma so che cos'è la stanchezza di cui parli nei tuoi post precedenti. l'ho provata anch'io, la provo tutt'ora. è una compagna fedele che mi ricorda che non sono intoccabile e beatamente incosciente come tanti, che si lasciano semplicemente vivere seguendo il flusso. a me, a noi, è toccato un altro percorso. allora mi metto distesa o seduta, faccio qualche respiro e mi rivolgo alle mie mani. sento quali parti del corpo hanno bisogno di essere toccate, scaldate. quali parti del corpo conservano segreti, paure, sofferenze. mi abbandono al flusso di coscienza e quasi sempre arrivano pensieri, ricordi, accumuli di cui ero inconsapevole. questo è stato il mio rito negli ultimi anni. quando volevo preparare corpo e anima al concepimento di mio figlio, quando ero incinta e volevo "parlare" con lui, quando il mio cuore è rimasto tramortito ed è iniziato il periodo delirante dei ricoveri, dei medici e dei farmaci. questo è stato il rito di pulizia con cui rigenerarmi: ecco, sono questa. la stanchezza spesso è una chiamata del corpo che ha bisogno di essere ascoltato. alla fine mi sento più forte, e ricomincio la mia battaglia quotidiana fiera di ciò che sono e pronta ad affrontare quel che mi aspetta.
RispondiEliminaylenia, sapevo che saresti arrivati qui ad accogliere questa mia apertura. Non lo so perchè ma lo sapevo.
EliminaLeggo quello che stai facendo sulla condivisione e sull'invito che stai manifestando. E' bellissimo.
Forse già una volta mi avevi parlato di questo tuo modo di parlare al tuo corpo per accogliere il tuo bambino, o forse lo avevo letto nel tuo blog...non importa. Importa cmq la consapevolezza di te stessa, con la quale ogni giorno ragioni, ogni giorno un pezzetto di più, e questa è una delle cose più belle che la vita ci sta regalando. Sono affascinata dalla tua battaglia e dal tuo vivere quotidiano.
La prima scintilla di consapevolezza arrivò, per me, a sedici anni, quando una delle nostre insegnanti del coro morì di tumore, a pochi mesi dalla nascita del suo bambino, perché non volle abortire e farsi curare. Anch'io, poi, persi degli amici, soprattutto uno, amatissimo, in un incidente. Quindi mi riconosco tanto in quello che scrivi... in questo camminare e incespicare insieme, nel coraggio misto a paura, in questa tenacia sempre tanto umana o, come giustamente scrivi, normale.
RispondiEliminaCi vuole, secondo me, tanta forza per non fare quella scelta "più veloce" quanto per farla. Il punto è che ciascuna ha la sua storia... e questo è il tuo modo di aspettare, di attendere il suo arrivo. Il tuo è un altro modo di mettersi in movimento, di cercare (dentro e fuori di sé).
Penso, semplicemente, che si debbano rispettare le tue scelte... e, ormai, se qualcuno non lo capisce, so che sei forte abbastanza da non curartene più di tanto.
assolutamente.
Eliminanon è un paragone con nessuno.
questa è la mia storia e soprattutto la mia strada.
imparare a riconoscerla ed accettarla è la cosa più difficile, ogni mese, dopo ogni fallimento, anche se io non lo chiamo più così: lo chiamo riavvicinamento a me stessa e al mio bambino.
Che bello il tuo post di oggi, e che belli quelli delle persone che ti hanno risposto qui sopra.Vorrei avere la pazienza e la fiducia che, nonostante tutto, ti animano. Oggi per me è uno di quei giorni che si è portato via un pezzetto di speranza, come lo hai chiamato tu. Il mio 25 aprile sarà caratterizzato dai mensili dolori alla pancia che speravo di non provare, anche se sapevo che a un solo mese dalla perdita non avrei potuto aspettarmi nulla. Io purtroppo non sono paziente, anzi, oggi non sono disperata e nemmeno triste, ma non riesco neanche ad accettare con saggezza l'andamento delle cose. Un solo mese mi separa dalla pma, un ultimo tentativo che concedo alla natura e ai suoi tempi, e non sai quanto non vorrei ricorrere alla medicina per ritrovare il mio cucciolo, ma pare che per me questa sia la strada.
RispondiEliminaBrava Anna, mi sembra di sentirti forte e serena nelle tue parole, grazie perchè le condividi con noi; spero di vivere anch'io così le prossime settimane. un bacio e buona festa della Liberazione e della Resistenza, anche la nostra in fondo è una resistenza...che speriamo di coronare con una personale liberazione.
ops, scusa, dimenticavo: sono Francesca! tra pochi giorni ti mando via mail il testo sistemato!
Eliminaecco Francesca, la tua storia ormai la conosco, talmente bene e nei dettagli, che potrebbe essere la mia.
EliminaNon so perchè vuoi darti delle scadenze, ma forse posso immaginare che questo è il tuo modo per prendere in mano la situazione.
Se così è, sii serena. Non andare incontro alla PMA se non credi sia la strada giusta per te. Se invece pensi sia così, allora accogli questa opportunità come la possibilità che la vita ti sta dando per riportare a casa il tuo bambino e sii felice di questo.
Un mese tesoro mio è troppo poco per guarire il tuo cuore.
Troppo poco.
Lo so che ora pensi di avere la forza per andare avanti e buttare indietro quello che non è più stato, ma fidati, non è così che riuscirai a vincere la paura.
Io lo so che ognuna di noi è diversa, lo so che ognuna ha la sua reazione, ma davvero Francesca, prenditi il tempo per far riprendere il tuo corpo e la tua anima. Un aborto è uno strazio, che ti lacera dentro e ti spezza, lo sai, lo so.
Ama il tuo corpo e te stessa e poi vai incontro al tuo bambino.
ti abbraccio, aspetto la tua storia risistemata.
Grazie Anna, hai ragione. Come avrai capito sono sempre stata presa dalla smania e dalla frenesia dopo un dolore, è il mio modo di reagire alla situazione. Ora mi sento equilibrata, per quanto è possibile in questi momenti, e quindi non mi sembra di essere sul ciglio di pericoloso burrone, mi sembra quasi di seguire un corso degli eventi che si snoda davanti a me, ma potrei sbagliarmi e fra un po' il mio dolore celato potrebbe bussare alla mia porta. Tutto è possibile, di sicuro però io il mio dolore non ho voglia di andarlo a cercare, tanto so che se vorrà verrà lui senza chiedermi il permesso. Per il momento provo davvero a prendermi cura di me, con i miei modi strampalati è vero, ma che ci vuoi fare...a presto, un bacio, Francesca
Eliminapurtroppo non c'è nessun modo "per andarsi a prendere i bambini" (nemmeno con l'ado..ilaria docet)
RispondiEliminaI bambini "arrivano" sempre. E' sempre un mistero perchE arrivino in certi momenti e in altri no.
Ma tu fai bene ad ascoltare il tuo corpo, il tuo cuore e soprattutto i tuoi angeli :-)
già.
Eliminaproprio perchè ho imparato questo attendo.
Non sono io che potrò cambiare le cose ora...
L'attesa è un altro dono che queste maternità mancate mi hanno dato.
RispondiEliminaL'attesa e la capacità di rendere vivo il desiderio, e la speranza, e la consapevolezza di essere già madre.
Attendo te.
Attendo me stessa.
Anna, questa è la strada giusta. Attendere nell'attesa, se stessi, e le nuvole farfalle che oggi siamo grazie ai bruchi del passato. Ti abbraccio forte in questa rinnovata consapevolezza.
C.
tu sai sempre cogliere le parole e il senso di quello che voglio dire...
EliminaChe bel post, che belli i commenti delle "nostre" amiche... Mi siete mancate! L'attesa, la consapevolezza, la ricerca di noi. Ecco i miei pensieri sono i vostri. Un abbraccio collettivo. ❤
RispondiEliminacome ti senti Silvia?
Eliminacome stai?
cosa provi?
Momento introspettivo, me ne rendo conto, parlo poco di come mi sento, sono troppo concentrata a "sentire", non voglio perdermi nemmeno un attimo! Mi sento bene, molto. Sono alla fine della decima settimana, ho avuto un picco di paura dieci minuti prima di fare la prima eco, avevo paura di stare troppo bene per avere davvero qualcuno nella pancia! Invece c'e', il suo cuore mi ha dato una forza che non immaginavo, sto bene, mi sento solo fortunata. La sera la mia pancia fa uno scatto in avanti di un mese buono, bella gonfia e tonda mi regala qualche silhouette orgogliosa davanti allo specchio, di giorno invece e' appena un bozzetto che sfioro continuamente per accertarmi che e' tutto vero! Ho comprato un libro sulla gravidanza ma mi ha fatto un brutto effetto, io tutte quelle cose non le voglio mica sapere, non tutte insieme! Leggo una settimana davanti alla mia e non di piu', impareremo le cose quando sara' il momento.
RispondiEliminaGrazie Anna per le tue attenzioni, aspetto per le analisi mensili il mio turno in consultorio e tu sei qui accanto a me.
mi sto preparando per partire in realtà.
EliminaFaremo un we in agriturismo a Gubbio e speriamo di rilassarci...
vi seguo sempre però dal mio telefonino.
attendo i risultati, tienimi aggiornata.
Buon week end! Si sta proprio bene da quelle parti! :-)
RispondiEliminaI tuoi passi li fai giorno per giorno questo diario Blog È LA consapevolezza. Esternando a mani nudi le tue emozioni con gli altri, cosa da pochi. E credimi ci vuole molto coraggio mettere le proprie emozioni e dolori alla sparte di tutti. E tu ne hai coraggio da vendere, non perché lo dico io, ma lo dici tu stessa giornalmente esternando il tuo dolore interiore...senza paura. E vedi quella paura di non avere un futuro una famiglia, un noi, un trio, ognuno lo chiami come vuole, perché io lo so che la paura di rimanere sola ti mangia e di non fare chi dice la botta di culo. Non so se si può chiamar cosi, non so se esistono preghiere o miracoli, se esisterebbe una danza per far felici tutte le donne che desiderano di aver un bambino, la danzerei ogni sera a modo di vudu.. E' la vita che decide.. ed io al tuo posto non mi farei più domande di cosa verrà e se verrà verrà tutto naturale..vedrai e se non verrà non conviene che vivere felici di ciò che si ha. Oggi leggevo.."Quello che mi sorprende degli uomini è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
RispondiEliminaDalai Lama
Ciao Anna.
cara Jenisha,
Eliminavorrei solo non sentirmi come una che sta prendendo una decisione sbagliata.
Vorrei solo non sentirmi che sono un'egoista se non scelgo altre strade, nessuna strada è la più semplice, nessuna.
Eppure a volte mi sento come non volessi affrontare le situazioni.
Ma non è così.
Io "sento" che così ho rispetto di mio figlio.
Io "sento" che così attendo i suoi tempi, e lo so che così posso passare da pazza, perchè attribuisco un cuore ed una testa ad un'entità inesistente,almeno fisicamente, ma per me ora è così.
Non riesco ad agire diversamente.
Vorrei solo avere la certezza di non commettere errori...ma come si fa?