sabato 9 luglio 2011

...un tuffo nel passato del mio Perchè io no?

20 gennaio 2010-20 gennaio 2011 

Quando ho iniziato questo cammino, non avevo idea che il percorso sarebbe stato tortuoso e con gli ostacoli. Non pensavo sarebbe potuto accadere. Non pensavo proprio a nulla. Vedevo i figli nel mio futuro ma non ho mai saputo di quale futuro si sarebbe potuto trattare, vicino, lontano, non era affar mio. C’erano. Ho scelto l’università, oltre che per dare un taglio ai miei studi precedenti, perché mi rendeva orgogliosa l’idea che i miei figli potevano usufruire di cotanta sapienza: a vent’anni per me lo studio era tutto ciò che io potevo offrire, e per me era il meglio di me stessa. Mi immaginavo una mamma in carriera ma con i jeans e la coda di cavallo. Non so perché ma nei miei sogni sono sempre stata una mamma con la coda di cavallo e le maniche di camicia rimboccate. E in realtà mi immagino ancora così, anche se oggi, sono un’altra. 

Sono passati tanti mesi da quando abbiamo capito che quel futuro era arrivato e che quei figli mi stavano aspettando. Non li conto, non ha senso, ma posso dire con certezza che è passato un anno dall’assunzione consapevole della “pillola della ricerca di gravidanza”, i mesi precedenti sono quasi inesistenti, a volte mi dimentico di dirlo pure al dottore, eppure ci sono stati, ma li ho dimenticati. Che vuol dire questo? Vuol dire che da 12 mesi ho concentrato tutta me stessa sul mio utero e sulle mie ovaie. E’ una cosa buona, bella, dannosa, ossessiva? Non vorrei giudicarmi in realtà ma lo fanno gli altri per me. Con amore, per carità, ma pur sempre un giudizio rimane. Ho appena attaccato il telefono con il mio migliore amico, il quale afferma che a 36 anni non posso condurre una “vita del genere così sedentaria, sempre al pc”. Devo uscire, conoscere persone, dire, fare, baciare. “Perché non hai idea di quali processi mentali si innescano nel nostro cervello e quanto influenzi il pensiero negativo!!!”. (dice il saggio) 

Ecco, io vorrei dire una cosa a queste persone che pensano di aver trovato un giorno, la chiave della felicità in fondo ad un baule dimenticato in soffitta: “avete mai pensato che io mi piaccio un sacco così come sono? Pigra, sedentaria e molliccia?” Non dico, non faccio, non bacio. Vivo. Ma mi amo. E amo mio marito. Amo il mio lavoro. Amo le serie televisive e i romanzi rosa. Amo prendere i fiori di bach la sera prima di dormire e amo addormentarmi affondando in un piumino caldo. Amo cucinare per gli amici e amo bere vino buono. Amo la comunicazione, in tutte le forme, che siano tramite questo mezzo tecnologico o che siano attraverso una tela bianca appena graffiata. Amo osservare gli altri e non entrare a far parte del mondo, ma osservarlo in disparte. Amo gioire per chi non conosco e prendermi cura di chi non riesce a capire quale è la sua personale verità. Amo la tolleranza, che sia sentimentale o razziale. Mi piace occuparmi del mio nido, perché rendere uno spazio vivibile è ciò che faccio di lavoro e perché credo nell’influenza sul mio cuore di ciò che mi circonda abitando. 

Non so perché i miei figli non arrivano. Magari c’è un problema fisico che ancora non ho scoperto, forse si, ma ora non voglio saperlo. Credo che arriveranno ma so anche che quest’attesa potrebbe portarmi in una strada buia da dove non saprò uscire. Si chiama consapevolezza. E’ il motore della mia esistenza. E ti frega, ti frega perché sai già di mettere un piede dove c’è una falla e nonostante questo, il piede ce lo metti lo stesso. Ma mi va bene comunque. 

Rifletto sul fatto che sono fortunata ad avere accanto un uomo e che insieme formiamo una coppia forte, che di falle ne ha ben poche e che tutto questo non avrebbe potuto reggerlo, se solo ci fosse stato qualche punto labile nella cucitura del vestito che portiamo insieme. Lo so. Ma so anche che ci siamo scelti consapevolmente e che non siamo caduti dal cielo per incontrarci una serata d’estate e quindi, non siamo solo più fortunati di altre persone. 

Non so se i nostri i figli vorranno venire a trovarci un giorno o se vorranno rimanere ovunque loro sono adesso, ma non posso rinnegare me stessa, sforzandomi di essere un’altra per non far entrare il pensiero ossessivo della ricerca. Quale ricerca poi? Di me stessa? E posso negarla allora? Perché la ricerca di una gravidanza non può essere la ricerca di una io, raccolta in posizione fetale, nella mia pancia? E davvero non ne è valsa la pena questa lunga attesa fino ad oggi? 

Ho condiviso. Questo ho fatto. Ho condiviso con delle persone sconosciute. E ho vissuto. A modo mio, ma l’ho fatto. Un anno intero. E’ tanto, considerando l’esistenza veloce di questo mondo. Finirà. Oppure no. Ma quello che è stato e quello che è, esiste. E non torno indietro, perché sono io anche grazie a questa condivisione e alla comunicazione. Il mio amico mi dice: “essere soli è uno stato mentale, non uno stato fisico”. Perfetto. Dunque, non devo “distrarmi” per imparare a stare da sola. Se mi distraggo dal mio desiderio, rinnego me stessa. 

Sono qui, ed imparo. 

5 commenti:

  1. L'ho riletto due volte questo post, da quanto mi piace. Probabilmente lo farò ancora. Ci sono degli aspetti così simili da essere impressionanti, ci sono anche delle differenze, ma il nocciolo resta quello. Sono giorni che rifletto contro chi vuole farmi recitare un copione che non mi riguarda.
    Non rinnegare te stessa, né quello che avete costruito insieme. Si costruisce anche con le cose che mancano, o con quelle imperfette. Mi dispiace tanto sapere che ti senti sola e giudicata e che troppe persone evidentemente vi guardano, ma non vi osservano veramente.
    Lasciale scorrere via, per le loro strade. Guarda quanto hai fatto per te stessa in dodici mesi e sii sempre fiera di questo.

    Ah, ma te l'ho già detto che mi è piaciuto un sacco questo post?!

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  2. Vivere in tutte le sue sfumature, dal bianco opaco al carbone, al blu screziato di piombo. Vivere, concentrandosi. Vivere, distraendosi. Vivere, comunicare, scoprirsi vive nell'attesa. Un abbraccio. Tu sei anche la tua attesa.

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  3. ma che belle che siete....mi fa tanto piacere sapere che mi avete letta...grazie.

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  4. l'attesa la puoi capire solo tu, gli altri cercheranno di appiopparti sempre il loro stile di vita...un bacione, e tini duro ;))

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  5. vivi la tua vita, non quella degli altri.
    GRAZIE per aver messo la mia copertina da te.
    Sono appena rientrata, mi riallineo con la blog sfera pian pianino. baci ilaria pedra

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grazie per essere qui.