giovedì 7 novembre 2013

Uscite dai nostri uteri per favore.

Mi è scappato un sorriso ieri mattina, quando nella cassetta della posta ho trovato il pacchetto ordinato da ebay.
I soliti stick per l'ovulazione.
L'ennesimo stock acquistato.
Non lo facevo da più di un anno in realtà, segno del mio bisogno di ricominciare, ma con semplicità.
Ammesso che stikkare ogni mese significhi ricominciare con semplicità, ovvio.
Ma il sorriso non mi è scappato per questo motivo, ma per questo:
Il venditore, che sarà sicuramente una -trice ha messo nel pacchetto un test di gravidanza gratuito e, vuoi per promozione o qualcosaltro, ha pensato di scriverci sopra gli auguri per l'ottenimento dell'obiettivo.
Mi ha fatto tenerezza 'sta cosa.
Mi ha riportato indietro di anni.
Mi sono accorta di quanto disincantata io sia oggi.
Mi sono accorta di quanto innaturale per me è rimanere incinta e portare avanti una gravidanza, tanto da considerare risibile un augurio del genere. Come a dire "non è roba per me, a me no, non può succedere". E questo, ne sono sicura, ad di là del voler credere ai miracoli o alle happy pills o no, è il pensiero di molte donne passate per questi inferni.
Dico la verità.
Al di là del mondo web, nella realtà io conosco solo persone che non hanno mai avuto difficoltà ad avere una gravidanza, e non parlo di giovincelle ventenni, per le quali immagino (forse) sia un gioco da ragazzi. Parlo di vecchiarde della mia età che da un giorno all'altro decidono che è il momento e zac! hanno il loro bambino.
A volte ho la sensazione di avere di fronte una realtà distorta, fatta solo di storie difficili, come fosse la normalità. Poi invece la realtà fuori da tutto questo, è un'altra, ed è la realtà normale.
Allora mi chiedo se sono io che faccio sì che tutto questo avvenga. Se sono io che ho tutto questo potere.
Il potere della mente è forte, lo sto imparando con lo yoga, ed è forte la capacità di autoguarigione.
Oggi che ho resettato tutto,  vivo come se ciò che è accaduto fosse accaduto a qualcun'altra. Sono distaccata, scettica, fredda. In tutto questo tempo non mi era mai successo di vivere così la mia storia.
Forse una sorta di autoprotezione: facciamo il gioco che le cose brutte che sono successe in realtà non sono successe a me.
A volte ho la nausea a sentir parlare di pma, di adozione, di diagnori pre-impianto, di eterologa.
Le persone, giustamente, mi chiedono che piani sto portando avanti. Ho abituato tutti a pensare che io sia una che attacca e che ha sempre un piano B. Era così.

Ora no.

Non ce l'ho il piano B.
Non voglio averlo.

E' come se stessi rifiutando la mia realtà.
E' come se stessi volutamente dimenticando che sono una donna malata che non è in grado di portare avanti una gravidanza.

Poi succedono queste cose qui:

Cimitero dei feti è ancora polemica

Sepoltura dei feti: approvata la delibera della giunta Renzi

e poi arriva questa lettera:

Renzi approva il cimitero dei non nati, un calcio alla 194

Se non avete tempo di leggere, vi prego, ritornate più tardi e soffermatevi un attimo su questa lettera della signora Lidia Ravera.
Soffermatevi su quelle parole pesanti come macigni.
Poi tornate qui.
Poi uscite e confrontatevi con quel mondo con cui anche io mi confronto oggi, quello fatto di sguardi di compassione e di espressioni a punto interrogativo. Quello fatto di persone che partoriscono figli senza porsi domande, ma solo perchè la Natura, così ha deciso per loro.

Poi di nuovo tornate qui. Qui, in questo mondo fatto di cose anomale, di cose che non funzionano come dovrebbero funzionare. Questo mondo in cui fare l'amore con il proprio compagno non ti dà nessun risultato di concepimento. Questo mondo in cui "la Natura ha scelto per te ed evidentemente le cose per te devono andare così, non andare contro Natura".
Poi fermati a pensare a quei grumi di materia che vuoi chiamare bambino o bambina.
E a "quelle donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie."

Io sono una di quelle donne.
Fuori di qui i discorsi sulla 194.
Non permetterò che se ne parli, come ho già fatto in passato.
Se non posso impedirlo ad una donna qualunque, che però viene pagata per scrivere sulla tastiera del suo computer, lo posso fare qui.
Non ho nulla contro la signora in questione, vorrei solo non sentirmi così piccola, dopo aver letto il suo articolo. Vorrei solo sentirmi così poco utile per la specie e per il dovere per cui sono stata chiamata in quanto femmina.
Poi vorrei non dover parlare di aborto, e vorrei non dovermi giustificare per aver sentito come tutti figli miei, tutti i prodotti del concepimento delle mie gravidanze.
Io non ho seppellito nessuno dei miei figli, gravidanze troppo precoci, un solo raschiamento, che è finito in un laboratorio di biologia, un bimbo incastrato in una tuba invece che in utero, buttato via insieme alla tuba stessa.
Però ho piantato un salice per uno di loro.
Sono passati tre anni da allora, e il nostro albero ora è bellissimo. Io lo accarezzo, ci parlo, rimetto a posto il cuore di plastica che allora avevamo attaccato e che inevitabilmente si spezza per la pioggia e il tempo che passa e mi fa sorridere. Mi ricorda quanto sarebbe potuto crescere quel bambino, ma non è un ricordo triste.
E' un modo per dire a me stessa che anche io sono stata capace di far passare per questo mondo un pezzo di me e del mio compagno, perchè donne come la Ravera, mi ricordano che questo è il nostro dovere e che siamo al mondo per questo.
A me viene da ringraziare questa signora, perchè in questi giorni mi ha aperto gli occhi. Finalmente ho letto negli sguardi delle persone che non sono passate per queste maglie strette, quello che non avevo mai visto.
Davo per scontato che si comprendessero i comportamenti postumi i miei aborti, ma poi, di fatto, non ricevevo mai ciò che mi aspettavo. Il gap stava proprio lì. Ora lo capisco. Stava, sta, nell'attribuire o no il significato di figlio a quei grumi di materia che ho abortito.
Ho dato per scontato che quei grumi fossero considerati comunque figli miei da tutti, come istintivamente ho fatto io dal test di gravidanza positivo in poi.
Invece non è così.
Sorrido.
Inconsapevolmente questa signora, tanto attenta a difendere i diritti delle donne (ma è evidente, non tutte le donne), mi ha dato la chiave di lettura per stare bene.
Ora so che il mio istinto di animale ha sempre funzionato.
Ora so che non soffrirò più per quegli sguardi che non corrispondevano agli sguardi che io pensavo di comprensione per la mia situazione.
Ora so che l'egocentrismo, mascherato da paladino dei diritti della donna, non fa parte del mio mondo.
Ora so che, pur volendo dire a me stessa che le cose non sono accadute e che è stato tutto uno scherzo, io sono una persona che non ha figli, forse non li avrà mai, ma sono comunque una madre, oltre che una donna.
Sta qui il punto.
Ora io sono prima una madre, poi un donna.
Per gli altri, sono prima una donna. Sorrido, perchè non è una questione ideologica questa, è un dato di fatto invece.
E sono una madre con tutti i suoi diritti di madre e di donna.
E non i diritti di ricevere una pensione da abortiva o i diritti di chiedere un'indennità all'INPS.
Sono una madre con il diritto di sentirmi in lutto ogni volta che abortisco.
Il diritto di piangere non per me, ma per il figlio che non ha avuto l'opportunità di vivere questa vita.
Si parla tanto di ingerenza di alcune istituzioni sulla vita del cittadino a-politico, a-religioso, a-sociale.
L'ingerenza in questa lettera sta nel voler fare di un gesto (quello del sindaco di Firenze), sicuramente politico (ma poco mi importa), un manifesto contro la legge 194, ancora nelle modalità del grido "l'utero è mio e ci faccio quello che mi pare!", perchè, se pur è fuori moda, andare nelle piazze a sventolar reggiseni, scegliere opportunamente certe parole (non-mamme, cimiterino, grumi di materia, tomba-culla, crociate del superfluo, eccetera) è atto di violenza gridato ad alta voce tanto quanto sventolare reggiseni e vagine.
E non provateci ancora a parlare di impedimento alla 194.
A nessuno delle non - mamme viene da pensare che sarebbe opportuno stracciare questa legge in nome di "un fazzoletto di terra smossa" dove andare a piangere. Si cerca solo conforto e omologazione a questa società che ti impone di raccontare solo l'evento lieto, solo quello che va bene, mettendo in un angolo il brutto, il dolore, la morte il lutto.
Perchè facciamo un pò ribrezzo noi donne che parliamo di dolore.
E' più facile dire che siamo delle fissate, che non andiamo avanti nella vita, che guardiamo solo indietro, piangendo davanti a tombe che non contengono niente.
E' più facile nascondersi dietro questo che porgere la propria mano.
E' più facile ghettizzare il dolore, in associazioni, circoli, blogs, movimenti per la vita, che guardare in faccia certe realtà.
E' più facile pensare che tua sorella, quella con cui hai condiviso tutto, ce l'abbia con te perchè sei rimasta incinta, piuttosto che credere che i suoi occhi pieni di dolore e il suo silenzio, il suo allontamento, hanno in essere una sola domanda:
"non mi interessa di te mamma, per te sono felice, ma perchè gli altri bambini si, e mio figlio invece, non ha la possibilità di vivere?"


Grazie signora Ravera.
Lo dico anche io a lei, accogliendo le parole di Claudia Ravaldi di CiaoLapo Onlus:
"Uscite dai nostri uteri per favore".

...come se tutto fosse come prima.
come se un soffio di vento
 e sabbia spazzata via dalla strada
il sapore del mare all'alba.
eppure mi piego
incapace di  comprendere il perchè di quello che è stato,
come un ramo spezzato
sanguino.


Per chi fosse daccordo, vi chiedo di contribuire aderendo a questa iniziativa:
http://www.ciaolapo.it/index.php?option=com_myblog&show=lidia-ravera-assessore-alla-crudelta-chiediamo-le-sue-dimissioni.html&Itemid=100043
grazie,
Anna, madre abortiva.




Aggiornamento:

Nel frattempo sono state ritirate le richieste di dimissioni per la signora Ravera, a nome di CiaoLapo e di nessun altra associazione.

Grazie a tutti per la partecipazione.
CiaoLapo Onlus ritira la richiesta di dimissioni di Lidia Ravera

23 commenti:

  1. Io credo solo che le persone vadano rispettate. Vadano rispettate le loro scelte fin quando non sono nocive per il prossimo, fin quando non limitano la sua libertà e non vedo proprio che cosa ci sia di nocivo nell'idea di un cimitero per bimbi mai nati. Che cos'è che spaventa? Cosa fa paura?
    Hai ragione quando dici che la società impone solo lieti eventi.
    E quest'ipocrisia è una delle più crudeli.
    Ho sempre sostenuto la 194. Nonostante io non ricorrerei mai all'aborto. Mi pare superfluo dirlo visto la lotta che faccio per avere un figlio e il rischio di poliabortività che mi porto nel sangue ma tant'è.
    Sostengo il diritto di scegliere. Compreso quello di scegliere di seppellire il PROPRIO FIGLIO.
    Perché di questo si tratta.
    Vita.
    E, ultima cosa, il nesso con la 194 io non riesco proprio a vederlo. La connessione mi sfugge. Un cimitero potrebbe mettere a repentaglio una legge? Dio mio questa è fantascienza, suvvia signore Ravera, può far di meglio...

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    1. concordo in toto con la mitica Princess, anch'io non vedo il nesso.

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    2. Anche io non vedo il nesso, anche io sono per la libertà di scelta, sempre. Maria Grazia

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  2. Ho letto tutto. Non intendo scrivere una sola parola a commento di quella lettera perché il sangue mi ribolle talmente che mi gira la testa e mi sta venendo la nausea.
    Ho aderito subito all'iniziativa.
    Un abbraccio Anna.

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  3. Ti abbraccio pure io.
    Tendo a non odiare per principio, però detesto intensamente chi giudica senza conoscere un c...o del dolore degli altri.

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  4. Ho letto l'articolo e stavo per vomitare (non in senso metaforico ma sul serio..). Questa signora considera gli uomini incapaci di capire cosa può provare una donna che è costretta a scegliere l'interruzione volontaria di gravidanza, perchè solo una "donna" può capire..e poi, lei da "donna" è capace di definire "grumo di materia" i nostri figli..Squalifica le vite dei bambini morti in utero e quelle delle loro madri " che non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie..". Ma ci rendiamo conto??

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  5. Ognuno di noi ha il diritto del lutto...di piangere e piangere per un figlio che non se fermato in terra...Il lutto è cosa naturale da sentire e sentirsi..quando persi il mio bimbo era un maschietto per anni mi guardavo le ecografie sotto il cuscino per tenerlo a me..per dire non è stato solo un test...hai visto il cuore..un giorno li ho bruciate al vento dopo tre anni..avevo finito di piangere...ma come ti dissi..la trovo di poca sensibilità e poca donna questa signora...:-)Ciao Anna .

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  6. Cara Anna. Grazie. Quando ho letto quella lettera della Ravera mi sono solo venute agli occhi lacrime di rabbia, di impotenza. Poi leggo questo post così puro, profondo, vero e semplice... mi hai aiutata a sciogliere quel nodo di amarezza con le tue parole di vita. Commento poco ma penso sempre che sei veramente una donna (e una mamma, sì) preziosa, altro che animale al servizio della specie ;-)
    P.S.: sembra evidente anche a me che non c'è nessun nesso tra un cimitero come quello e la legge 194...

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  7. Credo che il poté dia alla testa. Forse a volte e' bene non avere piani b. Dio solo sa cosa voglia dire non riuscire laddove altre lo fanno così naturalmente. Tvb.
    Raffaella

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  8. miiiiii quanto sono inkazzata in questi giorni che ne ho lette di ogni....ho mandato un sacco di mail a questa pseudo persona......ne abbiamo mandate tantissime tutte noi di ciaoloapo...io spero veramente servano a qualcosa perchè ho letto addirittura delle mail di notifica dove addirittura dicevano di non esser state aperte ma cestinate direttamente!!!!! SEmpre più STronza questa..........nerviiiiiiiiiii

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    1. È proprio STR. e pensare che ho anche comprato un suo libro.

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  9. Anna, io non riesco a commentare. Dici già tutto e lo dici così bene che ogni volta che passo di qui vorrei solo dirti: hai ragione. Non c'è altro da aggiungere. Ti abbraccio, Claudia

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  10. ....indignata, disgustata, delusa, amareggiata ma soprattutto triste che sia una "donna" a scrivere certe atrocità.
    Tu invece sì che sei una donna speciale e ti meriti davvero di realizzare il tuo sogno e diventare mamma.
    Giusi

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  11. Avevo già letto e questa tipa dovrebbe vergognarsi di quanto scrive. Ps. Quando decisi che volevo un terzo figlio ho aspettato un anno e mezzo per vedere quel test positivo. In quell'anno e mezzo feci i conti con la mia età ma lo volevo così tanto.....E poi qualcuno ha deciso per me, per la mia vita nel modo in cui voleva, forse mettendomi alla prova...Ti abbraccio Anna

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  12. Commento oggi perche' da cel non mi riesce mai. Dicevo, ogni volta che leggo quelle parole trasudanti aggressivita' mi viene un conato di vomito. E' ingiustificabile quel linguaggio, se non pensando ad una donna avvelenata dalla vita. E qui mi fermo. Ti abbraccio bella Anna.

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  13. Ciao,
    passo a lasciarti un saluto.
    Violetta.

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  14. arrivo tramite lucy.
    entro in punta di piedi.
    lascio solo due parole.
    sgomento ed indignazione.
    avevo già sentito di queste sparate.
    mi si era già accaponata la pelle.
    parole che non andrebbero mai, mai pronunciate.
    e stupidi nessi, inesistenti, tra una legge e il rispetto per le vicende e il dolore altrui, buttati lì, come macigni.

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  15. Quando sono tornata a casa dall'ospedale la cosa che PIU' mi faceva stare male era il pensiero dei loro corpicini "gettati" chissà dove. Non una tomba-culla per i miei bambini, perché per me erano i miei bambini e non grumi di materia.
    Che tristezza… Come si fa a scrivere certe cose?
    Ti abbraccio Anna!

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  16. il gesto di Renzi è diventato politico nel momento in cui è stato strumentalizzato per gettargli fango addosso, in particolare strumentalizzato da chi vuole fare propaganda contro di lui e a favore di altri candidati alle primarie. se anche foste delle "fissate, che non andiamo avanti nella vita, che guardiamo solo indietro, piangendo davanti a tombe che non contengono niente", non vedo in che modo state attaccando la 194. la 194 viene attaccata ogni giorno negli ospedali, cosa vuoi che c'entri un cimitero... la cosa più agghiacciante è che la critica proviene da persone che si autonominano "pro-choice"... e dove sarebbe il rispetto per la libertà di scelta? il punto però è che sono stati scritti degli articoli in cattiva fede, e tante persone gli hanno dato credito, senza usare un briciolo di spirito critico, ma nemmeno i fondamenti del corso di scienze delle scuole medie.

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  17. "Una tomba che non contiene niente"? E l'amore? Contiene l'amore, tanto, traboccante, dolente, l'amore di una mamma e di un papà e sogni, speranze, rimasti sospesi, come i sogni interrotti al mattino che lasciano pieni di gioia o di angoscia realissime.
    Solo l'arroganza del vuoto nelle loro menti e nei loro cuori ha potuto esprimere tali parole malvagie.
    Mia cara, carissima Anna, tutto è sempre stato difficile anche per me negli ultimi anni, settimane e giorni, siamo persone che per sensibilità e passione vivono "pesantemente", noi non conosciamo l'insostenibile leggerezza dell'esistere. Io non so che sapore abbiano le vite leggere degli altri (ma poi davvero leggere?), so che noi abbiamo guardato nell'abisso e com-prendiamo la luce. Io so che loro viaggiano su facili sentieri battuti, ma noi stiamo costruendo la "nostra" strada. Un abbraccio davvero grande a tutte. Maria Grazia.

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  18. Da un po' di giorni avevo letto il titolo del tuo post (ti seguo da poco tempo), ma non trovavo il "coraggio" di leggerlo, sapevo che avrei pianto. Sono perfettamente d'accordo con te. La società è arrivata a voler negare le proprie azioni (aborto volontario) negando almeno il "diritto di piangere", chiamiamolo così, a chi, come te, un figlio lo vorrebbe eccome. Sono mamma e per me un figlio è già tale dal primo istante. Non ci conosciamo ma ti abbraccio forte.

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grazie per essere qui.