venerdì 31 gennaio 2014

London & love

Chiudere Londra in un post è una vigliaccata, ed è per questo che tergiverso da due giorni, cioè da quando sono tornata.
Londra è tutto un mondo che ti cade addosso, ti mastica e poi ti digerisce con un rutto.




Sono un'abitudinaria, per questo ogni volta che devo partire, per dovere o piacere, fatico.
Mi rode proprio a dirla tutta.


Quando ero piccola, il giorno prima delle vacanze, passavo la sera in camera a salutare il comodino, la tenda, il tappeto, le bambole, il cuscino, il settimino davanti a me:  mi scocciava proprio salutare il mio mondo anche se era per un buon motivo. Poi passava e ci mettevo un attimo a riabituarmi alla nuova situazione vacanziera.
E così oggi, anche se sono un'adulta e di viaggi ne ho fatti un po', non tantissimi ma abbastanza da farmi tornare periodicamente il  desiderio di viaggiare, fatico. Alla fine, quel giorno prima, non saluto più i mobili, ma mi invento scuse per non partire.
Stavolta è stato difficile chiudere la porta di casa, forse perché questo anno così duro da vivere, senza mai staccare, con il dolore sempre presente, fisico ed emotivo, me lo sono portato sempre dietro, dentro uno zaino.
Stavolta no. Stavolta bisognava andar via davvero, non per scherzo , e Londra ci ha accolto con la sua indifferenza e tutta la sua capacità accentratrice, come solo pochi luoghi sanno fare.
Londra è fagocitante e ti servono un paio di giorni per prendere le misure e farci pace.
Non sono una metropolitana. Lavoro in città e poi la sera dormo in paese. Roma mi basta e mi avanza. E' il giusto compromesso per una me comoda e poco amante della confusione ma non certo disposta ad isolarmi in un casale in mezzo alla campagna.
Mi basta la mia situazione, ma Londra è vigliacca. Ti fa l'occhiolino e tu ci caschi, affascinata dagli odori di curry e gomma bruciata e dai marciapiedi laccati della Piccadilly Circus e i negozi scintillanti di Regent Street.
Avevamo bisogno di questo, lontano da tutto, lontano dalle responsabilità e dai dispiaceri. Solo le nostre teste e i nostri cuori, con solo il dispiacere di aver lasciato Hope a casa, a cui telefonavamo tutte le sere.

Ho osservato le coppie ai tavolini accanto ai nostri durante la colazione. Osservavamo con un sorriso quelle famiglie con i bambini in vacanza, per poi dirci un attimo dopo che basta, noi siamo questo ora e non si può passar la vita ad osservare quello che saremmo potuti diventare.
Ma che volete farci, deformazione professionale, e ad essere professionisti noi, modestamente, lo siamo.

Ho incontrato Alessia a Londra, e poi una si dice perchè a Roma queste cose non succedono. A parte il fatto che Alessia a Roma non ci vive più, e vabbè, ma comunque, prima non ci siamo mai incontrate e allora?
La città divide ma forse è proprio la vita quotidiana che divide.
Alessia è una scoperta di dolcezza ed io, ora lei lo sa, avevo paura di incontrarla, come spesso mi accade ultimamente. Scrivo tanto qui. Mi metto molto a nudo. Esterno, condivido. A me sembra di essere sempre me stessa ma si sa, lo schermo filtra e io ho imparato che le parole possono essere lette con significati diversi e se si vuole leggere una cosa, quella cosa assume proprio il significato che si vuole leggere. E insomma, la questione è che io ho sempre paura di deludere le aspettative di chi mi incontra, e questo mi rende insicura e mi succede proprio con le persone a cui più tengo e di cui ho più stima.
E incontrarla così, in una sala della National Gallery, mentre cammini, così, nonostante un preciso appuntamento al bar, poi vedi suo figlio (di cui io sono da sempre innamorata) e pronunci ad alta voce il suo nome, in mezzo alla folla, e che ne so, magari ti sbagli, che noi fisicamente non ci siamo mai incontrate, e invece no, perchè quell'abbraccio lo riconosci, e lo senti quanto è caldo. E ti riconosci, nella folla. Ti riconosci, perchè noi, un pò di aura accesa ce l'abbiamo ancora, nonostante i piedi per terra, le difficoltà quotidiane e tanta tanta sofferenza.


Ho rubato una foto al National Gallery, lo so. Non si fa.

...che di tutti i quadri a me affascina sempre di più l'architettura !
   


Londra mi ha aiutato ad allontanarmi da un circolo vizioso di sofferenza, un distacco che cercavo da tempo e che bramavo, è che semplicemente non sapevo come fare.
Ora so come fare e ho riacquistato sufficiente forza per rimettermi in piedi e ricominciare a camminare. Mi serviva confrontarmi con un'altra realtà tenendo a mente quale è la mia.
Mi sento più sicura di me stessa.
Forse più stronza.
Critica e distaccata.
Ma molto più pronta ora.
E non è male questa nuova dimensione.

Rimango convinta del fatto che la coerenza è una qualità rara e la consapevolezza ancor di più e che non sono più disposta a lasciarmi schiacciare da persone, cose e fatti che non comprendono il mio modo di vedere la realtà, quello che mi è successo e quello che ho fatto. Prima mi mettevo in discussione, sempre, continuamente. In un confronto il mio primo giudizio era comunque prima di tutto contro me stessa. Oggi non ho più voglia di scusarmi di essere come sono.
E non ho voglia di continuare a vivere situazioni che non mi scaldano il cuore, non mi arricchiscono, mi riempiono di noia, solo perché le cose vanno così.
Staccherei le fondamenta di casa mia e porterei tutto, Fab, Hope, Ema ed io, a Londra, o in un deserto, se non fosse che sopra la mia casa ci abitano i miei genitori con i miei fratelli, e  so che non andrebbe bene a loro essere sradicati così senza motivo.

t-shirt in un mercatino di Covent Garden



Che poi una dice che la seguono e che ha un Grande Fratello Procreativo che la osseva, che la sera stanchi morti ci sediamo nella metro, alziamo lo sguardo e davanti a noi campeggia uno spot per la possibilità di concepire sopra i 40 anni!
Che una dice, ma che mi seguite? che volete da me?


Oppure che ne so, stai guardando le esposizioni del Natural History Museum e capiti qui:


E come siamo fatti?

E ti imbatti pure nella sezione del tuo utero, manco non l'avessi mai visto, e devi indovinare, pigiando su vari bottoni, se il cammino degli spermatozoi per arrivare all'ovulo nella tuba è esatto. Eh cavolo, quando indovini il percorso si illumina tutto di verde lo sperma dentro l'utero e tu sorridi soddisfatta, che queste cose è l'ABC per te.


Finchè non vai a sbattere contro di LUI, il mio LUI,  in scala gigante, che ciuccia dalla placenta e senti il cuore battere. Un affare alto due metri e mezzo che ti chiama manco fosse il Grande Maestro!
O forse sì per le malate di vita come me.

Pesante?

Io ci ho riso. Segno che sto guarendo.
Con fatica, ma ce la sto facendo.

E allora, sono un'abitudinaria dicevamo. E mi sto abituando ad una Londra dentro di me.
Tutta una vita nuova, con la mia casa e i miei amori ricollocati altrove, ma con me.

...con un paio di hunter boots puoi andare ovunque...








14 commenti:

  1. Londra è meravigliosa, ora sarà parecchio cambiata da quado la vidi io, ma non nell'essenza e nella storia. Ci si riconosce quando ci si abbraccia senza lo schermo di mezzo, niente paura sei una bella Puffolona anche tu, a me piace stare con te. W I BLOG INCONTRI!!!!

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  2. Bellissimo leggerti così... ti voglio bene

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  3. Anche a me viene l'ansia quando devo incontrare persone che stimo
    Stessa paura di non aderire all'immagine che hanno di me.

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  4. aspettavo qui infatti. ..mi piace molto Anna con Londra dentro di sè.. e non mi aspetto niente nonostante lo stupore che ogni volta scateni raccontandoti, Signorinella

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  5. Sei una persona con molta grazia, dentro e fuori il blog.
    E sí.. coerenza e consapevolezza sono qualità rare con cui puoi andare ovunque.
    Quasi come avere ai piedi un paio di hunter boots ;-)

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  6. Oddio io c'avrei pianto e sarei uscita immediatamente di lì, però dai, vediamola come un buon segno, no?
    Bellissima Londra, un pezzetto del mio cuore è rimasto la :)
    Bentornata tesoro!

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  7. Londra dai mille volti. Oggi, me ne hai regalato uno nuovo.
    Amo profondamente quella città, anche se non ci tornerei ad abitare.
    Mi piace il riflesso che ha su di te, sulla tua anima.
    Sono felice che tu sia partita, sono felice per quella tua risata.
    Bentornata cara

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  8. Evviva i blog incontri!!
    Hai descritto perfettamente anche i miei sentimenti verso Londra: per quanto non ci vivrei, ha comunque un fascino irresistibile. Che impatto la mostra, whooooa...

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  9. Che bel post, su Londra e su di te... bello
    Bentornata!

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  10. ci sono occasioni in cui le grandi città, anche Roma, mi mettono uno strano senso di pace e agitazione insieme. mi sembra di vedermi lì, nuda, con le mie incertezze, debolezze e caos buttati davanti a me. e, in tutto quel delirio e scorrere, mi sembra quasi che tutto possa essere assorbito e annullato. ti abbraccio forte!

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  11. Quando ci vedremo parleremo tanto di Londra. Voglio vedere la tua teiera!!

    (ti lascio questo link... dici sempre che ti manca la Simona riflessiva... mi domando perché tu sia così masochista, ma comunque... grazie :-* )

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    1. magari, si!!! prima o poi succederà!

      (ma il link? non lo vedo...)

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    2. Come non detto! Visto link dal tuo nick! Grazie!

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grazie per essere qui.