domenica 9 marzo 2014

Mamma è già arrivata.

Ieri mattina ho partecipato al matrimonio del mio migliore amico, e al battesimo di sua figlia.
Io ero testimone di nozze e madrina di battesimo della bimba.

Ho passato i giorni precedenti questo evento in continua apprensione, nervosismo, agitazione.
Mi sono svegliata in piena notte in preda ad un urlo soffocato in più di un'occasione.
Prendo sul serio le cose che mi si chiedono, non riesco a farne a meno.  Non riesco a non sentirmi investita di responsabilità e di gratitudine per il ruolo che mi si è chiesto di ricoprire, da oggi per il futuro.
Ma una parte di me è attaccata al mio dolore e non rinasce.
E' così.
Lo ammetto e ci faccio i conti. Quotidianamente.
La mia agitazione derivava da questo.

Credo di averlo già raccontato qui in passato, ma c'è una storia che sin da piccola mi ha sempre colpito, ed è la storia di una donna che io vedevo camminare per il paese avanti e indietro.
Io lo capivo che aveva lo sguardo vuoto e la mente altrove e non capivo quella camminata quotidiana, da casa al paese, dal paese a casa, senza borse della spese, senza sosta per chiaccherare, senza una pausa caffè.
Un giorno chiesi a mia madre il perchè di quel comportamento e lei mi rispose che era una donna che non aveva potuto avere figli e che la sua testa e il suo cuore le avevano procurato un esaurimento nervoso che l'aveva ridotta in quello stato.

Il mio nervosismo di ieri era derivato anche dal forzato incontro con quelli che una volta erano i nostri amici e che oggi, non lo sono più.
Il mio ruolo da uno degli attori principali nella cerimonia di ieri, mi ha portato, per mia fortuna,  a stare lontano da costoro, anche se ho cercato cordialmente di chiedere come andava, conversare del più e del meno, domandare di tutti i loro figli nati e che io non ho mai visto.
Ma si vedeva da fuori quanto ero diversa.
Mi vedevo da fuori e mi leggevo fredda, distaccata, non partecipe. Qualcuno di loro non mi ha rivolto parola. Forse non ha accettato il mio allontanamento alla nascita di loro figlio, mentre contemporaneamente moriva la madre di mio marito. Non ho sentito nemmeno l'esigenza di spiegare. Forse perchè il mio distacco è arrivato da lontano e non si è legato ad un evento. Preferisco pensino che sono un'esaurita a cui sta andando il cervello in pappa perchè non ho figli. Così non devo altre spiegazioni e mi tolgo di mezzo situazioni che mi fanno stare male e per le quali non riesco a chiudere la porta.
Credo che il dolore non si possa spiegare.
Casomai lo si può giustificare.
Io sono una a cui è stata sempre chiesta una spiegazione e che non è mai stata giustificata.

Ho temuto l'incontro di ieri perchè mi sono trasformata in una donna che non ha più voglia di tenere in piedi rapporti per dovere e con superficialità ma che non ha voglia di ferire nessuno.
Il mio status di donna senza figli (l'unica donna senza figli) ha fatto da solo. Ha parlato per me, rendendomi fredda e distaccata, come la donna che camminava per il paese anni fa.
Ho iniziato la giornata con una lacrima che spuntava all'angolo dei miei occhi per l'emozione di vedere il mio amico portare a termine un progetto di vita a cui aspirava da anni, e ho tenuto stretto tra le mani un test di gravidanza negativo appena fatto e un dolore in mezzo al petto. Ho ricevuto complimenti per come ero dimagrita e per come ero bella, eppure io da fuori mi osservavo come una donna sull'orlo di un precipizio.
Manca un mese esatto ai miei quarant'anni ed io mi devo ancora spiegare sul perchè non adottiamo, del come mai andando all'estero si ritorna magicamente incinta e del perchè non faccio come l'amica dell'amica delle amiche che ha fatto il controllo Y con l'esame X e ora aspetta un figlio.

Anche il titolo di questo blog mi sembra non abbia più un senso.
Mamma è già arrivata. 
Da tanto tempo ormai.
E non rinascerò con mio figlio.
Ciò che è stato mi ha fatto già rinascere.
Si sceglie di essere felici a prescindere da come andranno le cose.
Io non ho ancora deciso. Vado avanti osservandomi da fuori.
Incamero sensazioni e a volte non mi faccio neanche più domande.
Una sorta di stato di galleggiamento, per non affogare.
Passo da momenti di incertezza totale, di pessimismo cosmico, di non speranza per il futuro, a momenti di dolcezza infinita e di perdita di raziocinio.
Per ora è ciò che è stato, a parlare per me.
In cosa mi trasformerò non lo so ancora.
Però posso scegliere cosa guardare e chi vivere.
Quello posso farlo, ne ho la facoltà.

13 commenti:

  1. Sensazione che conosco, l'ho vissuta per bene, mi sono allontanata da chi aveva figli e mi sono allontanata da chi mi derideva e diceva che stavo facendo cose 'contro natura'. Ora sono madre, dopo tutto un percorso in salita, ma queste sensazioni che tu descrivi non mi abbandonano mai. Non so perché, ma sono rimaste lì.
    Ti capisco, dio, se ti capisco. Io però ti abbraccio, non un abbraccio pietoso, ma uno di quelli che si danno le sorelle.
    Hai fatto bene ad allontanarti da quelle persone, devi circondarti solo di tutto quello che ti fa stare meglio.
    Ti abbraccio di nuovo, stretta.

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  2. Scegli chi vivere ecco brava! Perchè come hai scritto in un altro post un "mi dispiace" non si nega a nessuno, ma c'è chi ce l'ha negato e che onestamente neppure a me interessa frequentare, condividere l'allegria di una festa o la tristezza dei giorni come i miei ora. Un abbraccione Sandra & Emanuele Milano

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  3. Certo e secondo me hai già scelto, del resto in passato hai già fatto scelte difficili, coraggiose, anche meno "popolari". Non si può continuare a perdere tempo ed energie dietro al brusìo delle chiacchiere che non ci appartengono.

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  4. sei la voce del mio stato d'animo...

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  5. La cosa piu brutta in assoluto e vivere in mezzo alla gente portando il duo dolore dentro un dolore che altri non possono conoscerene capire. Credo sia doveroso scegliete chi essere e come vivere. bellaaaa Anna!

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  6. Accettare di ricoprire quel ruolo per la figlia del tuo amico, dimostra che non sei insensibile e fredda al richiamo della vita e dell'amore. Direi che siamo ancora lontani dalla signora che descrivi.
    Non credo tu abbia accettato x "senso del dovere",no? Potevi rifiutarti e il tuo amico avrebbe capito

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  7. mi trovo in sintonia anche io con le tue sensazioni. Le ho provate e capisco cosa significa. Sono d'accordo con Sabrina Milan che ti dice che hai fatto bene ad allontanarti da quelle persone e che ti devi circondare di cose/persone che ti fanno stare bene e non ti gettano nello sconforto. Certo c'è da capire forse in questo momento cos'è che ti fa stare bene e se c'è qualcosa in effetti...Ma il "mondo" può anche accettare a volte di vedere una persona che soffre. Non dobbiamo per forza essere sempre felici e al meglio quando siamo tra la gente. Non si può sempre recitare la commedia umoristica per sembrare uguali agli altri. Non lo siamo. Un abbraccio forte forte.

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  8. Sarebbe sufficiente che nessuno esprimesse giudizi e la vita sarebbe più semplice per tutti. In bocca al lupo per il tuo percorso di scelta. Ovunque esso porti.

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  9. Questo post mi ha fatto piangere.
    Circondati di persone che ti fanno stare bene, di persone che, anche se non capiscono pienamente il tuo dolore, tentano di farlo o almeno lo accettano, senza giudizi, senza emettere sentenze. Un abbraccio. Eva S.

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  10. È già arrivata sì.
    Sarai una madrina eccezionale

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  11. Volevo commentare questo post, così reale, così vero..ma non ci riesco. Vorrei dirti che ti stimo, che ti abbraccio, ma poi penso che non te ne fai niente. Allora vorrei solo dirti che ti capisco e spero che questo possa farti sentire meglio, ma so che non puo' essere così. Quindi ti saluto, ti stimo, ti abbraccio e ti capisco...per quel che vale.

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  12. Arrivo tardissimo ma mi hai fatto piangere e volevo dirtelo. Soprattutto quella donna che camminava per la strada, quella mi ha proprio affondata. Non scrivo, ma ti penso sempre e leggo tutto.
    Chiara

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grazie per essere qui.