58° PA
ciclo arrivato.
rinascita.
ore 11.30
Siamo in viaggio da due ore.
Torniamo in Italia.
Sono nel cuore della Germania viaggiando su di un SUV e nevica.
Nevica da quando siamo partiti: è il primo giorno di neve tedesco, oserei dire "che fortuna"!
Sono un pò in apprensione per questo viaggio. L'autista dice che è tutto ok, ma io ho paura di qualche imprevisto dovuto al tempo. Sussulto per ogni frenata e rallentamento. Ho l'incubo di rimanere bloccati nella neve, ma confesso, il mio incubo peggiore è il mio puntuale bisogno di fare pipì e già mi immagino sulla corsia di emergenza in vera "emergenza" alla berlina di tutti i camionisti tedeschi passanti!!
Questo paese mi ha sorpreso per la sua efficienza e determinazione ma non ne sono rimastra affascinata.
Ho ascoltato racconti allucinanti sul percorso scolastico che i bimbi tedeschi devono affrontare e per i quali si decide tutto già in tenera età: se potranno accedere a livelli superiori di istruzione oppure entrare a far parte della classe operaia.
Ho capito che in un certo momento dell'anno c'è un tasso di natalità più alto del solito perchè risalendo a nove mesi prima si arriva alla settimana del carnevale in cui tutto il paese si blocca e si pratica sesso sfrenato e libero. Va bene. Non ne faccio un problema di perbenismo, mi è venuto solo da pensare ai nostri percorsi per diventare genitori. Ho sorriso amaramente pensando a quanto è diversa la vita.
ok, finisco dopo. Mi sto impanicando : siamo fermi in autostrada per un incidente, da quando ho iniziato a scrivere e nevica.
Tanto.
ore 14.30
ok. Pericolo scampato. 5 km di fila per un incidente mi hanno fatto temere il peggio. Siamo usciti dall'autostrada, fatto pipì al Mac Donald's senza mangiare e rientrati in autostrada dopo l'incidente.
Siamo al confine con la Francia, non nevica più, ma il peggio del viaggio deve ancora arrivare: la Svizzera.
Mi assento dalle conversazioni dei miei due compagni di viaggio. Ho 12 ore davanti a me per pensare a quello che è successo.
Come mai mi è accaduto tutto questo?
Sono passati altri 365 giorni da un Natale pieno di speranze a cui si aggiungevano altri 365 giorni del precedente in cui, ricordo, piansi tutte le mie lacrime alla scoperta del quarto tentativo di gravidanza perso. Illusa! Già pensavo fosse passato tanto tempo!
Sto passando gli anni nel tentativo di dare la vita.
Sto sbagliando?
E' giusto che io faccia questo al mio corpo e alla mia anima?
D'altra parte c'è davvero qualcosa di più importante di quello che sto cercando di portare avanti? Per quanto io mi dica che la mia esistenza è quella di una persona fortunata, in salute, che non si lascia sfuggire i dettagli della propria vita, rendendoli preziosi, ecco, io non trovo un altro vero motivo valido.
E piango. Piango per le vite che si sono accese in me e subito si sono spente, nel dubbio che il mio corpo sia veicolo giusto e sano per portare alla luce una vita.
Ho aspettato questo ciclo di rinnovamento per due mesi.
Sento finalmente il mio corpo pronto, il mio utero vuoto in attesa.
Sono nata per questo, lo sento dal profondo.
Sono nata per dare la vita.
E per questo attendo.
ore 16.20
Svizzera, quasi Italia.
Tra meno di 24 ore sarò di nuovo su quel lettino per controllare che tutto sia andato bene stavolta.
Avrò paura e chiuderò gli occhi prima di guardare lo schermo come quando facevo le eco per controllare che il mio bambino crescesse.
Poi li riaprirò e il dottore mi sorriderà facendo una battuta come al solito e frettoloso mi dirà di rivestirmi che poi mi spiegherà bene.
Stavolta la terapia inizierà subito, il perchè non lo so. In questi giorni sto leggendo teorie e articoli su questioni genetiche dei genitori che intervengono sugli eventi abortivi. C'è una sezione di un forum che parla di poliabortività sine causa, in cui si cerca di capire il perchè. Il che è abbastanza contraddittorio, ma in alcuni casi l'uomo ha bisogno di conoscere perchè non si può accontentare di una non motivazione.
Ma io non voglio.
Non voglio capire davvero il perchè.
So che sto facendo quello che umanamente è possibile fare e non voglio sentirmi come una ha paura, e so che non sarebbe giusto per me indagare oltre.
Ho paura.
Ok, ho paura.
Continuo a sognare di gravidanze e donne incinte.
Sogno il mio dottore e lo so che sembra strano ma so anche che ora per me è l'unica ancòra di salvezza e ho il timore si stacchi e mi mandi alla deriva.
Ho paura che un giorno mi dirà "Anna, non so che altro fare per te", e mi viene da piangere per questo.
ore 18.00
Milano, vicino.
Nevica. Tantissimo.
Stiamo per entrare in Italia e mi guardo intorno.
Questo paesaggio tutto uguale, bianco, fermo, assomiglia al mio stato d'animo attuale.
Ho superato il lutto per la perdita del mio bambino ma forse non del mio utero vuoto.
Visualizzo il mio io in attesa e sto a guardare.
Ho paura.
Davvero tanta.
La mia mamma tra il primo figlio, nato morto e il secondo ha avuto tanti microaborti. Nessuno riusciva a spiegare cosa stava succedendo.
RispondiEliminaLei ne parla quasi serena, ora che è passato tanto tempo e soprattutto 2 figli.
Nessuno le ha mai spiegato come mai, ma lo stesso corpo che sembrava rivoltarsi contro poi è stato in grado di generare per ben 2 volte.
Forse sono stata inopportuna con questa storia. Ma io ho pensato tanto a lei, alla mia mamma, quando Di non veniva, e tentavo e mi dicevo che avevo speranza comunque.
Un bacio
Anna, che bello che sei tornata. Anche io ho paura, e tanta, ma bisogna essere solari, speranzose come non mai. Ti abbraccio.
RispondiEliminaBen tornata, Anna.
RispondiEliminaowl, clara, ylenia, grazie di essere qui.
RispondiEliminaper me è davvero importante ora.
non sono stata a Monaco Wanesia, ero a Bonn e Colonia, ho pensato fosse troppo lontano per te! :)
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