mercoledì 25 gennaio 2012

di solidarietà femminile, donne e madri.

Arthur Maillard: Solidarietà femminile 


Questi anni mi hanno catapultato in un mondo che prima di oggi non conoscevo.
Quello delle donne.
Non so se per carattere, coincidenze, situazioni che non sono nate, io non sono mai riuscita a legare davvero con la parte femminile delle persone con cui avevo a che fare.
Un mondo difficile per me con cui interagire, l'essenza stessa dell'esistenza umana.
La ricerca della gravidanza, il desiderio di moltiplicarsi, di dare la vita, mi ha avvicinato inevitabilmente, alle donne e alla solidarietà femminile.

A volte mi  incanto per l'energia, la caparbietà, la forza con cui le donne affrontano la vita e coltivano il cuore e l'anima.
E' così che ho lasciato che questo mondo mi appartenesse, curiosa, cerco di comprenderne gli aspetti e farli miei per arricchire la mia vita.
Ciò che mi è capitato coincide con lo strappo subìto dopo la morte di quella che era per me considerata l'unica donna della mia vita, la mia amica di infanzia, l'unica che conosceva davvero tutta una parte di me stessa, quella di me bambina, priva di tutte le sovrastrutture che negli anni si creano inevitabilmente e che coincidono con l'esperienza. Lei, era in me pur essendo lontana da me nel quotidiano, perchè unica mia esperienza vera con l'universo femminile. La sua partenza coincide anche con il mio desiderio consapevole di diventare madre e rendere continuativa la mia esistenza.
  Da lì in poi ho lasciato che le donne rendessero meno difficile il mio cammino, perchè la condivisione, sia che riguardi la gravidanza (per me esperienza comunque centrale nell'esistenza umana, sia che poi si concluda con la nascita di un figlio sia che questo non avvenga, intendo esperienza come scelta non egoistica),  che non la riguardi, per me ora è diventata tappa fondamentale e mi accorgo di scegliere chi condivide a sua volta.

E così, ancora con il sonno negli occhi, le leccate della gatta sul viso per svegliarmi, il caffè da preparare, accendo il telefonino o il pc e mi arrivano mail e messaggi di vita, ed io mi sento felice per questo, perchè è una delle cose più belle che questa ricerca mi ha portato.

E allora c'è E. che mi incontra per strada, mi stringe la mano e mi dice che vuole essere mia amica, poi mi scrive dopo giorni e mi racconta che prima dei suoi tre figli lei ha avuto due angeli volati in cielo.
Poi c'è C. che da lontano lontano, riesce ad avere uno spazio per me e per la mia anima, e mi confida la parte più profonda della sua e la sua convinzione che presto incontrerà la sua bambina.
Poi c'è L. che torna oggi da un paese straniero dove sta cercando di realizzare il suo sogno con un'eterologa, e mi chiama con le lacrime e la paura negli occhi e le mani che tremano e il sorriso spento in attesa che si trasformi in altro.
C'è V. che dopo mesi di silenzio e allontanamento mi ha detto che mi vuole bene e ha ripreso ad invitarci a casa sua come se nulla sia stato. Io lascio che questo avvenga perchè ne ho bisogno in fondo, e pur sapendo di aver subìto un torto, lascio che questa sua confessione d'amore mi attraversi.
Poi c'è S. che da ieri aspetta di nuovo. Lei ha una storia come la mia, che passa per quattro aborti all'inizio della gravidanza. Ieri il suo compagno ha voluto confidarci questo segreto, che non conosce nessuno, nemmeno i loro genitori, perchè si ha paura che questo incanto si spezzi in tutta la sua fragilità, e perchè forse, siamo gli unici che possono capire ora.
Poi c'è M. con cui discuto in questi giorni, che il suo amore non si contiene e va oltre i confini della comprensione. Perchè lei è un fiume in piena e deve risolvere quando c'è una piega nella mia esistenza e non capisce che non tutto si può spiegare. Lei è la mia prima vera esperienza femminile dopo lo strappo subìto e  non riesco a gestirla davvero forse per questo e non riesco a rinunciarvi per l'amore che provo per lei. E T. e la sua saggezza, il suo coraggio, la sua pancia rotonda, e la sua amicizia sconfinata e senza precedenti. E poi E. e le sue paure di sbagliare, di ferire, di sensibilità estrema e conoscenza e rispetto degli altri. E le donne con cui lavoro, molto più grandi di me, con un bagaglio di vita diverso dal mio, si mettono con i palmi delle loro mani rivolti verso l'alto e lasciano che io appoggi le mie mani alle loro, in silenzio.

Poi ci sono le donne della mia famiglia. Donne forti, dure, concrete. La prima, mia nonna, che se è andata da poco, di lei ho imparato ad osservare le mani, di tutta la sua vita centenaria, questo è quello che più mi è rimasto nel cuore, le sue mani. Dalla sua morte in poi, osservo le mani delle persone che mi raccontano tutto senza chiedere.
 E la mia mamma che combatte con quella parte di se stessa che non ha mai imparato a riconoscere: io sono lo specchio di quella sua parte e per questo, a volte, litighiamo. Lei non è cosciente e non accetta il suo io irrazionale. Io sono tutta, da capo a piedi, irrazionale, pur accettando la parte pragmatica di me stessa ereditata da lei, e questo per noi è il limite o, a volte, come è stato durante l'ultimo aborto, l'abbraccio infinito, insostituibile e silenzioso. Poi ci sono le mie sorelle a cui io sono legata come fossero delle parti fisiche di me a cui non posso rinunciare e anche se apparentemente questo non si direbbe mai,  loro hanno rappresentato, fino al momento del cambiamento, quel modo di rapportarmi all'universo femminile che avevo, superficiale e privo di interesse. Loro erano per me il litigio con quella parte delle donne che non amavo. Ora sono per me la fragilità essenziale che viene dalle nostre radici, quelle che abbiamo in comune.

Non c'è conclusione a questo post, sto cercando di fermare la partecipazione e la condivisione che sento da dentro in questa fase della mia vita con tutte le donne che intrecciano la loro vita con la mia.
Ieri sera, per finire, mando un sms a S. chiedendo come sta e se ci si vede sabato, e lei mi risponde:
"17 mm, ce tocca lavorà questi giorni!"
Ho riso per mezzora. Ormai al come stai non si risponde più grazie bene, no. Si risponde con l'esito del monitoraggio dell'ovulazione. Avevo le lacrime agli occhi perchè non mi aspettavo questa risposta da una donna che normalmente frequento poco ma che ogni volta che mi vede mi investe con tutte le sue paure per questo bimbo che non arriva, e i suoi occhi chiedono anche se non vogliono sapere, perchè dice che non vuole fissarsi...
...ma io lo so già che ormai ci sta dentro fino al collo.

(sorriso)


11 commenti:

  1. Un universo in movimento, così intenso e prezioso. Anc'io riscoperto da poco, anche grazie a voi, che mi avete fatto far pace con il mio prima di solitudine!

    Sorriso anch'io :-)

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  2. Un post che sembra fatto per me. Quanto vI sono grata per questa solidarieta' femminile non ne avete idea!!!! Intorno a me purtroppo non trovo grandi donne in questo difficile momento. W le blogger!!!

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  3. Ho letto con grande partecipazione il tuo bellissimo post in cui hai trasmesso le ansie, i desideri ma anche la tenacia delle donne. Donne che hanno pazienza, che sanno aspettare, che vogliono lottare e nel frattempo sanno essere amiche e solidali. Bel post!

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  4. ...e poi ci siete voi...donne della rete che con le vostre storie intrecciate maglie fitte di vita, grazie alle quali ho imparato a conoscere questo universo.
    per questo, non finirò mai di fare elenchi, per questo non ne ho voluti fare, perchè siete tutte nel mia testa, perchè non finirò mai di ringraziarvi.

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  5. Grazie Annina mia...
    Sai quanto forte è l'affetto che provo per te, quanto prego perché il vostro desiderio di diventare genitori si avveri. Non mollare, Anna, non smettere di volerti bene e di inseguire i tuoi sogni.
    Ti voglio tanto bene!

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  6. Oh, grazie tesoro. Sei puro splendore :-) e anche a me questa ricerca sta donando molto, ho incontrato e incontro donne bellissime, come te, come voi. Un abbraccio da Bombay

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  7. E poi c'è M...che ti vuole cosi tanto bene che vorrebbe che la tua vita fosse perfetta come meriti...ma in ogni caso lei e qui, e la mano te la tiene stretta!

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  8. (ari-sorriso)....belle le mie donne...

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  9. Questo post è tanto bello, perchè nel dolore a volte si ha la fortuna di incontrare qualcuno che non ti faccia sentire sola e menomata. E' una fortuna incontrarsi, è un abbraccio caldo.

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  10. e poi c'è la piagnotta della compagnia che appena tornata già si commuove...tante cose abbiamo in comune ultimamente sull'argomento amicizia, soprattutto rispetto alle amicizie femminili...però io sto rivedendo di molto il mio pessimismo cosmico in funzione di una cazzimma mooolto più soddisfacente!

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  11. Eccomi, sono tornata da quella terra straniera, e le lacrime si sono trasformate in gioia, perchè i donatori ci sono...E adesso dobbiamo solo aspettare.
    Sono felice di averti incontrato
    <3

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grazie per essere qui.