giovedì 29 agosto 2013

da dove comincio?

Da dove comincio?

Comincio da qui:


da questo topolino rosa che, con tutta la calma serafica che solo una duenne saggia può avere, ciondolava per la spiaggia, camminando sugli asciugamani dei bagnanti, mangiando biscotti e ignorando completamente le urla esagerate di una mamma isterica e insoddisfatta.
Me ne sono innamorata non appena il suo sguardo si è posato distrattamente su di me, che nascosta da un paio di occhiali scuri, facevo finta di leggere pigramente sul mio lettino in prima fila, conquistato a fatica due ore prima.
Ho pensato "ti vorrei tanto."
E ho continuato ad osservarla.
Con aria sapiente e con totale noncuranza degli altri, il suo sorriso è dolce, il suo sorriso fa pensare ad una torta alla crema ricoperta di panna.
La sua mamma invece, non è bella. La osservo perchè è impossibile non notarla. Urla, arrabbiata, contro la sua primogenita, di cinque, sei anni? qualcosa del genere. Urla perchè non si veste da sola. Ma non è questo.
Io non mi impiccio degli affari mammeschi. Non sono mamma e non ne ho diritto. Non so cosa farei io al suo posto e quindi non mi impiccio. Non è bella perchè il suo viso è cupo, arrabbiato. Indossa un bikini imbarazzante, non per il reggiseno, che regge appunto un seno abbondante ma armonioso, ma per la mutanda che in versione ridottissima, quasi modello brasiliana, non sostiene un'ingombrante pancia, segnale di una gravidanza, quella della duenne, ancora da smaltire. Fuma. E si guarda intorno. Ha l'aria imbronciata. Non è contenta di stare lì. Forse pensa che qualche anno fa il suo corpo non era così sformato, e il tatuaggio sulla gamba era più bello da esporre. Forse pensa che sarebbe bello poter stare sdraiata a prendersi tutto il sole di una Badisco generosa e ventilata, senza dover pensare a biberon, biscotti, seienne che si è addormentata e duenne che se ne va in giro come una vecchietta che la sa lunga.
Si arrabbia con lei. Urla e le dà una sculacciata perchè è salita su un asciugamano vuoto, ma figurati cosa gliene importa a lei! Lei sta guardando il panorama, mangia il suo biscotto con la faccia da torta alla panna e non le importa nulla. Non le interessa nulla, ma lo schiaffo violento sul culo lo sente e inizia a piangere.
La mamma noncurante se ne va.
Io che faccio? Mi alzo?
vieni qui piccolina. Ti devo spiegare perchè hai preso lo schiaffo. Tu non hai capito. Se non te lo spiegano come puoi non rifarlo? vieni qui piccolina che ti faccio una pernacchia su quella panzotta cicciotta e così ridi di nuovo. 
Ma non viene ovviamente. Piange disperata ed io con lei.
Tu non sei mia. Io non sono tua.
Eppure mi sembra di sentire l'odore della tua pelle scaldata da questo sole inclemente, e immagino le dita della mia mano tra i tuoi capelli fini, e i giochi con la sabbia, le buche, i castelli e le palette e i secchielli colorati.
Ma non mi muovo di un millimetro.
Ovviamente.
Ho gli occhi lucidi, non per la bambina, ma per la mamma con la faccia incazzata che non è felice di stare lì con le sue bambine.
E per me stessa, perchè quel desiderio di bambino non passa, nonostante tutto.
Nonostante tutte le distrazioni dolorose.
Nonostante il lavoro.
Nonostante le preoccupazioni, i viaggi, le vacanze.
Nonostante gli altri.

Ho creduto di non volere più mio figlio.
Non era così.
Ho avuto bisogno di tamponare al meglio una situazione gravissima che gli ultimi eventi accaduti avevano ulteriormente aggravato.
Non ho avuto il tempo di pensare.
Sono stata male.
Prima emotivamente.
Poi assenza.
Non potevo permettermi nulla.
Poi sono stata male fisicamente. L'assenza di sapori si è trasformata in coliche che mi hanno strizzato lo stomaco tanto da portarmi in pronto soccorso il secondo giorno di mare.
Vacanze finite.
Se una settimana di mare si può chiamare vacanza. Se una sola settimana può bastare a tamponare un anno come quello appena passato.
No. Non può.
E nemmeno il Salento ha potuto, nonostante quei muri....

E nonostante la nostra Badisco, che tante volte ci ha cullato:


C'era bisogno anche di questo crollo fisico.
Ora abbiamo azzerato tutto. Raso al suolo tutto quello che è stato.
Ora ci sono.
Con una nuova vita.
Tutta da rifare.
Cammino su un pavimento appena posato, lucido e immacolato.
Le pareti sono nuove.
I soffitti bianchi.
Sento tutto. Tutto amplificato.
E' tutto chiaro, semplice e limpido per me.
Ho bisogno di stare bene e di ridere.
Ho pianto così tanto che mi sono dimenticata di come si fa a ridere.
Mentre cercavamo ossigeno salentino, sono passate davanti a me scene di risate passate negli stessi luoghi e per motivi diversi negli anni passati.
Ed io quest'anno, non riuscivo a ridere di nuovo.
E non sarà così per sempre.
Tornerò a ridere.
Ora basta.

Doveva accadere tutto questo.
Tutto quello che mi è accaduto.
Altrimenti come potrei raccontare la mia storia futura?
A mio figlio cosa potrei raccontare?
che il suo viso ricorda lo zucchero filato?


E a tutte le persone che hanno pensato e mi hanno detto che "ora basta eh. arrenditi"...
Scordatevelo!
Sono tornata!

.


lunedì 12 agosto 2013

Ora lo so

agosto 2013


Sono qui.
Ma da domani già non più.
Una brevissima fuga, in attesa di vacanze, nella casa del lago dove tutti i miei dolori convergono e diventano un vortice, dove tutti i nodi si sciolgono e cercano riparo tra le pieghe dei ricordi.

E' passato un anno intero, da quando con il cuore pieno di speranza attendevamo l'inizio del primo tentativo in pma. Eravamo qui  e tutto è uguale a ieri. Il tempo immobile si è cristallizzato, solo la polvere sui mobili mi ricorda  che è passato,
e un figlio che non è più e una mamma che non ho più.
dicembre 2012
Oggi sono in attesa di stare bene, ma il dolore di tutte queste assenze riaffiora come una macchia d'olio in una pozza d'acqua: prima l'acqua era agitata, muovendosi l'olio si confondeva ad altro, non veniva su.
Oggi, che sono qui e mi sono fermata, tutto torna.
Le immagini di lei qui con noi.
Solo ora riesco a comprendere che non è più fisicamente qui.
Il papà di Fab è partito per la montagna ed io, ora, finalmente posso crollare. Posso lasciarmi andare.
Non ho potuto piangere i miei piccoli che mi hanno atteso in provetta da dicembre. Per sei mesi ogni sera ho pregato per loro, e loro, se sono andati in una settimana. Non ho potuto rammaricarmi per questo.
Ho dovuto andare avanti.
Perchè non posso permettermi di guardare indietro, non posso farlo perchè non si vive di dolore e perchè c'era bisogno di me e perchè la nostra mamma non ha avuto il tempo di salutarci e partire. Lo fa ora, in sogno e attraverso il pensiero, ma qui, qui io sento tutto e sto male.
Sento i miei bambini, seduti sul letto attorno a me e lei sulla poltrona azzurra, e mi guardano.
E voglio stare bene.
Ho bisogno di vomitare tutto questo.
E' insopportabile.
Sono stata una pazza.
Il dolore va attraversato e vissuto non va cacciato.
Va accolto, perchè fa parte di se stessi.
Poi si ricomincia. Ma dopo. Non si può andare avanti senza elaborare.
Vuol dire cancellare una parte di vita vissuta, esistita.
Alcune persone mi chiedono come fai?
non lo so. Devo vivere per me e per chi mi ama e devo combattere.
Alcune altre persone invece mi dicono che non mando avanti la mia vita e che il mio pensiero è fermo.
E' vero anche questo. Ci sono periodi in cui è accaduto anche questo.

Mi dispiace per tante cose.
Mi dispiace aver perso per strada tante persone a cui volevo bene, per le quali sentivo di aver aperto il cuore. Ma sono tante le cose accadute, i fatti successi, ed io evidentemente, non sono stata brava a tenere insieme alcuni pezzi e ho lasciato che tutto si sgretolasse.
Sarebbe comunque accaduto.
Qualunque rapporto e qualunque situazione sopravvive se il destino è quello.
In ogni caso, in questo momento della mia vita, mi costa di più, ne soffro maggiormente, pur avendo la consapevolezza che comunque alcune cose se sono accadute, è stato per un motivo già scritto.

Ho smesso di assumere gli integratori.
Il problema di assenza dei sapori non passa e il mio amico dott pensa non sia più una micosi orale ma forse un sovradossaggio di acido folico, che ora mi rendo conto, assumo in quantità industriali.
Mi tocca un prelievo prima di ferragosto e così capiremo.
Ho avuto molti segnali eloquenti dal mio corpo in questi ultimi due mesi. Segnali che ho compreso ma che ho dovuto ignorare perchè non era possibile fare diversamente.
Una mamma non può permettersi di fermarsi di fronte a niente e per il mondo intero è normale, ci sono i figli da mandare avanti, quella donna non si può fermare.
Il fatto che io non abbia figli non mi esonera. Non ho potuto fermarmi. Sono dovuta andare avanti, non c'è stato tempo per accartocciarmi su di me. A parte le due lezioni settimanali di yoga alle quali non ho voluto rinunciare, il resto del mondo andava sorretto.
Il mondo va avanti lo stesso, anche senza di me. Lo so.
Ma io so anche di avere un ruolo, di mamma, di figlia, di moglie.
So perchè ci sono e so perchè sono così: insieme di pezzi del passato e di donne con i fianchi larghi e le maniche dei maglioni tirate su.

Per questa casa, che da oggi lascio, doveva passare il mio dolore.
Lo attendevo.
Ora fa parte di me.

Tengo per mano i miei bambini, li sento figli come non mai. Sento intensamente la loro presenza e quella loro dolorosa assenza. 

Racconterò questa storia.
Voglio raccontarla agli altri e ai miei figli che verranno.
Per questo sono qui.
Ora lo so.












martedì 6 agosto 2013

Madre

E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,e avrai negli occhi un rapido sospiro.
(Sentimento del Tempo - Giuseppe Ungaretti)




E mentre ero in doccia ho sentito una voce dentro di me che mi diceva: "Anna, è lì. Tra le foto di quando eri bambina".  Mi sono asciugata, sono andata a prendere l'album di foto che mia mamma ha fatto appena sono nata e quella foto era lì. La foto di F. bambino per mano con la sua mamma. L'unica foto di F. bambino che è a casa nostra. La cercavo da giorni. E non riuscivo a trovarla.
Sorrido, perchè il legame di un genitore con il proprio figlio non finisce mai.
E sorrido perchè, nonostante la fatica quotidiana, il dolore da ingoiare, lei è qui con noi, e ci aiuta, ci consiglia, ci indirizza. Tutti i giorni.
E da stasera è nell'angoletto di casa riservato ai nostri angeli.

Oggi sono due mesi di assenza e di ricostruzione di questa nuova vita senza.
I ritmi sono ancora serranti, ancora un pò e poi torniamo a casa nostra, nella nostra terra salentina che tanto mi ha dato e ancora tanto mi darà.
Tornerò alla mia terra, anche se non è la mia terra di sangue.
Tornerò per rinascere e far nascere.
Ancora.

venerdì 2 agosto 2013

buon compleanno anima mia

Quattordici 2 agosto insieme.
Ricordo ancora il primo.
Il caldo. Una tavola apparecchiata per le grandi occasioni e poi noi due.
E i compleanni al lago, in quella che non sembrava nemmeno una casa, ma a noi bastava.
Noi due, una vita dietro ai sogni. Finchè quei sogni non sono diventati realtà.
La nostra casa.
Tutto il nostro amore.
Che ci preparava a tutto questo dolore.
Eri piccolo e ora sei un uomo che sorregge tutto il mondo.
Sei tu la mia famiglia, il mio tutto, la mia persona.
Tu mi stai insegnando a vivere con il sorriso, nonostante tutto.
Che oggi, hai il bisogno di festeggiarti, perchè, come mi hai detto poco tempo fa:
" Festeggiare il giorno della mia nascita vuol dire onorare quello che mia madre con tutto il suo amore mi ha dato: la mia vita."
Ed io, ti osservo, a volte da lontano, con la paura di perderti per tutto questo dolore, e la paura di non sapere come fare a farti stare bene, piccolo grande uomo.
Te lo prometto, ci saranno ancora tanti 2 agosto insieme.
Noi appiccicati, per sempre.
Noi e tutto il resto che da noi nascerà.

Tanti auguri anima mia.
Buon Compleanno.

giovedì 1 agosto 2013

il benessere viene da dentro


Immaginatevi così, sdraiati come la ragazza della foto.
Questa posizione nello yoga, si chiama posizione del cadavere: palmi delle mani rivolte verso l'alto, gambe aperte, occhi chiusi. Le onde cerebrali sono vicinissime alle frequenze delle onde durante la profonda quiete del sonno, ma in realtà non dormi. Scacci tutti i pensieri, o almeno ci provi, non appena arrivano.
Cerchi di non dormire e lasci che la sequenza di esercizi appena svolti e l'energia raccolta, fluisca attraverso il cuore e il corpo.
Da questa posizione parte lo Yoga Nidra, lo yoga del sonno cosciente.
Lunedì sera io e Fab abbiamo partecipato ad una sessione di yoga nidra.
In questa posizione, una voce ti guida attraverso la consapevolezza del proprio corpo. Questo avviene al buio, in silenzio, alla luce di una flebilissima candela.
Durante la pratica di Yoga Nidra si appare addormentati ma, in realtà, la coscienza funziona a un livello di consapevolezza più profondo.

La voce, che è quella dell'insegnante, ci guida: facendo ruotare la coscienza intorno al corpo si ascoltano le sue tensioni e si provvede a rilasciarle all'istante.
Il corpo è disteso in Shavasana (posizione del cadavere) e i sensi a poco a poco, facendo ruotare la coscienza intorno al corpo, vengono ritirati dal mondo esterno. A questo punto è possibile formulare il Sankalpa, l’intento personale, tre volte mentalmente.
Il corpo si rilassa fino a inviare al cervello lo stimolo di rilassarsi e quest’ultimo lo trasmette a tutto il sistema nervoso.
La mia intenzione, manco a dirlo è stata:
utero accogliente
(ca va sans dire, giusto?)

Mentre il corpo si riposa e si rilassa, la mente sposta l’attenzione sulle varie parti del corpo, fino ad arrivare a percepirle.
Si entra così in un profondo, ma cosciente, stato di quiete. 
La filosofia Yogica afferma che la pace può essere trovata solo dentro di noi e mai all'esterno, questa pratica aiuta, da subito, a rilasciare la tensione per entrare nella dimensione della pace.
C'è una cosa che mi ha profondamente colpito. Durante una visualizzazione, ci viene chiesto di "guardare" lo spazio davanti a noi con gli occhi chiusi. E mentre facevo questo, ho improvvisamente ricordato che questa per me era una pratica di quando ero bambina. Io e mia sorella nella nostra cameretta, cercavamo di guardare lo spazio che avevamo davanti a noi con gli occhi chiusi, ed alta voce ci dicevamo cosa riuscivamo a visualizzare. Un ricordo preciso, nitido, pieno d'amore. Un regalo di questa pratica, che per l'ennesima volta mi ha fatto capire come è impossibile dimenticare, come è possibile ricordare con facilità.
Anche le persone che non ci sono più e che pensiamo, per questo motivo, di dimenticare.


I segni e i risultati di tutto questo non si sono fatti attendere troppo.

Ricapitolando brevemente:
il mio ciclo si riaffacciava ogni circa 10-15 giorni, cisti disfunzionali dovute allo stress e al trauma.
Dopo un inizio di dieta iperproteica, io sono svenuta due volte. Quando alla seconda volta mi sono venuti in soccorso ripigliandomi da una panchina di un centro commerciale, allora ho capito che basta, non era il momento delle diete.
Oggi infine, ho scoperto di avere una specie di candida in bocca. Non avverto più i sapori da tre giorni. Mangio e mi sembra di masticare il cartone. Bevo e mi sembra di mandare giù aria.
Sento solo se è caldo o freddo.
Preoccupata, ho telefonato al mio amico dott e dai sintomi abbiamo capito che mi sono beccata questa cosa e da domani inizio una terapia per debellarla. Causa? Manco a dirlo. Stress.
Insomma, vado avanti per contratto, cercando di fare tutto, come al solito, ma tutto mi riesce male.

Oggi mi sono concessa una mattinata, primo pomeriggio di shopping con la mia nipotina/figlia M. che tra poco è il suo compleanno ed io avevo bisogno di coccolarla.
Ogni volta che siamo sole, a parte la solita domanda Perchè non sei mia madre? che mi prende al cuore e alla gola, oggi ha aggiunto la seguente frase: "io e D. (D. è suo fratello) una volta abbiamo pensato che se tu e zio Fab un giorno doveste avere un figlio (eh!) assomiglierà un pò a te e un pò a lui, perchè abbiamo notato che voi due vi assomigliate. Anzi siete uguali!"
Le ho spiegato che questo è normale tra le persone che si vogliono bene e che si compenetrano e che il loro amore poi alla fine fa sì che ci si assomigli.
Intanto abbiamo svaligiato H&M con magliettine e pantaloni per il mio amore undicenne, ormai grande.

Il ciclo è tornato, stavolta dopo ventinove giorni.
Ci accontentiamo.
Ripartiamo dall'ABC.
Stasera con il mio carodott ci siamo messaggiati un buone vacanze e una promessa di riposo.
Devo farlo.
Ancora un pò però.
Devo andare avanti ancora un pò poi giuro stacco davvero.
Se no la prossima volta, la candidosi mi piglia ai capelli e alle unghie!

Insomma, ce la faccio.
Ricomincio con tutto il cuore, solo che il mio corpo stavolta si ribella con tutto se stesso.
Non è che io non voglia stare bene.

E vorrei dire un'altra cosa.
Non ho tempo per le supposizioni, le illazioni, i pettegolezzi, i forse, i ma.
Non ho tempo e mi dispiace. Vorrei occuparmi anche di queste cose ma non posso.
Quando potrò occuparmi di chiacchere e cavolate simili, quando di nuovo, sentirò l'esigenza di scusarmi per il mio comportamento imperfetto e irrazionale e inspiegabile ed esigente, allora vorrà dire che starò meglio o che più semplicemente mi interesserà occuparmi di questo.
Ora no.
Ora non mi interessa.

Mi interessa il benessere del mio uomo.
Mi interessa il benessere della mia famiglia.
E no.
Non ho rinunciato a volere un figlio.
Non lo farò mai, ho solo bisogno di tempo.
E si.
Il benessere non ce lo dà un figlio.
Ma non devo spiegare nemmeno questo.
I dolori per cui siamo passati ci hanno spiegato che il benessere è dentro di noi, se lo vogliamo.
Ma ripeto, nemmeno questo lo devo spiegare.

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