domenica 12 febbraio 2012

di madri assenti e istanti congelati



Scrivo questo post in pieno ciclo, arrivato in anticipo, nonostante il monitoraggio dell'ovulazione, la terapia, la speranza, la neve, i buoni propositi, i pensieri negativi ricacciati indietro come le lacrime, le urla, i confronti, le incomprensioni, il bisogno di guardare avanti, l'impossibilità a guardare indietro, il coraggio, le mani che tremano, la sorpresa.

Tutto in un ciclo durato solo ventisei giorni.



Sto guardando la tv, oggi non nevica più, è finito tutto.
Stanno passando un nuovo format televisivo, nuovo lo dicono loro, chiamato "mamma mia che domenica!" in cui la presentatrice fa mostra di un pancione di sette mesi almeno, e parla di educazione sui figli, come comportarsi con il nuovo modello di famiglia, tradizionale, allargata, di gay, di etero, di bambini e cani, di bebè urlanti, di donne  partorienti intervistate un secondo dopo il lieto evento.
Perchè di format sulla famiglia e i figli, ne avevamo davvero bisogno, così lo aggungiamo a quelli americani in cui si intervistano donne che non sapevamo di essere incinta e partoriscono mentre fanno la pipì, o quelli con le baby sitter in minigonna o stile signorina Rottenmeier, intromettersi nella vita familiare di due genitori in panne a cui i bambini sono caduti dal cielo e che improvvisamente si ritrovano ragazzini viziati ed urlanti distruggere le loro case.
Mi sto chiedendo perchè la tv e la pubblica opinione non è interessata a noi, donne che non hanno figli, infertili abbandonate alle strutture sanitarie, in balìa dei dottori e dei medicinali, a noi, donne poliabortive, che coltiviamo nel cuore quegli abbandoni fisici ed emotivi e che ogni mese ricordiamo in quel sangue, pezzi e cellule dei propri figli mai nati.
Troppo triste?
Alla pubblica opinione non interessano queste realtà?
Allora nascondiamole.
Coltiviamo gli interessi della maggioranza dunque,  anche se a me non sembra che queste cose siano davvero appartenere solo alla maggioranza.
Ho 38 anni e in questi anni ho conosciuto talmente tante storie di difficoltà a diventare genitori che potrei scrivere un libro.
Nella vita reale e nel web.
Le associazioni e i forum si uniscono e cercano di alzare la voce sulla PMA eppure a me molte persone fanno domande per conoscere l'argomento manco fossi la maggior esperta della zona, perchè non si conosce, non si sa. Si preferisce il formato famiglia felice = mulino bianco.
Del resto chissenefrega.


Mia madre è madre di cinque figli, lei è figlia di quattro. Sua madre era figlia di dodici figli. E così via.
Le mie zie sono madri rispettivamente di due e tre figli. E così mio padre, fratello di quattro figli, i cui genitori a loro volta sono fratelli di tanti e tanti altri fratelli.
Solo di mia nonna paterna si racconta del suo primo aborto, una bambina il cui nome poi toccò alla secondogenita a ricordare al mondo questo lutto. Nel mio immaginario di bambina, mi rattristavo all'idea di questa figlia mai nata e pensavo al suo volto. 
Solo una mia zia non ha avuto figli, ma perchè non si è sposata e questa esperienza non l'ha voluta fare, ma lei si sente madre di noi nipoti, perchè non si può non essere madri, anche se la società ti impone di non diventarlo. E' una contraddizione in termini, ti si chiede presenza e ruolo in società e sul lavoro,  ostacolando al massimo una gravidanza, ma senza, non sei nessuno.
E' la verità.
Oggi, come ieri, se non sei madre non sei nessuno.
Nella mia mente riecheggiano le frasi di mia madre, di mia nonna, delle mie zie "lei non ci arriva perchè mica ce l'ha i figli, mica è la stessa cosa che avere nipoti!".
ecco.
Mi chiedo se sono già diventata la zia che non può capire, la sorella che non capirà mai cosa significa non dormire la notte per un bambino, l'amica che non sa consigliare sulle pappe, la collega che non sa intervenire sulle problematiche adolescenti di figlie impazzite.


Sono già questo o no?
Non riesco a rinunciare all'idea di non diventare madre, non riesco ad accettare l'idea che potrebbe non accadere mai. Non riesco a farmene una ragione. Se ci riuscissi forse riuscirei a prendere con più filosofia questa mia vita, forse arrivata ad un bivio, posta davanti a delle scelte importanti. Questa mia vita condotta senza respirare, senza questo figlio.


E' un istante ora tutto questo, lo congelo:
Devo combattere, perchè senza figli, non ce la posso fare.


Con ogni nuova vita siamo anche potenzialmente creatori di un mondo migliore o peggiore. Aver cura di come un nuovo uomo o donna nasce rappresenta quindi una grandissima opportunità. 
B.L.

27 commenti:

  1. Sono arrivata per caso in questo tuo blog e devo dire che mi dispiace molto sentirti così triste. Posso però immaginare quanto difficile sia il non riuscire ad avere bimbi anche se si fa di tutto per averli.
    Pensa che durante i 7 mesi in cui non riuscivo a rimanere in cinta ogni mese ero delusisissima.
    Da oggi ti metto nei blog che seguo perchè vorrei leggere un giorno che le odiose mestruazioni non sono arrivate e che hai un ritardo di giorni.
    In bocca al lupo e....forza!!!!

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    1. ciao Francesca, benvenuta.
      la mia non è una storia di infertilità ma di poliabortività...
      non che poi alla fine faccia differenza, sempre senza figli si sta, solo che ci tengo a precisare che i percorsi a volte si incrociano, ma altre volte, sono molto diversi.

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  2. Quando ho letto il tuo messaggio stamattina mi è venuto il magone.
    Non è giusto Anna, ma ormai questo te lo ripeto sempre e sarai stufa di sentirtelo dire.
    Tu combatti Annina, non arrenderti, anche quando senti che stai scivolando, aggrappati forte al tuo bimbo, perchè c'è è li che ti aspetta.
    E lo abbraccerai.
    Forza.
    <3

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    1. si liz, ora pensiamo a te questo mese, che è più importante!!!!bacetto

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  3. Cara, ti leggo oggi per la prima volta mi dispiace saperti così triste. spero tanto che il tuo sogno si realizzi....un abbraccio e a presto!

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    1. io leggo il tuo blog con tuo marito e mi fai sempre sorridere perchè trovo molte similitudini con il mio.
      grazie per il passaggio qui

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  4. Continuo a leggerti ogni volta ke scrivi un post nuovo...sperando di leggere quello ke una donna piu' desidera al mondo...Non trovo le parole giuste per darti conforto...perche' in qst momenti non credo ke bastino...Ma anke se virtualmente...io ci sono...baci Annina...da Lina

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    1. grazie Lina, sei davvero molto cara a passare di qui.
      mi dispiace rattristarvi, io non sono triste oggi.
      vado avanti.
      sono più triste nei giorni precedenti che quando arriva il ciclo.

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  5. anche a me sono arrivate oggi, ma naturalmente da questa estate non ci credo + x nulla quindi chissene. E ho intravisto quel programma cretino, la conduttrice mi sta antipatica e ho messo un bel DVD. Non so cosa dirti Annina il ruolo sociale delle madri è molto invasivo davvero, e nessuno sa veramente cosa sia la PMA se non ci entra fino alle orecchie. Sai come la penso, io non so davvero come ho fatto ma sono giunta ormai alla fase serena di essermene fatta una ragione. Sono certa che non sarò mai genitore, spero di essere una buona zia per ora i nipotini mi adorano, in futuro chissà! Ti abbraccio

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    1. ilaria, io non sono giunta a questa rassegnazione e a volte mi sembra di impazzire.
      so che non va bene, ma ora è così...

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  6. Cara, non penso proprio che quello dell'infertilità o della poliabortività sia un tema che possa andare bene per la tv (se non magari per "Elisir"), magari tu non ti sentirai rappresentata (e non capisco molto bene perché vorresti esserlo) ma pensa che è meglio così: vedi mai la tv trattare un qualsiasi tema in modo intelligente, sensibile, delicato? Se se ne parlasse, stai certa che riceveresti ulteriori ferite. Almeno questa è la mia opinione. Ho intravisto domenica scorsa il programma di cui parli, mi ci sono soffermata pochi minuti, il tempo di trovarlo falso, e non credo che durerà: mi è parso freddo, costruito a tavolino solo per seguire la moda delle mamme blogger e cercare di portare questo tema anche in tv per fare ascolti (visto che sul web tira); sono cinici in televisione, meglio non accendere un canale e trovarci il tuo dolore sotto forma di "caso umano".
    Riguardo al resto, non so se è proprio come dici tu, che se non sei mamma non sei nessuno sociamente. Dipende da dove e come ti poni, in che nicchia sei. Ci sono le nicchie in cui è così (ed è ovvio che tu guardi lì poiché il tuo desiderio e la tua mancanza ti fanno guardare lì) e altre - che magari non conosci o non vedi - dove invece non è affatto così. E' normale che tu abbia questa impressione poiché la nostra attenzione e la nostra percezione sono selettive, colgono cioè (senza che ce ne accorgiamo) solo alcuni particolari nella realtà, quelli a cui siamo più sensibili. Ecco perché le donne infertili o poliabortive che vorrebbero tanto un figlio si sentono continuamente "assediate" da donne incinta come se tutte attorno a loro lo fossero; perché vedono solo quelle, la loro attenzione si concentra su quelle. Io ho una cugina poliabortiva, anche nel suo caso non si conoscono le cause; è riuscita nonostante questo a diventare madre, anche se in entrambi i casi ha dovuto passare le gravidanze sempre a letto (nella prima addirittura è rimasta ricoverata in ospedale dal sesto mese fino alla fine, appesa a un filo, col liquido amniotico che diminuiva sempre più e con lo stress sconvolgente dei medici che le chiedevano di abortire e le facevano pressioni) però ce l'ha fatta, benché siano più gli aborti avuti (ogni volta il dramma che conosci) che non le gravidanze riuscite. Però quelle due gravidanze ci sono state, ce l'ha fatta e io anche se non ti conosco mi auguro e spero che possa succedere anche a te, perché la speranza (oltre al fatto di avere il tuo ginecologo esperto che ti supporta) non può mai mancare. Ma se per caso non dovesse succedere, socialmente varrai quello che tu sarai, una donna che non è solo una madre mancata. Scusa il commento lungo ma mi è proprio venuto di getto...

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    1. Cara Ilaria,
      aspettavo il tuo commento e non so perchè sapevo sarebbe stato circa così e per questo ti ringrazio.
      Ti spiego meglio: so perfettamente di essere una donna che varrà a prescindere dall'essere madre, ma non a caso, ho fatto l'esempio dei miei genitori e di tutto il parentame per contestualizzare la mia posizione. E' il mio background culturale che mi porta a fare questo tipo di riflessione e per quanto sbagliato, non si può prescindere da questo. Si può elaborare e sviluppare ma difficile fare finta di niente, te lo assicuro, difficile. Ecco perchè a volte mi chiedo come mia madre non riesca a capire il mio dolore e il mio desiderio. Lei che a settanta anni ancora desidera fare la madre di sua nipote di due anni, che ha vissuto solo per tutti i suoi figli....
      circa quanto dici sugli argomenti che secondo me andrebbero trattati in tv, non credo che raccontare la mia storia o quella di una donna infertile debba risultare per forza un caso umano. Dipende dal taglio che il giornalista vuole dare e oggi (ed è questo quello che sto denunciando) certo che accadrebbe questo, ma non dovrebbero andare così le cose. Si dovrebbe fare informazione, si dovrebbe dire che oggi, visto che la maggior parte della gente decide di fare figli dopo i 35 anni, si è soggetti ad affrontare problemi di infertilità e aborti connessi. Che far passare l'informazione che solo le mamme-lavoratrici-infaticabili amanti sono le donne che contano. Ed è forse vero, come dici tu, che io sono portata a vedere solo alcuni soggetti, è umano, forse hai ragione. Ma davvero difficile non farlo quando ti ritrovi ad essere l'unica a non essere madre: 35-40 anni sono gli anni al top per questo tipo di situazioni no? Dove guardo? mi metto i paraocchi?

      ...anche io spero davvero di farcela un giorno Ilaria. Avevo detto al mio dottore che il giorno in cui rimarrò di nuovo incinta è autorizzato a tenermi a testa in giù per tutti i nove mesi se questo servirà, e ogni mese mi immagino il momento in cui telefonando gli darò questa notizia e lui riderà. Ce l'ho la speranza, altrimenti questo blog si chiamerebbe "alla fine non c'è nessuna mamma", ma oggi, sono in down...ve lo avevo preannunciato no??? :)

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    2. Sì, lo so bene che ce l'hai! Comunque sono intervenuta anche perché nel quadretto che hai fatto della tua famiglia ci ho riconosciuto molto della mia... In particolare da me era la mia prozia quella non sposata e senza figli, che si sentiva un po' la seconda mamma dei nipoti ma che di fatto non era mamma di nessuno, e quando questo le veniva fatto notare (in genere per rintuzzare qualche sua eccessiva "intromissione") lei ne soffriva. Aveva poi la sua teoria, che esponeva spesso e in modo decisamente drammatico, secondo la quale una donna non sposata "non è di nessuno" e quindi non ha nessuno a difenderla, a proteggerla, a sostenerla nelle avversità... Questa sua visione in lei mi ha sempre fatto molta simpatia, anche perché lei in realtà nella vita era una donna così forte e travolgente da non avere di fatto bisogno di nessun uomo per "proteggerla" ;-) E io... che ho solo quattro anni meno di te, e ancora non sono sposta (quindi di fatto sto dicendo addio al desiderio di essere mamma, perché anche se troverò un marito molto probabilmente sarà ormai troppo tardi), nel tuo post ho rivisto un po' non solo mia zia ma anche le paure che ogni tanto mi assalgono: non sono mamma, non sono neanche sposata, e non sono neppure una "donna in carriera" quindi io per la società cosa sono, quanto valgo? Meno di zero? Per questo poi mi dico che non può essere così, che io (o tu) non posso vedermi solo come una madre mancata o una zitella, perché cavolo allora farei prima a chiudermi in un convento o buttarmi giù dal balcone!!! :-P

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    3. ti ho letta oggi mentre guidavo (tranquilli, il traffico romano permette lunghe e tranquille letture in automobili) e ho sorriso all'idea di quanto le nostre zie si sono assomigliate, nel destino e nel carattere.
      No, non vali meno di zero. Tu vali tutto. E tu lo sai. Io lo so.
      E anche io non sono una donna in carriera, mi sto giocando gli anni in cui dovrei spingere di più per il mio lavoro e considera che per me non ci sono scalate in azienda da fare, perchè sono un libero professionista, uno di quelli che per far andare la propria baracca dovrebbe lavorare anche di notte, come fanno molti della mia età. Ma non lo faccio. Questo non è il mio obiettivo. E non dico addio al mio desiderio materno, come non puoi dire addio tu, visto che io mi sono sposata alla tua età, ecchecavolo per i primi due anni non ho cercato nessun bebè, eppure...ecco...non sta qui il punto. Il punto è che siamo circondate da gente che divide le donne in madri e non. E' la verità. Non è questione di essere o meno considerati, ma la società comunque, ti mette automaticamente in un gruppo o nell'altro...naturalmente, non è che io voglia diventare madre per appartenere a quel gruppo, sto cercando di denunciare un atteggiamento generalmente ottuso che non permette mai un confronto costruttivo e nasconde certe realtà che invece andrebbero conosciute (abortività e infertilità), per il bene di tutti.

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  7. Fino a non molto tempo fa la depressione post partum era un tabù, le mamme erano solo esseri perfetti che vivono in un mondo di latte e miele. Io spero che pian piano calino altri tabù... Anche a me viene un gran nervoso quando mi capita d'imbattermi in persone che, tanto per fare un esempio, pensano che fare la PMA consista nel prendere qualche ormone, andare in ospedale, fare l'inseminazione artificiale e via.
    L'anno scorso ho seguito un corso all'Università durante il quale la dottoressa ci spiegava che oggi, nelle scuole, oltre all'educazione sessuale andrebbe insegnata l'educazione alla fertilità: le coppie che si trovano ad avere problemi sono sempre di più e spesso se ne accorgono molto tardi.
    Non parliamo poi della poliabortività. Se perdi un bambino "sono cose che capitano" e "vedrai che la prossima volta andrà meglio".

    Qualche tempo fa insieme ad un'amica abbiamo incontrato una ragazza. Io non la conoscevo. Lei era evidentemente in uno stato emotivo penoso e si è dovuta sfogare un pochino. Aveva avuto il secondo aborto. Io ero lì e mi sono sentita così intensamente vicina a lei... non sono riuscita a stare zitta, ho dovuto dirle che la capivo, di non mollare, di fare delle indagini... Alla fine avevamo tutte e due le lacrime agli occhi. Non dimenticherò mai il momento in cui ha posato la sua mano sulla mia pancia.

    Ecco, scusa, ho scritto uno sproloquio... ma questi argomenti toccano corde troppo profonde.

    Ti abbraccio...

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    1. appunto!
      vedi...quando ci passi sai cosa vuol dire...
      ma se questo non avviene? perchè dobbiamo passare per forza per l'esperienza per conoscere?
      hai fatto un esempio calzante con la depressione post partum. Così non parliamo di infertilità o poliabortività. Potremmo parlare di adozione. E' la stessa cosa. La questione è cmq che l'informazione non gira se non si vuole far girare, forse perchè qui in Italia abbiamo tanti tabù da buttar giù? non lo so, è un pò difficile ora fare questo discorso...

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  8. Per il caffe' della Domenica sono arrivata tardi ma sono qui che ti aspetto. Un abbraccio forte forte...

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    1. ciao tilla....caffè freddissimo stamattina...va bene lo stesso?

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  9. Volevo proprio dire quello che ha detto Nora.
    Pensa io non mi sono fatta mancare nulla. Ho cercato parecchio (un tre annetti? Si più o meno) Di e nessuno voleva sentirselo dire. Le mie amiche mi dicevano: Non aspettare, che se aspetti di non avere paura non lo farai mai" Quanto avevano capito dei mie discorsi? Nulla. Non è contemplato. Poi è nato DI, 15 giorni prima era morto mio padre e io ancora non so cosa è successo, ma ho vissuto un periodo di grande depressione. Proprio nero. Uguale, nessuno voleva sentirselo dire.

    E' quanto mai azzeccato ciò che hai detto: se non hai figli non sei nessuno per la società, se li hai sei un peso, non sei più produttivo.

    Scusa il commento fiume che di certo non ti avrà tirata su, però ti abbraccio e continuo a sperare con te.

    Un bacio

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    1. grazie Owl per aver raccontato qui un pezzetto di te, anche se io già conoscevo la tua storia, sono sempre felice quando ci si apre così...mi fa sentire meno sola.
      ti abbraccio tesorino.

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  10. se spegnessimo questa maledetta TV, che fa solo rumaore, staremmo tutti meglio.
    Sono passata in questi 6 anni per tre aborti: è davvero devastante, ti capisco.
    ti abbraccio, e faccio il tifo per te.

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    1. ecco...
      grazie per essere qua.
      mi piacerebbe nel racconto di noi che siamo passate per questo dolore, trovare la forza per andare avanti.

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  11. non sapevo se scriverti,non avevo e credo ancora di non avere parole adatte a momenti simili.Ci sta che tu sia giù,che sia arrabbiata.Ci sta tutto!Sopratutto quando in giro si vedono donne che fanno le mamme e ci si chiede perchè,vista la loro inadeguatezza.Ci sono donne che con i bambini non ci sanno fare,ma "sai,è arrivato.."!
    Quindi prenditi tutto il tempo per smaltire la rabbia.Ma poi riparti,e fallo con la stessa grinta con cui scrivi qui!
    Un abbraccio!

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    1. si.
      sono arrabbiata?
      forse si.
      ma oggi è già il giorno dopo.
      oggi sono già alla fine del prossimo ciclo con il pensiero, e fisicamente già senza sintomi, senza dolore, pronta per ricominciare.
      ricomincio...con tanta stanchezza però...

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  12. Ciao ti leggo spessp e oggi ho provato il desiderio di dì scriverti. Non posso capire anche se riesco e immaginare la delusione con cui ti misuri tutti i mesi però di una cosa sono convinta: le persone non si misurano circa il fatto se hanno procreato o meno. Ci sono otime persone senza figli e donne mediocri con prole e non è vero che le prime non riescano a capire perché non hanno avuto l'esperienza di essere madri. La tua è una battaglia difficile ed è vero che chi l'affronta non è aiutato dai media o dai giornali: di problemi di infertilità non si parla in genere e mai alla TV che deve farci vedere una realtà edulcorata che non esiste. Spero che tu abbia un contesto familiare che condivide fino in fondo questa scelta di lotta: io ti faccio i miei migliori in bocca al lupo. Buona giornata e un abbraccio.

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    1. ciao Anthea,
      io non credo affatto di non valere in quanto non madre. Non sono io che affermo questo. Quello che ho scritto è una riflessione circa il fatto che sono i contesti sociali che ti fanno credere di non valere perchè "tu non puoi capire", non io. Che sia chiaro. Io ho molta stima di me stessa e questo percorso ad ostacoli mi sta facendo fare anche un bel percorso di conoscenza verso me stessa. Semmai io penso di essere un pò più ricca rispetto ad altri, come penso lo siano le persone che per altri motivi fanno delle esperienze di dolore.
      Questo ci tengo che sia chiaro.
      La mia non è una riflessione di autocommiserazione ma una denuncia verso l'esterno, e no, il mio contesto familiare non mi aiuta, per i motivi che ho descritto nel post, non perchè non mi vogliano bene.
      grazie per esserti fermata oggi, qui.

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  13. ti penso sempre Annina... M.

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grazie per essere qui.