lunedì 1 luglio 2013

non ci sto.

 (...) Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
 Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
 Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;

i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
  Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio; (...) 
Salmi 138



Ho ritrovato la lettera che un cugino di mia mamma scrisse quando due anni fa se ne andò mia nonna materna.
Ho ritrovato parole che sussurro a mio figlio mentre lo immagino formarsi, non nel mio corpo, ma in un'altra dimensione, che ancora non ci appartiene.
Le considero il preludio al suo arrivo e sogno, un giorno, di recitargliele.

I giorni vanno avanti, uno davanti all'altro ed io ho come la sensazione di avere le orecchie tappate, come quando dopo una giornata in acqua al mare, la sera non ci senti più.
La sensazione è la stessa.
Vado avanti e faccio tutto, ma come se quel tutto non mi appartenesse.
Il mio corpo continua ad andare per conto suo, ed oggi dopo 13 giorni dall'ultimo ciclo, è di nuovo tornato, nonostante le bombe di integratori naturali che sto assumendo. E questa è la quarta volta che succede in due mesi. Ho paura. Anche se il carodott dice che è tutto a posto.
Lo so che è il sintomo di tutto quello che sta accadendo intorno a me. Lo è sempre stato.
Però ora sono preoccupata e vorrei non esserlo. Vorrei rimandare la questione a quando ricomincerò a respirare. Vorrei essere una donna che se ne frega di quello che succede al proprio utero, visto che ha ben altre cose più importanti a cui far fronte.
Invece no.
Dicono: "devi distrarti".
Vorrei farlo.
Mi pare che gli ultimi eventi siano un buon modo, oddio "buono" no, un maniera per distrarsi direi. Eppure non posso. Sono incollata al mio problema, mi perseguita. Sembra una condanna questa.
Sono così stanca che non faccio altro che immaginarmi scenari catastrofici, in cui perdo mio marito ed io devo vivere senza di lui, o che perdo uno dei miei genitori o uno dei miei fratelli.
Faccio sogni con tanta gente, per lo più sconosciuti e faccio tante cose, non ricordo cosa ma sono tante e continuo a sognare interrogazioni di materie scolastiche dai professori delle superiori. Stanotte a una di queste ho preso solo "sufficiente" che era il minimo sindacale ed io, pur sapendo che non avrei potuto fare di più ora, mi vergognavo del risultato.
Difficile non pensarci se sono schiava di ormoni e sintomi, pur continuando a fare una vita normale.
Difficile non sentirmi diversa, ora che stanno nascendo tutti i bambini delle gravidanze iniziate con la mia ultima.
Tra due settimane sarebbe nato il mio "cavaliere".
Due settimane.
Ma come avrebbe potuto sopravvivere tranquillamente alla morte così improvvisa  di sua nonna e tutto il mio conseguente stress e dolore?
Sarà per questo che si è ritirato prima?
già.
Bello il gioco del se fosse.

Ieri sera, durante una conversazione con mia cugina, che ha perso suo papà improvvisamente, lo scorso anno, si è parlato della reazione del momento, e mi sono sentita dire che noi siamo forti, ma non tutti sono così e che lei ha avuto una reazione isterica e che invece se n'era andata, pur sapendo che lei si sarebbe dovuta occupare di tutto, e per tutto intendo, il minimo, cioè i suoi tre figli piccoli e sua mamma, che si era trovata con lui al momento della sua partenza improvvisa . E quando noi ci siamo sfogati perchè anche nel nostro caso c'è stato chi lo ha fatto e noi ci siamo dovuti occupare di tutto, per il papà di Fabio, soprattutto, perchè era solo in quei momenti tragici, e poi per tutto il resto della famiglia, la risposta è stata "voi siete forti e bravi ma non tutti sono così".
Ed io mi incazzo.
Noi non siamo forti.
Preoccuparsi istintivamente di chi è più debole in un momento tragico, non vuole dire essere più forti, vuol dire non pensare prima a se stessi e al proprio dolore.
E noi non vogliamo essere più forti. Me ne frego.
E si vede infatti quanto siamo forti, io non respiro, il ciclo mi torna ogni 15 giorni e la notte faccio incubi. Bella forza.
Voglio solo proteggere chi ha più bisogno di me, come fa Fabio. Io mi sveglio la mattina e la prima cosa che penso è lei. Poi penso al papà di Fabio e a quello che abbiamo programmato per lui in quella giornata, poi penso a Fabio, poi penso a Hope.
Se avessi un figlio penserei prima a mio figlio e poi in ordine a tutto il resto. Questo non vuol dire essere forti.

'Fanculo.

Solo questo.
E' istinto innato, naturale.
Ed è profondamente ingiusto non essere genitore, nonostante questo istinto. E non è normale secondo me.
Se la natura ci ha fatto così e ci ha fatto incontrare, è ingiusto che ci si privi dello scopo per cui siamo al mondo.
Non ci sto.


5 commenti:

  1. Questa notte mi sembra di capirti meglio di altre volte, sai? Forse è un sentire comune, forse riecheggiano nella mia mente le tante volte in cui mi son sentita dire "sei forte"... Viviamo vite così lontane e ti sento così vicina, che strano...
    Boh, io a un certo punto mi son ribellata e ho fatto pace con il mio essere fragile.
    Ti stringo forte dolce Anna

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  2. .. io sanguino da 4 giugno
    ininterrottamente.
    e sono stanca di essere forte e brava.
    vorrei essere felice, tanto per cambiare.
    un abbraccio come posso
    Adelia

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  3. Non credo che sarei stata altrettanto brava e precisa nel raccontare il mio stato d'animo dell'ultimo anno, cara Anna. In queste parole io rivedo me. Quando mio suocero è stato colpito da un male incurabile che se l'è portato via in 6 mesi nonostante una disperata operazione di 10h io ho tirato dritto, sono stata forte. Mai chinato la testa. Quando se ne è andato io ho iniziato a cercare un figlio. E il figlio non p venuto. Ho inziato a cedere lì. Cedere anche fisicamente. Ancora oggi nella mia mente affiorano gli scenari catastrofici di cui parli. Due notti fa ho sognato il funerale di mio padre, per esempio.
    Io non lo so come se ne esce, so solo che ho tanta voglia di farlo e so che ce l'hai anche tu.
    Cercare di distrarsi? Ci sto provando con tutta me stessa ma Dio come è difficile.

    Ti abbraccio tesoro

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  4. Essere programmati per far felici e non essere mai felici è una condanna infernale. Voglio credere ed augurarti con tutto il cuore che il dolore sartà meno feroce, giorni colmi riempiranno assenze. Voglio abbracciarvi e dirvi che no, no, non sarà sempre così,nonostante tutto.
    Raffaella

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  5. Quante volte mi sono sentita dire "sei forte" ... Quante volte mi ha fatto male? Troppe volte..perché si il curarsi degli altri, quell'istinto primordiale che ci porta a pensare prima a chi vogliamo bene e poi a noi stessi,ecco quel sentimento li che tutti abbiamo (credo) a volte viene minimizzato con un sei forte..
    Sta frase l'ho sentita dire quando abbiamo avuto lutti, quando abbiamo scoperto di essere infertile.. Le volte che i nostri tentativi andavano non come si sperava.. Noi quelli forti quelli che dentro avevano un mondo che si sgretolava.. Un abbraccio .

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grazie per essere qui.