martedì 8 gennaio 2013

trenta giorni

Trenta giorni esatti di dolore, di assenza, di vuoto, di riconciliazione, di lacrime infinite, di ragionamenti, di studio, di perdita, di incomprensioni, e poi di voglia di futuro.
Trenta giorni da quel maledetto 7 dicembre alle porte di un natale mai arrivato, sulla soglia di un futuro incerto e pieno di paura.
Trenta giorni in cui ci siamo amati e uniti ancora di più, noi due, amici e complici.

Vorrei dire molte cose.
Ne ho pensate tante.
Poi le parole si incastrano e i concetti sono difficili da elaborare.
In questo mese sono cresciuta, ancora di più, anche attraverso storie che molte donne mi hanno raccontato.
Quello che è vero è che la vita riprenderà a scorrere, tra due giorni tornerò nel mio studio, guiderò fino lì, mi scenderanno lacrime di nostalgia ferma nel traffico romano tornando a casa. Spolvererò la scrivania e i libri abbandonati lì da settembre, tornerò a parlare di lavoro.
"ti farà bene"
mi dicono.
Io dico che il riprendere la vita che era "prima", non farà altro che sottolinearmi che lui non c'è e che questo gennaio è davvero diverso da come lo avevo immaginato.
E la vita scorrerà così.
Senza.
E poi tornerò a farmene una ragione e poi di nuovo spererò nel futuro e coltiverò la speranza, solo che non so se riuscirò a crederci ancora.

Mi è stato chiesto come fare a starmi vicino.
Non mi è stato chiesto come fare a starmi vicino.

Io invece mi sono chiesta perchè in un modo o nell'altro debba essere io a trovare la soluzione.
Io non so niente.
Per la prima volta nella mia vita non conosco, non so cosa mi aspetta, non ho il controllo della situazione, che per un'irrazionale pentita è molto, tanta roba.
Ho parlato a lungo del dolore, principalmente con chi sa cosa significa provarlo.
Sabato con Giulia ne abbiamo discusso a lungo. Giulia che ha perso Luca solo sei mesi fa.
Si osserva che la gente usa i filtri per comunicare.
Ci si preoccupa del suo bambino, ma non di lei che ha perso suo marito. Ovvero, si riesce a comunicare di più attraverso la preoccupazione per un bimbo che non sa rispondere di cosa è successo, perchè è più "semplice" rapportarsi così.
Noi ieri abbiamo trascorso un paio d'ore a casa di una zia per una riunione conviviale tra cugini, e si è preferito dedicarsi al nostro piccolo Hope, abbracciarselo tutto, scherzare con lui, farlo giocare, dargli i bocconcini (e Hope ha ringraziato felice ma poi stremato ieri sera è crollato e ha dormito fino a stamattina alle undici!), piuttosto che chiedere "come va?", "è passato il dolore?".
Perchè per la tristezza non c'è posto, il lutto è un tabu, al dolore non si sa rispondere.
Di questo ne siamo consapevoli.
E camminiamo per questo mondo, con un'etichetta che ci distingue, un segnale di "attenzione" sulla schiena, che si accende e si spenge.
E ti chiedi se anche tu prima eri così, e io non so, ma credo di no, forse è una questione di carattere, forse no. Comunque, io non credo di dover dare sempre delle spiegazioni.
Il fatto che io svisceri tutto, che esterni, che condivida, non dà diritto a pretendere spiegazioni sui miei comportamenti.
Chissà, forse sono io alla fine che voglio darne.
Chissà perchè ogni volta io debba ricercare l'approvazione esterna e chissà perchè poi in un modo o nell'altro io riesca sempre a mettermi in una posizione di vulnerabilità e di fragilità.
chissà.

La vita continua.
Il mio corpo ha bisogno di cose belle.
Anche il mio cuore.
Oggi mi sono ritrovata a pensare alla mattina in cui abbiamo fatto l'ultima triste ecografia.
E ho ricordato che mentre stavamo per entrare nello studio io dissi "non sono pronta a ricevere brutte notizie. Non ho voglia di brutte cose. Non ho voglia di affrontare di nuovo quello che conosco, ho voglia di cose belle."
non ero pronta, non volevo piangere.
volevo stare bene.
e ho "dovuto" piangere.
Però ora voglio stare bene, anche se mi si strozzano le parole in gola.
allora,
tra le tante cose che stanno per ricominciare, noi, abbiamo messo a posto la cuccia dei nostri piccoli.
Quando l'abbiamo costruita avevamo appena passato il primo aborto, la camera non esisteva, noi abbiamo pensato di costruirla per far tornare il nostro angelo presto. Poi però l'abbiamo lasciata così, con i mobili buttati dentro, senza pitturare, senza zoccolino, uno pseudo studiolo...tanto poi quando arriverà il cucciolo la metteremo a posto. Dicevamo.
E sono passati tre anni.
Ricominciamo da qui.
Tre giorni per rinascere, con la schiena che fa male, i muscoli che tirano, la fatica fisica quella che ti fa crollare a letto senza pensieri.
E la stanza è rinata, anzi no, è nata.
Ed è nuova.
Un segnale di rinnovamento.
E non è più un non-luogo senza destinazione.
Ora è uno studio.
Con le pareti appena pittate, lo zoccolino nuovo, la tenda rossa, i libri non più polverosi, una scrivania di vetro.
E non è una resa.
E' qualcosa di definito.
E noi se ci svegliamo nella notte, da una settimana facciamo capolino nella stanza, per ammirarla, per immaginarcela piena di vita quando il nostro bambino tornerà.
Perchè la forza per immaginarci che tornerà, ancora ce l'abbiamo.
E allora bussiamo prima di entrare e chiediamo permesso.
E questo ci fa sorridere,
finalmente.






27 commenti:

  1. La scritta sulla parete mi piace molto! :) Buon anno Anna, che possa davvero realizzare i vostri sogni.

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  2. Fa strano ricominciare a fare tutte le cose che facevi prima. Io credevo di averle dimenticate.Poi pian piano mentre le fai ti ricordi tutto. Meno male perché ricominciare da zero assoluto sarebbe un dramma nel dramma. Un abbraccio

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  3. è vero...oggi non so come fare a starti vicino...che poi basterebbe una parola, una frase ma è tutto molto banale, molto inutile, molto di circostanza. Non è come quando uno è in pista che ci sta provando e allora gli altri lo incitano a vincere. No. Adesso è il momento in cui hai perso e devi tirarti su da terra. E le mani a cui aggrapparti non ci sono ma non perchè non vogliono esserci...solo perchè sono troppo fragili per tirare su tutto quel dolore. Sei solo tu che puoi sollevarti. Magari dentro quella stanza così accogliente, così viva.
    un saluto

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  4. .. che i vostri sogni divengano sostanza

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  5. State attenti che qualcuno se la ruba questa bella caNeretta!!!!!!!!!

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  6. avete fatto benissimo! Io la cameretta ce l'ho pronta con tutto dentro... accantonato, coperto da teli per non rovinare le cose. E quando apro la persiana ogni mattina lo faccio perché quella camera possa vivere anche se ancora senza bimbo dentro. Mi piace la scritta sul muro, mi piace Hope sulla poang (anche io ho la poang nella cameretta e una foto con Pedro sopra). C'è bisogno di speranza nei nostri cuori e di voglia di vedere "come andrà a finire". Ti abbraccio

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    1. tu stai facendo un lavoro enorme con te stessa e il tuo vuoto.
      Aprire quella stanza tutti i giorni, è una grande cosa...enorme Silvia...

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  7. Che splendido inizio, Anna! Questo è l'atteggiamento giusto per ricominciare, anzi, per iniziare una nuova vita: la preparazione del nido. Io per ora ho preparato quello dentro di me e tra poco preparerò anch'io la cameretta (che per ora è solo uno studio/ripostiglio/cameradegliospiti). Ti auguro con tutto il cuore che questo sia l'anno della svolta. Finalmente!!! perdona la mia latitanza, ma ho passato un brutto periodo, ma ora sono qui e voglio fare tutto quello che è in mio potere per aiutarti. Un abbraccione a te e un bacio al piccolo adorabile Hope :***

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    1. ma ci mancherebbe altro!
      spero si stia risolvendo questo brutto periodo...

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    1. oh tesoro...
      come divento rossa di fronte a queste dichiarazioni d'amore...
      che dolcezza...

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  9. È bello vedere la cameretta prendere una forma.
    Io non sono ancora riuscita a toccare nulla che riguardi Alma e che si trovi in casa.
    Ho cosine sparpagliate qua e là, che per me sono preziosissime, e prima o poi le riprenderò per dar loro un posto materiale.
    La vita di "dopo" non è come quella di "prima". Non può che essere così. Oggi per me è un giorno-macigno, mi sembra che le fatiche fatte finora siano state spazzate via dal ricordo di alcuni dettagli che torna prepotente, e l'instabilità delle piccole cattedrali dell'emotività che ho tirato su si palesa crudelmente.
    In fondo è così, i giorni passano, si cammina, si scivola. Si spera che arriverà il momento in cui tutto farà meno male.
    Quando tornerà la forza per crederci. E io ti auguro davvero che quel momento fiorisca presto dentro di te.
    Un abbraccio, e una carezza ai tuoi piccolini, a tutti.


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    1. elle, mentre ti leggevo pensavo a come sono fortunata a poter condividere quello che provo a persone che sanno capirmi.
      tu sai.
      purtroppo, aggiungo.
      e sai cosa racconto.
      io mi ritrovo in tutto quello che dici, mi sembra di camminarti accanto...

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    2. Cara Anna, accade lo stesso a me. E mi sento fortunata di averti incontrata.

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  10. 30 giorni di merda...la tua sofferenza grava su tutti noi come un'ingiustizia cosmica. mi sento davvero male.vorrei strapparti di dosso il dolore. è atroce. Willy

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    1. cara Willy,
      io spero che per te le cose stiano andando bene e che tu abbia fatto pace con il tuo piccolo e con te.
      Ti ho pensato in questo periodo, mi sono spessa chiesta come stava andando.
      Non essere arrabbiata.
      e' stato un brutto momento si.
      di dolore immenso.
      ma questa è la mia realtà.
      in fondo, è unica e leggittima questa realtà e per questo ha valore.
      io parto da qui.
      non sono arrabbiata e tu non sentirti male per questo, a me fa bene sapere che sei così vicina a me.

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  11. Risposte
    1. lacrime di commozione Cinzia...
      che non riesco a smettere ora.
      grazie.
      anch'io.

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  12. Risposte
    1. si...
      me ne sono innamorata...mi è sembrato un bel segnale da cogliere...

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  13. Bel lavoro ragazzi, bravi.
    La mini-poang te la regaliamo noi :)

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  14. Anna, come sai entro poco nei blog: apprezzo di più il dialogo in tempo reale.
    Mi sono accorta solo adesso del tuo riferimento a me.
    Ti ringrazio tantissimo per quanto e come ci pensi.
    Dimostra che la mia esperienza non è solo dolore, ma anche coscienza, amore.
    Un bacione grandissimo, avete fatto bene a sistemare "lo studio"! :-)

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    1. Ce lo siamo detto Giulia, parlare con te mi fa bene.

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grazie per essere qui.