giovedì 19 settembre 2013

Mi sta solo aspettando

In questi giorni sono molto presa da questioni economiche lavorative.
Il tempo corre, l'autunno sta entrando prepotente, questa settimana ho indossato il pigiama a maniche lunghe e ho messo la coperta pesante sul letto. Ed è un piacere la sera, mettersi a letto, tutti accoccolati.
Stanotte mi sono svegliata con Hope che aveva guadagnato il posto, da fine letto a cuscino inizio letto. In pratica si stava silenziosamente inserendo sotto le coperte, tra noi due.
Fetente.
Il papà di Fab è tornato, e un paio di volte è venuto a trovarci, senza avvisarci, come ieri sera, di ritorno dal cimitero.
Allora abbiamo preparato la cena e abbiamo mangiato noi tre sulla penisola, non sul tavolo di vetro, dove stanno gli ospiti, ed io ho pensato che questa poca cerimonialità, fa tanto famiglia. Fa tanto calore.
Sta bene ed è attivo.
Ad un certo punto ci ha detto che è sereno, dovesse morire domani, ha compreso come sia facile morire, ed è inevitabile la pensi così, dopo aver visto morire l'amore della sua vita tra le sue braccia.
Io ho pensato che questa nuova famiglia mi piace un sacco e che non sarà sempre solo così.
Lo penso pur tenendo lontano ancora per un pò il mio desiderio grande.

Detto ciò, o, a proposito di ciò, sto chiamando alcune persone che in questi ultimi quattro anni di ricerca, abbiamo smesso di frequentare.
In settimana è venuta a trovarci una persona, che a me era molto cara, che non fa parte del giro amici-coppia-neogenitori-bimbiinfasce perchè è semplicemente una single, con una vita che ha dovuto ricostruire lontano dal nostro giro di amici, per i motivi in corsivo di cui sopra.
In fondo, ho pensato, noi due siamo come la mia amica-single. Non siamo collocabili.
Brutta faccenda.
Eppure è così.
Comunque, la riflessione che mi sono ritrovata a fare è che mentre per noi, ciò che ci è accaduto negli ultimi quattro anni, è una ragione valida, o comunque ragionevole, per giustificare il nostro isolamento, la nostra assenza, ecco, per gli altri non lo è.
Lo sforzo che sto facendo è quello di cercare di stare al di fuori del mio loop di aspirante mamma. Il mio è uno sforzo ma mi serve per comprendere gli altri punti di vista.
Frequentare altre persone che non hanno vissuto la nostra storia, mi fa capire delle cose.
Attenzione.
Questo non vuol dire che consideri sbagliato il mio comportamento sin qui, o giusto quello degli altri.
No.
Manco per niente.
Ma alla frase "tutti abbiamo i nostri problemi" pur sapendo con certezza che con questa frase si fa riferimento ai problemi quotidiani che la vita ci mette davanti, vedi lavoro-bollette-amicizie-parenti rompiballe-litigi familiari-dieta, insomma, NORMALITA', mi dico che non è mica tanto giusto paragonare normali questioni di vita a sei interruzioni di gravidanza, al rischio di morire sul lettino di una sala operatoria, alla morte di una mamma.
Ma non è questo il punto.
Il mio non è un ragionamento per costruire la scala dei dolori. Io lo so cosa è stato, cosa abbiamo vissuto, come cavolo ne stiamo uscendo. Non è questo il punto.
Il punto è che, non riuscire ad avere un figlio, non è un problema vero, agli occhi degli altri.
E questo è il dramma alla base delle incomprensioni che molte donne infertili/abortive denunciano, raccontando la solitudine e l'isolamento.
Per il mondo, quasi tutto, non riuscire ad avere figli è una questione che tocca solo certe corde.
Molti mi diranno che è una questione di sensibilità.
Forse.
O forse no.
Io mi sto rendendo conto che chi mi osserva da fuori, non ha compreso questo buco di quattro anni.
La gente intorno a me non è cambiata e non ha capito.
Io, noi, siamo altre persone. Non più come prima.
E' impossibile tornare indietro.
Ma io non voglio più tornare indietro.

Non potevano andare diversamente le cose.
Lo sapevo dall'inizio.
Dal primo giorno in cui abbiamo iniziato a cercare nostro figlio, sapevo dentro di me, che le cose sarebbero andate Tutte così. Tutte in salita.
Come dentro di me so che alla fine mio figlio arriverà.
Ho capito, che praticare yoga, significa portare se stessi al massimo. Cercare di superare quello che è accaduto, e vivere per cercare di superare situazioni per me estreme, ha significato portare me stessa al limite.
E pensavo di non poter arrivare al mio limite.
Ci sono arrivata.
E per questo non posso tornare ad essere quella che ero.

E va bene.


Sto tornando a respirare.
E' questa la cosa più importante.
Mio figlio lo sa.
Mi sta solo aspettando.





p.s

grazie ancora per tutte le happy pills che mi stanno arrivando.
Continuerò a pubblicarle a breve.
grazie infinite



17 commenti:

  1. la gente non ha capito, o non vuole capire perché è più comodo così? mah! non lo sapremo mai... sei coraggiosa, a riprendere contatti e cercare vecchie conoscenze. io, invece, sono diffidente, mi sentirei di dare la mia vulnerabilità e specialità in pasto a chi non sa, e tendo piuttosto ad allontanarmi da molte vecchie conoscenze. so che non è giusto e non mi fa bene, ma è una difesa.

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  2. Non può essere come prima, ma non può essere solo dolore. Deve essere anche altro. Ognuno ha il suo "come". So cosa si prova ad essere non collocabili. Oltre quel limite ci deve essere la felicità.
    Ci deve essere...
    Raffaella

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  3. "non è un problema vero agli occhi degli altri" ecco in poche parole il succo di tanti "e vabbbe'" che ho sentito troppe volte. E ora che è finita la ricerca, che ho trovato il modo di ricostruirmi con mio marito, il nuovo tormentone per gli altri "ti sei affezionata troppo a Natallia". Così anche quando ho trovato una soluzione al vuoto agli altri ancora non va bene. Poi magari sono le stesse persone che fanno un pieno per cavolate. Ti abbraccio Anna grazie per queste parole così lucide che sento tanto mie.
    Baci a Fabio.

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    1. non sai quanto mi dispiace leggere questo Sandra...lo sospettavo che poteva ancora esserci la gente stronza intorno a te, nonostante tutto.
      Si, ti sei affezionata a Natalia.
      E allora???
      cazzo!cazzo!cazzo!
      passateci voi per questo inferno e poi ne riparliamo.
      Di che si parla? Di dare troppo amore ad una bimba? Può fare male questo?
      non credo proprio.

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  4. A volte ti leggo e penso che deliri, ma non offenderti ti prego, leggi ancora.
    Voglio dire che sembri così convinta da far paura, paura che la tua sia una ossessione che prima o poi ti farà male.
    Ma poi ti rileggo e sento che il tuo cuore ha ragione, che una mamma certe cose le sa...
    E allora resto al tuo fianco, in silenzio, con le dita incrociate ogni volta che ti penso o entro in questa tua casa virtuale.
    Ti sta aspettando, si, lo penso anche io!

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    1. è che semplicemente la mia non è ossessione.
      E' consapevolezza.
      :)

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  5. "Il punto è che, non riuscire ad avere un figlio, non è un problema vero, agli occhi degli altri."
    ECCOLO.... è questo il problema. Quando qualcuno, che anche mi conosce bene, mi chiede perché tutta questa disperazione e io provo a spiegare, ho visto sempre facce stupite e sentito rispondere: Un figlio che non hai non può determinare la felicità della tua vita.
    NO, certo, per chi appena decide di volerne uno gli basta un'ora di amore, no.
    Sono certa anche io che il tuo bambino c'è..e anche il mio, magari dalle cellule di un altra donna..ma mio.
    Ti abbraccio!!

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  6. E' verissimo quello che dici. Purtroppo.
    C'è stato un periodo in cui io ero preda di ansia, panico, litigi con l'USI, ovviamente infertilità ed ero reduce dalla morte di mio suocero. Oltre al dolore della mancanza io e mio marito, appena sposati, in quello che per tutti è il periodo più bello, durante il qualche nasce e si consolida un nuovo nucleo famigliare, abbiamo dovuto far fronte a problemi economici, lavorativi, logistici che ci hanno allontanato. Con la famiglia di lui che c'ha messo il carico.
    Beh la mia Sister mi tartassava con i suoi problemi amorosi. Facendosi seghe mentali su ogni sms. Soffriva, diceva ed io le ho sempre creduto ma, forse sbagliando, ho sempre pensato che la vera sofferenza, lei, non la conoscesse proprio.
    E' brutto primeggiare quando si tratta di dolore, lo so. Del resto non sono mai stata preda di vittimismo. E' solo che, in questi casi, si agigunge anche il dolore dell'incomprensione.

    Bacio Anna

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  7. penso che solo gli stolti possano restare sempre uguali a se stessi
    tutto come prima, malgrado le vicende della vita.

    insensibilità? può essere.
    pigrizia? forse
    forse è un modo per proteggersi.
    Fingere per non crollare.
    Minimizzare per non ferirsi.

    Ma non si è più gli stessi quando si infrange il muro dell'infallibilità…
    ti abbraccio

    Adelia

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    1. pigrizia è un aspetto che nn avevo mai considerato.
      in effetti...

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  8. No, non siamo quello che eravamo. Respira. Io ho ricominciato a vivere. Si può fare, partendo come sai dalle piccole cose, dalla presa di coscenza e dall'accettazione. La vostra anima assegnata tornera per restare, per sempre. Io ci credo davvero.Un abbraccio forte

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  9. Non penso che la capacità di comprendere sia per tutti. E nessuna persona sensata può pensare che la vita non ci cambi, che le cose non evolvano. Non badare a chi non può capirti. Penso anch'io che sia solo questione di tempo, di attesa. La felicità non si programma, sarebbe tremendo potessimo farlo!
    Un forte abbraccio

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  10. "Dal primo giorno in cui abbiamo iniziato a cercare nostro figlio, sapevo dentro di me, che le cose sarebbero andate Tutte così. Tutte in salita." Cazzarola, a me è successo uguale e son 4 anni che mi trastullo con ormoni e siringhe. Ma dimmi te, forse dobbiamo smetterla di sapere le cose, dici che possiamo "spegnere le sensazioni"?? :-))) Un bacione, mi ha fatto venire i brividi che ancora una volta siamo sulla stessa lunghezza d'onda :-)
    Lidia

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    1. :)

      forse è il caso di lasciar andare le nostre sensazioni senza forzarle, come, almeno io ho fatto finora.
      contenta anche io, davvero.

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  11. Una happy pille ...guardar le stelle :-)

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  12. questa cosa dello yoga...quanto mi piace.
    anche io, che te lo dico a fare, sono convinta che ti stia aspettando.
    ecchetelodicoafà..

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grazie per essere qui.