giovedì 21 maggio 2015

Fare spazio.

Eppure,
nonostante le meditazioni per ripulire il karma, le preghiere, le speranze, la maturità incessante, il disperato bisogno di combattere contro il vento per raggiungere la méta, le situazioni sembrano ripetersi ed io mi ritrovo oggi davanti ad una nuova porta da aprire, busso, sto per entrare.
Cosa c'è dopo.
Ancora non lo so.
So cosa mi aspetta.
Forse perchè vivo talmente intensamente tutto, che i ricordi mi rimangono appiccicati e non se ne vanno. Vivo in uno stato di inconscienza e vago senza capire davvero cosa sta per accadere, perchè tutto è arrivato di corsa, mentre io correvo, mentre il mondo continuava a vivere, ed io imperterrita riempivo le mie tasche di speranza, ancora e ancora.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Sono qui, tremante, il fianco destro comincia a far male, ho il terrore che la situazione peggiorerà con il passare delle ore, ma stavolta c'è anche il sinistro, lento, silenzioso, ma ancora in forza.
8+3
sono i numeri che mi gioco.
8 signorini a destra e 3 a sinistra.
Numeroni che affiancati ai miei 41 anni, formano un cerchio magico, grande come gli occhi dei dottori che non credevano per niente ad una risposta tale di un'attempata come me, alla stimolazione.
9 giorni di stimolazione.
18 punture, più qualcun altra, visto che ho sbagliato a bucarmi varie volte.
930 di beta-estradiolo
225 di Gonal, poi 300, poi 350.
nessun antagonista -non c'è bisogno, gli ovuli sono talmente perfetti che non vogliamo intaccare la loro qualità con uno stop&go - mi dicono.
16.5 mm a ieri sera. Tutti. Senza differenze.
Crescita costante, omogenea, perfetta, silenziosa.
Oggi alle 23.30 la puntura libera-tutti, che dopo 36 ore porterà i signorini ad aprirsi  e poi attenderanno di essere risucchiati in un ago e poi attenderanno di essere portati ad incontrarsi con quegli amichetti tutti lavati e ben profumati degli spermatozoi.
Poi toccherà a loro.
Solo a loro.
e allora poi, attenderemo noi.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Dal 20 novembre al 20 maggio, un altro cammino lungo, fatto di esami, paura, lacrime, dubbi, flebo, dieci (10) flebo sin qui per ripulire il mio sangue della sua tossicità, salti, attese, tante ore di attesa nelle anticamere, meditazioni, preghiere, incoscienza.
Otto (8) + tre (3), molto meglio della scorsa volta, nonostante tutto.
Mi sorprendo da sola.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Non si capisce il perchè nel frattempo non ci sia più stato un concepimento naturale visto la mia splendente risposta, ma una delle ipotesi è che l'unica tuba rimasta si sia chiusa perchè danneggiata nel tempo dagli aborti.
E' una risposta plausibile.
A me sta bene. E' una risposta.
Se nel frattempo avessi riscontrato un abbassamento della mia riserva ovarica che so, o un'irregolarità fisica, meccanica, allora avrei avuto dubbi. Invece sono perfetta, un'isteroscopia che fa vedere una cavità uterina degna di medaglie, un nido perfetto.
Tutto è perfetto.
- Eppure mio figlio non c'è - 
Sento la paura risalire dal basso.
Sono i ricordi di ciò che è stato che mi bloccano.
Cosa c'è di diverso stavolta.
Non lo so.
Uno stato di incoscienza misto a determinazione e consapevolezza.
So cosa mi aspetta.
Non voglio un altro aborto.
Non lo voglio con tutta me stessa.
Ma non basta.
Non riesco ad essere leggera, nonostante i miei sforzi e la mia aria da spavalda quando entro nelle sale di attesa piene di donne nella mia stessa situazione.
Vorrei dire che la mia storia potrebbe spazzare via ogni paura che avverto nell'aria, ma sono spavalda e stronza, ma lo sono dentro, fuori faccio finta di niente e sto buona. Solo non voglio sentire nessun altra storia.
In questi giorni non ho fatto altro che leggermi e rileggermi in passato, e mi basto.
Davvero mi avanzo pure.
E non voglio capire oltre.
Non voglio più indagare.
Ho le vene traumatizzate, sono piena di lividi, faccio amicizia solo con gli infermieri che mi fanno i prelievi e le flebo. Mi attacco a loro e racconto anche se non mi chiedono.
Non voglio commiserazione, voglio solo comprensione.
Non voglio battute acide.
Voglio solo un abbraccio.
Un abbraccio.
Ne ho tanto bisogno.
Tanto.
Ecco cosa c'è di diverso stavolta.
Le lacrime.
Mi sono uscite da sole, per tutto il tempo della stimolazione. Anche se io non volevo, anche se non ce ne era motivo.
Lacrime.
A fiumi.
Il perchè non lo capisco.
O forse si.
Ho bisogno di buttare fuori tutto, da sempre, e non l'ho potuto fare mai.
Mi sento in prigione, non so come fare. Devo buttar fuori la tensione e la paura, non posso incamerarla. E' il mio modo di vivere.
Ma non riesco a contenere il giudizio.
Mi sento fragile.
Chi mi ostacola sottilmente perchè ha paura per me, chi lo fa perchè non comprende la mia scelta, chi lo fa perchè non ideologicamente daccordo con la procrezione assistita.
Ancora, nonostante anni di battaglie, ancora quelle parole fuori posto, quelle note stonate che avverto tra una frase e l'altra, quelle note che ti fanno capire che chi hai davanti non ha capito, non ha capito quanto sacro è concepire una vita e quanto santo è il desiderio di concepire, arroccati su posizioni ideologiche invece che umane.
Se avessimo il coraggio di scendere dai nostri piedistalli ogni tanto, ci accorgeremmo che non è necessario scomodare il nome di Gesù per farlo scendere dalla Croce. Egli è sceso sì, ma non per battagliare ideologicamente ma per accogliere la vita, stravolgendo il concetto di morte.
Cosa c'è di diverso stavolta.
C'è che siamo solo noi due.
Tre con Hope.
I tre moschettieri.
Che con le spade in mano combattiamo.
Stavolta, non sono loro I cavalieri. Lo siamo noi.
Come dice la mia insegnante di yoga:
 "la paura la conosci, e una cosa conosciuta è sempre meglio di una sconosciuta".
Una cosa conosciuta si combatte e io so come batterla.
Devo combattere la paura e poi lasciarla andare e fare spazio ad altro.
Fare spazio ad altro.
Ecco.
Alla fine di tutte queste parole senza senso e senza costruzione, alla fine di tutti questi numeri.
Fare spazio.
Eccola la differenza rispetto all'altra volta.
Via tutto e tutti.
Ho spazio solo per tutto quello che sarà e per tutto l'amore, mio e di Fabio per i nostri figli.



Sabato, ore 9.
Pick-up.

14 commenti:

  1. Non ci conosciamo ma ti mando un abbraccio forte forte

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  2. Uno, due, tre, mille abbracci. Speranza

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  3. ciao, ho iniziato a seguire il tuo blog. Non sai quanto ti capisco, anche io son in PMA, alla ricerca di un bimbo da due anni e mezzo, due anni difficili, duri, tristi, felici, tra alti e bassi, speranze e delusioni. Ti abbraccio virtualmente e ti sono vicina!

    MICOL
    www.bebeparis.wordpress.com

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  4. Non so che scrivere se non che ti abbraccio forte forte....e spero....tanto.....

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  5. Sabato mattina ti penserò fortissimo.

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  6. Un abbraccio silenzioso e un grosso in bocca al lupo anche da parte mia...

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  7. Ti penserò, come ho fatto sempre in questi mesi. Domenica scorsa ero a Torino, sono andata nella Chiesa di S.Maria Ausiliatrice, dove una cappella è dedicata a Domenico Savio, e alle grazie ricevute. Ho ringraziato, perché è a lui che mi sono affidata e ho pregato per te. Perché i sogni diventino realtà concreta e non sfuggevole ricordo. Non so se credi o meno...io sì e mi ha aiutato molto per non affondare. In ogni caso, ti spono accanto, sempre. Un abbraccio carico d'affetto

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  8. Dai dai dai che manca poco! ! Incrocini. ..

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  9. ti penso e ti sono vicina. Continua, i guerrieri non mollano e tu lo sei. Lo sei per tutti voi. Tiabbraccio forte forte

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  10. Grazie tantissimo belle donne, grazie per le preghiere (si silvia, sono credente). Sono in albergo e manca poco. 12 ore e sapremo quale porta si aprirà per noi. Grazie ancora.

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  11. Un grosso in bocca al lupo Anna..spero insieme a voi

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  12. Ti abbraccio cara Anna e ti penso

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grazie per essere qui.