sabato 10 marzo 2012

ore 7.35

ore 7.35

eccomi di nuovo qui.
Nell'ultimo mese ho imparato a godere del sabato mattina, negli ultimi giorni, anche di tutte le altre mattine.
Non sono una persona che si sveglia presto, no decisamente.
Sono una che ama dormire, e che non considera la mattina come momento più importante della giornata e che rimanda gli appuntamenti decisivi al pomeriggio, che non riesce a produrre se non dopo pranzo.
E' un bel guaio questo, perchè mentre il mondo carbura, va avanti, sforna idee, tu sei lì che a malapena riesci ad arrivare alla tazza del caffè, e il tuo aspetto è incredibile: capelli medusiani, occhiaie nere, umore pessimo, freddo, caldo, piedi nudi. Piedi nudi perchè, i giramenti sono tali che non sopporto nemmeno l'idea di infilare un paio di pantofole, per quanto le zeppette di Zara possano essere molto confortanti e alla moda.
Comunque, il punto è che ultimamente il sabato per me inizia presto.
Ciò che più amo del rito settimanale è il vecchio film che passano su RAI3, stamattina danno "Paese reale" con Fred Astaire : mi accoccolo sul divano, la gatta ha sonno e non capisce, io cerco di cacciare indietro l'ansia dell'attesa.
Ecco svelato l'arcano.
Non reggo più l'attesa. Sono stati giorni lunghissimi, troppo. Inutile tuffarsi sul lavoro/ospiti/shopping/pizza/cinema/letture, no. Quel pensiero è lì, fermo, braccia conserte. Un pensiero che mi guarda dall'alto, fisso, serio e a caratteri cubitali si insinua nella mia mente mentre dormo:

Ci sei?

...perchè io così non ce la faccio più. Ore interminabili mi dividono dalla verità. In realtà sono piuttosto serena perchè so già cosa mi aspetterà il prossimo mese e sono già proiettata là, ma vorrei chiudere questo batticuore in una scatola e vorrei sentirmi libera.
Perchè qui sta il punto.
Una volta, in preda alla disperazione, dissi che vorrei non desiderarlo tanto questo figlio, per essere di nuovo padrona di me stessa e della mia vita. Ma non posso farne a meno ora, adesso, dopo quello che è accaduto, lui fa parte di me, le sue cellule si sono mischiate alle mie e scorrono nel mio sangue, ed io, io non posso più farne a meno.
E va bene, va bene, non mi lamento affatto per questo.
Giorni fa riflettevo sul fatto che da qui in poi non ci saranno più effetti sorpresa, cicli in ritardo, test mattinieri. Tutto è programmato, osservato, calcolato. E mentre accennavo ad un piccolo lamento, ho ricordato chi questo momento non l'ha mai vissuto. A me è successo quattro volte. Per quattro volte ho visto un test positivo e ho vissuto dentro di me un'emozione indescrivibile mista alla sorpresa e alla paura.
E dunque non posso lamentarmi, no. Ho avuto la fetta di paradiso da gustare, ed io ringrazio tanto per questo. Ora non oso più lamentarmi, vorrei ritirare le analisi lunedì e leggere che ci sei.
Il resto non conta. 
Non mi importa più di niente.
Vorrei sentirti di nuovo, è ora, adesso si. Sono passati 4 mesi dall'ultima volta. E' ora che tu torni da me, sono in crisi d'astinenza da te...torna...

1 commento:

grazie per essere qui.