mercoledì 29 agosto 2012

a saperlo

Fonte: consapevolezza

Al secondo giorno di ricovero in ospedale, mia madre, appena sole, andò a chiamare una dottoressa, che avrà avuto la mia età, e, quasi spingendola, la portò davanti al mio letto.
Le disse:
"questa è mia figlia. Ha subìto uno choc, è spaventata e disorientata. Non sa perchè le sue analisi hanno questi valori, nè in che cosa è consistito il suo intervento, nè se queste sono conseguenze normali. 
Lei deve sapere.
Mia figlia per tranquillizzarsi deve conoscere.
Solo così si mette tranquilla. 
La prego, le spieghi e parli con lei."

Io ero rossa in viso e paralizzata dall'imbarazzo e dall'iniziativa sfrontata di mia madre.
Normalmente mi avrebbe rimproverato per questo mio voler sempre conoscere tutto, e del mio non lasciare le cose al caso.
In quel momento lei, contro se stessa, era in me, e faceva ciò che io avrei fatto.



Ora sono di nuovo spaventata.
Non so cosa tecnicamente mi aspetta e questo non conoscenza mi spaventa.
Sono in balìa di analisi ed esami e non conosco.
Conoscerò a breve, non appena comincerò. Posso leggere, studiare, approfondire, ma non ho la situazione sotto controllo e per quanto io abbia deciso di affidarmi, il senso di smarrimento comunque sta prevalendo.
Passerà anche questa.
Era nei conti.
Anche questo ciclo arriverà ed io ne sono felice. Ogni volta che torna il ciclo da quel giorno, mi convinco che la scelta che abbiamo fatto è una scelta giusta.
Spiegarla è più difficile.

Ho affrontato l'argomento con i miei genitori, che, approfittando della notizia che sta andando in tv sull'intervento della corte europea sulla legge 40, mi hanno, dapprima braccato, poi messo all'angoletto e poi...
E poi, non ho combattuto, come avrei fatto una volta, non mi sono offesa, non ho interpreto male le loro perplessità e i loro dubbi.

Ho aperto le braccia.

Ho raccontato la mia paura.
Il mio bisogno di avere risposte, di non averne per loro.
Di non poter alleviare la loro preoccupazione, nè poter dare certezze.
Mi si obietta che tutto è troppo presto.
Che la mia è una fissazione e che si vive anche senza figli.
Che il mio matrimonio vale comunque e che questo accanimento rischia di farmi perdere tutto.
Hanno paura di rivedermi su quel letto di ospedale.
Vorrebbero tempo.
Vorrebbero che io approfondissi di più.
Loro non sanno quanto lungo è stato il percorso sin qui.
Non sanno quanto dolore, lo immaginano, ma non sanno.
Ho sviscerato, mi sono messa a nudo, ho spiegato. Non per convincere loro, nè per convincere me.
Io non lo so dove sto andando.
Posso solo chiedere di fidarsi di me.
Posso solo chiedere a me stessa di fidarsi di un istinto.

Come posso spiegare che tu sei già qui?
che mi accompagni in ogni cosa che faccio, che sarai sempre qui? e che dipende da me se tu prenderai sembianze fisiche o se rimarrai amore, come sei ora?
Come posso spiegare questo senza essere presa per pazza?
Come posso avere questa certezza, se non ho prove, ma solo eventi contro ?
Non conto io, conti tu, che abiti il mio cuore, che vivi attraverso di noi.
Solo questo so.
Il resto no.
Non lo so se è presto, se è tardi.
Se è giusto.
Non ho certezza. Ho raccontato che il dono più grande di tutto questo, è l'aver ricevuto la possibilità di riconoscere e conoscere me stessa, e mio marito. Non tutti accolgono questo dono. Io l'ho fatto, lo sto facendo.
Mi sono conosciuta, ho ammesso i miei limiti, alcuni li ho superati.

Non è facile spiegare questo.
Raccontarlo ad alta voce, è dura.
Difficile.
Vado avanti camminando su un terreno molle, rischiando di affondare da un momento all'altro non appena decido di fermarmi a riposare.
Ma vado.
Cammino.



34 commenti:

  1. Ciao passo qui ogni tanto ed ogni volta che ti leggo mi rimane sempre la stessa sensazione.....che tu non stia bene e che la ricerca di un figlio così tanto ossessiva, .....tanto da sembrare una fissazione e non un desiderio reale, colmi un'altra parte di te molto nascosta ....che con la meternità non ha molto a che vedere. Ma questa è solo la mia sensazione. Buona fortuna. Laura

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    1. ciao Laura,
      grazie per il passaggio.
      Solo una cosa:
      se tu passassi in maniera più costante, ti accorgeresti che quello che hai appena scritto è quanto di più lontano possa essere associato alla mia persona.
      Ma va bene così.
      D'altra parte sono io che mi metto a nudo qui.
      Non voi che passate ogni tanto.

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  2. anche io sono una lettrice silenziosa ma dopo la grandissima stupidaggine di laura non posso stare zitta... purtroppo chi non ci passa in prima persona NON può capire, neanche tua madre può farlo figuariamoci un 'estranea che magari non ha di questi problemi.io volevo solo dirti che ammiro la tua forza, che ogni volta che ti leggo piango perchè mi scavi dentro e scrivi ciò che spesso sento anche io!!!!quindi tanti in bocca al lupo per te e un abbraccione!!!!

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  3. il desiderio di avere uno (o più) figlio ha a che fare con l'istinto, con lo stomaco, con la parte animale che c'è in noi. C'è chi lo sente e chi no. Ma non è come volere la moto. E' qualcosa che è in un posto al centro dell'io e da lì non si schioda. E' natura. E quando la natura è snaturata si soffre e si va in loop. E' una sofferenza animale, non riesco a descriverla in altro modo. Ti capisco. E ti dico che fai bene a percorrere la tua strada.
    Chi non prova questo tipo di dolore non sa cosa vuol dire, e può solo avere l'umiltà di ascoltare. Io conosco il desiderio, lo sai, ma tu hai dovuto sopportare molto oltre quello che io conosco, lo so. Ti abbraccio forte

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  4. Chi ci conosce e ci vuole bene dice certe cose per paura, per difenderci. Anche mia madre e mia sorella non volevano, mi dicevano di apsettare, ma io sono andata avnti per la mia strada e non sono affatto pentita del mio percorso fino a qui e di quello che sto progettando. Fai anche tu così, segui ciò che dice il tuo cuore, senza pretendere di avere tutto chiaro perchè altrimenti non si parte mai, è un po' un salto nel buio ma va bene così.
    Chi non ci conosce non capisce, giudica, parla di accanimento senza sapere cosa significa desiderare un figlio che non arriva (senza contare che tu hai dovuto sopportare anche di più). é un dolore lacerante, un lutto, una mancanza che toglie il fiato.
    ti abbraccio e ti appoggio in ogni tua scelta.

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  5. Anna cara, neanche i miei, con cui ho un rapporto bellissimo e viscerale (siamo rimasti mia madre, mio fratello ed io dopo la morte di mio padre avvenuta quando io avevo 13 anni e ci siamo avvinghiati l'un l'altro tanto da confondere i rispettivi confini) avevano capito il mio dolore. Solo dopo che mio fratello ha letto il mio viaggio verso Daniele mi ha chiesto scusa per non aver capito, per non essermi stato vicino come invece avrebbe dovuto. E' difficile per una madre veder soffrire la propria figlia.
    Quanto a chi parla senza cognizione di causa,non dargli peso. Nel vero senzo della parola. Non sprecare energie in risposte o atteggiamenti negativi. Vai avanti. Solo tu, tuo marito e i vostri cuori sapete come e fin dove arrivare.
    Ti abbraccio e sii fiera di quello che sei.
    Raffaella

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  6. Questo è un dolore troppo viscerale e intimo per poter essere condiviso con chiunque. Solo che ci è passato, chi ci passa ogni giorno, può capire.
    Un abbraccio, Anna.

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  7. vorrei dire una cosa.
    Io non so se sono nel giusto, nè mi sono mai permessa di pensare che il mio è un dolore maggiore di altri, nè tantomeno, giudico chi non fa queste scelte o decide di partenza, di non avere figli. Non lo faccio perchè non conosco fino in fondo davvero, basandomi solo sulla lettura di un blog.
    Ma d'altra parte io sono qua: non metto filtri, i commenti sono liberi perchè non sottoposti a previa mia approvazione. Ci sono le mie foto, ed io mi chiamo Anna per davvero, non è un nick, come non lo è quello di mio marito, nè quello dei miei familiari, nè questi sono post per attirare pubblico.
    E' la mia vita.
    Una parte.
    La più importante senza dubbio.
    Ma non tutta la mia vita.
    L'ho precisato sul titolo del blog.
    E' quello che succede alla mia parte materna.
    L'altra non viene raccontata qui.

    Mi scoccia fare queste precisazioni,perchè sembra io debba giustificarmi. In realtà da tempo ormai ho imparato che i giudizi gratuiti e superficiali, non devono mai avere giustificazione e ragione di esistere se mi fanno male e se non hanno una base concreta di partenza.
    L'ho fatto per una vita intera, lasciando che gli altri mi ferissero.
    Ora no.

    Da tutto questo mi viene una riflessione:
    mi chiedo perchè noi dobbiamo essere messi continuamente sotto la lente di ingrandimento. Lo fanno con la legge 40, schiere di benpensanti che ci additano come "fissati", lo fanno gli amici, i parenti, i passanti.
    Mi chiedo come mai spesso non si punta il dito verso mamme assenti, donne che rinunciano alla maternità per la carriera, padri distratti. Perchè nei confronti di queste categorie, non ci si improvvisa mai psicoterapeuti, attribuendo dietrologie spicciole ad un desiderio naturale e semplice, quello di voler diventare genitori e di donare la vita.



    per il resto, grazie per i commenti.
    Non devo aggiungere altro.

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  8. "Come posso spiegare che tu sei già qui?
    che mi accompagni in ogni cosa che faccio, che sarai sempre qui? e che dipende da me se tu prenderai sembianze fisiche o se rimarrai amore, come sei ora?"

    Le tue parole scavano nel profondo dentro di me.
    tanto che non riesco a non farle mie, una dopo l'altra...

    Sei straordinaria.

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  9. Ho già provato due volte a commentare il tuo post, una prima e una dopo il commento di Laura. La prima volta mi sono arresa davanti all'assenza totale di parole... Solo un abbraccio, mi viene da scriverti, perchè le tue parole parlano così bene del tuo percorso che posso solo esserti accanto e sostenerti, con tutti i tuoi dubbi.

    Davanti al commento di Laura invece mi sono fermata perchè al contrario di te in certe occasioni resto senza diplomazia. Io sostengo sempre la libertà di pensiero e di espressione ma non tollero il giudizio. Entrare qui da te, commentare per la prima volta e dire "tu non stai bene" è come dire "non me ne frega nulla di te, non ti conosco, non tornerò a vedere dove porta il tuo percorso in questa maternità che senti dentro... ma tu stai male". Io l'avrei sparata a quel paese, ecco.

    Ora ti lascio il mio commento e vado ad imprecare un pò sotto la doccia
    ;-)

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    1. ahahhahahahah!!!!!
      ma infatti mi pareva strano che ancora non eri qui a commentare! di solito sei la prima!

      bella Silvia mia, ho imparato a mie spese che a raccontarsi, a mettersi a nudo, è più facile essere bersagliati.
      bacetto.

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  10. Annina lascia perdere quella li che non sa di cosa sta parlando.
    Tu sei una lottatrice e realizzare il tuo sogno, perchè il tuo bambino è li che ti aspetta.
    Ti abbraccio forte.

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  11. Sai Anna, io sono stata fortunata, il mio desiderio di maternità è stato soddisfatto rapidamente, ma in quel lasso di tempo stavo malissimo, come se mi mancasse un organo vitale. Era un desiderio viscerale.
    Ti abbraccio, non ti curar di chi non capisce.

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  12. Non sono d"accordo con le vostre idee, rispettate anche chi non si unisce al coro di "sei forte" "brava" "continua così". A me il tuo blog non mi dà la sensazione di una che lotta per avere quello che desidera, ma di una persona che ha problemi diversi da quelli di avere un figlio. Leggo molti blog di questo tipo e non mi danno minimamente questa impressione a partire da Nina cerca che mi sembra essere una persona che sta vivendo il suo dramma/percorso (che capisco bene.....) continuando a comunicare equilibrio. Comunque vista la reazione eviterò di contraddirti perché mi sembra di capire che nonostante si decida di condividere pubblicamente (la scelta di un blog) la propria parte interiore non si è poi pronti al giudizio di altre persone che non condividono la tua visione. In bocca al lupo. Laura

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    1. abbi pazienza Laura,
      la mia risposta mi è sembrata gentile. sulle risposte di chi invece segue costantemente la mia storia, io non posso intervenire, come non posso intervenire sulla tua.
      ti lascio libera di esprimere la tua opinione come vedi, cosa devo fare secondo te, in risposta a chi dall'anonimato mi dice di non stare bene?

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    2. quello che però non amo è il paragone con nina, la quale conosco bene, con la quale non posso confrontarmi se non per l'operazione alle tube, ma essendo la nostra una storia diversa: di infertilità e di abortività.
      Questo paragone non è carino.
      Soprattutto per lei.

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    3. Laura, tu entri qui come un elefante in una cristalleria e scrivi, fra le altre cose, "non si è poi pronti al giudizio...". Aprirsi attraverso un blog, condividere pezzi della propria esistenza (e sottolineo "pezzi"), interagire attraverso i commenti è cosa buona e giusta. Tutto ciò, però, non significa affatto che i lettori si debbano sentire in dovere di giudicare. Non si tratta di essere pronti o meno a ricevere sentenze: sei tu che non dovevi giudicare!!! Il mondo dei blog non esiste per questo... e anche al di fuori della rete non si può giudicare chi non si conosce...

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  13. Ciao a tutte
    leggo solo ora perchè la mia chiavetta era rimasta senza credito in anticipo.

    Ci sono delle cose così evidenti, altre più segrete più intime dove solo chi vuole arriva. Solo chi vuole arriva, e spesso la volontà non basta. O, semplicemente, non c’è. Ad ogni modo, non è durevole.

    e se pure la nostra ( mi metto in mezzo pure io con pieno diritto ) fosse una fissazione, cosa c'è che non va? cosa stiamo togliendo al mondo?
    e di che equilibrio si parla? certamente nessuno di noi - e intendo proprio tutti tutti - è statico. l'equilibrio è fatto da miliardi di correzioni, aggiustamenti, disequilibri e riequilibri. neppure le pietre sono statiche, perchè dovremmo esserlo noi?
    siamo pensieri in luminoso movimento
    nessuna certezza che domani splenderemo ancora
    nessuna garanzia per nessuno.
    un giorno a pollastrelli e un giorno a grilli, direbbero il Gatto e la Volpe.
    che c'è di male?

    Adelia

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  14. La questione non è se si è in equilibrio o meno, mi par di capire, ma secondo Laura, il fatto che la mia ricerca (che in realtà la mia, più che ricerca, sarebbe tentativi di portare avanti le mie gravidanze, ci tengo a precisarlo. n.d.r ) nasconda altro e che io non stia bene.
    Laura si è offesa perchè io ho detto che non è così e che questa nel blog è solo una parte della mia vita e che il suo intervento mi pare superficiale. Non vedo perchè io non possa replicare nel mio blog circa la mia vita senza essere paragonata ad un dittatore/censore del web.

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    1. mi riferivo all'equilibrio perchè, cito testualmente:
      "Leggo molti blog di questo tipo e non mi danno minimamente questa impressione a partire da Nina cerca che mi sembra essere una persona che sta vivendo il suo dramma/percorso (che capisco bene.....) continuando a comunicare equilibrio."

      è come dire che tu non comunichi equilibrio perchè sei squilibrata, e se sei squilibrata stai male.
      ho volutamente tralasciato di commentare apertamente la bruttezza del paragone ( di qualsiasi paragone ) perchè nega l'unicità delle persone.
      mi sembra che più si discute meno ci si capisce, quindi punto.
      noi facciamo come ci pare, giusto Anna?
      un abbraccio

      Adelia

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  15. Io posso solo darti un abbraccio ( purtroppo virtuale ) , dirti che fai bene cosi' , sei una persona che lotta per portare avanti un progetto ( che il progetto sia un figlio o un lavoro questo e' del tutto personale.... e se fosse un progetto lavorativo sono convinta che i giudizi sarebbero del tutto diversi ) , il blog e' il tuo , alle critiche che ti vengono rivolte tu devi rispondere come meglio credi e chi non vuole piu' passare non ritorni , ci sono tantissimi altri blog da leggere e a cui commentare. Un abbraccio!!

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  16. Io penso che Laura non si sia espressa bene con le parole... io leggo molte di voi che hanno purtroppo questa difficoltà a diventare madri. Ognuna di voi, essendo persona unica, manifesta in modo differente le sue sensazioni i suoi pensieri.. se sfolli manifestava (urrà per Picca Gaia!) con parole strane e burlesche, Nina manifesta con parole semplici e geniune (a me viene da dire burrose perchè sono tanto morbide le sue parole), qualche altra ce l'ha con il mondo, tu Anna purtroppo hai avuto a che fare con dei dolori che oltre ad essere stati e sono ancora fisici sono tanto e forse soprattutto dolori di cuore perchè hai avuto delle "perdite". Nei tuoi scritti si legge tutto il tuo dolore, il tuo sentirti incapace (scusa magari sbaglio ma sembra di leggere anche questo nei tuoi scritti) di tenere la tua creatura nel tuo ventre... e forse Laura legge questa tua sofferenza come qualcosa che non centra nulla con le tue gravidanze ma che ti trascini dietro da una vita.. magari si è permessa di dire questo perchè è l'impressione che ha lei..
    Detto questo, io non posso capire i vostri sentimenti perchè non ci sono passata, e spero quindi di non averti ferito con le mie parole.
    un abbraccio.

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  17. E' terribile quando si apre bocca senza pensare. Molti si ritengono in diritto di entrare a casa di altri e sentirsi padroni. Non sono in tutti i post d'Accordo con Annetta,ma a volte leggo e sto zitta. Cosa rara nella blogsfera..poi specialmente tra donne ci dovrebbe essere unione e un po' di più di sensibilità..odio i paragoni ed i confronti.. Se non ci piace un blogger basta passar avanti..ed Annetta è il suo modo carnale di stomaco urlante di esprimere il suo dolore e la sua cercar forza..vuole solo una dolce carezza da chi passa... Un bacio Annetta fai quello che credi sia miglior per te, ma se ti senti di ascoltar i tuoi genitori sei tu libera di scegliere. Solo tu. Bacioa a te e tutte.

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  18. mi fermo a pensare alle parole di cuoretesta, perchè sono un punto di vista diverso dal coro, e lo faccio perchè mi interessa la riflessione diversa.
    E' un buon punto di vista e se questo è ciò che Laura intende con le sue parole, mi scuso con lei se non l'ho compresa.
    Mi scuso con te, anche se non ti conosco,anche se non passerai più, perchè per me è importante crescere anche attraverso questo. Continuano a non piacermi i modi con cui si esprimono certe opinioni, soprattutto dopo aver scritto che passi di qui ogni tanto e forse, non hai letto tutto quello che ho scritto.
    Faccio un esame della situazione però.
    Sono mesi che parlo solo di dolore.
    Mi dispiace per questo.
    Indietro ci sono post simpatici, io credo anche ironici, ma non è questo il punto. Io non scrivo per voi. Io scrivo per me e per mio figlio. Sia chiaro: quando avete iniziato a scrivermi, io mi sono sorpresa, non immaginavo di essere letta e seguita. Ma siete stati una forza che mi ha sostenuto in momenti difficilissimi, come persone reali e siete entrati a far parte, con la vostra vita, di questo percorso. Alcune di voi si sono aperte e si sono raccontate in Bolle, raccontando le loro perdite, simili alle mie, diverse, le vostre storie.
    Ho molte volte pensato di aprire una sezione che parla del mio lavoro, Silvia di duearchitettieunaculla lo sa, ma non centrerebbe nulla. Lo faccio altrove, qui non ne parlo, come non parlo di molte altre cose.
    Qui non trovate staffette di blog o regali, non sono capace di farlo, non curo la grafica in maniera accattivante, non chiedo, non lancio proclami politici, nè racconto le mie idee politiche.
    Non devo per forza piacere a tutti, ci mancherebbe altro, ma mi piacerebbe tanto che, visto che io qui metto per iscritto una parte molto intima della mia persona, quella che racconta come diventerò mamma (ma nel senso soprattutto mentale, chi ha voglia di capire, riesce a comprendere che il mio è un processo mentale prima che fisico), si interfacciasse con me, muovendomi anche critiche, ma in modo che io possa ragionarci, in modo che io possa crescere.

    Ed è vero, probabilmente non sono equilibrata.
    Mi definisco molto squilibrata in questo momento della mia vita: mi scopro inclinata verso i miei figli che non sono stati e verso quelli che verranno se lo decideranno. E' così. Ne prendo atto.
    E non so cosa altro può nascondere questo.
    Si possono affrontare in due modi tutti questi aborti: ci si può crogiolare nel dolore, si può pensare a quello che poteva essere e non è stato, ci si può fermare a guardare la morte. Oppure si può guardare il dolore, lo si può vivere tutto, senza fare sconti, accettando il fatto che quello è il momento del dolore, poi elaborarlo per trarne la forza per riuscire ad andare avanti meglio di prima.
    Io credo di lavorare per questo ultimo modo di pensare, nonostante lo stordimento iniziale dovuto alla sorpresa del dolore acuto e sordo.




    p.s
    @Jenisha:
    forse mi sono espressa male:
    i miei genitori mi appoggeranno, sono con me in tutte le mie scelte. Mi hanno mosso delle critiche perchè hanno paura: mi vedono ancora dal letto di quell'ospedale.
    Questa è una critica costruttiva, l'ho apprezzata ed io non potrei mai fare a meno di loro e della loro opinione, perchè sono cresciuta nel confronto e nel dialogo.

    tutto qua.

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  19. Credo che quando si leggono tutti i post, ma soprattutto quelli che parlano di sentimenti e di esperienze dolorose, occorra sedersi e accogliere quello che chi scrive sta cercando di esprimere. Quando viviamo le situazioni, belle o brutte, ci rendiamo conto che non ci sono parole che possono tradurre quello che stiamo passando. Solo chi ha vissuto qualcosa di simile può comprendere e non sempre è in grado di farlo dal momento che le esperienze sono soggettive oppure è passato molto tempo e i ricordi sono sfumati. Tutto questo per dire che nessuno si dovrebbe giustificare per quello che sente e prova a tradurre in parole quello che sta vivendo. Chi commenta dovrebbe ricordare che le parole, quelle scritte più, che mai possono essere lame che uccidono la persona. Un po' di delicatezza non guasta, soprattutto quando ci troviamo di fronte ad una persona che sta male e sta facendo di tutto per essere positiva e non lasciarsi andare.

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  20. Sei proprio una bella persona, sai?

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  21. Mi stupisco ogni giorno di più di quanto le persone non sappiano, vedano, sentano o credano nel peso delle parole.

    Mi stupisco che una donna giudichi il dolore (indipendentemente dal fatto che sia un'altra donna, quella che le sta di fronte) dicendole semplicemente "stai male". Bella scoperta, cara Laura.

    Tu questa donna non la conosci. Io ho avuto questo privilegio. Ora siamo lontane, ma credo (e io sento) mai divise.

    C'è "pietas" e empatia. E i giudizi, sinceramente, quelli inutili e senza scopo, come quelli espressi da te, Laura, sono dannosi e un tantino incivili. Passi, non conosci la donna che mette a nudo anima e dolore e ti permetti di dirle "oh, ma tu stai male"...Ti permetti di fare la psicologa da 4 soldi e la analizzi.

    Credimi...nella mente delle donne infertili, o non procreative, o poliabortive, passano pensieri taglienti come vetro. Sono cammini difficili, spesso li si compie mano nella mano, ma mai nessuna di noi si è sognata di far portare il proprio fardello a nessun'altro.
    Le spalle sono le nostre.
    Tu non sei costretta a leggerti e sono sicura che Anna può fare benissimo a meno di te e dei tuoi giudizi.
    Il dolore si rispetta in silenzio.

    Un abbraccio
    Chicca

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  22. Mi dispiace essere stata citata così, come metro di paragone. Mi dispiace e mi fa profondamente male. Va contro tutto quello in cui credo e che Ho cercato di.costruire col mio blog: il rispetto per l'altro, per il suo unico e personale percorso, per il suo individualissimo e soggettivo modo di viverlo. Io Laura non ho vissuto il dramma atroce che ha vissuto Anna. Io ho un rispetto per il suo dolore, per la sua anima, che non ha confini. Io credo che quando qualcuna ci mette in mano il suo cuore, i suoi segreti tormenti, è con estrema cura che dobbiamo maneggiarli, come pietre preziose e delicate. Perché è cosa rara, non capita ogni giorno che . qualcuno ci conceda di penetrare così a fondo nel suo universo interiore. È un po' come entrare in un tempio sacro e dovremmo muoverci e agire di conseguenza. Almeno questo é il mio modo di sentire.
    Io non sono Anna e Lei non è Me. Siamo diverse per indole ed esperienze di vita, lei ha la sua ricchezza e io la mia, entrambe siamo speciali per la nostra unicità.
    Io non so cosa vuol dire vivere al suo posto, o in quello di Adelia o di tante donne che condividono con me la loro storia. Noi non siamo nessuno per giudicare il comportamento di un'altra, soprattutto da fuori, da dietro uno schermo. Senza sapere, vedere, odorare, toccare. Senza conoscere TUTTA la verità, ma solo una parte.
    Ti chiedo scusa Anna, per il confronto infelice e ingiusto. Tu sei un fiore delicato e bellissimo, non permettere che un commento ti faccia mettere in dubbio quel che sei. Ti stringo forte al cuore.

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    1. Nina, non era necessario il tuo intervento.
      Scusami tu.
      Noi non abbiamo bisogno di dircele queste cose.
      Ora più di prima.
      Tu sai perchè.

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  23. Provo a dire la mia. Al di là del nervoso che certe parole mi suscitano.
    E' difficile perdere figli. Anche se hanno solo poche settimane. E' dura accettare che nella ricerca di loro, che sono già parte di te, venga amputata una parte del TUO corpo, con dentro vita.
    Io non ho passato ciò che ha passato Anna, provo a capire, ascoltandola. Io mi sento di dire in tutta onestà che è una persona forte, molto forte.

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  24. grazie.
    ho le lacrime agli occhi.
    non era necessario tutto questo.
    in altri momenti sarei stata molto male, ma oggi no. Vanno bene altri punti di vista, sono solo i modi che contestavo, ma davvero, va bene così.

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  25. Carissima, finalmente ho letto tutto con calma, e non posso che sottoscrivere quello che ti hanno detto le altre, e pure le risposte a Laura.
    Se da una parte posso capire i tuoi, che ti vogliono proteggere perche' sei la loro bambina e quindi la cosa piu' preziosa che possano avere, dall'altra questa Laura e' una sconosciuta e non si deve permettere.
    Tu non sei pazza, tu stai facendo la cosa giusta, stai perseguendo il desiderio piu' profondo e umano e viscerale che una donna possa avere, e i prossimi passi li percorrerai forte di una convinzione che hai maturato in tutto questo tempo, e che ti portera' a perseverare nonostante le incertezze intorno a te.
    Ti abbraccio.

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  26. Troppo spesso le persone sanno come la pensano su certe questioni solo quando ci "sbattono contro o ci si trovano dentro come in un gorgo", diversamente pontificano senza com-prendere. La maggior parte di noi manca, troppo spesso, di empatia, forse persa per le strade della vita, forse mai avuta, dal nostro guscio, da un ristretto spiraglio lasciato aperto per guardare il mondo, non possiamo che vedere, senza spessore, senza prospettiva, le vite degli altri, ma giudichiamo, è nella natura umana...Anna sei una splendida persona con uno splendido sogno, a chi non può com-prendere auguro di non provare mai, ma sarebbe un bel giorno quello in cui tutti riuscissimo a com-prendere il sentimento degli altri senza doverlo provare nella carne. Un abbraccio. Maria Grazia.

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grazie per essere qui.