sabato 22 febbraio 2014

Così come sono.

Sarò schietta.
A me il mondo fatto di glitter, stelline e cuoricini di certi siti, non è mai piaciuto.
I blogs che accolgono uno stile così, non mi interessano, i loro autori tanto meno.
Non leggo i migliori  delle classifiche di gradimento. C'ho provato in passato, giuro. Poi mi sono stufata. Non mi arricchiscono, non ce la faccio, proprio non mi interessano. Senza dubbio sono una che si annoia presto e sono incostante, per carità, questo lo ammetto.
Trovo però che in giro ci siano tantissime cose ben fatte che val la pena di seguire senza tanto clamore: un sacco di gente che disegna in modo sublime e si racconta per immagini, tanta gente che fa il mio lavoro (l'architetto intendo, non la blogger) descrivendo la passione che ha senza piegarsi ai cliché degli articoli shabby chic che l'ultima moda detta.
Ci sono persone vere che si raccontano profondamente, e si capisce subito. Lo capisco da quanto poco è curata la grafica del loro sito, con questo non voglio dire che il sito non è gradevole, ma è chiaro che non è una presentazione, la loro, paracula, accattivante, che ti strizza l'occhiolino per accalappiarti e farti tornare poi a leggere alla volta successiva. Si capisce che ci sono persone a cui va di raccontarsi, perchè scrivere e scrivere in pubblico, senza chiudersi tra le quattro pareti virtuali del proprio pc, fa bene a tutti, ma che se un giorno succede che ti rode e non scrivi, oppure ci butti dentro due parolacce, va bene lo stesso.
Quelle persone non sono bloggers.
Sono persone.
Sono le stesse che pensano sia normale indossare il cappotto dello scorso anno e non rendersi conto che quest'inverno il vero must è il giaccone di piuma d'oca.
Sono persone distratte da quelle che dovrebbero essere le regole per farsi leggere, a cui interessano i commenti, ma per crescere e confrontarsi.
Ci sono persone che non contano.
Non mettono in fila le parole, non si segnano opinioni.
Sono quelle persone che camminano silenziose, costruendo.
Senza chiedere agli altri cosa ne pensano delle loro invenzioni di vita. Accolgono consigli  e li elaborano, poi mixano tutto e affrontano, in maniera critica, l'argomento.
Non chiedono. Non pretendono.
Non giudicano.
Raccontarsi in un blog è come raccontarsi nella vita reale.
Si sceglie come farlo, per come si è, per quello che si può fare.

Io ho cercato sin qui di farlo raccontando una vera verità, la mia.
Senza paillettes e  senza edulcoranti. E non perchè faceva piacere a chi mi leggeva, ma perchè faceva piacere a me che scrivo per me, pubblicamente sì, ma perchè sapere di essere letti mi mette in una posizione di nudità. Non ci sono scuse. Sei quello che scrivi e quello che si vuole leggere di me. Questo fa crescere e il mio è stato sin qui, un interessante esperimento di crescita.

Sono stata criticata per aver scritto tanto qui.
Sono stata anche amata per aver scritto così di me, qui.
Nessuno mi obbliga a farlo, quello che mi ha sempre mosso è sempre stato esclusivamente una roba egoista.
Ma mi piace sviscerare le situazioni, i pensieri, i sentimenti.
Il rischio è sempre lo stesso, quello di essere fraintesi. Ma se si decide di scrivere nudi, non è che poi se piove all'ultimo momento si può rimediare una mantellina.
Mi bagno.

Però non è sempre facile.
Io lo so che a volte mi parlo addosso. Lo so che posso dare la sensazione di girare intorno al vuoto.
Ma il vuoto vero non sono le mie parole. Il vuoto vero è tra le mie mani, per quanto io possa raccontarmi cose diverse.
Io lo so.
Non è mica necessario ricordarmelo. Sono piuttosto obiettiva, nonostante mi si dica che il dolore può non rendermi tale. Ho coltivato una buona dose di razionalità nel tempo, quel tanto che mi ha permesso, credo, di leggere con lucidità cosa mi accade.
Io non sono una persona con tante certezze. Mi faccio tante domande perchè cerco risposte.
Le mie sicurezze me le sono costruite con il dolore. Un tempo no. Un tempo ero più in balìa dei giudizi, delle situazioni. E non è facile certo raccontarsi girando intorno a un vuoto.
Una persona vera è vera proprio perchè si è dimenticata di truccarsi quella sera e ha una scarpa di un numero diverso dall'altro. Può essere guardata male dal pubblico in sala, però all'inizio dello spettacolo c'è arrivata comunque puntuale.


So quali sono le parole che possono far raggiungere i numeri per i massimi ascolti, ma non è così che la vita funziona.
E quindi, continuo ad essere sempre convinta che non sono i nostri figli il nostro alibi. 
Prima o poi, i conti con noi stessi li dobbiamo pur fare e allora, bisognerà vedere cosa troveremo.










8 commenti:

  1. Hai descritto bene anche il mio modo di essere soprattutto persona, prima di essere blogger. A parte il fatto che il mio piumino d'oca è di tre o forse quattro anni fa!
    Per tutto il resto ti mando un abbraccio solidale. Sei te stessa e scrivi te e la tua vita. Tutti gli altri dovrebbero stare solo ad ascoltare e chiudere nel cuore tutto quello che hai da dirci. Un bacio.

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  2. Non c'e' davvero bisogno di aggiungere altro. Bacio grande.

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  3. C'è chi ha bisogno di tanti consensi e chi no.
    In ogni caso.. un occhio attento sa intuire cosa si nasconde dietro il glitter. Siamo tutti nudi anche quando recitiamo una parte...

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  4. E' tutto un motivo sul perchè si ha un blog. Per farsi vedere? Per fare network? Perchè si ha bisogno di raccontare? Alla fine sono tutti motivi validi. Basta non cercare di essere quello che non si è. Almeno qui.
    Il tuo blog è tante cose, si sente che ne hai bisogno tu, anche prima della voglia di raccontare. E poi insegna. E ci ha permesso di conoscerti e volerti bene.

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  5. Per esempio io non sono mai riuscita ad essere così me stessa nella vira reale rispetto a quanto lo sono nel mio blog. Nel bene e nel male e senza pensare alle conseguenze. Il bello è questo. Non sono ne i lustrini ne le paillettes :)
    Tu sei adorabile. Punto.

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  6. Anna torno ora a leggere il tuo blog dopo il mio ultimo commento.
    Ho letto lo sviluppo dei commenti dello scorso post.
    Spero non averti urtata con le mie parole, erano solo riflessioni legate al mio vissuto.
    Io, a differenza tua, non mi reputo assolutamente obiettiva, lo so che non lo sono: ci sono giorni in cui mi vedo un irrimediabile ammasso di brutture ed altri in cui mi sento una farfalla . Vado a sensazioni ed emozioni, anche e soprattutto quando scrivo. Soprattutto in alcuni blog, che mi toccano l'anima, che la rimestano.
    Grazie di metterti a nudo.
    Grazie di darmi la possibilità di leggerti.

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  7. I tuoi scritti vanno bene cosi come sono e per quanto mi riguarda chi ti apprezza rimarra con te ad ascoltarti e a supportarti qualora tu lo voglia essere.

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grazie per essere qui.